Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 26 maggio 2013

all'ombra del Resegun...col naso all'insù...

Arrivati a Lecco seguiamo la SS639 in direzione Bergamo, raggiungendo i primi paesi della Val San Martino, Vercurago e Calolziocorte, da quest'ultimo imbocchiamo la provinciale 180 in direzione di Erve (numerose indicazioni stradali). Giunti a un bivio, svoltiamo a sinistra con uno stretto tornante (a destra si va a Carenno) e seguendo le indicazioni proseguiamo con un percorso panoramico in parte scavato nella roccia, arrivando in pochi minuti a Erve 598 m.
Parcheggiata l'auto in Piazza Unità d'Italia, ci dirigiamo a sinistra e attraversato il torrente Gallavesa su un piccolo ponticello in pietra arriviamo in Piazza Giorgio La Pira, da dove raggiungiamo il piazzale della chiesa dedica a Santa Maria Assunta, prima di proseguire ci fermiamo a bere un caffè nel vicino bar. Passiamo sul lato sinistro della chiesa arrivando in breve sulla strada asfalta, da dove seguiamo le indicazioni per Nesolio e continuando a salire arriviamo in pochi minuti in Via Butto. Proseguendo dopo pochi metri svoltiamo a sinistra e attraversato un torrente ci dirigiamo verso la parte alta del paese, oltrepassata una cappella votiva svoltiamo a destra iniziando a percorrere l'antica mulattiera per Nesolio. Guadagniamo quota agevolmente con alcuni tornanti e attraversato un ponte in pietra arriviamo nel piccolo nucleo di case di Nesolio 695 m (nucleo pi antico di Erve). Proseguendo verso sinistra arriviamo a una bella casa ristrutturata dove facciamo conoscenza di Roberto e la moglie, residenti da qualche anno in questo piccolo borgo dove le lancette dell'orologio sembrano che si siano fermate. Dopo un breve chiacchierata passiamo sotto a un portico e seguendo i segnavia gialli pieghiamo a destra imboccando il sentiero che si infila immediatamente nel bosco. Questo tratto di percorso fino a Piazzo anche se poco frequentato  a nostro giudizio davvero molto suggestivo e panoramico, giunti a un bivio proseguiamo verso sinistra (indicazioni su un sasso). Dopo alcuni saliscendi giungiamo a un poggio panoramico, nei cui pressi vi  un capanno di caccia, il sentiero prosegue in discesa giungendo in località la Sella 1095 m, un oasi di pace e serenità, dove al centro di un grande prato c'è una baita perfettamente ristrutturata. Dalla palina segnavia (sentiero 812) entriamo nel bosco della Valle di Munik, iniziando a guadagnare quota con diversi tornanti, purtroppo a causa del maltempo dei giorni precedenti l'ultimo tratto oltre a essere ripido l'abbiamo trovato particolarmente scivoloso.
Arrivati sul crinale proseguiamo verso sinistra, il sentiero si snoda sotto le Camozzere in un continuo saliscendi e congiunge i crinali che delimitano le valli dei torrenti affluenti di sinistra del Gallavesa. Arrivati in una piccola radura ci fermiamo qualche istante ammirando il panorama circostante, dalla palina segnavia proseguiamo seguendo ora il set. 802. Attraversiamo una radura erbosa, ricoperta parzialmente dalla neve caduta la notte precedente e proseguendo in falsopiano arriviamo alle baite ristrutturate di Piazzo. Seguendo le indicazioni in pochi minuti arriviamo al rifugio Alpinisti Monzesi posto a 1173 m sulla riva occidentale del canalone di val Negra, poco sotto il passo del Fo. Di proprietà della sezione di Monza del CAI che lo rilevò dalla Società Alpinisti Monzesi, venne incendiato dai nazi-fascisti nell'autunno del '44 e ricostruito nel dopoguerra. Dopo la doverosa pausa pranzo per il ritorno seguiamo il percorso classico per Erve, il sentiero n. 11 attraverso il canalone di val Negra e la valle della Gallavesa.
Dal rifugio scendiamo costeggiando un fitto bosco di abeti, oltrepassata una fontana in pochi minuti raggiungiamo una cappella con un crocifisso, a poca distanza da un bivio. Tralasciamo il "Sentiero Prà di Rat" e continuiamo a sinistra alternando tratti pianeggianti con tratti in discesa. Il sentiero riprende a scendere con decisione, all'interno di un bellissimo bosco, attraversiamo alcuni torrentelli, fino a raggiungere la sorgente San Carlo, dove ci dissetiamo. Proseguendo attraversiamo un bel ponticello in legno, chiamato ponte dei Bruchi, il sentiero continua in leggera discesa lungo il cosiddetto "Sentiero San Carlo" che consente di ammirare splendidi scenari caratterizzati dal torrente Gallavesa, fino alla baita Cà del Pra dove si trova un'altra fontana e dove ritroviamo il sentiero Prà di Rat evitato precedentemente. Proseguiamo in discesa lungo la valle della Gallavesa fino all'agriturismo "I due Camosci", attraversiamo il torrente su un passaggio formato da due tronchi per poi riattraversarlo subito dopo su di un ponticello in lamiera.
Ignorando le deviazioni a sinistra proseguiamo sulla carrareccia e attraversando nuovamente il torrente Gallavesa su un ultimo ponticello arriviamo ad Erve. Seguendo ora la strada asfaltata facciamo ritorno al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. Percorso ad anello molto suggestivo, la prima parte dopo il borgo di Nesolio si svolge su sentieri poco battuti, ma comunque ben segnalati, una valida alternativa per salire al rifugio Alpinisti Monzesi, anche se molto più lunga...
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Pg, Danilo e Fabio

Nesolio



sentieri suggestivi 


rifugio Capanna Alpinisti Monzesi








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