Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 31 agosto 2008

Dal passo della Rossa all'Albrunpass...uno sguardo oltre confine...

sabato 30 agosto 2008
Devero 1631 m - Canton - A. Campello - Passo della Rossa 2474 m - Binntal (Valle del Binn) - Fäld/Im Feld 1547 m - Fiesch
DISLIVELLO: 843 m in salita - 927 m in discesa
Lasciamo la macchina nel parcheggio dell'alpe Devero (10 euro/2 giorni), la giornata è fantastica e il sole già si fa sentire, arrivati al ponte seguiamo le indicazioni per il rif. Castiglioni, percorriamo la piana del Devero arrivando in breve in località Canton. Un cartello ci indica chiaramente la direzione da seguire (segnavia n. 45), passate alcune case il sentiero attraversa una zona di massi erratici , alcuni di enormi dimensioni, dopo un breve tratto di strada sterrata riprendiamo il sentiero sulla sinistra che in breve arriva all'alpe Campello. Ci alziamo nel rado bosco, puntando verso il torrente della Rossa, superiamo una piccola placca rocciosa dove sono state collocate alcune catene di sicurezza, il sentiero sale ripidamente arrivando al Piano della Rossa 2051 m. Dal cartello segnavia si prosegue sulla destra, con una serie di tornanti ci si porta sotto alla parete rocciosa, che superiamo agevolmente grazie a una scala metallica lunga circa 8 metri e alcune catene di sicurezza, risalite alcune facili cenge sbuchiamo sull'ampia conca. Accanto a un piccolo laghetto sotto alla Punta della Rossa 2887 m, o Rothorn (Corno Rosso) come la chiamano gli svizzeri ci fermiamo a pranzare. Il paesaggio attorno è fantastico, giganteschi massi di colore rossastro, un silenzio irreale rotto solo dall'eco dei nostri passi, sembra davvero di essere su un'altro pianeta. Riprendiamo il cammino in mezzo a grossi sassi facendo molta attenzione a dove mettere i piedi, i vari segni di vernice ci indicano la direzione da tenere, costeggiamo le acque cristalline di un laghetto e con una breve salita arriviamo al Passo della Rossa o Geisspfadpass 2474 m, dove alcuni cippi segnano il confine di stato. Scendiamo in territorio elvetico, costeggiamo sulla destra il lago Geisspfadsee 2439 m, mentre l'altro lago più piccolo lo Zuesee lo vediamo solo da lontano, dopo una breve salita scendiamo in una valletta piena di detriti alla cui uscita possiamo ammirare i ghiacciai del Vallese, tra cui intravediamo l'Aletsch che con i suoi quasi 23 km è la più lunga lingua glaciale delle Alpi. Con una lunga diagonale fra sassi e macereti scendiamo velocemente di quota, arrivando sulla piana di Manibode 2026 m, un tempo ricoperta da un lago poi prosciugatosi. Attraversiamo il torrente Masserbach su un ponte di tronchi, poco dopo ci inoltriamo in un meraviglioso bosco di grandi larici e abeti. Arrivati ad una palina segnavia ci accorgiamo che siamo in ritardo sulla tabella di marcia e che il bus per Fiesch non riusciamo più a prenderlo, dopo un breve consulto decidiamo quindi di seguire le indicazioni per Fäld/Im Feld. Raggiunta una stradina asfaltata notiamo un bel percorso geodidattico, arrivati nel piccolo paese di Fäld/Im Feld, Sabino che sa parlare molto bene il tedesco chiama il servizio taxi (8.75 euro per persona), in poco meno di 10 minuti ecco il pulmino, caricati i bagagli ci dirigiamo verso Fiesch-Eggishorn. Arrivati all'Hotel Schmitta una signora molto gentile ci da il benvenuto mostrandoci le camere, dopo la meritata doccia con Danilo e Silvio decidiamo di visitare il centro storico dove ammiriamo le tipiche costruzioni vallesi scurite dal sole e dal tempo. La fame si comincia a farsi sentire, dopo tanta fatica anche lo stomaco ha le sue esigenze, ci sediamo all'esterno dell'hotel, sono le ore 20.15 ma la temperatura è davvero gradevole, ordiniamo insalata mista condita con una salsa davvero molto gustosa, bistecca di maiale ai ferri (alta circa 1 cm!) con patatine fritte e verdure lessate, formaggio, gelato e caffè, per digerire andiamo verso la stazione per vedere gli orari del bus-postale che l'indomani dovrà portarci a Brunnebiel nell'alta valle del Binntal.
