Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 17 febbraio 2019

Dalla Corna Trentapassi all'Antica Strada Valeriana

Sicuramente la Corna Trentapassi con i suoi 1248 m è uno dei balconi più meravigliosi sul Lago d'Iseo. La vista spazia dal Rosa alle Alpi Orobiche, con la Presolana, l’Adamello, il Blumone e il Guglielmo o Gölem, per poi proseguire verso la Franciacorta con le sue colline e sullo sfondo nelle giornate limpide fino agli Appennini. La leggenda racconta che nel 1800 quando ancora non c'era la strada che univa Vello a Pisogne, per collegare i due paesi, c'erano i traghettatori che via lago trasportavano i passeggeri. Un giorno, si presentò un forestiero con un lungo soprabito che voleva essere traghettato. Salito a bordo il traghettatore si diresse verso Pisogne, ma una volta arrivato ai piedi del Corno, in un attimo il forestiero si tolse gli abiti e mostrò il suo vero aspetto, era il diavolo. Con soli trenta passi il diavolo giunse in cima al corno, da allora la montagna prese il nome di Trentapassi. In realtà sembra che il nome derivi dall’italianizzazione “tre tapasch” ovvero “tre ceppi” a indicare le tre cime che caratterizza la montagna.

Si percorre l'autostrada A4 fino al casello di Rovato, per poi continuare verso il Lago d'Iseo, la Val Camonica e il Passo del Tonale. Imboccata la SP510, la si segue fino all'uscita per Zone, che si raggiunge risalendo la SP32 per alcuni chilometri. Oltrepassate le famose Piramidi di Zone, giunti in paese si segue Via Aldo Moro, fino al parcheggio in Piazza Caduti, davanti a un ristorante/pizzeria (650 m). Dalla piazza si continua a seguire verso sinistra Via Aldo Moro raggiungendo in pochi la chiesa di S. Antonio Abate in località Cusato (689 m). A poca distanza dalla chiesa, si iniziano a seguire le chiare indicazioni per la Corna Trentapassi (sentiero 229). Usciti dal paese si inizia a risalire senza troppa fatica, dapprima una stradina cementata/acciottolata e in seguito una sterrata. In prossimità della malga Coloreto (895 m), si imbocca a sinistra il sentiero che conduce fino al Forcellino di Zuf (942 m). Tralasciato momentaneamente il sentiero a destra per la Croce di Zone, si segue il sentiero 205 che sale in maniera decisa il ripido versante, raggiungendo la prima cima orientale, con la prima croce. Dopo un primo assaggio del magnifico panorama sul Lago d'Iseo e la Val Camonica, si scende brevemente sul versante opposto, per poi intraprendere l'ultimo strappo finale verso la Corna Trentapassi, sormontata da una grande croce in ferro (1248 m). A detta di molti costituisce uno degli scorci più belli sul Lago d’Iseo e su Montisola. Firmando il libro di vetta si rimane estasiati dalla vista sulla Presolana, sulla Val Camonica con l'Adamello e sul vicino M. Guglielmo. In direzione del lago si può notare la terza cima, raggiungibile tramite una ferrata, con un l'ultima croce in legno. Si ripercorre il medesimo sentiero ritornando al Forcellino di Zuf, dal quale si inizia a scendere verso sinistra seguendo il sentiero 205 verso la Croce di Zone. Percorsi pochi metri, arrivati a un bivio, si prosegue diritti fino a raggiungere il Passo Forcelle Coloreto (971 m). Tralasciato il segnavia 206 a sinistra e il 229 a destra si continua a seguire il sentiero 205 costeggiando poco dopo alcuni roccoli di caccia. Ci si inoltra nel bosco costeggiando i Corni Capreni (1133 m), con bella vista sulla sinistra verso la parte terminale del Lago d'Iseo. Oltrepassata una caratteristica spaccatura nella montagna, il sentiero inizia a scendere in maniera decisa, per poi proseguire in falsopiano fino a raggiungere il Passo Croce di Zone (903 m). Una bacheca con cartina escursionistica mostra dove siamo, mentre un pannello ci informa che abbiamo incrociato l'Antica Strada Valeriana, nel punto più alto del percorso. Si tratta di una via acciottolata, fatta costruire dai Romani, per collegare Brescia alla Val Camonica. Si inizia a scendere seguendo sulla destra l'Antica Strada Valeriana, raggiungendo con percorso piacevole la chiesetta della Madonna del Disgiolo del sec. XVIII (fontana). Percorsi pochi metri, si arriva nei pressi di un sito paleontologico, dove alcuni pannelli didattici ne descrivono l'importanza del ritrovamento. Al termine della strada acciottolata, si prosegue seguendo la strada asfalta e oltrepassato il cimitero si raggiungono le prime case di Zone. Continuando a seguire le indicazioni dell'Antica Strada Valeriana si scende tra le strette vie del paese fino a ritornare al parcheggio da cui si era partiti.
Malati di Montagna: Lorenzo, Silvio, Pg, Danilo e il selvadego

Zone





verso la Corna Trentapassi
 

 


prima cima
 
 

Montisola



M. Guglielmo


Val Camonica

   



suggestiva fenditura nella montagna


Rosa di Natale (Elleboro)



Croce di Zone



Antica Via Valeriana, che fino al 1850 ha rappresentato l’unica strada di collegamento tra Brescia e la Valle Camonica,



Pannelli con indicati tempi, dislivelli e distanze dell'Antica Strada Valeriana


Chiesetta del “Disgiolo” edificata nel settecento per un evento miracoloso avvenuto sulla via.


Sito paleontologico
L’importanza della scoperta si può sintetizzare in cinque punti: 
1. sono le prime orme di rettili risalenti all’inizio dell’era dei dinosauri trovate in Lombardia 
2. sono le orme di questo tipo e di questo periodo più grandi e meglio conservate in Italia 
3. alcune orme hanno una forma unica che suggerisce possano essere nuove per la scienza 
4. aggiungono importanti dati per la ricostruzione degli antichi ambienti dell’Italia settentrionale 
5. ci permettono di mettere in relazione rocce e fossili in varie parti del mondo, aiutandoci a comprendere meglio i primi passi dell’evoluzione dei rettili che poi diventarono dinosauri.


 
dettagli e traccia gpx 

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