Lasciamo l'auto nell'ampio parcheggio sopra alla Cascata del Toce, soffia un forte vento e il caldo delle settimane precedenti sembra ormai un vecchio ricordo, dopo aver attraversato il ponte, subito sulla sinistra si alza una traccia, poco dopo si perde leggermente quota e in breve arriviamo a incrociare il segnavia bianco/rosso. La salita non lascia molto respiro e affidandoci più ai contrassegni di vernice che alle tracce di passaggio arriviamo nei pressi di un lungo muretto a secco, da qui volgiamo decisamente a sinistra proseguendo per un tratto in piano. Arrivati ai ruderi di una costruzione riprendiamo a salire seguendo le indicazioni scritte sul muro, il sentiero in alcuni punti tende a perdersi purtroppo dovuto alla mancanza di manutenzione, facendo attenzione agli omini e ai segni di vernice riusciamo ugualmente ad arrivare al bivio segnalato su un grosso masso. Entriamo nel vallone, dapprima passiamo in mezzo a grossi sassi e poi su sfasciume, lentamente ci si sposta sulla destra iniziando ad arrancare sul versante del Corno Orientale di Nefelgiù, i tornanti si fanno più stretti quindi, con un’ultima diagonale si perviene alla Bocchetta dei Gallo 2498 m, probabilmente il nome deriva da un grosso monolito roccioso che si erge nei pressi della sommità del passo e che, visto da lontano richiama alla mente la figura del noto pennuto.
Durante la salita facciamo amicizia con Mirella e Piero con i quali condivideremo l'intero percorso, scendiamo dalla parte opposta con minore difficoltà guadagnando alcuni gradoni erbosi, man mano ecco comparire la valle del Vannino, costeggiata una placconata rocciosa, scendiamo fino ad arrivare sulla strada sterrata di servizio al rifugio Margaroli. Raggiunto il rifugio a 2196 m, ci portiamo sul retro dell'edificio dove troviamo finalmente una palina segnavia con le indicazioni dei vari itinerari, sono le 13,00 decidiamo di non fermarci per il pranzo ma di proseguire direttamente verso il passo di Nefelgiù. Il panorama verso il lago del Vannino e davvero notevole, al bivio segnalato su un sasso tralasciamo il sentiero per il lago Sruer e piegando a destra iniziamo a salire, raggiunto un ruscello lo si costeggia senza difficoltà per poi attraversarlo in un paio di punti un pò friabili, al termine della gola intravediamo il passo sormontato ancora parzialmente dalla neve. In poco meno di un'ora dal rifugio eccoci finalmente al Passo di Nefelgiù 2583 m, l'aria è incredibilmente gelida in un attimo mi infilo cappellino di lana e guanti, scatto qualche foto fugace e poi mi infilo dietro ad alcuni grossi massi per ripararmi dal forte vento. Il passo si apre fra l’omonino Corno e le pendici della Punta del ghiacciaio di Ban, dopo aver messo qualcosa sotto i denti decidiamo di scendere cercando un luogo un po' più riparato, mantenendoci alla sinistra del vallone di Nefelgiù veniamo accompagni dal suono cupo del torrente che scorre impetuoso sotto ai nevai ancora presenti, lontano ma ben visibili i laghi Castel e Toggia. Dopo una breve pausa continuiamo il nostro itinerario in un paesaggio idilliaco, giunte alle baite di Nefelgiù 2049 m guadiamo il torrente e continuiamo ora a destra della valle seguendo la strada sterrata di servizio all'alpeggio fino alla base della diga di Morasco 1815, da qui seguendo la strada asfaltata facciamo ritorno all'auto. Itinerario ad anello davvero molto gratificante, tenere in considerazione il dislivello di oltre 1200 m, nella scala delle difficoltà il primo tratto fino alla bocchetta del Gallo è considerato un bel EE, mentre il resto una semplice E!!!
Malati di montagna: Danilo e Fabio con due nuovi amici incontrati per Terre Alte Mirella e Piero
Mirella - Danilo - Piero alla bocchetta del Gallo
ultimi metri verso il passo di Nefelgiù 2583 m
lago del Vannino 2177 m
il grande menhir alla bocchetta del Gallo 2498 m