Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 10 novembre 2013

Monte Fenera: fate, streghe e uomini primitivi

Stando alla leggenda, la valle dove ora scorre il fiume Sesia  un tempo era un luogo ameno  dove le persone vivevano in pace. Sesia era una fanciulla dai lunghi capelli biondi, tanto bella che un giorno il gigante Fenera, figlio di Titano,  si innamorò  perdutamente di lei. Il suo amore fu subito ricambiato e Fenera, per proteggerla, volle costruire tutt’attorno  a quella valle felice una catena di monti e strette vallate. Durante quel titanico lavoro schiacciò però parecchie persone: Giove si adirò pertanto con Sesia che, per amore, aveva permesso l’uccisione della sua gente. “Il tuo sorriso si trasformerà  in lacrime perenni”, le disse. Detto e fatto,  dalle bianche gote di Sesia sgorgò il fiume che da lei prende il nome. Il gigante,  impazzito per il dolore dovuto alla perdita della sua amata, fu infine trasformato da Giove stesso  nel monte Fenera.

Percorriamo l'autostrada A26 Genova/Gravellona T., tralasciata la diramazione per Gravellona T., continuiamo verso Genova fino all'uscita di "Romagnano Sesia/Ghemme". Alla prima rotonda prendiamo la seconda uscita seguendo le indicazioni per Romagnano S., proseguiamo sulla SP299 per circa 9 km fino a Grignasco. Attraversiamo il paese e poco dopo il passaggio a livello svoltiamo a destra per Ara, passando sotto il ponte della ferrovia. Dopo una serie di tornanti raggiungiamo la graziosa frazione, la macchina la lasciamo nel primo parcheggio sulla destra (400 m circa).
Il meteo sembra promettere bene, ma purtroppo sarà un alternarsi di nuvole e con brevi sprazzi di sereno. Saliamo verso il paese seguendo le indicazioni per le "Grotte", prima di proseguire a destra in Via Risorgimento, decidiamo di fare una breve visita alla Parrocchiale di Sant'Agata, situata in una posizione panoramica, lungo un viottolo fiancheggiato dalle cappelle della Via Crucis i cui affreschi realizzati tra il 1740 e il 1746 da Peracino, sono andati perduti. Ritornati sui nostri passi proseguiamo tra le case del paese, arrivando in pochi minuti all'oratorio di S. Grato, tralasciamo le indicazioni sulla sinistra (falesia) da cui faremo ritorno e proseguendo arriviamo al "Giardino delle  Grotte". Attraversato il ponte in pietra sul Magiaiga, poco dopo sulla sinistra varchiamo un cancello in legno, oltre il quale si può visitare le cavità naturali. Queste grotte attirarono anche l'attenzione di studiosi che recuperarono, già alla fine dell'800 e nel secolo scorso, importanti testimonianze paleontologiche ed archeologiche. Nella breccia ossifeera presso le grotte nel 1871 fu rinvenuta una mandibola, seppur incompleta, del Rinnoceronte di Merk.
Continuando in salita in breve arriviamo a un bivio, tralasciamo il sentiero 781 per San Graziano e proseguiamo a sinistra sul 779, il sentiero sale costantemente in un bel bosco, giungendo in località Bertasacco 500 m. Abbandoniamo il sentiero 779 che scende a destra a Grignasco e dopo pochi metri giunti a un bivio, continuiamo sul sentiero 772 a sinistra seguendo le indicazioni per Cerianelli/Colma/Fenera. Il percorso prosegue con qualche saliscendi fino al ponte Boretta, oltre il quale una ripida salita a tornanti conduce a un aperto versante dove sono i prati e le case Paradiso. Continuiamo sulla larga mulattiera selciata dalla quale iniziamo a intravedere la croce sulla Punta Bastia e le sottostanti case del paese di Colma, dove spiccano i due campanili. Arrivati in località Cerianelli 690 m seguiamo lo stradello inghiaiato che a mezzacosta conduce all'abitato di Colma 690 m. Proseguendo su l'unica strada asfaltata arriviamo all'ingresso del paese, da qui seguendo le indicazioni (sent. 764/768/772) saliamo verso la chiesa di Santa Maria Maddalena, poco prima di raggiungere l'ingresso imbocchiamo il sentiero a destra che ci riporta su una stradina asfaltata. Continuiamo costeggiando le case per poi piegare verso sinistra arrivando al cimitero con accanto la chiesa di Sant' Antonio Abate nella quale riposano le spoglie del canonico Nicolao Sottile.

Una disgrazia avvenuta nei pressi del Colle Valdobbia nel 1820 indusse il canonico Nicolao Sottile alla costruzione a sue spese, dell'Ospizio che venne ultimato nel 1823. Sorse così presso il Colle, il primo Ospizio (oggi rifugio), il più alto delle Alpi 2480 m. Dopo di allora il transito dei viandanti fluì sicuro. Il canonico provvide a mantenerlo aperto nel periodo invernale dal 1822 al 1831, fino a quando lo cedette al Comune di Riva Valdobbia. Per 23 anni, dal 1833 al 1856, Giacomo Clerino, ex soldato napoleonico, esercitò lassù il duro compito di custode. Nell'ultimo decennio l'antico stabile è stato completamente ristrutturato e oggi il rifugio, che si trova per metà su territorio Valdostano e per metà su territorio Piemontese, è gestito con tanta passione da uno staff giovane, competente, amante della montagna, della cucina genuina e dell'accoglienza.

