Seguendo la statale 36 verso Lecco, oltrepassato il lago di Oggiono, prendiamo l'uscita per Valmadrera e seguendo le indicazioni in breve arriviamo in paese. La macchina l'abbiamo lasciata nel comodo parcheggio accanto alle Scuole Elementari Leopardi, volendo si può proseguire verso la frazione Belvedere ma le possibilità di parcheggiare sono scarse. Dal parcheggio proseguiamo a sinistra arrivando in breve ad una rotonda, continuiamo a destra seguendo Via San Carlo Borromeo, all'altezza di un tornante proseguiamo diritti in Via Caduti per la Libertà. Al termine di una breve salita svoltiamo a sinistra e seguendo un stretta viuzza arriviamo alla frazione Belvedere 290 m, superate le ultime case proseguiamo su una bella mulattiera acciottolata giungendo ad un bivio nei pressi della cappella VARS, una chiesetta a forma di piramide.
Dalla palina segnavia seguiamo il sentiero 7-6 (Sambrosera,/Pianezzo) e costeggiando un muretto a secco percorriamo un primo tratto in falsopiano, entrati nel bosco iniziamo a risalire la Val Bova. Tralasciamo il bivio sulla destra (sentiero Paolo-Eliana), per poi iniziare a guadagnare quota ripidamente alternando brevi tratti in piano. Raggiunte alcune vecchie costruzioni in pietra recuperate magistralmente dai volontari della SEV in breve arriviamo alla Fontana di Sambrosera 716 m, da dove fuoriesce un'acqua freschissima.
Dalla palina segnavia proseguiamo per Pianezzo (sent. n. 7) e continuando a salire arriviamo all'evidente strapiombo roccioso detto “Tecc di Port”, caratterizzato da una caverna naturale. Piegando ora verso destra iniziamo a risalire una valletta dominata dalla parete del Corno Orientale di Canzo e dopo aver attraversato una zona detritica giungiamo alla bocchetta Val Puma in località Moregge 1110 m.
Dalla bocchetta seguiamo le indicazioni a destra per il Moregallo, tralasciando il Sentée de Tavoulera che corre parallelo a pochi metri sotto la cresta, proseguiamo verso i torrioni che formano la cresta ovest, il percorso anche se non particolarmente difficile è abbastanza esposto e in caso di maltempo potrebbe diventare pericoloso. Con spettacolari saliscendi giungiamo alle prime catene, perdendo leggermente quota arriviamo ad una suggestiva bocchetta che immediatamente ci fa venire in mente le bellissime Dolomiti. Subito dopo incrociamo il sentiero sottostante e in breve arriviamo al tratto più impegnativo dell'intero percorso denominato "il Gioch", si tratta di risalire alcune cenge attrezzate con delle catene raggiungendo in pochi minuti un breve ma impegnativo salto di roccia (circa un paio di metri), anch'esso con delle catene. Superata anche quest'ultima difficoltà eccoci sul pianoro erboso che anticipa l'arrivo alla croce del Moregallo 1276 m, il panorama sui monti circostanti è molto bello, ma anche le vedute sul Lago di Lecco e la Brianza non sono da meno.
Un vento gelido sembra farci ricordare che l'inverno non è per niente finito e che le belle giornate calde appena trascorse erano solo una piccola parentesi, per la via del ritorno scendiamo dalla parte opposta da dove siamo venuti seguendo il sentiero contrassegnato con il numero 6. Arrivati alla bocchetta Sambrosera 1192 m proseguiamo risalendo leggermente sulla sommità del torrione Quattordio, uscendo sul versante di Valmadrera. Giunti alla bocchetta di Preguda continuiamo a perdere quota con bellissimi scorci panoramici fino allo Zucon 876 m. Tralasciato il sentiero a destra (Forcellina/Sambrosera) continuiamo a scendere verso sinistra arrivando al Sasso di Preguda 647 m con accanto la Cappelletta di S. Isidoro un vero balcone sul Lago di Lecco. Il Sasso di Preguda oltre a essere stato dichiarato monumento naturale è anche uno dei più importanti massi eratici (o trovanti) della Regione Lombardia, dalla sua singolare forma piramidale appuntita deriverebbe il nome pietra-acuta in dialetto "prèa-aguda", complessivamente è formato da circa 100 metri cubici di roccia di granito ghiandone, proveniente dalla Val Masino. Dopo una breve pausa riprendiamo il cammino seguendo il panoramico sentiero Elvezio che prende avvio dietro alla chiesetta, un segnavia e una targa ne indicano la giusta direzione (nel 1993 la SEV vuole ricordare il giovane socio Dell’Oro Elvezio caduto in montagna nel 1958 sulla Torre Trieste nel gruppo del Civetta, realizzando l'omonimo sentiero). Il sentiero è attrezzato in soli due punti, facilmente superabili, il resto del percorso è davvero molto suggestivo e porta senza quasi accorgersene alla Forcellina 720 m. Dalla palina segnavia proseguiamo verso destra seguendo le indicazioni per Sambrosera/S. Tommaso (sent. 5), arrivati a Sambrosera ripercorriamo il medesimo itinerario fatto al mattino fino al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio
Dalla palina segnavia seguiamo il sentiero 7-6 (Sambrosera,/Pianezzo) e costeggiando un muretto a secco percorriamo un primo tratto in falsopiano, entrati nel bosco iniziamo a risalire la Val Bova. Tralasciamo il bivio sulla destra (sentiero Paolo-Eliana), per poi iniziare a guadagnare quota ripidamente alternando brevi tratti in piano. Raggiunte alcune vecchie costruzioni in pietra recuperate magistralmente dai volontari della SEV in breve arriviamo alla Fontana di Sambrosera 716 m, da dove fuoriesce un'acqua freschissima.
