Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

sabato 26 giugno 2021

Laghi del Cardeto

I laghi del Cardeto si trovano nel cuore delle Prealpi Orobiche, in un ambiente di straordinaria bellezza. Veri gioielli naturalistici, con vista sulle più alte cime delle Orobie, dal Pizzo Redorta, Scais e Pizzo Coca. Non ci sono particolari difficoltà, si percorrono mulattiere, strade di montagna e sentieri, sempre ben segnalati da segnavia e indicazioni.

Da Bergamo si risale la Val Seriana fino all'abitato di Gromo. Subito dopo l'abitato, si svolta a sinistra per la frazione Ripa, che si raggiunge in pochi minuti. Lasciata l'auto nel comodo parcheggio vicino alla chiesa della S.S. Trinità (859 m), si continua a seguire la strada fino al secondo tornante. Abbandonata la strada, si inizia a seguire la mulattiera sulla sinistra. Incrociata nuovamente la strada, si prosegue sul lato opposto seguendo le indicazioni per il Passo della Portula, segnavia CAI 233. Su mulattiera e strada forestale si continua a salire verso nord, costeggiando alcune baite ristrutturate in posizione panoramica. Entrati in un fitto bosco, si continua con pendenza costante e dopo aver tralasciato a sinistra il sentiero 281 per Valgoglio, in breve si arriva alla fresca sorgente del Nedulo e subito dopo alla baita omonima (1487 m). Da qui inizia il vero spettacolo verso l'alta Val Seriana, con i giganti delle Orobie in bella mostra, dal Pizzo Coca, al Pizzo Redorta. Il sentiero sale a mezza costa in maniera costante, dopo aver tralasciato il sentiero 261 per Gromo S. Marino, si prosegue con un ampio semicerchio, raggiungendo la conca del Cardeto. Arrivati al bivio per il "Giro dei laghi", si abbandona il sentiero 233 da cui poi si farà ritorno e dalla palina segnavia si sale verso sinistra seguendo il sentiero 233A verso il L. di Cardeto. Il sentiero è sempre ben segnalato e raggiunge senza particolari difficoltà i tre splendidi laghi alpini, dove è obbligatorio fare una pausa rigeneratrice. Incrociato nuovamente il sentiero 233 nei pressi della Baita Alta Cardeto (1940 m), dalla palina segnavia si inizia a scendere in direzione della sottostante Baita Flavio Rodigari (1850 m). Si continua a perdere quota fino a incrociare il sentiero 256 per la Val Grabiasca e il P.so di Valsecca che si tralascia a sinistra. Dopo aver attraversato un paio di torrenti su dei ponti, si prosegue raggiungendo nuovamente il bivio. Da qui si ripercorre il medesimo percorso fatto all'andata.
Altre escursioni in zona:
il selvadego

























sabato 19 giugno 2021

Le peonie della Valle dei Tremendi

Si parte da Rassa, uno dei paesi più belli e caratteristici della Valsesia, alla confluenza dei torrenti Gronda e Sorba. Risalendo la Val Sorba tra alpeggi fuori dal tempo, in una vegetazione lussureggiante, si arriva nella colonia delle peonie selvatiche, l’unica in tutta la Valsesia. Una meraviglia della natura, che però si può osservare solo per un periodo dell'anno. La Val Sorba è conosciuta anche come la Valle dei Tremendi, perché nel 1300 fu il rifugio dell’eretico Fra’ Dolcino e tra Ottocento e Novecento di Pietro Bangher, un piccolo brigante ingigantito dalla tradizione popolare. I sentieri sono ben segnalati e privi di difficoltà, per raggiungere le peonie bisogna risalire alcune pietraie, seguendo alcuni rari ometti di pietra.

Dall'autostrada A26 (Genova/Alessandria) si esce al casello di Romagnano Sesia/Ghemme, per poi proseguire seguendo la statale SS299 in direzione di Alagna. Dopo Piode e prima di arrivare a Campertogno, si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Rassa, che si raggiunge in pochi minuti (917 m). Giunti alle porte del borgo si svolta a sinistra attraversando il torrente Sorba, per poi lasciare l'auto nel comodo parcheggio. Seguendo la strada si arriva in breve a un bivio, si svolta a sinistra, imboccando poco dopo una stradina cementata (traffico consentito ai soli mezzi autorizzati). Terminata la strada in una piazzola sterrata, si segue la bella mulattiera, arrivando in pochi minuti nella radura dell'alpe Campello (1095 m), dove è situata l'accogliente baita di  "Heidi". La mulattiera prosegue senza troppi strappi, inoltrandosi sempre di più nella Val Sorba, dove si estende la “Grande Selva”, ricca di legname che per secoli ha garantito lavoro a boscaioli, carbonai e artigiani della calce, per questo motivo è stato istituito l'Ecomuseo del Legno e della Calce, un percorso didattico caratterizzato da quattro filoni tematici: il bosco, l'acqua, la roccia, il fuoco. Oltrepassate le baite e la grande croce dell'alpe Sorba "Sürba" (1151 m), in breve si arriva al ponte della Prabella (1180 m). Tralasciato a sinistra il sentiero 251b per la Cima di Bo, si prosegue passando a poca distanza dalla Cascina Antaiua (1220 m) e a un antico forno per la calce. Dopo la suggestiva cascata della "Gula Talheintha" (1270 m), si attraversata una strada sterrata e si continua a salire seguendo le indicazioni sulla palina segnavia, arrivando ai ruderi dell’alpe il Dosso (1395 m). Da qui dipartiva sulla destra il sentiero 251c per il Vallone dell'Artorto, eliminato per il pericolo di caduta sassi dalla frana soprastante e sostituito poco più avanti prima d'arrivare all'alpe Massucco (indicazioni su una palina segnavia). Guadato il torrente Artorto e oltrepassata un freschissima sorgente sulla sinistra, in leggera salita si arriva alla baita dell'alpe Massucco (1528 m), nascosta dietro al dosso che caratterizza la località. Sulla destra si possono osservare gli affioramenti di una vecchia cava di marmo, una bella scultura sul sentiero la ricorda. Per raggiungere la colonia delle Peonie selvatiche bisogna arrivare ai piedi di alcune frane, per poi iniziare a risalirle in direzione di una larice solitario sulla destra, facendo attenzione nel seguire alcuni ometti si arriva nella zona in cui crescono le peonie (fioritura nelle prime due settimane di giugno).
Altre escursioni in zona:
...in cresta sul Monte Bo di Valsesia
L'arrivo dell'inverno al bivacco Alpe Salei
da Rassa all'alpe Salei 1734 m - Val Gronda
giro in giro a Rassa, con pausa mangereccia da Heidi
La Valle dei "Tremendi"
Malati di Montagna: PiGi e il selvadego