Oltrepassata la chiesa proseguiamo sulla carrareccia, tralasciamo il sentiero 764 (fornaci) che scende verso destra e continuiamo costeggiando il versante roccioso del M. Fenera. Dopo qualche minuto abbandoniamo lo sterrato, prendendo una traccia che sale ripida a destra, fino a incrociare una pista forestale che seguiamo arrivando in una radura con molti alberi caduti o abbattuti. Qui la pista forestale termina, salendo di pochi metri sulla sinistra seguiamo una vecchia stradina per qualche minuto, ritrovando i segnavia bianco/rossi sugli alberi. Seguendo ora il sentiero saliamo ripidamente raggiungendo il crinale, in prossimità della depressione tra le due cime. Pieghiamo a sinistra e dopo una breve salita arriviamo alla cima più alta del Monte Fenera, Punta Bastia 899 m, sulla quale sorge la colossale croce, eretta nel 1906 ed alta 16 m. Alcuni pannelli ci illustrano le numerose cime che si possono osservare, ma purtroppo oggi non è giornata, infatti inizia a piovere e così senza indugi andiamo a ripararci nel vicino rifugio dell’ANA di Valduggia, con all'interno alcuni tavoli e panche dove ne approfittiamo per fare una pausa. Fortunatamente era la classica nuvola di Fantozzi, per cui ritorniamo in cima dove possiamo ammirare un bellissimo arcobaleno. Notando che il tempo sta migliorando decidiamo di salire anche sulla cima minore, sormontata dall'oratorio di S. Bernardo 893 m, edificato all'inizio del sec. XVIII. Anche qui un pannello ci illustra il panorama che si può godere, qualche cima riusciamo anche a individuarla!
Ritornati al rifugio dell'ANA seguiamo il segnavia 771 scendendo lungo la dorsale sud-est, su un'ampia pista tagliafuoco. Dopo alcuni tornanti giungiamo in una radura dove incrociamo il sentiero 768 proveniente dalla Colma, con il quale proseguendo a destra si aggira il M. Fenera, per poi uscire nei pressi dell'Oratorio di S. Bernardo. Continuiamo dritti e dopo pochi metri arriviamo a un bivio, tralasciamo a destra il sentiero 770 per S. Quirico e continuiamo seguendo il 771. Avvisiamo che questo sentiero oltre a essere ripido è anche scarsamente segnalato ed è invaso in alcuni tratti dai rovi, il nostro consiglio è di ritornare alla Colma con il 768 o di seguire per un tratto il 770 e poi proseguire sul 780 per Ara.
Alla fine del sentiero ci fermiamo a parlare con dei ragazzi che stanno preparando la legna per trasportala in paese, rimangono stupiti nel vederci e ci raccontano che il sentiero che abbiamo appena percorso è da diverso tempo che nessun fa niente per mantenerlo utilizzabile. Proseguiamo ora verso destra su una bella mulattiera, raggiungendo nuovamente l'Oratorio di S. Grato, da qui ripercorriamo il medesimo itinerario fatto al mattino.
Malati di Montagna: Silvio, Danilo e Fabio

In un vecchio manoscritto un cultore di storia locale cosi definiva le Grotte di Ara:
Tempio delle fate, grotta delle sirene, luogo prediletto dalle Sibille.
Queste parole racchiudono un'antica tradizione che lascia supporre il ricordo
di arcane pratiche magico-culturali, conservate nella memoria collettiva,
testimoniate anche dalla pratica di raccogliere i sass bianc, ovvero le quarziti
dell'alveo del torrente Magiaiga, dove defluisce dalle grotte per trarre
da queste pietre energia e benessere.




Danilo e Silvio cercano di individuare qualche cima...


classico sentiero a ics...!!!


L'abitato di Colma, disposto in amena posizione sullo spartiacque
tra Grignasco e Valduggia, costituisce un esempio tra i più evidenti
di insediamento a struttura monoassiale su cresta a sviluppo lineare.


M. Fenera (Punta Bastia) 899 m
dovrebbe essere un'eccezionale balcone panoramico...!!!


Istituito nel 1987, il Parco Naturale del Monte Fenera prende il nome dal monte che si erge sopra i rilievi della bassa Valsesia; si estende per una superficie complessiva di oltre 3.300 ettari.
Il grande complesso di rocce sedimentarie che caratterizzano il parco è meta di numerose esplorazioni speleologiche; è infatti possibile osservare grotte, budelli e profondi pozzi in cui, tra l'altro, sono stati ritrovati importanti resti di fauna preistorica, come le ossa dell'orso delle caverne estintosi 20.000 anni fa, e considerevoli testimonianze etnologiche risalenti a varie epoche, dal lontano Paleolitico al più vicino Medioevo; molti di questi reperti sono conservati presso il Museo Civico di Paleontologia e Paleoetnologia di Borgosesia.




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