Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

martedì 11 marzo 2008

...ricalchiamo gli antichi passi

Domenica 9 marzo 2008, niente neve e niente ciaspole, oggi ripercoriamo un tratto del Sentiero del Viandante da Varenna a Corenno Plinio, un'antica via di comunicazione sulla sponda orientale del lago di Como. Arriviamo a Varenna alle 8.30 circa, passata piazza S. Giorgio, ci dirigiamo verso la stazione ferroviaria, dove parcheggiamo l'auto, scendiamo a far colazione al bar dell'albergo Beretta. Sono le 9.00, caricati gli zaini in spalla, oltrepassiamo il ponte e arriviamo in breve nei pressi dell'albergo Monte Codeno, dove dei cartelli posti dal comune ci indicano la via per il castello di Vezio. Notiamo anche le placche di colore arancio che indicano il percorso del Sentiero del Viandante e che ci faranno da segnavia per tutto il percorso. Arrivati a Vezio visitiamo il borgo e il castello con le sue alte torri a divesa del territorio, riprendiamo il sentiero passiamo su antico ponte e in breve arriviamo alla cappella porticata della Madonna di Campallo. Fra prati e terrazze arriviamo alla frazione di Regolo, scendiamo un breve tratto la provinciale per Perledo, la si segue fino al tornante successivo dove si imbocca Via Cava Bassa. Riprendiamo la mulattiera fra alti muri di sostegno, dopo un breve tratto di salita si raggiunge la strada per Regoledo, la zona porta l'inquietante nome di Bosco delle Streghe, accanto a una chiesuola dedicata alla Sacra Famiglia scende un sentiero che in breve porta alla parocchiale di Gittana. Dal cimitero sulla sinistra si riprende il sentiero, passiamo sopra alla vecchia funicolare per Regoledo, dove nel 1858 era stato aperto uno stabilimento di idroterapia, fatti pochi altri passi si affianca una cappella e usciti dal bosco si arriva a un bel complesso di costruzioni rurali. Oltrepassato il ponticello sulla valletta di Biosio, si scende verso Bellano, dopo la cappella della Madonna Addolorata si arriva sulla provinciale, volgendo a destra dopo pochi metri, si riprende il sentiero che in breve arriva sul ponte del torrente Pioverna, l'Orrido e la chieda di S. Rocco. Sulla sinistra della chiesa si segue l'erta via per Ombriaco, dal lavatoio si prosegue verso sinistra intersecando più volte l'asfalto, arrivando fino all'ampio prato del Santuario di Lezzeno, dove decidiamo di fare la meritata sosta pranzo. Dopo la dovuta pausa si segue la via tra le case, raggiunto l'abitato antico, si attraversa la carozzabile per poi scendere verso uno stretto vallone, superati diversi valloni tra cui la valle dei Mulini, si arriva al colmo di una breve salita. Decidiamo di non scendere a Oro ma di salire verso Pendaglio, sembra di essere tornati indietro nel tempo, le vie strette e buie, il lavatoio, la fontana... Dal paese seguiamo il sentiero in discesa che in breve raggiunge una strada sterrata, la seguiamo fino ad arrivare a incrociare di nuovo i cartelli del Sentiero del Viandante. Oltrepassata l'ombrosa Valle Grande si entra nel comune di Dervio, passate le balze dei Ronchi, il sentiero procede sulla viva roccia, degrada lentamente fino a raggiungere la vecchia strada nazionale, arrivati al crotto del Céch siamo orami alle porte di Dervio. Percorriamo il lungo rettifilo della via Duca d'Aosta, dopo il ponte sul torrente Varrone, il percorso piega a destra arrivando in breve sulla strada accanto ad una fontana. Tralasciata la gradonata che sale al castello, seguiamo le indicazioni del sentiero che in breve ci porta a intersecare di nuovo la strada asfaltata. Ci portiamo sulla parte opposta della strada arrivando alla rotonda, purtroppo l'urbanizzazione e l'insistente superstrada hanno deturpato la zona, seguiamo la via al Monastero sempre su asfalto, si passa accanto al vecchio monastero e superata una condotta, riprendiamo a camminare sull'originale acciottolato fino al pittoresco nucleo di Corenno Plinio, con il suo castello, sono le 15.00 circa e comincia a piovere, ma siamo contenti di aver percorso un tratto di un'antica via di comunicazione, che ha lasciato dietro di se una pagina di storia importante del lago di Como. Per il ritorno abbiamo deciso, di ritornare a Dervio e prendere il treno per Varenna (circa 20/30 minuti da Corenno a Dervio).
Malati di Montagna





1 commento:

  1. commento da paola:
    ciao fabio sono felice di poter partecipare con voi alle escursioni che ci organizzi. speriamo che si continui cosi ancora per tanti anni... ora vado sono alle prese con i nodi.

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