Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 14 febbraio 2010

In Val d'Ayas tra antichi villaggi Walser

Lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio accanto alla chiesa di St. Jacques alla testata della val d'Ayas, risaliamo la stradina asfaltata fino al ponte sul torrente Evancon, superatolo indossiamo le ciaspole e iniziamo a salire a destra. Dopo pochi minuti attraversiamo un successivo ponte, proseguiamo in salita nel bosco, i raggi del sole filtrano creando strani giochi di luce, arrivati alla palina segnavia facciamo una piccola deviazione a sinistra verso le case di Fiery, dov'è lo storico albergo Bellavista, da dietro la piccola chiesa seguiamo una traccia che in breve si ricongiunge con il percorso precedentemente abbandonato. Attraversiamo i pascoli di Beau Bois, con una piccola deviazione si può vedere un rascard del XVIII secolo. Ritorniamo a salire all'interno del bosco, volendo si può abbandonare il tracciato principale e seguire percorsi diversi, l'importante è non spingersi troppo a destra dove il torrente scorre in un profondo canyon, ed ecco apparire come una valle incanta il Pian di Verra inf. 2039 m, è la seconda volta che vengo qui durante l'inverno e provo sempre una forte emozione, alzo gli occhi ma purtroppo le nuvole coprono le cime, ma bastano pochi secondi, una folata di vento gelido ed ecco apparire il Polluce 4091 m e subito dopo il Breithorn, purtroppo l'unico a rimanere nascosto è il Castore 4221 m salito l'estate scorsa, ai loro piedi si riescono a intravedere le grandi lingue dei ghiacciai con il loro coloro vedere/azzurro, uno SPETTACOLO. Svoltiamo a destra attraversiamo un ponticello e seguiamo la pista a destra in leggera discesa fino alla palina segnavia da dove sulla sinistra iniziamo a salire con decisione nel bosco. Arriviamo a circa quota 2104 m, da qui il percorso inizia a scendere arrivando alle prime case del villaggio walser di Résy dove si trova il rifugio G.B. Ferraro (http://www.rifugioferraro.com/). Ad accoglierci c'è Fausta la padrona di casa famosa in tutta la valle per la sua ottima cucina, l'interno del rifugio è accogliente ci si sente a proprio agio, anzi direi in pace con se stessi, iniziamo il pranzo con un tagliere di affettati, tra cui dell'ottimo lardo, di seguito la "polenta dei vecchi", polenta con patate e fontina, una prelibatezza del palato, accompagnata con dello stufato ai funghi e del barbera per dissetarci, naturalmente non poteva mancare il formaggio e il doce, la cui scelta era tra la crostata e la torta di mele, per finire caffè e genepy (17 euro a persona). Il pensiero di dover scendere ci rattrista, anche perchè il sentiero che dobbiamo intraprendere è ripido e in alcuni tratti ricoperto dal ghiaccio, ma poco importa tra una risata e l'altra scendiamo e in men che non si dica eccoci di nuovo a St. Jacques, una gran bella giornata in montagna...
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Danilo, Deborah e Fabio

Pian di Verra inf. 2039 m

rifugio Ferraro 2070 m

uno volta c'era lo steccato...!!!

Danilo - Deborah - Fabio - Franco - Luisa

anche in val d'Ayas ci sono i folletti!!!

Nessun commento:

Posta un commento