Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 23 novembre 2014

Pizzo Grande del Sornadello

"Lumaca, lumachina,
non correr, poverina!".
"Io corro quando posso
ma ho la mia casa addosso
e comunque chi va piano
va sano e va lontano!"

Giro ad anello che si svolge su sentieri che richiedono un minimo d'attenzione, la salita sul tratto denominato "Passo Lumaca" è spettacolare (EE), come spettacolare è il panorama dalla croce del Pizzo Grande del Sornadello, la via del ritorno si svolge in un canalone ombroso e umido, sembra di essere in una scena tratta dalla sagra del "Signore degli Anelli, oltre a noi durante tutto il percorso non abbiamo incontrato anima viva...!!!

Dall'autostrada A4 usciamo a Dalmine e proseguiamo fino a Villa D'Almé, da qui continuiamo seguendo le indicazioni per S. Pellegrino Terme. Dopo lo stabilimento dell'acqua minerale San Pellegrino, oltrepassate alcune gallerie arriviamo a San Giovanni Bianco. Da Piazza Martiri di Cantiglio svoltiamo a sinistra e successivamente a destra, per poi seguire a sinistra le indicazioni per Cornalita, che raggiungiamo dopo alcuni minuti. Giunti a un bivio proseguiamo diritti e poco prima di una curva a destra, parcheggiamo l'auto nei pressi di una fontana, con accanto un lavatoio, il sentiero inizia sul lato opposto, in corrispondenza di un cartello di divieto di transito ai motocicli (550 m).
Percorriamo un tratto in falsopiano rimanendo sempre sul percorso principale e tralasciando le varie diramazioni che conducono verso alcune cascine e orti, arrivati in prossimità di un crocifisso imbocchiamo il sentiero a destra. Con alcuni tornanti iniziamo a salire sempre più ripidamente, fino a portarci a ridosso di alcuni torrioni, scendiamo ora leggermente lungo un profondo canalone, raggiungendo un torrentello, dopo averlo attraversato troviamo un cartello raffigurante una lumaca con la scritta "Passo lumaca". Da qui ha inizio un sentiero gradinato molto ripido, da percorrere piano, piano, senza fretta...a passo di lumaca…(circa 500 m di dislivello). Entriamo in un altro mondo con pareti strapiombanti, alte torri e pinnacoli, i rumori del fondovalle sono ormai lontani, i tratti più scoscesi sono protetti da funi in acciaio sorrette da paletti in ferro o legno (EE). Arrivati a una sella erbosa prendiamo fiato e volgendo verso destra affrontiamo l'ultimo tratto in salita arrivando alla Baita Carlo posta in posizione panoramica sulla valle, dove ci concediamo una meritata sosta. Riprendiamo il cammino seguendo una grossa freccia bianca dietro alla baita, entrati in un bel bosco di faggi il sentiero quasi scompare sotto alle foglie secche, fortunatamente alcuni recenti bolli bianchi e due sbiaditi bolli rossi indicano il percorso da seguire. Terminata la salita scendiamo verso una conca erbosa, trascurata l'indicazione a destra su un sasso (freccia), ci dirigiamo verso una "pensana" (ricovero per gli animali), poco prima di raggiungere la stalla, in prossimità di un grosso masso pieghiamo a destra riprendendo a salire in direzione di 3 faggi isolati. Al termine della salita giungiamo nella bella conca prativa dove sorge la baita del Sornadello 1370 m, Per la salita al Pizzo Grande di Sordanello saliamo verso sinistra seguendo alcuni radi segnavia, lasciando alle nostre spalle il laghetto artificiale, Oltrepassati alcuni capanni di caccia, il sentiero prosegue in costa in moderata salita, compiendo un lungo semicerchio verso destra, dopo aver perso leggermente quota riprendiamo a salire e in breve arriviamo alla croce del Pizzo Grande del Sordanello 1574 m.
Splendido il panorama, da un lato sulla media Val Brembana, con il sottostante S. Giovanni Bianco e le sue numerose frazioni, per poi spingersi fino all'Arera, il Menna e l'Alben dall'altro lato il Cancervo, il Venturosa e la Val Taleggio.
Firmato il libro di vetta, per ritornare a Cornalita si prospettano due possibilità, per chi ha fretta di tornare a casa può seguire l'indicazione e scendere lungo il canalone sotto alla croce, sentiero nel primo tratto molto ripido e ricoperto dall'erba alta, oppure come abbiamo fatto noi ritornare alla baita del Sornadello godendo della bella giornata, facendo ritorno poi per altra via (entrambi i sentieri poi si riuniscono). Dal laghetto artificiale oltrepassiamo lo steccato e seguendo il sentiero sulla destra saliamo brevemente, per poi scendere alla baita sottostante dove ritroviamo gli evidenti bolli bianchi che seguiamo entrando nel bosco. Con qualche saliscendi giungiamo nei pressi di un grosso masso dove incrociamo il sentiero che scende direttamente dalla croce, seguendo le indicazioni e i segnavia bianco/rossi, dopo pochi metri svoltiamo decisamente a sinistra, iniziando la ripida discesa nell'ombroso e umido canalone. Perdiamo velocemente quota, passando accanto a ripide pareti e profondi canaloni, dove i raggi del sole illuminano solamente le alte cime. Dopo aver oltrepassata i ruderi della Baita Gioana Bela il sentiero diventa meno ripido e prosegue sul lato sinistro orografico, arrivati a un bivio tralasciamo il sentiero a sinistra per Campanella e dopo pochi minuti con una breve salita passiamo sul versante opposto. Pieghiamo ora verso destra iniziando la tranquilla discesa fino a raggiungere i prati antistanti dell'agriturismo Eden, da qui svoltiamo decisamente a destra passando accanto a un edificio in cemento e in breve ci ricongiungiamo al sentiero fatto al mattino, l'ultimo tratto quando l'abbiamo fatto noi abbiamo trovato parecchi alberi recentemente tagliati che intralciavano il sentiero…!!!
Malati di Montagna: Raffaella, Andrea, Pg, Danilo e l'homo selvadego










by Danilo





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