GUTE NAIHT (buona notte)
domenica 31 agosto 2008
Fiesch - Binntal (Valle del Binn) - Brunnebiel 1843 m - Binntalhutte 2269 m - Bocchetta d'Arbola (Albrunpass) 2409 m - Crampiolo - Devero
DISLIVELLO: 565 m in salita - 778 m in discesa
Dopo l'abbondante colazione, saldiamo il conto all'Hotel (dormire-colazione-cena 58 euro a testa), saliamo sul postale in perfetto orario ore 8.55 (14 euro a testa), durante il viaggio il bus si riempe completamente, raggiunto Binn cambiamo mezzo e saliamo su un pulmino identico a quello del giorno prima. Arrivati a Brunnebiel 1843 m, seguiamo la rotabile costeggiando il torrente Binna, Kiran scatta foto a raffica anche se il tempo purtroppo non è bello come la giornata precedente, la salita non è faticosa, passiamo l'alpe Freichi 1883 m e raggiunta una palina segnavia seguiamo sulla destra il sentiero, attraversato su un ponte il Turbwasser risaliamo un ripido costone arrivando nel vasto ripiano di Blatt 2104 m, ormai siamo praticamente avvolti dalle nuvole, osserviamo come ancora alcuni tratti del sentiero lastricato siano ancora in un ottimo stato. Attraversiamo i pascoli alti di Oxefeld 2192 m, siamo totalmente immersi nella nebbia, ma ecco apparire come dal nulla la Binntalhutte 2269 m, ci fermiamo per coprirci, ormai il passo è vicino e quindi senza esitazione risaliamo l'ultimo pendio arrivando finalmente alla bocchetta dell'Arbola o Arbunpass 2409 m. Caduto in disuso agli inizi dell'800 con l'apertura della strada napoleonica del Sempione, il passo era molto frequentato e collegava il Ducato di Milano con il centro della Svizzera, l'Ossola al Vallese, Baceno ad Ernen. Dopo una breve pausa pranzo, cominciamo a scendere lungo una valletta, alla palina segnavia seguiamo le indicazioni per Crampiolo, tralasciando il sentiero per l'alpe Forno, appena usciamo dalle nuvole ecco apparire il lago di Pianboglio e poco più lontano il lago di Devero. Arrivati nella conca di Pianboglio 1996 m, attraversiamo il torrente su un ponte e in breve raggiungiamo un bivio, decido di seguire il sentiero di destra per Crampiolo, scendiamo verso la piccola diga seguendo i segni bianco-rossi, aiutati da una catena ci caliamo nei pressi di quello che rimane del muraglione, il sentiero si infila nella valletta costeggiando il Rio d'Arbola, si passa accanto ad alcuni ruderi fino ad arrivare al lago di Devero. Costeggiamo il lago sulla destra, durante il tragitto non possiamo non fermarci ad ammirare questo meraviglioso specchio d'acqua, dopo alcuni saliscendi attraversiamo il Rio di Valdeserta su un bel ponticello in legno e in breve arriviamo alla diga. Seguendo la strada di servizio raggiungiamo in un attimo Crampiolo 1767 m, ci dirigiamo da Fiorella all'agriturismo Crampiolo per la nostra meritatissima merenda, Fiorella ci accoglie come sempre a braccia aperte offrendoci salumi, formaggi, sottaceti... Per il ritorno seguiamo la strada sterrata che in breve ci riporta al parcheggio delle auto.
Due giorni tra Italia e Svizzera a stretto contatto con la natura, percorrendo vie di transito storiche in luoghi dove sembra che il tempo si sia fermato e dove il silenzio porta l'uomo a meditare sul proprio futuro.
I miei compagni di merenda... Deborah, Danilo, Silvio, Kiran, Sabino, Elena e Paola.

