Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 9 marzo 2019

Da Balmuccia all'alpe Cavurgo

Escursione che risale i ripidi pendii sopra all'abitato di Balmuccia in Valsesia, toccando alcuni alpeggi in completo stato di abbandono. L'itinerario si svolge quasi interamente nei boschi, con pochi scorci panoramici, su sentieri spesso disagevoli, ma comunque ben segnalati da segnavia bianco/rossi. È un'escursione riservata per chi vuole ancora camminare in luoghi solitari e in completo silenzio, non si raggiunge nessuna cima, ma la soddisfazione di arrivare alpe Cavurgo Superiore ripaga ugualmente della fatica profusa.

Da Varallo si segue la provinciale 299 fino a Balmuccia, per poi svoltare a destra sulla provinciale 10 della Val Sermenza. Poco dopo le ultime case si svolta a sinistra attraversando il torrente Sermenza su un ponte in pietra. Arrivati davanti alla chiesa parrocchiale dedicata a S. Margherita, si scende a sinistra raggiungendo l'ampio parcheggio nei pressi del municipio e delle scuole, dove si lascia l'auto (560 m). Dalla chiesa si segue verso sinistra Via Roma e oltrepassato il lavatoio con un fresca fontana, si arriva alla cappelletta di San Rocco, dalla quale una palina segnavia indica l'inizio del sentiero 228, che si inizia a seguire fino a raggiungere l’alpe Cavurgo Superiore. La mulattiera sale nel primo tratto tra muretti a secco, per poi attraversare la radura delle Piane, con bella vista sul Pizzo Tracciora. Lasciata sulla destra la vasca dell’acquedotto, il sentiero inizia a guadagnare ripidamente quota nel bosco. Nel periodo in cui è stata fatta l’escursione, bisogna fare un po' d'attenzione nell'aggirare o superare qualche albero caduto. Arrivati nella radura dove sorgono le belle baite ristrutturate dell’alpe Cascinale (848 m), si prosegue verso destra, iniziando a percorrere un traverso, su terreno disagevole e ricoperto di foglie secche. Dopo un breve tratto ripido, si raggiungono le baite di Ciresi Negreri (898 m). Si passa accanto alla baita ristrutturata, per poi continuare a salire con meno pendenza. Il percorso dopo qualche minuto cambia decisamente direzione, risalendo il pendio roccioso sovrastante, fino a giungere alle diroccate baite dell'alpe Pianello (1100 m). Seguendo verso sinistra i segnavia bianco/rossi, sempre ben presenti, si arriva poco dopo all'alpe Piova, nelle cui vicinanze si possono ammirare due grandi frassini. Dalla baita ristrutturata il percorso prosegue attraversando i pascoli abbandonati, per poi proseguire nel bosco raggiungendo in ruderi dell’alpe Forcella (1135 m) e poco dopo quelli dell’alpe Pigignolo. Il sentiero si mantiene costantemente verso ovest, con andamento piacevole e attraversando un bella conca boschiva, tra faggi e betulle. Poco dopo aver guadato un rigagnolo che si origina da una zona paludosa denominata localmente Nolè, facendo attenzione ai segnavia bianco/rossi sugli alberi, si svolta decisamente a destra, in direzione nord. Proseguendo a mezzacosta si oltrepassa poco più a monte l’alpe Colma, invasa da arbusti e felci e in breve si arriva sulla dorsale che divide la Valle del Sesia da quella del Sermenza. Tralasciato il sentiero 372 che scende verso l’alpe Luvetto, per poi terminare a Boccioleto, si riprende a salire verso ovest in direzione dell'Alpe Cavurgo Inferiore. Dopo un tratto a mezzacosta, si svolta a destra raggiungendo in salita la radura dove sorge l’alpe Cavurgo Inferiore (1304 m), caratterizzata da un vecchio abbeveratoio in disuso, da cui si attingeva l'acqua da un pozzo, per mezzo di una pompa. Il sentiero prosegue in salita a monte delle baite ridotte purtroppo a dei ruderi e dopo aver attraversato un rado bosco, si arriva alla cappella dedicata alla Beata Panacea all’alpe Cavurgo Superiore, circonda anche qui da alcune baite fatiscenti (1350 m). La cappella è stata restaurata dalla Commissione Montagna Antica, Montagna da Salvare del CAI Varallo. Per il ritorno si ripercorre il medesimo percorso fatto in salita.
Malati di Montagna: Renzo, Pg e il selvadego

Ho imparato che tutti, al mondo, vogliono vivere in cima alla montagna senza sapere che la vera felicità sta in come si sale la china. 
Gabriel Garcia Marquez






















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