Un anello ricco di bellezze naturali, in ambienti straordinari e molto diversi tra di loro. Lungo il percorso si raggiungono le sorgenti del fiume Brembo, nella conca glaciale contornata dal Pizzo del Diavolo di Tenda, dal Pizzo Poris e dal Monte Grabiasca. Dopo alcuni approfonditi studi, gli archeologi ritengono che qui ci fosse un antico santuario celtico dedicato alle divinità dei monti. Si tratta di un'escursione impegnativa, sia per la lunghezza che per il dislivello. È consigliata una discreta preparazione fisica nel camminare per terre alte.
Dall'autostrada A4 (Milano-Venezia), si esce al casello di Dalmine e si proseguire fino a Villa d'Almè, per poi proseguire con la statale 470 della Valle Brembana fino al bivio di Lenna. Lasciata a sinistra la deviazione per il Passo San Marco, si continua sulla destra seguendo le indicazioni per Foppolo. Oltrepassato il paese di Branzi, si svolta a destra in direzione di Carona. Arrivati in paese, si svolta a sinistra in Via Locatelli e dopo aver acquistato il gratta e sosta (2 euro - Bar Stella Alpina), si prosegue in Via Carisole seguendo le indicazioni per i rifugi . Si parcheggia l'auto in prossimità di un ampio tornante, dove sulla destra inizia la strada dell'Enel, chiusa al traffico (1220 m).
Si inizia a seguire con buona pendenza la strada inizialmente asfaltata (sent. 210), fino a raggiungere la frazione Pagliari (1314 m - fontana). Attraversata la borgata, si passa nei pressi della suggestiva cascata che scende dalla val Sambuzza, per poi continuare fino alla località il Dosso (1475 m - fontana). Abbandonata la strada da cui poi si farà ritorno, si imbocca il sentiero 209 a sinistra indicato da una palina segnavia (Lago Val Sambuzza/Passo Publino). Si guadagna quota costantemente in un bel bosco, fino a incrociare il "Sentiero delle Orobie Occidentali" (sent 208), che si inzia a seguire verso destra in direzione dei rifugi Calvi e Longo. Dopo un lungo traverso a mezza costa, si arriva a una bella baita ristrutturata, tralasciato il sentiero a destra per il "Baitone", si prosegue seguendo la strada sterrata verso il rif. Longo. Si perde leggermente quota fino a raggiungere una palina segnavia, tralasciata la strada sterrata che scende verso il Lago del Prato, si prosegue seguendo il sentiero 224 (Rifugio F.lli Longo/Passo di Cigola/Passo di Venina). Su strada sterrata, con una lunga e panoramica traversata sotto il Monte Massoni, si raggiunge il Rifugio Fratelli Longo, posizionato su un dosso a dominare la valle del Monte Sasso (2026 m - fontana). Si prosegue sempre su strada sterrata alle spalle del rifugio verso il Lago del Diavolo. Dopo pochi minuti si abbandona la sterrata e si segue a destra un sentiero contrassegnato da segnavia bianco/rossi. Attraversato un ponticello, si passa accanto ad alcune pozze d'acqua, per poi salire ripidamente sulla sinistra verso lo sbarramento del lago. Dalla palina segnavia si attraversa la diga seguendo il sentiero 246 verso i rifugi Brunone e Calvi. Si inizia a salire lungo il pendio a sud dello specchio d’acqua, in direzione della dorsale localmente chiamata Costa di Monte Sasso. Il sentiero guadagna inizialmente quota ripidamente tra sassi affioranti, per poi affrontare un traverso verso sinistra, fino ad arrivare in cresta, in corrispondenza del valico chiamato localmente La Selletta (2372 m), suggestivo il colpo d'occhio sul lago del Diavolo, adagiato in una caratteristica conca ad imbuto ai piedi del Monte Aga. Si prosegue in direzione delle cime che incorniciano l'alta Val Brembana, dal Pizzo del Diavolo di Tenda, al Pizzo di Poris, fino al Monte Grabiasca. Il sentiero prosegue verso sinistra attraversando un pietraia fino a un bivio, tralasciato a destra il sentiero per il rifugio Calvi (sent. 246), si prosegue in direzione est verso il Passo di Valsecca e il rifugio Brunone (sent. 248). Seguendo con attenzione i segni di vernice bianco/rossi si inizia a scendere attraversando pascoli e vallette. Dopo aver guadato alcuni torrenti, si