Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 24 febbraio 2018

L'anello del Dosso Cigolino

Un anello pregevole dal punto di vista del percorso e della panoramicità, che si svolge sul versante delle Alpi Lepontine ad ovest di Chiavenna e che ha come punto di partenza ed arrivo Mese. L'escursione si svolge su antiche mulattiere e su buoni sentieri, passando tra bellissimi borghi, come Cigolino o Solerolo, in quest'ultimo si può osservare una splendida baita. Durante la discesa si percorre per un lungo tratto un sentiero di importanza storica, la strada della Forcola, che venne chiamata dal 1680 al 1683 anche Strada Imperiale, un’antica via di comunicazione fra Valle di San Giacomo (o Valle Spluga) e Mesolcina.

Si segue la strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga fino a Colico, per poi continuare in direzione di Chiavenna. Qualche chilometro prima d’arrivare a Chiavenna, si svolta a sinistra in direzione di Mese, alla prima rotonda si svolta a sinistra e subito dopo a destra in Via Cappella Grande, arrivando in breve al parcheggio sulla destra, dietro alla chiesa di S. Vittore (274 m). Si costeggia il muro perimetrale della centrale elettrica, seguendo sempre Via Cappella Grande, per poi seguire a destra in leggera salita Via Madonna delle Grazie, fino all’inizio del sentiero. Abbandonata la strada da cui poi si farà ritorno, si inizia a seguire il sentiero D3, in direzione di S. Antonio e Cigolino. Si guadagna quota costeggiando le cappelle della Via Crucis, arrivando in pochi minuti a un bivio, dove si tralascia il sentiero a destra per Posabèla e si continua a seguire la mulattiera fino a raggiungere la chiesetta di Santa Maria delle Grazie. Dal sagrato seguendo alcune piccole frecce gialle, si riprende a salire verso destra uscendo dall'abitato. Dopo aver oltrepassato una proprietà con un cancello, sul quale viene indicato che si sta percorrendo il sentiero per Ca' Brusada/S. Antonio e l'invito a richiuderlo, in breve si raggiunge una stradina asfaltata. La si segue per un breve tratto verso destra e in prossimità di una curva si riprende il sentiero a destra. Dopo aver costeggiato il giardino di un'abitazione, si continua a salire sempre verso nord, in un bel bosco di castagni, fino a raggiungere i prati che annunciano l'arrivo a Posabèla. A monte delle baite, in prossimità di una cappella si riprende a salire fra muretti a secco verso nord-ovest. Accompagnati solo dal fruscio delle foglie secche di castagno, dopo l'ennesima cappella, si esce dal bosco arrivando sotto alla bianca chiesetta di S. Antonio in località Albareda (833 m). Seguendo i segnavia, si risale il paese verso destra  tra le strette viuzze, dove si possono notare le baite perfettamente ristrutturate. Dopo aver oltrepassato un castagno secolare, ormai ridotto alla sola parte inferiore del tronco e una fontana, si arriva a monte delle ultime baite, da dove si riprende a seguire la mulattiera. Dopo aver girato attorno a una cappella edificata su un roccione, si passa sotto a un piano inclinato della centrale idroelettrica e in breve si arriva a un bivio. Si svolta a sinistra seguendo un'evidente freccia rossa e in breve si raggiungono i prati di Cigolino (1045 m), il panorama è davvero notevole anche se però la presenza di alcuni ripetitori rovina la suggestione del luogo. Dopo un tratto esposto protetto da una fune, si raggiunge una palina segnavia. Tralasciato il sentiero a destra per Sommarovina, si sale seguendo le indicazioni per Menarola/Fraz. Voga. Arrivati a un bivio sulla strada asfalta, si segue per un breve tratto la strada verso destra, per poi seguire il sentiero a sinistra che sale nel bosco. Arrivati su una strada sterrata, la si segue verso sinistra arrivando poco dopo nei pressi di una bacheca. con accanto una fontana. Da una rudimentale palina segnavia, si inizia a seguire in leggera salita una stradina cementata verso le baite di Premurel. Percorsi pochi metri, si consiglia una breve deviazione a sinistra verso lo splendido terrazzo panoramico di Prato Morello, dove sorge una cappelletta, la “nösa capeleta”, come recita la targa posta dal gruppo degli alpini di Mese (1165 m). La strada con un paio di tornanti conduce a Premurel, raggiunta l'ultima baita sulla sinistra, si tralascia la traccia a destra e si segue il sentiero che costeggiando la baita, prosegue con un lungo mezza costa verso le contrade di Menarola. Oltrepassata una sorgente, il sentiero continua a salire ancora per qualche minuto e dopo aver tralasciata a destra la deviazione per Calones, si inizia a scendere ripidamente. Entranti in un bel bosco, si continua a perdere quota e attraversati un paio di piccoli torrentelli, in breve si arriva a incrociare la strada asfalta che da Voga sale a Dardano verso la Valle della Forcola. Seguendo le indicazioni per Voga, si arriva in breve alle baite di Solerolo (1190 m), dove si consiglia di fermarsi per qualche minuto. Abbandonata la strada si inizia a seguire la mulattiera a sinistra, che interseca in vari punti la strada asfaltata. Dopo il nucleo di baite di Chiosi, si attraversata la strada e seguendo il sentiero e la strada asfaltata si arriva a Voga (1057 m). Dalla graziosa cappella al centro del paese, con accanto il lavatoio, si piega verso sinistra fino a raggiungere la strada asfalta. La si segue per pochi minuti e raggiunta una cappella, si imbocca a destra l'antica strada della Forcola. Dalla chiesa della Visitazione al Foppo, si continua a scendere lungo la scalinata in pietra e poco prima di raggiungere alcune baite si devia a destra, riprendendo a seguire la mulattiera. Senza particolari problemi si continua a scendere, incrociando alcune volte la strada asfalta. Fare attenzione solamente in un tratto, dove dopo aver oltrepassato alcune baite diroccate, si percorre per alcune decine di metri la strada asfaltata verso sinistra e poco prima di un tornante, si riprende la mulattiera a sinistra all'inizio poco evidente e priva di indicazioni. Arrivati sulla strada asfalta, la si segue per un breve tratto fino a una casa, per poi proseguire sul sentiero a sinistra fino a raggiungere il ponte sul torrente Rusée. Attraversa il ponte si continua a scendere verso sinistra raggiungendo in pochi minuti le prime abitazioni di Mese. Seguendo dapprima Via Motto e poi Via Madonna delle Grazie, si ritorna all'inizio del sentiero. Da qui si ripercorre il medesimo tragitto fino  al parcheggio presso la chiesa.
Malati di Montagna: Lorenzo, Pg, Danilo e il selvadego

