Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 16 maggio 2010

L'otto attorno ai Corni di Canzo

Dopo una settimana dove sembrava di essere in autunno e non in primavera, ecco finalmente splendere il sole. Raggiungiamo Canzo con la superstrada 36 e seguendo le indicazioni arriviamo nei pressi degli alberghi delle Fonti Gajum 480 m, attenzione perché i parcheggi sono limitati e chi prima arriva meglio alloggia... Ci incamminiamo arrivando in pochi secondi ad un bivio dove troviamo oltre alla palina segnaletica anche alcuni pannelli didattici davvero molto interessanti, continuiamo a destra seguendo il "Sentiero Geologico" dedicato al suo primo ideatore Giorgio Achermann. Nato a Lucerna (CH) nel 1907, si trasferì a Canzo nel dopoguerra, dove visse fino alla sua morte, avvenuta nel 1995. Nel 1960 fondò il “Gruppo Naturalistico della Brianza”, e nel 1962 la Rivista “Natura e Civiltà”. Fu un precursore dell’ambientalismo in Lombardia. Il suo celebre motto era “Difendiamo oggi il mondo di domani”. Dopo un lungo tratto di strada acciottolata alla sinistra del torrente Ravella, arriviamo ad un tornante che tralasciamo, scendiamo attraversando il torrente su un ponticello un cartello ci informa che stiamo per entrare nella Foresta Regionale di Canzo, il percorso è molto suggestivo e ricco di spunti fotografici. Ci soffermiamo ad ammirare una cascata petrificante, in cui si forma il cosiddetto tufo calcareo, attraversato un ultimo ponte, un ripido strappo ci porta a Terz'Alpe 800 m, magnifico il colpo d'occhio sui Corni di Canzo. Quest'antica cascina, nasconde nella corte interna un accogliente agriturismo, dietro all'edificio il sentiero prosegue e in breve arriviamo ad un bivio, dalla palina segnavia continuiamo diritti, segnavia n. 1, tralasciando la deviazione a destra segnavia n. 4, con il quale faremo ritorno. Entrati nel bosco iniziamo a salire per il ripido sentiero, arrivati quasi sotto alla parete del Corno Occidentale tralasciamo la deviazione a destra per la ferrata e in breve arriviamo ad una selletta, sopra sul ripiano erboso è situato un crocefisso, da qui il panorama è eccezionale dalle lontane montagne della Valtellina, al sottostante lago di Lecco. Causa il vento forte, dopo qualche minuto a malincuore abbandoniamo questo luogo fantastico e seguendo il sentiero arriviamo ad alcune baite ed in breve alla strada di servizio che seguiamo in salita per qualche decina di metri fino al rifugio S.E.V. - Società Escursionisti Valmadreresi 1239 m, inaugurato il 13 settembre 1964, fu costruito in cinque anni grazie all’impegno di tanti volontari che lavorarono nei fine settimana e nei mesi estivi, scendiamo verso la bella cappella dove ci concediamo una sosta ristoratrice. Rimessi gli zaini sulle spalle proseguiamo seguendo il segnavia n. 4 indicato dalla palina segnavia, passiamo sotto al rifugio per poi scendere accanto a torrioni e guglie in un ambiente classicamente dolomitico, arrivati alla bocchetta di Luera 1190 m circa, saliamo sulla sinistra raggiungendo in breve la croce del Corno Orientale 1232 m, mentre scatto foto in varie direzioni, Danilo è attratto dalla crestina sottostante e così senza troppe domande lo seguo, siamo nella parte finale del sentiero attrezzato O.S.A., sembra di camminare letteralmente nel vuoto....
Ritorniamo alla bocchetta da dove seguiamo il sentiero che scende ripidamente, la pioggia caduta nei giorni scorsi e il terreno instabile ci fanno procedere con cautela, arrivati alla sorgente Acqua del Fò 1000 m facciamo una piccola pausa. Dalla palina segnavia seguiamo le indicazioni per Terz'alpe, il sentiero continua in piano raggiungendo la Colma di Val Ravella, la sella è "scavata" nella roccia detta Rosso Ammonitico Lombardo. Ci sono varie paline segnavia, noi proseguiamo seguendo l'ampio sentiero, segnavia n. 4, passiamo in mezzo a un prato con grossi sassi "i Sass da la Funtana" 890 m. Aggirato a monte l'ampio pascolo di Terz'Alpe, arriviamo al bivio incontrato al mattino (segnavia n. 1), per la sosta pranzo decidiamo di proseguire diritti e attraversato il torrente arriviamo nella zona chiamata "Selvetta", si tratta di un piccolo ma prezioso castagneto da frutto l'unico rimasto in valle. Ridiscesi all'agriturismo di Ters'Alpe per concludere il nostro anello a otto scendiamo seguendo la "Via delle Alpi", percorrendo la strada acciottolata si può vedere il contrasto fra il fitto bosco di conifere sotto di noi e il luminoso bosco di latifoglie sopra alla strada. Dopo pochi minuti arriviamo ai ruderi di Second'Alpe 795 m dove sono ancora ben conservati i caratteristici caselli per i formaggi, costruiti lungo il ruscello, accanto ad un'antica fontana svetta verso il cielo un monumentale tiglio. Proseguiamo arrivando a Prim'Alpe, entriamo nella grande corte del nucleo rurale, da non perdere assolutamente il Centro Visitatori della Riserva Naturale Sasso Malascarpa, dove sono esposti pannelli informativi e reperti naturali specifici dell'area protetta riguardanti la geologia, la vegetazione e la fauna.
Ripresa la Via delle Alpi, scendiamo raggiungendo il parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. Escursione affascinante e ricca dal punto di vista naturalistico, fino a Terz'alpe adatta anche come primo approccio per i bambini che vogliono avvicinarsi a questo meraviglioso mondo che è la "MONTAGNA".
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

siamo in Lombardia o Trentino?

Terz'Alpe e i Corni

torrenti impetuosi...

Fabio e Danilo sul Corno Orientale

Nessun commento:

Posta un commento