Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

mercoledì 9 aprile 2025

Attilio Tissi

"Attilio Tissi è certamente uno dei più grandi arrampicatori di ogni epoca, una vera e propria forza della natura, un uomo che sembrava nato per arrampicare; si dice che il giovane Tissi amasse di più trascorrere le giornate al caffè di Agordo oppure correre dietro alle gonnelle, piuttosto che faticare su per i gradoni. E si narra che iniziò ad arrampicare quasi per scommessa, perché toccato sul vivo da alcune battute sarcastiche di altri amici bellunesi che invece si spacciavano per 'alpinisti'. E si dice anche che fin dal primo momento che egli posò le mani sulla roccia, tutti capirono che ci si trovava di fronte ad una specie di fenomeno, che arrampicava con estrema naturalezza e senza alcuno sforzo apparente".
Gian Piero Motti ne La storia dell'alpinismo

Antifascista, nel 1943 Tissi decise di aderire alla resistenza. Riuscendo a trasferire le abilità e il carisma dimostrati in montagna sul terreno ben più ostico della lotta al nazifascismo, diventò rapidamente una figura di riferimento. Il 7 novembre 1944 fu arrestato dalla milizia tedesca. Dopo un mese di detenzione e di torture, i partigiani riuscirono a liberarlo, salvandolo appena in tempo dalla condanna a morte.

"I nazisti l'avevano fermato, catturato e rinchiuso nella cella numero cinque della gendarmeria di Belluno, in attesa dell'interrogatorio. Voleva dire tortura, e Tissi lo sapeva. Aveva condiviso da suo loculo le urla orrende dei torturati, le loro suppliche, le confessioni. Prima dell'interrogatorio un informatore gli rivela le ammissioni dei detenuti, così Attilio, quando viene il suo turno, si limita a svelare i segreti che gli aguzzini conoscono già. Il trucco non funziona, gli aguzzini insistono e con la macchina elettrica si fanno insopportabili."
Enrico Camanni in Alpi Ribelli

Nel 1963 - scrive ancora Camanni - gli dedicano un rifugio al Col Reàn, il posto più bello del mondo, proprio in faccia alla parete nord ovest del Monte Civetta".

Durante l'Alta Via n. 1 delle Dolomiti abbiamo dormito al rifugio Tissi, in una delle giornate più suggestive per terre alte che io ricordi...

il mare di nuvole sotto la parete Nord Ovest del Civetta - anche conosciuta come il “regno del VI° grado” non ha prezzo...tutto il resto è noia...il selvadego

Diario dell'Alta Via n. 1 delle Dolomiti - dal 17 al 26 agosto 2009

sabato 5 aprile 2025

Sulla Strada dei Polacchi

Anello escursionistico che risale il versante soleggiato di Saint-Vincent. Si percorre per un lungo tratto la suggestiva "strada dei Polacchi", costruita dai prigionieri polacchi nella prima guerra mondiale. Lungo l'itinerario si incontrano interessanti punti di interesse, come l'antico torchio a Maison-Neuve, la bellissima chiesa di Moron dedicata a San Maurizio risalente al XV secolo e nei vari villaggi toccati diversi raccard, utilizzati per la conservazione dei cereali. Si percorrono sentieri e mulattiere di montagna senza particolari difficoltà, l'itinerario è ben segnalato da paline escursionistiche e segnavia, consiglio comunque di seguire una traccia gps e l'utilizzo della carta dei sentieri dell'Escursionista editore n. 13 "Valle Centrale". Malati di Montagna: PiGi, Silvio, Danilo e il selvadego

si parte dalle Terme di Saint-Vincent


...il primo tratto su strada sterrata costeggiando un canale...


La chiesa di San Maurizio di Moron è sicuramente da collocarsi tra le più antiche chiese della Valle d'Aosta. Lo storico Mons. J.-A. Duc sostiene che l'edificazione di tale edificio risalirebbe al 1112; in realtà di quella lontana epoca non abbiamo né carte comprovanti quell'affermazione, né tracce dell'architettura del tempo. Per avere dati concreti dobbiamo giungere al XIV° secolo: dalla prima metà del milletrecento disponiamo di carte negli archivi della parrocchia e di tracce di manufatti sulle mura dell'edificio



...lo Zerbion ci accompagnerà per tutto il giorno...


si prosegue nel bosco...



Valmignanaz



si inizia a guadagnare quota ripidamente...



Cappella in località Banqueun


splendida la vista verso l'Emilius e la Becca di Nona


si prosegue verso Pradiran


e sulla parete sud dello Zerbion...


Perrière


Cappella di Perrière dedicata a San Giacomo Maggiore


la vecchia scuola del villaggio...


A monte di Saint-Vincent si trovano nei suoi numerosi villaggi diversi raccard, granai con un’area centrale per la lavorazione del grano, simili a quelli della Valle d’Ayas. Infatti tra il XVII secolo e all’inizio del XVIII, su entrambi i versanti del Col di Joux, lavoravano gli stessi carpentieri. I villaggi di Lérinon, Crétamignanaz et Valmignanaz sono tra i meglio conservati. 





Cappella di Diseille



La Strada dei Polacchi di Saint-Vincent è una mulattiera che, durante la Grande Guerra, fu allargata e lastricata dai prigionieri polacchi.





