Ci avete regalato tanti momenti indimenticabili che porteremo sempre con noi.
Non è un addio, ma un arrivederci, magari con una nuova avventura!
Vi auguriamo tutto il bene del mondo e vi abbracciamo forte. Grazie di tutto
NEL COMUNE AMORE DEL CAMMINARE PER TERRE ALTE
Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto
Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez
Castiglioni negli ultimi mesi di vita, più precisamente dal periodo che va dall’8 settembre ’43 al 12 marzo ’44, si dedica al salvataggio delle vittime del fascismo. Vi compaiono anche personaggi famosi che, in un modo o in un altro, con lui hanno collaborato o da lui hanno ricevuto aiuto: Luigi Einaudi, Federico Chabod, Maria José di Savoia. Nomi che, per quanto indirettamente, ci riportano a uno dei momenti più nefasti della storia dell’Italia contemporanea, quello della Repubblica di Salò.
L'11 marzo del 1944, certamente per incarico del CLN, parte con gli sci dalla Capanna Porro, in Valmalenco, per "sbrigare una faccenda a Maloja". Ha un passaporto intestato al cittadino svizzero Oscar Braendli, ma la polizia elvetica si avvede del cambio di persona e arresta di nuovo Castiglioni. Rinchiuso al piano superiore dell'Hotel Longhin, il più famoso alpinista italiano dell'epoca viene privato dei pantaloni, delle scarpe e degli sci. Ma ha una missione da compiere e alle cinque del mattino del 12 marzo si cala, con alcune lenzuola annodate, dalla finestra. Senza vestiti adatti, senza attrezzatura si incammina verso l'Italia via Orden, Cavloc, ghiacciaio del Forno, Passo del Forno. Morirà assiderato e il suo corpo, ritrovato a giugno del 1944 a pochi metri dal confine, sarà tumulato a Chiesa in Valmalenco (Sondrio).
Escursione ad anello con splendidi scorci sul Lago Maggiore, tra fitti boschi, vigneti e l'imponente Rocca di Angera, che consiglio una visita. L'anello di San Quirico è ricco di spunti oltre che una bella camminata tra la natura.
Si percorrono strade sterrate e mulattiere senza difficoltà, la segnaletica è ben presente.
il Viandante Selvadego
si parte dalla chiesetta della Madonna del Rosario a Uponne
La chiesa di San Quirico è posta in cima alla collina che porta il suo nome, ha origini molto antiche e il primo documento in cui compare risale ai primi anni del XIII secolo.
"Invidio anche tutti quelli che non sentono come me il bisogno, l'ineluttabilità di doversi misurare con simili prove. Mentre riprendo la via del rifugio con questi pensieri vedo sulla neve una farfalla portata fin qui dalla calda giornata. Ora il gelo sta per intorpidirla, infatti con un ultimo colpo d'ali si rialza ma subito ricade ai miei piedi. Provo per lei tenerezza. Scatta qualcosa in me che tende a farmi identificare con lo sfortunato insetto. Così finisco per vedere nel suo destino il mio. Sotto questa spinta emotiva non posso fare a meno di sollevare dalla neve la farfalla morente, e la porto con me "al rifugio ben protetta nel calore della mia mano".
Era il 1955 e Walter Bonatti si apprestava a salire in solitaria il Pilastro sud-ovest del Dru.
Passaggio dal libro "Montagne di una vita" di Walter Bonatti
L’attuale situazione dei ghiacciai ricorda gli ultimi minuti della vita di una farfalla. Una metafora che deve far riflettere (foto del Tours des Combins del 2011) |