Pian della Rossa

la scala...

Il Geisspfadsee

I ghiacciai del Vallese

domenica 24 agosto 2008

Tour del Gruppo Puez-Odle dal 18 al 24 agosto "Solo quassù so chi sono veramente"


...giorno dopo giorno sento le foglie cantare, le gocce tamburellare, l'erba sembra che mi sussurri qualcosa, mentre i ruscelli mormorano... Mi siedo per qualche istante chiudendo gli occhi... sembra che il vento mi stia sussurrando un segreto?!

L’imponente catena delle Odle, che in tedesco si chiamano Geisler, era cosi vicina da costituire una sfida. Ci trasmise quel senso dell’armonia che oggi, tra grattacieli e autostrade, non si può più trovare.
Reinhold Messner (La libertà di andare dove voglio)

Introduzione:
Partiti! Ci siamo tutti, anche la Debo con i suoi orecchini a forma di cuore e io (Paola), con tutti i miei pacchetti di fazzoletti di carta e soprattutto c'è Kiran, temevo un bidone dell'ultimo momento. Si viaggia tranquilli, anche se c'è un bel traffico per essere le 6.15... Per ingannare il tempo presento i partecipanti del trek, o almeno ci provo, l'operazione potrebbe risultare più difficile del previsto, chiederò la collaborazione dei compagni d'auto.
Piergiorgio (PG): mi dicono che è il più anziano e quindi dopo il capogita solo lui potrà assumere decisioni. L'anno scorso aveva detto "questo è l'ultimo anno" ed eccolo qui l'uomo roccia che affronta torrenti gelati, fa tutti gli sport del mondo (nuoto, sub, escursionismo, ginnastica), ci batte tutti in cucina e ci può avvellenare tutti se raccoglie qualche erba malefica.
Silvio: l'anno scorso è stato soprannominato Pisolo e questa mattina appena l'ho visto ha sbadigliato, è un uomo dalle gentilezze infinite e quando sei in crisi ti solleva il morale con le sue mitiche gelatine alla frutta.
Kiran: è il più giovane del gruppo, è una delle persone più speciali che abbia mai conosciuto. Alla sua giovane età (24 anni) ha una saggezza profonda, stranamente unita alla ingenuità di un bambino. Ha la testa tra le nuvole, si dimentica sempre le cose, fa delle foto stupende e ascolta sempre tutti (Kiran non ti gasare è solo pubblicità in caso che qualche ragazza legga il blog!).
Fiorenzo: è una delle new entry di quest'anno, mi dicono che è un buon conoscitore delle dolomiti oltre che una delle colonne della nostra sezione del CAI. Sua moglie non sa che terribile errore ha commesso dandogli l'OK per partecipare al trek, quando torna non lo riconoscerà più.
Franco: anche lui ottimo conoscitore delle dolomiti, lo invidio per i suoi pantaloni in Goretex antipioggia, volevo comprarli anch'io ma non c'era la misura. Quando sparisce si sa che va a leggere (dove trova posto nello zaino per i libri non si sa), che altro dire è un vero lord.
Paolo: finora l'ho visto solo alle gite di una giornata ma so che è un uomo da temere poichè la cosa che tutti mi dicono ripetutamente di lui è "tu non hai mai sentito Paolo russare!!!" Non sa quello che lo aspetta stanotte gli renderò il ben servito, russerò anch'io visto il raffreddore che mi è venuto ieri.
Flavio: è l'uomo che più volte ha chiesto di sposarmi nonostante abbia sempre detto di no. Grande tifoso interista, eccede in tanti sport e ha il fisico di un atleta, un consiglio: cercate di fare la doccia e lavare i denti prima di lui se c'è una sola postazione, altrimenti potreste attendere a lungo.