Dalla palina segnavia proseguiamo per Pianezzo (sent. n. 7) e continuando a salire arriviamo all'evidente strapiombo roccioso detto “Tecc di Port”, caratterizzato da una caverna naturale. Piegando ora verso destra iniziamo a risalire una valletta dominata dalla parete del Corno Orientale di Canzo e dopo aver attraversato una zona detritica giungiamo alla bocchetta Val Puma in località Moregge 1110 m.
Dalla bocchetta seguiamo le indicazioni a destra per il Moregallo, tralasciando il Sentée de Tavoulera che corre parallelo a pochi metri sotto la cresta, proseguiamo verso i torrioni che formano la cresta ovest, il percorso anche se non particolarmente difficile è abbastanza esposto e in caso di maltempo potrebbe diventare pericoloso. Con spettacolari saliscendi giungiamo alle prime catene, perdendo leggermente quota arriviamo ad una suggestiva bocchetta che immediatamente ci fa venire in mente le bellissime Dolomiti. Subito dopo incrociamo il sentiero sottostante e in breve arriviamo al tratto più impegnativo dell'intero percorso denominato "il Gioch", si tratta di risalire alcune cenge attrezzate con delle catene raggiungendo in pochi minuti un breve ma impegnativo salto di roccia (circa un paio di metri), anch'esso con delle catene. Superata anche quest'ultima difficoltà eccoci sul pianoro erboso che anticipa l'arrivo alla croce del Moregallo 1276 m, il panorama sui monti circostanti è molto bello, ma anche le vedute sul Lago di Lecco e la Brianza non sono da meno.
Un vento gelido sembra farci ricordare che l'inverno non è per niente finito e che le belle giornate calde appena trascorse erano solo una piccola parentesi, per la via del ritorno scendiamo dalla parte opposta da dove siamo venuti seguendo il sentiero contrassegnato con il numero 6. Arrivati alla bocchetta Sambrosera 1192 m proseguiamo risalendo leggermente sulla sommità del torrione Quattordio, uscendo sul versante di Valmadrera. Giunti alla bocchetta di Preguda continuiamo a perdere quota con bellissimi scorci panoramici fino allo Zucon 876 m. Tralasciato il sentiero a destra (Forcellina/Sambrosera) continuiamo a scendere verso sinistra arrivando al Sasso di Preguda 647 m con accanto la Cappelletta di S. Isidoro un vero balcone sul Lago di Lecco. Il Sasso di Preguda oltre a essere stato dichiarato monumento naturale è anche uno dei più importanti massi eratici (o trovanti) della Regione Lombardia, dalla sua singolare forma piramidale appuntita deriverebbe il nome pietra-acuta in dialetto "prèa-aguda", complessivamente è formato da circa 100 metri cubici di roccia di granito ghiandone, proveniente dalla Val Masino. Dopo una breve pausa riprendiamo il cammino seguendo il panoramico sentiero Elvezio che prende avvio dietro alla chiesetta, un segnavia e una targa ne indicano la giusta direzione (nel 1993 la SEV vuole ricordare il giovane socio Dell’Oro Elvezio caduto in montagna nel 1958 sulla Torre Trieste nel gruppo del Civetta, realizzando l'omonimo sentiero). Il sentiero è attrezzato in soli due punti, facilmente superabili, il resto del percorso è davvero molto suggestivo e porta senza quasi accorgersene alla Forcellina 720 m. Dalla palina segnavia proseguiamo verso destra seguendo le indicazioni per Sambrosera/S. Tommaso (sent. 5), arrivati a Sambrosera ripercorriamo il medesimo itinerario fatto al mattino fino al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio
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