I Guturarghini (buoni lavoratori)
Erano i nanerottoli che abitavano un tempo Macugnaga. Erano molto timidi forse perché temevano che qualcuno li deridesse per la statura e perché avevano i piedi girati indietro e quindi si nascondevano sempre!!! Però erano molto ingegnosi tanto che avevano insegnato agli alpigiani a ricavare dal latte: burro, formaggio, ricotta.
Chi da Isella (1226 m) sale al Lago delle Fate (1315 m) percorrendo la strada sterrata, se volge lo sguardo verso destra noterà alcune sculture ricavate dai tronchi degli alberi, sono i Guturarghini...ma le sorprese non finiscono qui!!!
Oggi la giornata si presenta nuvolosa, ma con squarci di sereno, il sole sembra giocare a nascondino con le nuvole. Parcheggiamo le auto a Isella, seguiamo la strada sterrata e lo "Schlittuweg" (Sentiero delle Slitte) che porta sul bel poggio di Motta. in breve arriviamo allo sbarramento del Lago delle Fate, che ha sommerso la frazione di Quarazza. Attualmente sorgono poche baite, qualche struttura turistica, in particolare ristoranti, ed una cappella dedicata a San Nicola, che ha sostituito la vecchia chiesetta sommersa dal Lago. Seguiamo le tracce ben evidenti che costeggiano il torrente, il paesaggio ricorda molto il Klondike, la neve ormai si sta lentamente sciogliendo e i crocus stanno già sbocciando. Arriviamo in località "Crocette", meglio nota come "Città Morta", con le testimonianze dell'antica lavorazione dell'oro (1460 mt.).
Alcuni cartelli ci ricordano che stiamo percorrendo il Tour del Monte Rosa e il Grande Sentiero Walser, i segni bianco-rosso-bianco sono spesso presenti sulle piante, per cui anche con la neve il sentiero è sempre abbastanza evidente, tralasciamo il ponte sulla sinistra e proseguiamo diritti. Dopo aver attraversato il torrente che raccoglie le acque del vallone di Carpisana, arriviamo in un punto dove il torrente Quarazza ci regala uno spettacolo meraviglioso, alcune cascatelle collegano varie pozze d'acqua, chiamate comunemente marmitte, l'acqua ha una una colorazione che varia dal verde all'azzurro, rimaniamo talmente estasiati che ci soffermiamo come se fossimo davanti a un quadro di Leonardo da Vinci. Arriviamo all'alpe Prelobia di sotto (1510 m), finalmente possiamo indossare le ciaspole, seguiamo la pista battuta e dopo aver attraversato un ponticello in legno, il percorso comincia decisamente a salire. Ben presto notiamo sopra di noi la croce dell'alpe La Piana (1613 m). Siamo alla testata della valle, un cartello indica che al Passo del Turlo ci vogliono ancora ben 3.00 ore. all'alpe tra battute e risate ci concediamo il meritato pranzo, per il ritorno decidiamo di percorrere la parte opposta della valle, ancora abbondantemente ricoperta da neve. Il dislivello di oggi è di soli 400 m circa, ma lo sviluppo è stato notevole il GPS tra andata e ritorno ha calcolato 17 km, percorso veramente ricco di storia, dove la natura ha il predominio totale e dove l'escursionista può solo fare da spettatore.
Malati di Montagna
Erano i nanerottoli che abitavano un tempo Macugnaga. Erano molto timidi forse perché temevano che qualcuno li deridesse per la statura e perché avevano i piedi girati indietro e quindi si nascondevano sempre!!! Però erano molto ingegnosi tanto che avevano insegnato agli alpigiani a ricavare dal latte: burro, formaggio, ricotta.
Chi da Isella (1226 m) sale al Lago delle Fate (1315 m) percorrendo la strada sterrata, se volge lo sguardo verso destra noterà alcune sculture ricavate dai tronchi degli alberi, sono i Guturarghini...ma le sorprese non finiscono qui!!!
