Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 20 marzo 2016

San Fedelino, testimone immutato nella natura incontaminata

Poco sopra il lago di Como, tra la Valtellina e la Valchiavenna, l'Adda ha creato nel corso del tempo un'importante zona umida alpina. L'escursione permette di scoprire tutta la bellezza, sotto il profilo storico e paesaggistico e di raggiungere una tra le più importanti testimonianze di epoca romanica presente nell’Alto Lario: il tempietto di San Fedelino. Obbligatoria la sosta alla Cappella degli Alpini, per apprezzare lo straordinario panorama sulla Riserva Naturale del Pian di Spagna - Lago di Mezzola.

Da Milano seguire la SS36 dello Spluga fino al nuovo svincolo di Sant’Agata tra la strada statale 36 "del lago di Como e dello Spluga" (tratto Colico-Chiavenna) e la strada statale 340 "Regina" (tratto Sorico-Menaggio). Seguire le indicazioni a sinistra per Sorico/Gera Lario e dopo alcuni chilometri oltrepassato il Ponte del Passo, svoltare a destra seguendo le indicazioni per Dascio. Subito dopo la chiesetta lasciare la macchina nel piccolo parcheggio sulla destra (200 m).
Dal parcheggio si ritorna indietro fino alla chiesetta dedicata a S. Biagio, per poi svoltare a destra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per S. Fedelino (Via Bruga). Dopo un decina di metri, all'altezza del numero civico 14, si abbandona la strada asfalta e si svolta ancora a destra imboccando poco dopo la mulattiera dell’antica Via Regina. Lasciate le ultime case di Dascio alle proprie spalle, in leggera salita si entra nel bosco e in breve si arriva al belvedere del Sasso di Dascio (277 m), con una bella cappella degli Alpini. Da questo splendido punto panoramico sopra il Pian di Spagna, lo sguardo si può spingere dalla Valchiavenna, fino alla Valtellina. Dopo un bel tratto con fondo in grisc' (pietra arrotondata disposta con sapienti geometrie) si arriva a un bivio, tralasciate le indicazioni a destra per San Fedelino, da cui poi si farà ritorno, si prosegue in salita sulla strada asfaltata verso Albonico/Stagni di Peschiera. Dopo alcuni minuti si segue la mulattiera a destra che taglia la strada, per poi abbondarla nuovamente riprendendo subito dopo a salire sulla mulattiera che in breve arriva alle prime case di Albonico (420 m). Dalla palina segnavia continuando a seguire le indicazioni per San Fedelino, si percorre un breve tratto di strada asfaltata, per poi proseguire a sinistra tra le abitazioni, raggiungendo la chiesa settecentesca dedicata a San Sebastiano martire. Si riprende a salire seguendo la strada per un breve tratto, per poi abbandonarla in prossimità di un cartello segnavia. Arrivati a un bivio si tralascia il sentiero per i Stagni di Peschiera/Brentalone e attraversaro il ponte, si inizia a scendere con un lungo mezza costa nel bosco fino a incrociare il sentiero da cui poi si farà ritorno (Sentiero del Giubileo 2000/Via Francisca). Si prosegue a sinistra in falsopiano a lato di un muretto a secco, tra splendidi castagni che talvolta raggiungono alcuni secoli di età. Riprendendo a salire ripidamente tra i resti di una vecchia cava, si raggiunge il dosso del Brentaletto (490 m), punto più alto dell'itinerario. Spettacolare il panorama sul Lago di Mezzola nella sua interezza e sulla prospiciente Val Codera.
Si inizia a perdere quota con alcuni gradini in cemento, per poi proseguire nel bosco fino a raggiungere un bivio. Dalla palina segnavia si tralascia il sentiero che continua a scendere e dal quale poi faremo ritorno e si prosegue a destra seguendo l'indicazioni per Belvedere/S. Fedelino variante EE. Questo sentiero nonostante sia più impegnativo, ha la particolarità di passare dal balcone naturale denominato Salto delle Capre (o Mot di Bech 329 m). Si raggiunge in pochi minuti ed è un ottimo belvedere naturale sul lago di Mezzola. Solo un esile parapetto in metallo ci ripara da una caduta libera di più di cento metri. Suggestivo il panorama sul vertiginoso salto gemello a destra e più a sinistra verso i paesi di Verceia e il seminascosto Novate Mezzola. Si riprende la discesa prima su comodo sentiero e più in basso su un tratto disagevole. Oltrepassate con cautela alcune roccette, si continua a scendere più agevolmente tra i sassi bianchissimi di una frana. Al termine della discesa si segue il sentiero a sinistra che brevemente conduce nella piccola radura dove sorge silente la minuta chiesetta romanica di S. Fedelino (200 m). Per la sosta si consiglia di ripercorre il sentiero da qui si è arrivati, proseguendo fino a raggiungere la suggestiva spiaggetta dove si trova il piccolo attracco per le barche, splendido il panorama sul lago di Mezzola, con lo scenografico versante Nord del Monte Legnone a chiudere l’orizzonte. Ritornati al tempietto si segue il sentiero verso nord-ovest costeggiando il fiume Mera. Con l'ausilio di una scala metallica si supera un dosso roccioso, per poi proseguire per un lungo tratto pianeggiante fino a incrociare sulla sinistra il sentiero che avevamo abbandonato prima del Salto delle Capre.
Si inizia a risalire una splendida ma un po' malandata rampa in sassi, denominata Scalone o Scala della Regina. Oltrepassato alcuni ruderi, si passa di fianco ad un costone di roccia, fino a raggiunge la palina segnavia da cui eravamo passati precedentemente. Da qui in poi si ripercorre il medesimo itinerario fino al bivio per Albonico, per poi continuare a scendere a sinistra verso Dascio/Sorico. Dopo aver superato su un ponte in legno il torrente dell’Acqua Marcia, si riprende a salire per un breve tratto, per poi continuare in falsopiano costeggiando alcuni ruderi. Al bivio successivo si svolta a sinistra e si inizia a scendere verso l’angusta valle del torrente dell’Acqua Bianca, che si attraversa sul caratteristico “ponte in pietra delle Valene”. Arrivati in località Case Borzi il sentiero diventa una comoda strada sterrata che raggiunge in breve il bivio incontrato al mattino, da qui in poi si ripercorre il medesimo itinerario fino al parcheggio di Dascio.
Malati di Montagna: Silvio, Lorenzo, Pg, Danilo e l'Homo Selvadego