Roberto: uomo con una profonda passione per la montagna, non dice molte parole ma si vede che quando sale di quota è felice e gli si illumina lo sguardo. Anche lui ottimo chef, ci ha incantato con le sue torte salate. Pare che anche lui dovrà avere un posto nel reparto russatori.
Deborah: la sua partecipazione è stata in forse fino all'ultimo minuto, meno male ce l'ha fatta, è l'unica che può dare qualche...."consiglio" al capogita. E' una ragazza dolcissima, sa fare ottime torte (Debo, per favore, fatti dare qualche ricetta di dolci locali!) ed è un'artista con ricamo, uncinetto e ferri. Ha i riflessi mille volte più sviluppati di me quindi attenti perchè ha già capito quello che state pensando prima che voi pensiate.
Danilo: dovrà gestire tutti i soldi che ci siamo portati appresso perciò occorre usare la massima deferenza, poichè chi ha il denaro ha il potere! Si arrampica come un gatto su pareti di montagna, tetti di casa, letti a castello ed eucalipti in giardino. Fa sempre precisissimi calcoli matematici, ma se beve il vino forse si confonde un po'.
Anna: la conosco dal lontano 1994 (come eravamo giovani, sigh!!!) a causa di una gita in montagna dove io aspettavo seduta su un sasso il mio ex marito. E' una grande sportiva (ha fatto lo Stelvio in bicicletta, scia benissimo e nuota tantissimo) e conosce bene il Tedesco, perciò se c'è da mandare a quel paese qualcuno lo facciamo fare a lei, poichè in tedesco mi sebra più incisivo.
Alessando: idem per il 1994. E' un simpaticissimo bolognese che ci allieterà con le sue barzellette e punzecchianti battute. Grande maratoneta, potrebbe distaccarci tutti nel percorso tranne nel preciso istante in cui soffrirà di vertigini. Potrei dire che anche lui ha qualche libro nello zaino, ma non so se avrà il tempo di leggerlo poichè deve aiutarmi a scrivere il diario.
Il capogita cioè Fabio: il mio incontro con lui è stato tra i più fortunati della mia vita, nonostante sia un gran brontolone è un mio grande amico, potrei dire un maestro di vita. Spero che in questo trek ci siano belle giornate di sole perchè se lo merita visto che ha organizzato tutto per benino ed è riuscito a trascinarci in questa nuova avventura.
Poi ci sono io Paola: incaricata ufficialmente dal capogita di scrivere il diario. Per capire chi sono basta riflettere sul fatto che ho passato tutto il viaggio a scrivere. So che state pensando "serve uno psicologo o un psichiatra?" Come suggerisce Danilo citanto Julius Kugy "Io so chi sono quassù".

Tappa n. 1 - Lunedì 18 agosto
Rifugio Zannes (1685 m) - Sas Rigais (1689 m) - Gampenalm (2062 m) - Rifugio Genova (2297 m) - Passo Poma (2340 m) - Forcella de Putia (2357 m) - Zendleser Kofel (2422 m)
Sentieri: 32 - 4/35/Alta Via n. 2 - GM "Sentiero Gunther Messner". Difficoltà: E
Descrizione tratta dal diario...


Tappa n. 2 - Martedì 19 agosto
Rifugio Genova (2297 m) - Passo Poma (2340 m) - quota 2421 m - Forcella del Furcia (2293 m) - quota 1868 m - Sentiero delle Odle (Adolf Munkel-Weg) - Rifugio Malga Brogles (2045 m) - Passo di Brogles (2119 m) - Forcella S. Pietro (2280 m) - Eur de Bredles (2154 m)
Sentieri: 3/Alta Via n. 2 - 33 - 35/Adolf Munkel-Weg/28. Difficoltà: E
Descrizione tratta dal diario...


