Partiamo immersi nella nebbia (non quella di Milano, questa è diversa), il silenzio ci avvolge creando un'atmosfera insolita, quasi inquietante. Man mano che saliamo tutto si dissolve magicamente, appare l'azzurro del cielo a far da cornice alle cime circostanti e sotto di noi un mare di nuvole, un incanto che si ripete ogni volta, un'atmosfera ipnotica. L'avventura non è conclusa e, oltrepassati i 2500 m, ecco apparire sua signoria il Rosa. Saliamo ancora, la fatica è compensata dall'attesa: siamo in cima e la visione è completa, sua maestà il Bianco, la "Montagna", il Cervino e poi il Gran Paradiso...
Dall'autostrada A5 Torino/Aosta usciamo al casello di Verrès e alla rotonda seguiamo a destra le indicazioni per la Val d’Ayas. Proseguiamo in salita sulla SS 506 oltrepassando i centri abitati di Challand St. Anselme e Brusson, fino a raggiungere la frazione Corbet, dove svoltiamo a sinistra per Antagnod. Dopo aver attraversato i caratteristici villaggi di Lignod e Antagnod, a circa 500 metri prima della frazione di Bisous, svoltiamo a sinistra per Mandriou, in pochi minuti arriviamo al piccolo parcheggio antistante la graziosa chiesetta 1839 m, eventualmente si può parcheggiare a lato della strada o negli spazi a poca distanza dal paesino.
A lato della chiesetta, accanto a una fresca fontana, seguiamo le indicazioni sulla palina segnavia (Bec de Nana 3A - 3.15 ore - diff. EE), lasciate le case alle nostre spalle, il sentiero inizia a salire passando accanto a un edicola votiva. In breve intersechiamo una strada sterrata che seguiamo per pochi metri verso destra raggiungendo la Ca' Zena, all'ingresso possiamo osservare una grossa ancora e la miniatura della lanterna di Genova! Svoltiamo a sinistra seguendo un'ampia pista in un boschetto di larici, usciti ci troviamo davanti a un bivio, tralasciamo il sentiero a sinistra dal quale poi faremo ritorno e seguendo il segnavia 3F su un grosso sasso (Lago Lochien), arriviamo a incrociare il Ru Cortod che attraversiamo con un ponticello in legno. In leggera salita dopo pochi minuti giungiamo su una strada sterrata che seguiamo in falsopiano verso sinistra arrivando in breve all'alpe Metsan. Proseguendo verso destra, dopo aver costeggiato un'area picnic e un piccolo laghetto, il sentiero inizia a salire con una lunga diagonale tra piante di ginepro, uva ursina e brugo. Le nebbie che ci hanno accompagnato sin dalla partenza man mano si diradando e appare uno scenario unico: le cime e le dorsali che spuntano dal bianco mare di nebbia che riempie le valli. Piegando verso destra passiamo al di sotto della Cappella Sarteur, raggiungibile con una breve deviazione e al vicino alpeggio Vascoccia 2249 m. In pochi minuti giungiamo a un bivio con un grosso cartello in legno, tralasciamo il sentiero che sale ripidamente diritto verso il Col di Nana (sent. 3) e proseguiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il "Sentiero degli Alpini" (sent. 3A), dopo un tornante la strada sterrata termina all'alpe Pian Péra. Continuiamo a sinistra e dopo aver costeggiato un edificio in breve arriviamo in prossimità di un cartello in legno "Falconetta", da qui in poi ha inizio il "Sentiero degli Alpini" che ci porterà fino in vetta. Con una lunga diagonale verso sinistra saliamo fino in prossimità di una sorgente, piegando ora a destra in breve raggiungiamo un pianoro erboso. Il sentiero ora alterna segnaletica gialla a bianco/rossa e sale a sinistra del pianoro compiendo un lungo semicerchio verso destra raggiungendo la dorsale. Con stretti tornanti guadagniamo velocemente quota, accompagnati da splendide vedute sul massiccio del Rosa. In giornate come questa e con simili panorami, fermarsi ad ammirare quello che ci circonda è un obbligo, non capirò mai chi preferisce correre e guardare solo l’orologio! Giunti alla base dell'emergenza rocciosa del Bec di Nana compiamo un traverso a sinistra tra i macereti, questo tratto è l'unico in cui bisogna porre un minimo d'attenzione (terreno friabile e instabile). Raggiunta l'ampia cresta sud, iniziamo a rimontare l'ultimo ripido pendio arrivando alla croce, da qui guadagniamo la massima elevazione a 3010 m seguendo la cresta in direzione nord. Il Bec de Nana o Becca di Nana è conosciuto anche come Falconetta, questo ultimo nome gli è stato dato a causa della presenza di falchi.
Rimaniamo senza parole davanti a tanta bellezza, verso nord in primo piano il Rosa e il Grand Tornalin, che in parte nasconde le cime più a nord della Valtournenche, alle nostre spalle la cresta dentellata che termina con il monte Zerbion, di cui Danilo, Pg ed io abbiamo un ricordo bellissimo, anzi … freddissimo (la cima era spazzata da un vento gelido). Sotto alla croce una piccola edicola ricorda una tragica sciagura in cui perirono 18 alpini il 1 agosto 1954, al rientro da un'esercitazione lungo la strada del Gavia, ogni anno il 14 agosto viene celebrata una messa a suffragio dei caduti in montagna. Per il rientro seguiamo il medesimo itinerario, con l'unica eccezione, una volta arrivati all'alpe Metsan, non seguiamo la strada sterrata ma il sentiero che scende tra due staccionate in legno, attraversato Ru Cortod continuiamo diritti intersecando nuovamente il sentiero dell'andata.
Malati di Montagna: Andrea, Danilo, Fabio e Pg (Piergiorgio) che ha 72 anni è di nuovo salito su un 3000...che dire un privilegio avere fatto la salita assieme...
le nuvole si diradano...
... e lo spettacolo inizia...
...qualcuno è già seduto in prima fila...
Bec de Nana o Falconetta 3010 m
Fabio, Andrea, Danilo, Pg e...Raffaella...