inizia a salire ripidamente oltrepassando la testata della Val Camisana, per poi scendere fino a raggiungere in breve la suggestiva conca da dove nasce il fiume Brembo. Dalla palina segnavia si inizia la lunga discesa a poca distanza dal Brembo, in direzione del rifugio Calvi (sent. 225). Dopo aver guadato il torrente per un paio di volte, il sentiero diventa meno ripido e in breve si arriva nel vallone sottostante, raggiungendo la Baita del Poris (1956 m). Si prosegue in falsopiano per un breve tratto, per poi salire fino a raggiungere il Lago Rotondo (1972 m), da dove si può già vedere il rifugio F.lli Calvi, che si raggiunge dopo aver costeggiato la sponda destra del lago (2006 m - fontana). In prossimità del rifugio una meridiana permette di riconoscere tutte le cime circostanti. Si inizia a seguire la strada sterrata scendendo verso il Lago di Fregabolgia che si raggiunge in pochi minuti (1953 m). Dopo aver costeggiato il lago, si continua a scendere arrivando nella valletta dove è adagiato il Lago del Prato (1650 m). Attraversato il ponte si tralascia la strada a destra che sale verso il rifugio Longo e si prosegue fino a ritornare alla località il Dosso, da dove si ripercorre il medesimo percorso fatto all'andata.
Malati di Montagna: Danilo e l'homo selvadego
Pagliari: la memoria nella pietra
Dopo le ultime case di Carona, ai margini della strada carrareccia che porta al Rifugio Calvi, spunta sulla destra, in una piccola ma suggestiva radura, la frazione di Pagliari. Il caratteristico borgo antico si presenta ben conservato nella sua architettura rustica. Si tratta di una “contrada di pietra”, costruita con le ardesie delle montagne vicine. Dopo l’apertura della Via Priula verso la fine del Cinquecento, transitavano abitualmente da qui i trafficanti, spesso contrabbandieri, diretti in Valtellina e nei Grigioni, per praticare i loro traffici senza dover passare sotto le forche caudine della dogana veneta di Ca’ San Marco. Così Pagliari è stata per secoli la “sentinella” dei viandanti, l’ultimo bivacco prima dello strappo finale sui tracciati transorobici. Fino agli anni ‘30 e ‘40 Pagliari è stata una frazione viva, con il suo centinaio di abitanti dediti all’agricoltura e all’allevamento. Dal dopoguerra, si è invece verificato un progressivo declino e abbandono del villaggio: agli inizi degli anni ’60 vi viveva già solo una dozzina di famiglie. Soprattutto i più giovani hanno preferito scendere a valle, nelle belle case di Carona, o si sono trasferiti in città, attratti dalle opportunità offerte da Bergamo e Milano.
la suggestiva cascata alimentata dal torrente che scende dalla Val Sambuzza
Rifugio Fratelli Longo 2026 m
È situato nell'alta Valle del Sasso, sotto al Lago del Diavolo, è dedicato ai fratelli Giuseppe e Innocente Longo, tragicamente scomparsi nell'agosto del 1934 sul Cervino.
Lago del Diavolo 2142 m
Lago del Diavolo dal Passo della Selletta
5 minuti di riposo prima di proseguire verso le...
...sorgenti del Brembo
Diavolo di Tenda e Diavolino dal rifugio Calvi
Lago Rotondo 1972 m
Rifugio Fratelli Calvi
Il rifugio è situato in una magnifica conca, circondato dalle cime del Pizzo del Diavolo e Diavolino, Grabiasca, Madonnino, Ca' Bianca e Poris. È dedicato ai quattro fratelli Calvi: Attilio, Santino e Giannino caduti da eroi durante la prima guerra mondiale, e Natale precipitato dalla parete nord dell'Adamello nel 1920. Il vecchio edificio del 1935 è stato completamente rifatto nel 1984.
Lago Fregabolgia 1957 m
lungo la strada di ritorno...a conclusione di una bellissima giornata...
Ciao, mi piace molto il tuo Blog. Vorrei diventare un tuo sito amico. Il mio blog è www.storiedimontagna.it o http://www.facebook.com/storiedimontagna
RispondiEliminaComplimenti!
Ciao Alessandro, grazie per i complimenti che sono sempre graditi, anche il tuo blog è molto bello e interessante, continua cosi e soprattutto continua a credere nei valori che affermi di avere...ciao e buona montagna
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