Tappa n. 3 - Mercoledì 20 agosto
Rifugio Malga Brogles (2045 m) - Forcella Pana (2590 m) - Trojer (2271 m) - Rifugio Firenze in Cisles (2037 m) - Plain Ciautier (2263 m) - verso la Forcella de Mesdi quota circa 2400 m
Sentieri: 6 - 2b - 1 - 13. Difficoltà: EE
Descrizione tratta dal diario...


Tappa n. 4 - Giovedì 21 agosto
Rifugio Firenze in Cisles (2037 m) - Ciamps - Forcella Forces de Sieles (2505 m) - Rifugio Puez (2475 m) - Forcella de Ciampei (2366 m)
Sentieri: 2/3 - 2/4/5 - 2/4 - Alta Via n. 2. Difficoltà: EE
Descrizione tratta dal diario...


Tappa n. 5 - Venerdì 22 agosto
Rifugio Puez (2475 m) - Piz de Puez (2913 m) - Col de Puez (2725 m) - Ciampani (2668 m)
Sentieri: 1-11. Difficoltà: E
Descrizione tratta dal diario...


Tappa n. 6 - Sabato 23 agosto
Rifugio Puez (2475 m) - Forcella de Puez (2571 m) - Munt de Antersasc (2085 m) - quota 1500 m - Seres/Tlisöra Speck Stube (1568 m) - Val di Mulins - Passo Poma (2340 m) - Rifugio Genova (2297 m)
Sentieri: 6 - 9 - 4. Difficoltà: E
Descrizione tratta dal diario...


Tappa n. 7 - Domenica 24 agosto
Rifugio Genova (2297 m) - Gampenalm (2062 m) - Rifugio Zannes (1685 m) - Visita alla città di Bressanone
Sentieri: 35 - 32/33 - 33. Difficoltà: E
Descrizione tratta dal diario...


...e l'avventura continua...






sabato 16 agosto 2008

Il vecchio e il nuovo rifugio Andolla 2061 m

Non mi sembra vero dopo la giornata di ieri catterizzata da temporali di forte intensità, oggi la giornata si presenta davvero magnifica, non c'è nemmeno una nuvola in cielo...da non credere.
Percorriamo la valle Antrona per circa 15 km vino ad arrivare all'alpe Cheggio 1497 m, l'auto la si può lasciare alla fine della strada in uno spiazzo, poco prima della diga. Una palina segnaletica ci indica le varie destinazioni con i tempi di percorrenza, rifugio Andolla 2 ore. Attraversiamo la diga spostandoci sul lato opposto, il sentiero rimane alto sul lago di Cheggio regalandoci deliziosi scorci panoramici. Tralasciamo il bivio a sinistra per la Forcola, poco dopo ci fermiamo a una deliziosa fontana ricavata da un tronco di larice e dopo un tratto aereo ma ben protetto da corrimano, arriviamo al termine del bacino. Attraversiamo il torrente Loranco su un ponte di legno, continuiamo ora sulla sinistra idrografica del torrente, arriviamo all'alpe Piana Ronchelli 1578 m, dove ci accoglie una bella cappelletta distrutta da una valanga e ricostruita in una posizione più sicura. Il sentiero inizia decisamente a salire verso il fondo della valle, ci soffermiamo più volte ad ammirare il canyon dove il torrente scorre impetuoso, il rifugio ora si comincia a vedere ma è ancora molto lontano. A un bivio seguiamo il sentiero di destra, raggiungiamo i ruderi dell'Alpe inferiore di Andolla, percorriamo un valloncello dove scorre dell'acqua e con un lungo giro a mezzacosta raggiungiamo il rifugio Andolla 2061 m con gli omonimi alpeggi. Decidiamo di mangiare nel rifugio, dove ci viene servito un piatto di polenta con capretto alle olive, davvero molto buono, usciamo per prendere un po di sole, ma il tempo è già cambiato, nuvole minacciose si affacciano dal Pizzo Andolla 3656 m, per cui decidiamo di scendere percorrendo il percorso dell'andata.
Il rifugio Andolla si trova nell'alta Val Loranco, la sua storia risale a 83 anni fa, precisamente il 19 luglio del 1925 quando viene inaugurato il primo rifugio, un casolare in sasso con il tetto in piode. Negli anni 80 il CAI di Villadossola a fronte delle nuove esigenze degli escursionisti decide con coraggio di costruire un nuovo rifugio, l'inaugurazione avviene il 14 settembre del 1986 alla presenza di 1500 persone, la costruzione su due piani può ospitare fino a 71 persone, accanto il vecchio rifugio ora adibito a solo locale invernale, sempre aperto e dotato di 17 posti con stufa e fornello a gas. Escursione davvero molto piacevole, la valle Antrona sia dal punto di vista naturalistico che storico offre davvero molto, basti pensare alla "Strada Antronesca", che attraverso il Passo di Saas a 2838 m in alta Val Troncone collegava Villa con Visp nel Vallese, una valida alternativa allo storico Passo del Sempione.

