Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

sabato 3 febbraio 2024

Da Domaso a Dongo, via lungolago

Si parte da Domaso nell'alto Lario Occidentale, dove si può godere di un clima particolarmente mite, costantemente ventilato dalla Breva. Merita una visita la chiesa di San Bartolomeo, costruita nel XVI secolo, dove all'interno troviamo affreschi dei Ligari e dei Silva. In località Pozzuolo e Gaggio si trovano i vigneti del raro vino Domasino, un vino bianco, apprezzato già in epoca romana, la cui produzione non supera le duemila bottiglie. Tra atmosfere e scorci suggestivi, si arriva alla chiesetta di Sant'Eufemia, uno dei luoghi più affascinanti da vivere e da fotografare sul lago di Como.. L'edificio sacro faceva parte del complesso della Rocca Medicea e fu danneggiato durante le battaglie contro il Medeghino. Per il ritorno si percorre il suggestivo e tranquillo lungolago da Dongo a Domaso. Bellissima camminata senza difficoltà, la segnaletica è abbastanza presente, consiglio comunque una traccia gps. Ho la fortuna di vivere nel paese più bello del mondo, con le montagne e le valli più belle del mondo, fossilizzarsi in un solo luogo non fa al caso mio.
il Viandante Selvadego

Altre uscite in zona:

San Bartolomeo





...giornata perfetta per fare il viandante...



Località Pozzolo



Chiesa di Sant'Anna





Chiesa di San Lorenzo di Segna



a sinistra si intravede la chiesetta di Sant'Eufemia


Gravedona - Chiesa e Convento di S. Maria delle Grazie


Sorge in posizione dominante sul nucleo abitato di Gravedona ed Uniti in prossimità dell’antica area del castello, ergendosi sulle prime pendici dei monti che delimitano la valle del Liro




La Chiesa dei Santi Gusmeo e Matteo costruita nel 1248


La località, secondo la tradizione, coincide con il luogo dove avvenne il martirio dei due santi e dove esisteva precedentemente una chiesa dedicata a San Fedele. Sembra infatti che, nel 286 d.C., Massimiliano, persecutore dei cristiani, ordinò lo sterminio della popolazione Tebea per essersi rifiutata di offrire sacrifici agli dei. A questa ecatombe riuscirono a sottrarsi, tra gli altri, Fedele e Gusmeo; il primo rifugiandosi a Samolaco – poi giustiziato ove attualmente sorge il Santuario di San Fedelino -, mentre il secondo rifugiandosi a Gravedona ed Uniti.


si prosegue tra gli stretti vicoli...


Chiesa di San Gregorio Magno, già menzionata in una pergamena del 1242




...segnaletica...


dopo un primo tratto su mulattiera, si prosegue su sentiero...


punto panoramico...


Chiesetta di Sant'Eufemia...sullo sfondo il Legnone e Legnoncino...


...non è la prima volta che raggiungo questa chiesetta....ma è come se fosse la prima volta...mi siedo mi verso un bicchiere di tè caldo...e rimango incantato dalla bellezza di questo luogo...



Dongo


l nucleo più antico di Dongo è la frazione di Martinico: qui sorge la chiesa romanica di S. Maria, costruita fra la fine del secolo XI e il XII secolo.


tra gli stretti vicoli fino a...


Piazza Paracchini
La piazza è oggi intitolata al comandante partigiano Giulio Paracchini (nome di battaglia “Gino”), ucciso dalle Brigate Nere sui monti sopra Dongo il 24 aprile 1945.
È proprio su questa piazza che la colonna degli automezzi tedeschi in fuga verso il confine viene passata al setaccio, scoprendo così Benito Mussolini e suoi gerarchi. Il popolo di Dongo vide scendere il Duce da un camion della Contraerea tedesca, e lo vide entrare dentro Palazzo Manzi, consegnato al comandante della 52° Brigata Garibaldi, Pier Luigi Bellini delle Stelle “Pedro”, che lo arrestò ufficialmente.


...con calma senza fretta seguendo il lungolago...


il Legnun...




Santa Maria del Tiglio è ubicata in una posizione incantevole, situata fra la sponda del lago di Como e il monte Sasso Pelo. Unica testimonianza sul territorio del romanico comasco fu eretta nella seconda metà del XII secolo e, secondo la tradizione, il nome deriverebbe da una pianta di tiglio cresciuta sul campanile.


È un vero gioiello d’arte romanica costruito utilizzando il marmo bianco di Musso e la pietra nera di Olcio, il cui utilizzo risulta evidente dall’aspetto bicromatico che la caratterizza.



va beh è andata bene anche oggi...!!!
....e ricordatevi che camminare fa bene al fisico e allo spirito...


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