Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto
Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern
domenica 28 settembre 2008
Lago d'Inferno, un vero paradiso
Da Morbegno con la statale 405 raggiungiamo Gerola 1050 m, (14,5 km da Morbegno) centro di una delle due Valli del Bitto (l’altra è quella di Albaredo), il Bitto 'Bitu' che significa perenne, è un formaggio italiano a Denominazione d'Origine Protetta (DOP), viene prodotto esclusivamente nei mesi estivi e nei pascoli d'alta quota. Dopo il cimitero si svolta a destra e sempre su strada asfaltata si arriva a Laveggiolo 1471 m dove lasciamo l'auto nel parcheggio. Sono le 9.30, l'aria è frizzantina e attorno le montagne sono imbiancate dalla recenti nevicate, un vero spettacolo! In una bacheca sono posti alcuni pannelli informativi, il sentiero inizia poco più avanti dove una palina segnaletica indica i vari percorsi da intraprendere. Si inizia a salire su una strada sterrata, poco dopo incontriamo sulla sinistra un sentiero indicato da una palina, si scende per un breve tratto, poi quasi in piano passiamo accanto ad alcune baite, raggiunto un torrente lo superiamo grazie a un rudimentale ponticello fatto con dei tronchi di legno. Il sentiero ora inizia a salire ripidamente, alcuni gradini di pietra ci agevolano la salita e dopo alcuni tornanti raggiungiamo la strada sterrata che avevamo precedentemente abbandonato. In leggera salita continuiamo sulla strada sterrata, poco prima di una baita in un tratto quasi in piano sulla destra inizia il sentiero, su un sasso viene riportata la scritta "rifugio". La salita si fa presto ripida entrando in un bel bosco di larici, usciti all'aperto un tavolo con le panche ci invita ad una breve sosta. Sul versante opposto possiamo vedere le due dighe dei laghi di Pescegallo e di Trona, in questa zona lo sfruttamento delle risorse idriche per la produzione di energia elettrica è davvero notevole, anche se purtroppo i tralicci dell'alta tensione deturpano il paesaggio. Il sentiero prosegue in piano, si riesce a vedere ora anche la terza diga, quella del lago d'Inferno, dopo una breve discesa il sentiero prosegue a mezza costa, una curiosa mappa su un masso ci indica le varie direzioni, Laveggiolo, Gerola e Trona. Attraversiamo un torrente, risaliamo per qualche metro, poi in piano raggiungiamo il rifugio Trona Soliva 1907 m, il rifugio è ricavato dalla ristrutturazione della vecchia Casera di Trona, sul versante sinistro orografico della Valle della Pietra. Il sentiero prosegue attraversando tutto l'altipiano, alternando brevi salite a tratti in piano, regalandoci continue emozioni. Passando vicino a una baita ristrutturata incontriamo alcuni splendidi cavalli allo stato brado, accarezzandone uno sembra quasi che mi voglia sussurrare qualcosa... Arrivati a un bivio seguiamo i segnavia a sinistra per il Pizzo dei Tre Signori lasciando a destra quello per la bocchetta di Trona, il sentiero sale attraverso una zona rocciosa, passa un tratto leggermente esposto e arriva ai ruderi delle antiche cave di ferro. Passando sopra al lago d'Inferno rimaniamo meravigliati dal colore blu intenso in cui si specchiano le cime attorno coperte dalla neve, camminando sempre sulle rocce arriviamo finalmente alla bocchetta di Varrone 2126 m. Decidiamo di proseguire seguendo le indicazioni poste sulla palina segnavia, anche se il sentiero è coperto parzialmente dalla neve si riesce comunque a salire velocemente, dopo circa 20 minuti raggiungiamo la bocchetta di Piazzocco 2224 m, purtroppo sull'altro versante le nuvole coprono il panorama circostante, vista l'ora decidiamo di mangiare. Prima di scendere risaliamo il versante alle nostre spalle arrivando a quota 2300 m circa, dove è stata messa una piccola croce in memoria di Arturo Tagliabue, il panorama è davvero fantastico, dalle nuvole ecco uscire il massiccio del Disgrazia 3678 m e la cima del Pizzo Badile 3308 m. Scendiamo ritornando alla bocchetta di Varrone, seguendo il sentiero a sinistra in pochi minuti raggiungiamo il rifugio Falc 2120 m (Ferant Alpes Letitiam Cordibus, cioè Le Alpi portino letizia ai cuori), il rifugio è aperto ma in fase di ristrutturazione. Inaugurato il 18 settembre 1949, deve la sua costruzione all'iniziativa dell'Omonima Società Alpinistica Milanese. Purtroppo la giornata volge al termine e la via del ritorno è lunga, con un po' di tristezza ci rimettiamo in cammino, un luogo davvero molto affascinante per cui vale la pena di ritornare magari per salire al Pizzo dei Tre Signori...
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Val Gerola
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23010 Gerola Alta SO, Italy
Vivere la montagna, come una passione che va al di là dell'aspetto sportivo, ricercando quelle emozioni nascoste dentro di noi...
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