Lago Alpe dei Cavalli o di Cheggio 1490 m

Ultimi passi verso il rifugio Andolla

L'alta Val Loranco

martedì 12 agosto 2008

Lago delle Streghe o lago Azzurro?

Partiamo dal parcheggio sotterraneo all'alpe Devero 1631 m che sono circa le 9.30, le previsioni meteorologiche questa volta sono a dir poco esattissime, molto nuvoloso, con pioggia lieve ma persistente, con peggioramento in giornata...ma noi ci spaventiamo per cosi poco!?! Coprizaino, ombrello e via che si parte..., devo dire che la montagna in certi luoghi come al Devero anche in giornate uggiose è davvero molto suggestiva. Appena si entra in Devero non si può non ammirare le caratteristiche case in legno scuro, dove sui balconi ci sono fiori di ogni tipo e colore, attraversiamo il ponte seguendo le indicazioni per il rifugio Castiglioni Enrico. Costeggiando un ruscello arriviamo alla località Canton, seguiamo il sentiero di destra (Sentiero Natura), ci si alza fra i prati e dopo un dosso si entra in un piccola valle detta il Vallaro, incontriamo anche alcuni simpatici asinelli uno dei quali nato da poco, sul percorso ci soffermiamo per qualche minuto a leggere i cartelli dove vengono spiegate alcuni aspetti del luogo, imparare cose nuove fa sempre piacere. Sabino è euforico e non fa altro che ripetere che secondo lui il Devero è uno dei luoghi più belli che abbia mai visto e pensare che non c'è nemmeno il sole, fatevi voi un'idea... Dopo alcune baite si incontra sulla sinistra l'indicazione per visitare una fornace per la calce (5 minuti), naturalmente andiamo, anche questo fa parte della cultura alpina... Ritorniamo sul sentiero principale, dopo una decina di metri incontriamo una palina segnaletica, seguiamo sulla sinistra le indicazioni per il lago delle Streghe, dopo una breve salita il sentiero comincia a scendere arrivando nella piccola conca circondata da larici e pascoli ben curati dove è adagiato il Lago delle Streghe o lago Azzurro (1770 m). Un vero dilemma per i cartografi svizzeri è il primo, mentre per noi italiani è il secondo, certo che come fantasia non è che ci si è sforzati molto, bianchi, neri, verdi, rossi di laghi colorati le Alpi ne sono piene e cosa dire poi di tutte le fate e streghe che si sono dovute scomodare. Nel nostro caso, si racconta di una strega trasformata in un tronco..., certo che ha Paola una cosa strana gli è successa dopo aver scattato la foto al lago, la macchina fotografica si è rifiutata di salvarla... Torniamo a cose più serie, un pannello ci informa della presenza del Tritone alpestre (Triturus alpestris), personalmente non l'ho mai visto, dicono che assomiglia molto a una salamandra, chissà che un giorno avrò il piacere di incontrarlo!?! Continuiamo a seguire il sentiero arrivando pochi minuti dopo all'alpe Crampiolo, saliamo verso la diga seguendo la sterrata di servizio, arrivati al lago di Devero o Codelago (1870 m circa), la pioggia aumenta di intensità, per cui rinunciamo a fare il giro del lago, propongo comunque un'alternativa per ritornare a Crampiolo. Attraversiamo la diga e seguiamo il sentiero che sale sopra alla casa del custode, sempre su buone tracce andiamo verso una cappella, dove scattiamo una foto di gruppo, con attenzione seguiamo il sentiero, in alcuni tratti sono state predisposte alcune funi e catene di sicurezza. Arriviamo a una piccola diga, scendiamo sotto di essa raggiungendo in breve la sterrata, una palina segnaletica ci indica la direzione da seguire. Sono circa le 12.30, Crampiolo è avvolto dalla nuvole, senza indugiare andiamo a mangiare dalla mitica Fiorella, presso l'Agriturismo Crampiolo, il figlio gentilmente ci fa accomodare, nel frattempo arriva anche il marito Adolfo che cordialmente ci saluta. Si inizia con gli ottimi gnocchi all'ossolana, oppure con il ragù (VOTO 10), per secondo decidiamo per un tagliere di salumi (VOTO 10 ad Adolfo - 10+ ai sui maiali), Sabino invece preferisce il roast beef (OTTIMO), Paola adirittura fa la scarpetta a ogni piatto, sono talmente puliti che non serve nemmeno lavarli...il resto dovete venire a scoprilo... Fuori continua a piovere vorremmo restare in questo piccolo paradiso ma purtroppo dobbiamo tornare a casa, salutiamo Adolfo e Fiorella, per il ritorno seguiamo il sentiero dietro all'agriturismo che ci riporta sulla piana del Devero, una piccola riflessione scusatemi ma devo assolutamente farla, con il sole è certamente piacevole camminare, ma credetemi anche se leggermente bagnati oggi abbiamo trascorso una bella giornata, la montagna è anche questo...

lago delle streghe o lago Azzurro?

Sabino - Paola - Silvio

l'amico asinello

il lago di Devero (o Codelago)