Oggi la giornata si presenta nuvolosa, ma con squarci di sereno, il sole sembra giocare a nascondino con le nuvole. Parcheggiamo le auto a Isella, seguiamo la strada sterrata e lo "Schlittuweg" (Sentiero delle Slitte) che porta sul bel poggio di Motta. in breve arriviamo allo sbarramento del Lago delle Fate, che ha sommerso la frazione di Quarazza. Attualmente sorgono poche baite, qualche struttura turistica, in particolare ristoranti, ed una cappella dedicata a San Nicola, che ha sostituito la vecchia chiesetta sommersa dal Lago. Seguiamo le tracce ben evidenti che costeggiano il torrente, il paesaggio ricorda molto il Klondike, la neve ormai si sta lentamente sciogliendo e i crocus stanno già sbocciando. Arriviamo in località "Crocette", meglio nota come "Città Morta", con le testimonianze dell'antica lavorazione dell'oro (1460 mt.).
Alcuni cartelli ci ricordano che stiamo percorrendo il Tour del Monte Rosa e il Grande Sentiero Walser, i segni bianco-rosso-bianco sono spesso presenti sulle piante, per cui anche con la neve il sentiero è sempre abbastanza evidente, tralasciamo il ponte sulla sinistra e proseguiamo diritti. Dopo aver attraversato il torrente che raccoglie le acque del vallone di Carpisana, arriviamo in un punto dove il torrente Quarazza ci regala uno spettacolo meraviglioso, alcune cascatelle collegano varie pozze d'acqua, chiamate comunemente marmitte, l'acqua ha una una colorazione che varia dal verde all'azzurro, rimaniamo talmente estasiati che ci soffermiamo come se fossimo davanti a un quadro di Leonardo da Vinci. Arriviamo all'alpe Prelobia di sotto (1510 m), finalmente possiamo indossare le ciaspole, seguiamo la pista battuta e dopo aver attraversato un ponticello in legno, il percorso comincia decisamente a salire. Ben presto notiamo sopra di noi la croce dell'alpe La Piana (1613 m). Siamo alla testata della valle, un cartello indica che al Passo del Turlo ci vogliono ancora ben 3.00 ore. all'alpe tra battute e risate ci concediamo il meritato pranzo, per il ritorno decidiamo di percorrere la parte opposta della valle, ancora abbondantemente ricoperta da neve. Il dislivello di oggi è di soli 400 m circa, ma lo sviluppo è stato notevole il GPS tra andata e ritorno ha calcolato 17 km, percorso veramente ricco di storia, dove la natura ha il predominio totale e dove l'escursionista può solo fare da spettatore.
Malati di Montagna
i Guturarghini "Piergiorgio"
i Guturarghini "Fabio"
i Guturarghini "Danilo"
i Guturarghini "Kiran"
giochi d'acqua nel torrente quarazza
E le "guturarghine"???
RispondiEliminaAh no,... noi siamo fatine. Buone e gentili.
Ciao
Paola
Abbiamo incontrato i Guturarghini e, ora che siamo a casa, volendone sapere di più abbiamo digitato questa misteriosa parola e ci è uscito il tuo sito.
RispondiEliminaI bambini sono impazziti incontrando i nanerottoli e li ho lasciati con il dubbio - anzi credo la certezza - che siano stati scolpiti dai folletti che vivono sotto il Lago delle Fate, nella Miniera d'Oro della Guia.
Ciao e grazie!
Simonetta con Vittorio e Pietro
Ciao Fabio , sono Cecilia, una macugnaghese.
RispondiEliminaHo per caso letto il tuo blog e il grande amore per la montagna che traspare. Una sola precisazione la parola GUTURANGHINI non esiste nella nostra lingua .I nani si chiamano GOOTWIARGHJNI(plurale) lo so che è un pochino più difficile da leggere e da scrivere , ma almeno le tue preziose informazioni sulla Quarazza potranno essere ancora più corrette.
Grazie