Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 30 giugno 2018

Monte Rotondo....un angolo di solitudine della Valgerola

L'escursione si svolge in Val di Pai, forse la meno conosciuta e poca frequentata della Valgerola, sarà probabilmente per il suo aspetto severo, quasi ostile. Ma chi cerca scorci suggestivi e panorami mozzafiato, nella solitudine e nel fascino antico della montagna, qui lo può sicuramente ritrovare. Punto culminante dell'escursione è la cima del M. Rotondo, che dopo il più famoso Pizzo dei Tre Signori, è la seconda cima, per altezza, del lungo versante che delimita ad ovest la Val Gerola.

Da Lecco si segue la superstrada Lecco/Colico fino al Trivio di Fuentes, per poi proseguire verso la Valtellina sulla superstrada 38 dello Stelvio. Alla prima rotonda all'ingresso di Morbigeno, si svolta a destra seguendo le indicazione per la Val Gerola. Si risale la valle per circa 14 km raggiungendo il centro di Gerola Alta, oltre il quale si svolta a destra per Laveggiolo. All'ultimo tornante prima di arrivare a Laveggiolo, si parcheggia la macchina nell'ampio spiazzo sterrato sulla destra, prima del cartello di divieto di transito (1440 m). Si inizia a seguire la strada sterrata per un breve tratto in leggera discesa, per poi proseguire in moderata salita a monte di alcune baite ristrutturate. Dopo aver oltrepassato una sbarra, si continua a seguire lo sterrato per alcuni minuti, per poi abbandonarlo in prossimità di una curva verso sinistra. Si prosegue seguendo per un breve tratto su un ampio sentiero in direzione dell'Alpe Stavello, per poi entrare nel bosco e continuare con un lungo tratto a mezzacosta nel selvaggio e scosceso fianco meridionale della Valle di Pai. Usciti in una radura, si tralascia il sentiero che scende a destra da cui poi faremo ritorno e si prosegue diritti, attraversando poco dopo il torrente su un rudimentale ponte. Si inizia a guadagnare quota ripidamente, seguendo alcuni rari segnavia bianco-rossi del sentiero 130, con la sigla GVO (Gran Via delle Orobie). Oltrepassati alcuni ruderi, si continua a salire passando accanto ad alcuni grandi larici, fino ad arrivare a un bivio. Tralasciato a sinistra il sentiero a mezzacosta per l'alpe Svanollino, si inizia a risalire l'ampio sentiero per l'alpe Stavello, attrezzato nei punti più esposti da alcune catene, utili in caso di ghiaccio o neve. Al termine del tratto esposto si raggiunge una palina segnavia, dove tralasciato a destra il sentiero per l'alpe Comabana/Alpe Combanina/Pedesina, in breve si arriva al rifugio Alpe Stavello (1947 m). Nei pressi della fontana, si imbocca il sentiero indicato dalla palina segnavia per la bocchetta di Stavello, tralasciando a destra il sentiero che si utilizzerà per il ritorno. Si sale a poca distanza da una croce in legno, per poi continuare a monte del rifugio piegando verso sinistra. Dopo aver superato a mezzacosta una parete rocciosa, esposta verso sinistra, si inizia un lungo traverso nell'alta Val di Pai, compiendo un ampio arco in senso antiorario, durante il qual si passa accanto alla “baita del dòos trùnch” (2095 m). Guadato un torrente, il sentiero prosegue in mezzo a una splendida fioritura di rododendri, fino a giungere sotto al ripido pendio della bocchetta di Stavello. Dopo un primo tratto dove bisogna prestare un minimo d'attenzione nel superare un passaggio esposto, il sentiero inizia a guadagnare quota ripidamente con alcuni tornantini fino a raggiungere la bocchetta di Stavello, nei pressi della quale si trova una fresca fontanella (2201 m). Dalla palina segnavia si inizia a seguire il sentiero che sale lungo il crinale per un breve tratto, per poi proseguire la salita con alcuni lunghi tornanti, per poi ritornare nuovamente sul crinale a poca distanza dalla cima del Monte Rotondo (2496 m). Il 12 agosto del 1987 (anno mariano), è stata posta una bellissima statua della Vergine Maria Regina delle valli, in atto di preghiera, dalla comunità di Premana. Il panorama è a dir poco fantastico, a nord il gruppo Masino-Bregaglia, tra cui l’imponente ed inconfondibile monte Disgrazia, mentre a sud si vede l’intera testata della Val Gerola con l'imponente cono del Pizzo di Trona e il più famoso Pizzo dei Tre Signori. Ritornati al rifugio, dalla fonata si inizia a scendere verso sinistra, entrando poco nel bosco, per poi uscire in una valletta, al centro della quale si scende tra l'erba in direzione delle sottostanti baite dell'alpe Combana. Raggiunto il torrente lo si attraversa, per poi proseguire su traccia fino a raggiungere la palina segnavia a monte delle baite (1700 m). Si tralascia il sentiero che sale verso l'alpe Stavello/Laveggiolo/Lago di Trona e si scende alla sottostante palina segnavia accanto alle baite, da dove si svolta a destra in direzione della Loc. Grasso/Alpe Combanina/Pedesina. Seguendo con attenzione i segnavia bianco/rossi si prosegue nel primo tratto tra l'erba alta, per poi continuare su sentiero ben evidente, fino a raggiungere un albero monumentale, Continuando a scendere in breve si arriva a un bivio, si svolta a destra, iniziando a percorrere un lungo traverso nel bosco fino a raggiungere nuovamente il torrente. Dalla malandata palina segnavia seguendo l'indicazione per Laveggiolo/Casera di Trona/Lago di Trona si guada il torrente e proseguendo sul lato opposto in leggera salita si incrocia nuovamente il sentiero percorso all'andata. Da qui si ripercorre il medesimo itinerario fino alla macchina.
Malati di Montagna: Danilo, Pg e il selvadego