lunedì 4 agosto 2008

Tour Ponton 3000 metri di rara bellezza

Mulattiere reali, laghi alpini, casermette....la valle di Champorcher è uno scrigno a cielo aperto, pieno di tesori che ha solo bisogno di essere scoperti.
Partiamo dal parcheggio di Dondena 2107 m, raggiungibile tramite una strada sterrata lunga circa 4 km. Sono le 9.30 e la giornata dal punto di vista meteorologico è stupenda, nel piccolo parcheggio ci sono parecchie auto, abbiamo anche notato che molti hanno preferito lasciarle lungo la strada, idea da non sottovalutare! Vicino alla palina segnaletica, ci sono anche alcuni pannelli informativi, particolarmente bello quello in cui ci segnala che siamo all'interno del Parco del Mont Avic. Seguiamo i segnavia 7-7B-7C-AV2, dopo aver attraversato su un ponte il torrente Ayasse, passiamo accanto ai ruderi dell'ex Albergo Alpino, la strada poderale inizia a salire raggiungendo dopo circa 15 minuti il rifugio Dondena 2192 m, ricavato da un'ex casa di caccia reale costruita tra il 1858 e il 1860. Proseguiamo la salita ammirando la maestosità della valle, che salendo si apre come un grande palcoscenico, arrivati al primo bivio abbandoniamo la strada poderale, per seguire a destra i segnavia 8-8B-8C. Attraversiamo nuovamente il torrente Ayasse su un ponticello in legno, dopo un breve tratto pianeggiante la mulattiera sale decisamente ad ampi tornanti, al seguente bivio proseguiamo sul sentiero a sinistra contrassegnato col numero 8 (a destra si sale verso il Mont Glacier, segnavia 8C). Arrivati sulla mulattiera di collegamento tra il colli Fénis e Fussy, continuiamo a sinistra verso la testata della valle, non possiamo non notare mentre camminiamo le antiche lastricature,i muretti e alcuni passaggi su terrapieni, il percorso continua a mezzacosta alla base del Col Moutsaillon, ci soffermiamo più volte osservando la conca del Miserin. Arrivati a un bivio, notiamo un cippo del 1889, continuiamo sull'antica mulattiera (segnavia 8), utilizzata da Vittorio Emanuele II per le sue battute di caccia, pochi metri sotto di noi il Lac Pontonnet 2717 m. Con un paio di tornanti arriviamo alla casermetta militare del Col Fénis 2857 m, al culmine della Val Clavalitè. Purtroppo non possiamo non citare lo scempio dei tralicci dell’elettrodotto Superphènix... Sono circa le 11.30 ore e