oggi contrariamente a ogni previsione...
Piana di Chiavenna


Pizzo Galleggione


a destra il Pizzo di Prata o Pizzasc', per la sua fama sinistra e l'aspetto selvaggio, 
a guardia della Val Schiesone. 


l'inizio è una bella mulattiera acciottolata che segue la Via Crucis...


...al termine della mulattiera si arriva a Peverello, dove ci attende un pezzo di storia legato alla famiglia dei Peverelli o De Peverellis. Il centro della sua potenza era il castello o la dimora fortificata Piperellum, edificato forse nel secolo XII (1190), e distrutto dai Grigioni nel 1500. Rimangono ora solo alcuni segni in questa contrada, fra i quali il più importante è l'arco con uno stemma nobiliare. Al castello era annessa anche una chiesa, che poi venne ampliata nel secolo XVII e rifatta nel secolo successivo. La chiesa è dedicata alla Madonna delle Grazie.



Posabèla
Il toponimo allude chiaramente alla "pòsa", cioè alla sosta ristoratrice nella quale si depone il carico che si porta ai monti e si tira il fiato. L'aggettivo "bèla", invece, si riferisce all'ottimo colpo d'occhio del quale si gode da questi prati.  


segni di devozione lungo la via di salita


chiesetta di S. Antonio in località Albareda




l'acqua è presente per tutto l'anello


verso il Dosso Cigolino


Prato Morello a 1165 metri, con la cappelletta, la “nösa capeleta”, 
come recita la targa posta dal gruppo degli alpini di Mese


Solerolo


Voga


Chiesa della Visitazione al Foppo (784 m)
edificata nel 1607, ristrutturata nel 1637, 1718, 1770, 1890, 
parrocchia istituita nel 1886


antico metodo di misura metro/braccio



Nessun commento:

Posta un commento