ma se dopo pochi passi ti appare un panorama del genere...
come può essere il resto della giornata....?!?
panoramica sul gruppo del Masino e sul monte Disgrazia



bellissimo incontro...



tratto di sentiero per l'alpe Stavello


verso la Bocchetta di Stavello


in lontananza il M. Rotondo


Bocchetta di Stavello



si inizia a salire verso la cima...
per cresta e sentiero...


Salendo lungo la cresta verso il Monte Rotondo, è possibile osservare un tratto della linea difensiva Occupazione Avanzata Frontiera Nord (OAFN o anche «Linea Cadorna»), con postazioni, trincee e gallerie di osservazione.







uno sguardo sul percorso fatto...


Monte Rotondo 2496 m


molti preferiscono salire su cime conosciutissime,
o frequentare rifugi dove si fa fatica quasi ad entrare,
altri preferiscono il silenzio e la compagnia di buoni amici...!!!



uno sguardo verso la Valchiavenna...


...uno verso i laghi...


...uno verso il Legnone...


Albero Monumentale
Larice (Larix) XVIII secolo





Danio in contemplazione in mezzo a una bellissima fioritura di rododendri



sabato 23 giugno 2018

Bivacco Bottani-Cornaggia

Il bivacco Bottani-Cornaggia è dedicato alla memoria degli alpinisti Nino Bottani e Siro Cornaggia, ed è collocato, a 2327 metri, fra le balze del circo terminale a monte dell'alpe Visogno, ai piedi della cima di Malvedello (m. 2640). Il sentiero fino al bivacco è sempre ben contrassegnato da segnavia bianco/rossi e da alcuni cartelli collocati nei bivi. Da non sottovalutare il dislivello e l'ultimo tratto  prima del bivacco piuttosto ripido. La via di ritorno si svolge sul medesimo itinerario.di salita.