Il torchio a Maison-Neuve è di proprietà comunale, durante i lavori di restauro si è cercato di mantenerne le caratteristiche originali, evidenziando la pregevole bellezza del vecchio torchio. Conserva sia la “vite” che termina con la pietra di contrappeso, sia l’enorme trave di legno di noce che fungeva da leva, era posizionato in una zona dove erano presenti numerosi vitigni, se ne attesta la presenza già nel XVIII sec.



su comodo sentiero a mezza costa si torna verso il parcheggio delle terme...



bellissima giornata...

domenica 30 marzo 2025

I "Curt" di Scareno

La Valle Intrasca è una valle appartata e poca conosciuta, si apre a monte di Intra, tra la Val Pogallo e la Cannobina, ed è percorsa dal torrente San Giovanni che nasce in un vallone selvaggio del Pizzo Marona. L'escursione ad anello permette di visitare gli alpeggi alti della Valle Intrasca, localmente chiamati i Curt. Piaggia si trova alla sommità di un grande castagneto, era il più grande alpeggio d'Intrasca, caricato dagli alpigiani di un po' tutta la valle. Scogno e Biogna si trovano su un pronunciato costolone al riparo dalle valanghe che battevano i valloni, suggestiva la vista verso il lago. La cappelletta di Biogna o "cappelletta dei fulmini", al suo interno una scritta ricorda un'invocazione protettrice da antiche paure "Salvaci o Maria dai fulmini e le tempesste". In alta Valle Intrasca operavano la Brigata “Valgrande Martire” e due Battaglioni della “Cesare Battisti”, intorno ai monti Zeda, Marona e Spalavera. Pochi minuti prima dell’arrivo a Piaggia si incontra un piccolo monumento con una croce in ferro che ricorda i caduti partigiani il 16 giugno del 1944. Non dimenticate mai chi ha dato la vita per un Italia libera. L'anello si sviluppa principalmente su sentieri di montagna senza particolari difficoltà, tranne qualche tratto esposto dove fare attenzione. Il tracciato è ben segnalato da paline segnavia e segni di vernice bianco/rossi, unico bivio non segnalato si trova dopo le baite di Corte Bvarone di Sotto, dopo un breve tratto lungo la strada sterrata per il Passo Folungo, si imbocca il sentiero che scende sulla destra, non segnalato ma ben evidente.
Malati di Montagna: Pigi, Silvio, Danilo e il Selvadego






cappelletta di Leng (Alpe Leigio)



...si varcano porte invisibili...


Ponte del Dragone
Il ponte del Dragone si trova circa alla metà del sentiero che dall’abitato di Scareno sale all’Alpe Piaggia. Le origini del nome non sono chiare: due le leggende più accreditate. Secondo la prima il nome sarebbe legato alla famiglia che nel XVII secolo possedeva i diritti di estrazione di una piccola miniera d’oro, situata lungo il torrente San Giovanni, ancora oggi faticosamente raggiungibile lungo un sentiero ormai dismesso.


La seconda leggenda è legata ai Dragoni, milizie a cavallo, sia dei Savoia sia della vicina Svizzera. Forse un drappello sperduto e visto dagli alpigiani? Forse accompagnatori dei gabellieri dei Borromeo, per scongiurare assalti da parte degli abitanti, quando esigevano tasse in alimenti troppo onerose?



...DAI...!!!



...i due ragazzi ricordati dalla lapide, che non erano del posto, nel tentativo di scappare arrivarono ad uno strapiombo. Il primo saltò e si sfracellò sul fondo; il secondo dopo aver visto la tragica fine del compagno, esitò ma dopo essere stato colpito da un proiettile tedesco, precipitò anch’esso...


Marona e lo Zeda salito un paio di volte anni fa'...


benvenuti....


L’alpeggio, nei secoli scorsi caricato dagli abitanti di Intragna, Aurano, Scareno, Cambiasca e Vignone, è ad oggi frequentato durante tutto l’anno da una ventina di famiglie, che hanno sistemato le vecchie baite.  Per la valorizzazione, la conservazione e la conoscenza storico-culturale-ambientale dell’antico alpeggio di Piaggia è attiva dal 2013 l’associazione “Il Dragone di Piaggia”, formata dai discendenti degli ultimi alpigiani.


Oratorio della Madonna del Rosario






Ave Maria libera l’umanità del nostro tempo dalla paura e dalla minaccia della guerra...


bellissimo traverso verso il Passo Folungo...


Ôr di Casè



il ponte non c'è più spazzato da una valanga...ma si riesce comunque ad attraversare il Rio Scogno...con un minimo d'attenzione...


Buarun Süta



cappelletta di Biogna o "cappelletta dei fulmini"




stupendo il panorama sulla Valle Intrasca e il Lago Maggiore


Curt di Scagnàl, anch'esso abbandonato e in rovina



si perde quota tra castagni secolari...


Ponte della Gula sul rio omonimo
...due arcate e per pilone portante centrale un masso erratico...
 



bella vista verso la cappelletta di Biogna
 


 Sassello



le indicazioni non mancano...!!!


si inizia a scendere su bella e conservata mulattiera...


si ritorna a Scareno...
L’oratorio dedicato a San Michele Arcangelo venne edificato nel XVIII secolo, e successivamente ampliato ed abbellito. Nel 1839 dopo lunghe vicissitudini, esso divenne parrocchia; ma l’indipendenza ebbe breve durata, in quanto nel 1968 la parrocchia di Scareno venne unita a quella di Aurano.


Ossario di Scareno, nel quale sono contenuti i resti di caduti partigiani della Brigata Alpina Cesare Battisti.


perché noi per terre alte fondamentalmente ci divertiamo...