Rassa














Due cave di marmo bianco si trovano a Rassa nella Val Sorba, in località Massucco(Masücc), poco  a  valle  dell’alpe Artorto(Artört). Per  questo  si  parla indifferentemente di marmo dell’Artorto o del Massucco. Anticamente le  cave erano di  proprietà  della  famiglia  Chiara  e  ancor  prima,  come  risulta  da  un documento,dei consorti Sceti.

Peonia selvatica (Paeonia officinalis L.)




Iris sibirica L.


Orchidea Dactylorhiza fuchsii


Paradisea liliastrum

video in 3D della traccia
dettagli e traccia gpx

domenica 13 giugno 2021

In Val Febbraro al Lago Grande

Splendida escursione in Val Febbraro, una valle poco conosciuta ma di infinita bellezza. Durante la stagione del disgelo si possono ammirare cascate impetuose, laghetti alpini ancora ghiacciati, lussureggianti boschi di larice, pino cembro, abete rosso e meravigliose fioriture di crocus. Il sentiero è sempre ben segnalato e non ci sono particolari difficoltà, nel periodo in cui è stata fatta l'escursione la neve era ancora molto presente, sopratutto nei pressi del passo. Splendida la vista sulla corona di cime che sovrastano Madesimo, il Pizzo Stella, il Pizzo Groppera, il Monte Mater e il Pizzo d’Emet.

Si segue la SS36 fino a Chiavenna, per poi continuare in direzione del Passo dello Spluga. Arrivati a Isola (1260 m) si lascia l'auto in uno dei parcheggi, per poi raggiungere la quattrocentesca chiesa dei Santi Martino e Giorgio. Poco oltre la fontana, sulla sinistra si imbocca il sentiero C19 per il Passo del Baldiscio. La mulattiera inizia a risalire i ripidi pendii erbosi con alcune svolte, prima di assumere un andamento più tranquillo. Arrivati nei pressi del ponte sul torrente Febbraro, si prosegue diritti su strada asfalta per pochi minuti, per poi continuare su strada sterrata sul lato sinistro della valle. Tralasciato a sinistra il sentiero C30 per il Piano dei Cavalli, si prosegue in falsopiano a poca distanza dal torrente. Oltrepassata una bella e fresca fontana in legno, in pochi minuti si arriva sotto alla suggestiva cascata della Val Febbraro. Arrivati al terzo ponte in legno, dove termine la strada, si attraversa il torrente e si inizia a risalire la splendida pineta. Ripidamente si supera il gradino che ci separa dal circo più alto della valle, fino a raggiungere la prima baita di Borghetto di Sotto (1897 m). Seguendo la stradina sterrata si sale a Borghetto di Sopra (1980 m), dove nei pressi della fontana si imbocca il sentiero a sinistra (indicazione su un sasso per il Baldiscio). Si prosegue per un lungo tratto in falsopiano verso sinistra, per poi iniziare a salire raggiungendo un valloncello. Si scende leggermente e attraversato un torrente, si inizia a salire in maniera decisa alcuni dossi erbosi. Proseguendo verso ovest si arriva a un bivio, tralasciato il sentiero a sinistra per il Lago Bianco (indicazioni su un sasso), si supera l'ultimo dosso denominato il Mot del Lago Grande, arrivando in breve nella conca che ospita il Lago Grande (2302 m). Per il ritorno si segue il medesimo percorso fatto all'andata, con splendida vista verso le cime che sovrastano Madesimo, il Pizzo Stella, il Pizzo Groppera, il Monte Mater e il Pizzo d’Emet.
il selvadego
Altre escursioni in zona:

si parte da Isola, la cui originale toponomastica è dovuta al fatto che anticamente sorse su una vera e propria isola circondata da terreni paludosi


 dall’anno 1722 offre ristoro e alloggio ai numerosi viaggiatori che transitano a piedi dall’antico cammino della Via Spluga…





Cascata della Val Febbraro



arrivo a Borghetto di Sotto







Borghetto di Sopra




Lago Grande....in versione disgelo....




primi fiori dopo lo scioglimento della neve....
Soldanella alpina


Crocus