Da Lecco si segue la superstrada Lecco-Colico fino al Trivio di Fuentes, vero e proprio crocevia, dove si diramano le strade principali che portano in Valchiavenna (SS36 dello Spluga) o Valtellina (SS38 dello Stelvio). Seguendo la SS38 si arriva a Morbegno, entrati in paese alla prima rotonda si svolta a sinistra in Via Forestale. Subito dopo il ponte sul fiume Adda, si svolta a destra in direzione di Dazio, per poi proseguire verso Roncaglia e successivamente fino a Poira. Si parcheggia al termine della strada, nei pressi della chiesetta di S. Margherita (1077 m).
Si ripercorre per qualche metro la strada dalla quale si è arrivati, per poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per il bivacco Bottani-Cornaggia/Pre Soccio. Lasciate le ultime baite alle proprie spalle, si raggiungere in breve una graziosa cappella, dalla quale si inizia a seguire un largo sentiero che inizia a risalire una fitta pineta. Arrivati alle successive indicazioni, si piega verso destra e dopo alcuni minuti tralasciato il sentiero per Peccio, si inizia a guadagnare quota in maniera decisa con una lunga serie di tornanti. Attraversata una pista tagliafuoco, si riprende a seguire il sentiero sul lato opposto, continuando a salire fino a raggiungere un rudimentale cancello in legno. Tralasciato a destra il "Sentiero dell'acqua" da cui poi si farà ritorno, si inizia un lungo traverso verso ovest-sud-ovest, al termine del quale si sale arrivando nel bucolico pianoro di Pra' Sücc' (1647 m). Seguendo l'indicazione su una baita, si svolta a sinistra salendo verso le baite più a monte, oppure si segue una traccia che sale diritta, per poi piegare a sinistra, entrambi poi si uniscono in prossimità delle baite, per poi proseguire verso nord. Tralasciata la deviazione a sinistra per l'Oratorio Sette Fratelli, in breve si raggiungere una piccola radura che si attraversa, per poi riprendere a salire verso sinistra attraversando un'ampia conca di sfasciumi e massi. Si guadagna quota con alcuni tornanti, risalendo il fianco sinistro del vallone e dopo aver tagliato un ampio dosso, ecco apparire davanti ai propri occhi il suggestivo scenario dell’alpe Visogno. A sinistra la conca è delimitata dal lungo crinale dove sono ben riconoscibili i Tre Cornini, davanti a guardia dell'alpeggio la cima di Malvedello, sul confine tra la Costiera dei Cech e la Valle dei Ratti e in basso a destra come un piccolo puntino rosso il bivacco Bottani-Cornaggia. Oltrepassata una palina segnavia con indicato il Rifugio Volta, in breve si arriva alle baite dell'alpe Visogno (2003 m), dalle quali piegando verso sinistra si inizia ad attraversare l'ampio pianoro. Tralasciato il sentiero a sinistra che conduce ai Tre Cornini, si inizia a risalire il ripido pendio con una lunga diagonale, fino a raggiungere lo sperone roccioso su cui è posto il bivacco Bottani-Cornaggia (2327 m). Splendido il panorama verso le Valli del Bitto di Albaredo e di Gerola. Per il ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario fino a Pra' Sücc', dove tralasciato il sentiero da cui siamo arrivati, proseguiamo verso sinistra seguendo una traccia di sentiero contrassegnato da labili segni di vernice. Si scende a valle delle ultime baite e oltrepassato un muretto a secco, in prossimità di un albero si imbocca verso sinistra un evidente sentiero che conduce in breve a un pozza d'acqua, da qui si svolta a destra e con attenzione si continua a scendere fino a incrociare nuovamente il sentiero percorso in salita. Questo percorso indicato come "Sentiero dell'acqua" è scarsamente frequentato e poco segnalato. Ripercorrendo il medesimo sentiero dell'andata si fa ritorno al parcheggio di Poira.
Malati di Montagna: Aldo, Pg e il Selvadego

Il bivacco è stato posato nel 1983 ed è di proprietà del G.A.M. (Gruppo Aquile di Morbegno), lo stesso che ha anche posato la croce sulla quota 2585, a nord-ovest del bivacco. Dispone di 9 cuccette, un tavolo ed una panchina ribaltabile. Non confidiamo troppo, invece, nella possibilità di procurarci acqua nei dintorni: la Costiera dei Cech è in generale piuttosto arida, per cui è meglio portarne una buona scosta da casa.


si parte da Poira di Civo, con il Legnone in bella vista (1077 m)


dall'alto del cielo mi preghi per ti,
ma ti da luntan regordes de mi...


Val Gerola


Alpe Pre Sücc o Pre Soccio, cioè Prato Asciutto (1650 m)



un giardino di ginestre



la Valtellina attraversata dal fiume Adda


il bivacco è ancora molto lontano...


ma l'ambiente è fantastico...


Alpe Visogno (2003 m)


il bucolico pianoro dell'alpe Visogno


ci siamo quasi...


...forse...!!!


gli amici incontrati al bivacco


...perché la vita è un brivido che vola via, è tutt'un equilibrio sopra la follia...



venerdì 22 giugno 2018

Due escursioni botaniche: Passo Crocedomini e Piana del Gaver (BS)


Itinerari floristici:
  • sabato 9 giugno: dal Passo Crocedomini, anello Monte Asino di Bazenina, Monte Paletti, Monte Bazena;
  • domenica 10 giugno: Piana del Gaver.

Hanno partecipato: Piergiorgio, Marco M., Chiara e Roberto.

