Un angolo delle Orobie poco conosciuto e forse per questo di grande fascino. L'anello anche se lungo e dal notevole dislivello, offre panorami unici su tutte le montagne circostanti, con in primo piano la Presolana, sempre presente per quasi tutta l'escursione. Il tratto in cresta permette di raggiungere in successione il M. Spigla (1762 m), M. Timogno (2099 m), M. Benfit (2172 m). Pregevoli anche le baite che si incontrano lungo il tragitto, quasi sempre ben ristrutturate. Itinerario consigliato a persone allenate e che abbiano già una buona esperienza nel camminare per terre alte...
Si percorre l'autostrada A4 fino al casello di Bergamo, per poi proseguire seguendo le indicazioni per la Val Seriana. Arrivati al bivio di Ponte Nossa si continua a sinistra fino a Villa d’Ogna, da dove si sale prima a Nasolino e poi a Oltressenda Alta. Dopo aver attraversato il paese, si seguono le indicazioni per la frazione di Valzurio, iniziando a percorre una stretta e tortuosa strada fino a raggiungere la chiesa di Valzurio, dove si lascia la macchina nel vicino parcheggio (814 m). Seguendo le indicazioni si inizia a percorre la strada cementata, a tratti sterrata, dietro la chiesa (Via Plazzo). Inizialmente si sale ripidamente, per poi proseguire più moderatamente nel bosco e dopo aver costeggiato una baita, in breve si arriva a un bivio. Abbandonata la strada principale si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Colle Palazzo. Arrivati a poca distanza da una baita, si abbandona la stradina, che prosegue verso la baita e si svolta a destra seguendo il sentiero che guadagna quota con diversi tornanti. Tralasciata sulla destra la deviazione verso una vicina baita, si prosegue fino a incrociare una strada sterrata che conduce alle baite sottostanti. Si attraversa la strada e si prosegue percorrendo un lungo traverso a mezza costa in leggera salita, fino a uscire sui prati di Colle Palazzo. Abbandonato il sentiero che sale verso la strada sterrata che sale dalla località Dosso, poco sopra Nasolino, si scende a destra seguendo il sentiero tra due muretti a secco, arrivando in breve alla chiesetta di San Giacomo a Colle Palazzo (1265 m). Dalla chiesetta si segue la sterrata per pochi minuti, per poi abbandonarla e seguendo una deviazione a destra si sale verso alcune belle baite ristrutturate. Senza percorso obbligato, si attraversano i pascoli verso sinistra, fino a incrociare la strada sterrata in prossimità di alcune baite. Seguendo ora la strada si inizia a salire arrivando a un bivio con una palina segnavia. Tralasciato il sentiero a destra che scende alle Baite Möschel - Rifugio L. Albani (sent. 311), si continua a salire verso sinistra. Dopo aver costeggiato un piccolo stagno e poco dopo la Baita Grumelli (1415 m), a sinistra un pannello didattico ci invita a fermarci per osservare oltre alla geologia anche il meraviglioso panorama verso la Valcanale. Arrivati a un bivio si sale verso sinistra entrando in una fitta abetaia, la si attraversa salendo verso sinistra fino a giungere nei pressi delle baite di Campello (1557 m). Seguendo l'indicazione per Spliga/Timogno si segue il sentiero a sinistra e dopo aver costeggiato un lungo muretto a secco, si inizia a risalire la ripida dorsale del Monte Spigla (1762 m). Dalla cima si entra nella conca di Rem, con la Presolana in bella vista, ad accompagnarci per il resto della giornata. Seguendo labili tracce, dopo aver superato alcuni dossi erbosi, si arriva alla Baita Alta di Remescler (1845 m). Dalla baita si segue un sentiero a sinistra che in breve arriva a un secondo pannello didattico, dedicato alla geologia dell'Alta Valzurio. Il sentiero prosegue in leggera salita, per poi iniziare a guadagnare quota ripidamente fino a raggiungere la Cima Timogno (o Vodala - 2099 m), sormontata da una piccola croce in ferro. La fatica è ricompensata da un superbo panorama, dalla regina delle orobie la Presolana, per poi continuare con il Pizzo del Diavolo, il Pizzo di Coca e il Redorta, in lontananza si intravede anche uno spicchio del Lago d'Iseo. Dalla cima dopo aver perso leggermente quota, si riprende a salire e superato un breve tratto roccioso, si raggiunge la Cima Benfit (o Timogno - 2172 m), contrassegnata da un palo in legno. Si segue ancora per pochi metri la cresta, per poi iniziare a scendere verso destra il ripido pendio. Anche se il percorso non presenta difficoltà di sorta, bisogna fare solo attenzione a non sporgersi troppo verso sinistra e all'erba olina. Dopo qualche saliscendi si risale un dosso, oltre il quale si arriva al Passo degli Omini (2078 m), Si inizia a scendere verso destra seguendo il sentiero 314, all'inizio la traccia è ben marcata e attraversa alcune pietraie, poi lungo il vallone si perde tra l'erba e bisogna fare attenzione ai segnavia bianco/rossi sulle rocce. Raggiunta la Baita Alta Regada (1807 m), ben visibile già dal passo, si prosegue verso sinistra continuando a seguire il sentiero, ora più marcato che scende fino alla Baita Bassa Regada (1551 m). Entrati in un bel bosco, si perde quota fino a incrociare il sentiero 311 proveniente dal Colle Palazzo. Seguendo le indicazioni si scende a sinistra raggiungendo in breve la bucolica località dove sono adagiate le Baite del Möschel (1265 m). Da qui si inizia a percorrere la piacevole strada sterrata che transitando dalla frazione Spinelli (850 m), riporta al parcheggio di Valzurio (circa 1.15 ora da Möschel).
Malati di Montagna: Danilo e l'homo selvadego
Chiesa di Santa Margherita
panorama sulle prime case in località Colle Palazzo
Chiesetta di S. Giacomo XV secolo
una delle tante baite ristrutturate con maestria
panorama sul pianoro bucolico di Colle Palazzo
sulla dorsale del Monte Spigla
panorama in direzione di Colle Palazzo
pannello didattico verso la Presolana
si inizia la ripida salita verso la cima...
si riprende fiato ammirando splendidi panorami
Cima Timogno (o Vodala - 2099 m)
verso la Cima Benfit
Panorama dalla Cima Benfit (2172 m)
si continua a seguire la cresta con il Ferrante, Ferrantino e Presolana davanti
il vallone che discende dal Passo degli Omini
la Regina delle Orobie...ogni volta sempre più bella...!!!
panorama dalla Baita Bassa Regada
Baite del Möschel
Ferrante e Ferrantino
Il "Selter di ruì" o buco del freddo
Permetteva la conservazione dei beni sfruttando la presenza di una sorgente di aria fredda che consentiva il mantenimento per lungo tempo: una vera e propria cella frigorifera naturale! Il locale veniva utilizzato per la conservazione dei prodotti lattiero-caseari, in particolare burro, e della carne provenienti dall'alpeggio.
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