Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 30 agosto 2025

Da Rima San Giuseppe al rifugio S. Ferioli

Tradizionale camminata annuale al rifugio S. Ferioli gestito dai volontari della sezione CAI di Olgiate Olona. Non ci sono difficoltà, si percorrono sentieri e mulattiere di montagna ben segnalati da paline escursionistiche e segnavia bianco/rossi. Nella parte alta il sentiero regala una splendida vista sull'imponente parete nord del Monte Tagliaferro. 
Malati di Montagna: Silvio e il selvadego

Non sarà fuor di luogo ch’io loro esponga quanto di favoloso si va dicendo su questo monte, che forse, più d’ogni altro dell’intera Valsesia, è preso di mira per affibbiargli favole e leggende. Ai due terzi d’altezza, il versante del monte Tagliaferro che guarda il Corno di Moud, ha una specie di strada che pare scolpita a furia di picconi o scalpelli nell’orrida parete, il che, secondo taluni, diede il nome al monte. È questo uno scherzo di natura, perché quella strada non presenta scopo di sorta, avendo ai due capi orridi precipizi; ma la leggenda s’impadronì di essa, e la dice ora costruita dai Saraceni, ed ora dai Romani. 
Brano tratto dal volume di Carlo Gallo: In Valsesia, ed. Corradini





Alpe Valmontasca





sullo sfondo la Cima del Tiglio


Alpe Vorca





vacca stracca...






Colle Mud


sulla via del ritorno...



martedì 26 agosto 2025

LA COPPIA che VIVE in una BAITA in MONTAGNA


Mario Curnis è stato uno dei più grandi alpinisti italiani, numerose le vie che ha aperto sulle alpi, le grandi ascensioni sulle Ande e in Himalaya, compreso il punto più alto: Mario è l’italiano più anziano ad aver mai scalato l’Everest.

lunedì 25 agosto 2025

Morti in montagna, mai così tanti: "83 in un solo mese. Aumentata imprudenza, emulazione dai social"

Per Maurizio Dellantonio, presidente del Soccorso alpino e speleologico, tra i fattori scatenanti anche l'emulazione da social network che fa presa sui più giovani.
“La montagna sta facendo quasi tre morti al giorno: 83 in un mese, il 20% in più dello scorso anno. E c’è anche un 15% in più di incidenti che hanno richiesto il nostro intervento. Quest’anno c’è stata una vera e propria escalation su numeri che già l’anno scorso erano da record” spiega all’Adnkronos Maurizio Dellantonio, il presidente del Cnsas, ossia il Soccorso alpino e speleologico nazionale.
Numeri che hanno una spiegazione statistica: “Ci sono sempre più persone in montagna, dal dopo Covid un aumento spaventoso. Che però si concentrano tutte sempre nei soliti posti, per cui vediamo gente in coda anche nelle ferrate”. Sebbene le cause delle richieste di soccorso siano quasi sempre le stesse: “Impreparazione, inadeguatezza fisica ma anche un po’ di imprudenza in più. Oggi c’è gente che si avventura dove prima non lo avrebbe fatto, non distinguendo il percorso facile da quello più difficile e che poi ci chiama anche se è solo stanca. Prima non era affatto così. Ricordo casi di persone che abbiamo recuperato che anzi si era fatta pure degli scrupoli a chiamarci, sebbene ne avesse davvero bisogno” osserva Dellantonio che da anni opera alla stazione di Moena, in Val di Fassa (Trento).
Per il presidente quello che davvero ha cambiato le cose in montagna è “l’impatto dei social” che hanno alimentato “uno spirito di emulazione che porta i più giovani ad avventurarsi in situazioni pericolose di cui non hanno contezza. Vedono la foto di uno su una cima in braghette che dice che è stato facile, fanno una ricerca su Google e il giorno dopo partono in scarpe da tennis. Racconti veri”, esemplifica Dellantonio che spesso per tali situazioni si trova poi a raccogliere le lamentele dei suoi stessi soccorritori.
“È difficile sopportarlo anche per noi che siamo settemila volontari operativi. Ogni volta che interveniamo si muovono persone e mezzi e non sai mai se per quell’intervento che stai facendo stai sottraendo risorse a un intervento salvavita che ti verrà chiesto 5 minuti dopo”. Specie se bisogna muovere gli elicotteri che non sono infiniti. Una consapevolezza di fondo che sembra mancare a chi troppo facilmente chiede il soccorso, chiamato sempre più frequentemente “un telefonino in tasca ce l’hanno tutti, anche se magari tra mille non hanno la nostra app Georesq e non hanno attivato il gps che ci aiuta a localizzarli in fretta”.
Il Soccorso alpino risponde sempre. Nei racconti di Dellantonio ci sono anche le giovani coppie che forse per la troppa fatica scoppiano sui sentieri, “litigano e chiamano perché vogliono tornare subito a valle”.
Se regolare l’eccesso di assalti alla montagna è impossibile, l’età di chi la frequenta pare avere un suo peso specifico su pendii e forcelle. “Chi ha più di 50 anni tendenzialmente ci va più cauto, preparato e meglio attrezzato, specialmente gli stranieri europei. Detto questo, abbiamo anche una lista di eccezioni lunga così”, conclude il presidente.
Redazione Adnkronos

venerdì 22 agosto 2025

Dal sentiero Bruno Tempo al sentiero Renato Chabod

Escursione ad anello nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, sui sentieri di caccia di re Vittorio Emanuele II, con bella vista sulle Levanne, sul vallone del Carro e sulla vallata di Ceresole. Si percorrono mulattiere e sentieri di montagna senza particolari difficoltà. Il ponte all'inizio del sentiero Bruno Tempo è crollato, si deve scendere e guadare il torrente poco più sotto. Il sentiero che dall'alpe Moncial sale fino a incrociare il sentiero 550 per il Colle della Terra è scarsamente frequentato e poco visibile, consiglio di seguire una traccia gps. Per la pausa ci siamo fermati al Lago Losere superiore con bella vista sulle Levanne. Durante il percorso abbiamo avvistato un gipeto, camosci, pernici e i simpatici gracchi alpini. Utile la carta dei sentieri n. 14 Valle dell'Orco - Gran Paradiso, dell'Escursionista & Monti editori. Ho girovagato in questo meraviglioso angolo del Parco Nazionale del Gran Paradiso per dieci anni, ma ogni volta che torno rimango affascinato e innamorato da questi luoghi dalla natura selvaggia e incontaminata.
Malati di Montagna: Patrizia, Giuseppe, Pigi, Silvio e il selvadego

sentiero Bruno Tempo





Vallone del Carro






Alpe Moncial






Alpe Moncialet


in lontananza il lago Serrù...
...il Rifugio Pian Ballotta e...il Colle della Losa...
...quanti bei ricordi montani...


Lago di Ceresole


sulla mulattiera per il colle della terra


Lago Serrù

PiGi, il selvadego, Giuseppe, Patrizia e Silvio
Lago Losere




Lago Serrù e Lago Agnel


le Levanne...
...il rifugio Jervis e il colle del Nel...
...quanti bei ricordi montani...


Casotto PNGP Bastalon



sentiero Renato Chabod




bellissima giornata...!!!