Arriviamo al Passo Crocedomini sabato mattina rispettando la nostra tabella di marcia. Colazione al Rifugio e quattro chiacchere col gestore: "le fioriture sono al top" ci dice ... e l'emozione inizia a salire.
Lasciamo detto del nostro itinerario e poi si parte: zaino in spalla e ... macchina fotografica pronta!
Percorrendo la strada che unisce il Passo Crocedomini al Goletto del Cadino, si osserva verso nord una piccola valletta circondata da pendii erbosi che nella prima decade di giugno si trasforma in un orto botanico a cielo aperto con una concentrazione straordinaria di specie, alcune delle quali molto rare e altre endemiche: siamo all’estremità meridionale del Parco Regionale dell’Adamello e il nostro itinerario percorrerà il crinale che circonda come un anfiteatro la valletta e unisce le cime del MONTE ASINO DI BAZENINA (2241 m) col MONTE PALETTI (2147 m) e il MONTE BAZENA (2113 m).
Lasciata l’auto al parcheggio del Rifugio Passo Crocedomini (1895 m) percorriamo un primo tratto di strada asfaltata verso il Goletto del Cadino e appena dopo il tornante verso destra che supera un torrentello attacchiamo la traccia di sentiero che risale il pascolo alla nostra sinistra sovrastato dalla cima del Monte Asino. Immediatamente ci troviamo immersi in pascoli caratterizzati da un carteggio floristico ricco e complesso ...



Chiara
Roberto all'opera con l'inseparabile macchina fotografica!
Primula elatior (L.) Hill 
Anemone narcissiflora L.
Anemone narcissiflora L.
Anemone narcissiflora L.
Pinguicula alpina L. 
Primula glaucescens Moretti
Viola culminis F. Fen. & Moraldo. Specie endemica delle Alpi centrali: Prealpi bresciane, Monte Gugliemo (locus classicus), Valle di Cadino, Passo Crocedomini, Bazena. 
Viola culminis F. Fen. & Moraldo
Viola culminis F. Fen. & Moraldo
Fritillaria tubaeformis Gren. & Godr.
Fritillaria tubaeformis Gren. & Godr.
Fritillaria tubaeformis Gren. & Godr.
Fritillaria tubaeformis Gren. & Godr.


Non è presente alcuna segnaletica, quindi ci dirigiamo in ordine sparso verso il filo di cresta prendendo come riferimento un gruppo di larici contorti dalle intemperie.
Proseguiamo lungo il crinale che si assottiglia per un breve tratto permettendo di affacciarsi sul profondo salto posto a destra: spettacolare la vista verso est sul Monte Bruffione, ancora parzialmente innevato. Subito sopra ci scostiamo sulle balze prative a sinistra aggirando così una prima prominenza rocciosa; osserviamo anche la presenza di alcune trincee che risalgono al primo conflitto mondiale e che sono ancora ben percorribili.

Gentiana verna L.
Ranunculus thora L. 
PG
Dryas octopetala L. 
Il secondo spuntone roccioso custodisce due rarità botaniche,
Androsace helvetica e Ranunculus seguieri!!

Androsace helvetica (L.) All. 
Ranunculus seguieri Vill. 
PG e Roberto
Dopo una doverosa raffica di fotografie affrontiamo l’ultimo tratto di salita che si sviluppa tra facili balze prative. Siamo giunti al punto più elevato del Monte Asino di Bazenina (2241 m): grandioso il panorama dalla vetta, il più ampio e avvincente dell’escursione.


A destra si distende sotto di noi la Val Cadino delimitata a destra dalle pendici calcaree del Monte Colombine mentre sullo sfondo l’orizzonte è sempre chiuso dal Monte Bruffione. Alla testata della Val Cadino appare ben visibile la curiosa formazione della Corna Bianca sovrastata, alle sue spalle, dall’imponente  e massiccia mole del Cornone di Blumone (2843 m).
Volgendo più a sinistra osserviamo la Cima Terre Fredde e soprattutto il Monte Frerone (2673 m).

Chiara affronta un punto impegnativo scendendo dalla cima del Monte Asino di Bazenina.
La nostra escursione prosegue ora lungo l’aereo crinale che si distende oltre la cima di Monte Asino di Bazenina in direzione nord. Superate alcune cime erbose scendiamo verso una forcellina alle cui spalle notiamo alcuni curiosi affioramenti rocciosi, l’evidente e pronunciata cupola del Monte Mattoni e ancora più a destra le pendici meridionali del Frerone.



A destra la cupola del Monte Mattoni (2271 m).
Pedicularis verticillata L.
Daphne cneorum L. 
Linaria alpina (L.) Mill. 
Silene acaulis (L.) Jacq. 
Siamo ora alla testata del valloncello prativo che cala verso meridione in direzione del Passo Crocedomini: notiamo nel solco vallivo un minuscolo laghetto e la Malga Bazenina. Procediamo ora verso il crinale che delimita la destra idrografica della valletta a pascolo e in breve ci affacciamo a ovest sulla Val Fredda in corrispondenza del segnavia che indica il sentiero verso il Lago della Vacca e il Rifugio Tita Secchi; descriviamo a questo punto un ampio semicerchio e senza difficoltà risaliamo le poco pronunciate pendici del Monte Paletti (2147 m). Incontriamo in questo punto due splendide specie del genere Primula: la daonensis e la halleri, qui in centinaia di esemplari!