ma se l'inizio si presenta così...
come può essere il resto della giornata!




una prospettiva insolita sul Legnone
dal "Salto delle Capre"



La Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola è stata istituita da Regione Lombardia nel 1983 in attuazione delle direttive contenute nella Convenzione di Ramsar (IRAN, 1971), aventi come finalità quelle di assicurare l’ambiente idoneo alla sosta e alla nidificazione dell’avifauna migratoria, di tutelare e mantenere le caratteristiche naturali e paesaggistiche della zona classificata umida, di disciplinare e controllare la fruizione dell’area a fini didattico-ricreativi e di valorizzare le attività socio-economiche presenti nell’area nel rispetto delle esigenze di conservazione dell’ambiente. Il territorio della Riserva Naturale Pian di Spagna – Lago di Mezzola è riconosciuto come Sito di importanza Comunitaria (Sic) e fa parte della Rete Ecologica europea “Natura 2000”, che rappresenta un complesso di luoghi caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia animali sia vegetali, di interesse comunitario, la cui fruizione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità presente sul continente europeo.

Pian di Spagna
La sua denominazione deriva dalla presenza spagnola nei secoli XVI, XVII e XVIII. Gli spagnoli, che possedevano il ducato di Milano, per fortificare questa regione di confine (la Valtellina era possesso della lega Grigia), edificarono proprio qui, fra il 1603 ed il 1606, quella fortezza che prese il nome dal conte di Fuentes, governatore di Milano. 


Tempietto di San Fedelino
Aveva scelto un gran bel posto San Fedele per pregare, meditare e sfuggire alle persecuzioni dell'Imperatore Massimiliano. Un piccolo prato all'estremità settentrionale del Lago di Como, ritagliato tra l'acqua e le ripide pendici del Monte Berlinghera. Per quanto intriso di misticismo, il luogo non mise al riparo Fedele dai soldati che l'imperatore inviò per ottenere la sua abiura dal Cristianesimo. Il santo rifiutò la proposta e fu decapitato sul posto. Come si usava al tempo. Era il 286.



Lago di Mezzola


qualche sassolino...!!!


Il Quatass è l’imbarcazione tipica dell’Alto Lario e più precisamente tra il laghetto di Novate Mezzola e gli sbocchi nel Lago dei fiumi Adda e Mera. Natante di forma quasi rettangolare (da cui il nome quattro assi), utilizzata per la pesca e per il trasporto in acque calme con fondi paludosi.




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