Primula daonensis (Leyb.) Leyb. 
Primula daonensis (Leyb.) Leyb. 
Primula daonensis (Leyb.) Leyb. 
Primula halleri J. F. Gmel. 
Primula halleri J. F. Gmel. 
Ultima meta è il tozzo profilo di Monte Bazena posto poco più a sud: alcune vallette ancora parzialmente innevate ci riservano sorprese!

Crocus albiflorus Kit. 
Pulsatilla vernalis (L.) Mill. 
Pulsatilla vernalis (L.) Mill. 
Pulsatilla vernalis (L.) Mill. 
Manteniamo l’ampio crinale con vista a destra sulla conca che accoglie il Rifugio Bazena e a sinistra sul valloncello di Malga Bazenina.

Pulsatilla alpina (L.) Delarbre subsp. alpina (specie con fiori bianchi)
e Pulsatilla alpina subsp. apiifolia (Scop.) 
Anemone narcissiflora L. 

Raggiunto il punto più alto (2113 m), per rientrare al parcheggio del Rifugio Passo Crocedomini caliamo attraverso un ripido pendio erboso verso la malga (1976 m) ...

Malga Bazenina

... e seguiamo poi la carrareccia che scende dolcemente sino al passo.




Dopo una meritata sosta con birretta ristoratrice, riprendiamo l’auto per fermarci poco a valle del Goletto del Cadino: incontriamo l’amico Angelo Bincoletto (nemmeno ci fossimo messi d’accordo!!) e altri appassionati botanici alle prese con la fritillaria proprio sul ciglio della strada ... comodo fotografarla così! Un saluto e poi di nuovo una sosta alla curva successiva: la valletta a monte è invasa da Gentiana lutea in piena fioritura!

Gentiana lutea L. 
Gentiana lutea L. 
Sullo sfondo: il Monte Colombine 
Marco M.
Da qui decidiamo di scendere direttamente alla Piana del Gaver e raggiungere la Locanda che ci ospiterà per la notte.

Locanda del Gaver

La Locanda del Gaver si trova al centro della Piana a 1511 m di quota, immersa in una pecceta di incomparabile bellezza, in prossimità del torrente Caffaro con il Cornone del Blumone (2843 m) che vigila sullo sfondo.

Cornone del Blumone (2843 m)
I gestori ci accolgono con cordialità e a cena gustiamo alcuni piatti della tradizione preparati coi prodotti del territorio:
appetitosa e degna conclusione di una giornata che non dimenticheremo!

Tortelli della casa al Bagoss
Cannelloni fatti in casa con ricotta e ortiche
Il Sito di Importanza Comunitaria del Gaver, per la straordinaria ricchezza floristica, è inserito nel SIC – IT2070006. Questo ambito di tutela si estende per oltre 4.600 ettari nei territori montani dei comuni di Breno, Niardo e Prestine (BS). Si tratta di un’area molto estesa, di grande valore ambientale che alle quote inferiori è contraddistinto da foreste di conifere a peccio e larice e numerose zone umide e torbiere. La notevole pressione antropica sull’area richiede un impegno di sensibilizzazione alla fragilità di questi ambienti affinché la possibilità di frequentarli non rappresenti un rischio per la loro conservazione.
All’educazione e al rispetto di tutti è affidato questo bene comune!


Al mattino della domenica il tempo è splendido e decidiamo, senza una meta precisa, di perlustrare la Piana verso nord fino alla Malga Blumone, alla ricerca delle numerose orchidee presenti nel sito.





Lycogala epidendrum (J.C.Buxb. ex L.)
Clematis alpina (L.) Mill 




Malga Blumone
Rhododendron ferrugineum L. 
Ajuga pyramidalis L. 
Dactylorhiza incarnata subsp. cruenta (O.F.Müll.) P.D.Sell
Dactylorhiza incarnata subsp. cruenta (O.F.Müll.) P.D.Sell
Dactylorhiza incarnata subsp. cruenta (O.F.Müll.) P.D.Sell
E a un tratto, con immenso stupore, ecco davanti a noi
Cypripedium calceolus L.,
la “pianella della Madonna”!!
…… la specie che ci mancava di incontrare!