una sosta è davvero indispensabile, bisogna ricaricare le pile per l'ultima salita, continuiamo per un breve tratto seguendo la mulattiera fino al Col Pontonnet 2897 m con il suo caratteristico muretto. Sulla sinistra inizia il ripido sentiero verso la cima, porre attenzione ai vari ometti disseminati lungo il percorso, Danilo innesta il turbo e con passo deciso si allontana..., arriviamo sulla cima del Tour Ponton 3101 m, la fatica e largamente ricompensata dalla maestosità del panorama, il Gruppo del Rosa, il Gran Paradiso, il Monte Bianco e la parete sud della Tersiva. Ci fa compagnia un simpatico un gruppo di bergamaschi, ne approfittiamo per farci fare la classica foto di gruppo, a malincuore decidiamo di scendere, ripercorrendo il medesimo percorso, fino al bivio incontrato al Lac Pontonnet, dove svoltiamo a destra (segnavia 7C), contorniamo la riva del lago e superato l'emissario scendiamo verso il centro del vallone, dopo il Lac Blanc incontriamo la carraia proveniente dal fondovalle segnavia 7B, svoltiamo a destra e dopo pochi metri abbandoniamo il sentiero principale che sale verso la Fenetre de Champorcher, per seguire la traccia di sentiero sulla sinistra. Costeggiamo la sponda del Lac Noir 2551 m, dove alcuni turisti stanno sdraiati a prendere il sole, tra verdi praterie dolcemente arriviamo alla conca dove è adagiato il lago Miserin 2578 m, racchiuso tra i monti Rasciàs, Rosa dei Banchi, Punta d'Asgelas, Cima Peradzà, Bec Costazza e Truc del Lago, uno dei più vasti e spettacolari della Valle d'Aosta, gli si affianca il santuario della Madonna della Neve che risale all'anno 1630 e il rifugio Miserin gestito dalla Parrocchia di Champorcher, nato dalla ristrutturazione di un vecchio ricovero, destinato ai pellegrini in visita al santuario, il 5 agosto ricorre la festa del santuario, di cui ho avuto la fortuna di aver partecipato più di un anno, avevo circa quindici anni... ma il ricordo di quelle giornate mi è rimasto profondamente inciso nella mia testa! Seduti all'esterno del rifugio finalmente consumiamo il meritato pranzo, vicino c'è anche una fontana da cui esce un'acqua freschissima, Danilo coglie l'occasione per abbronzarsi qualche minuto, Paola invece per proteggersi dal sole entra nel rifugio adibito a ricovero d'emergenza. Per il ritorno decidiamo di seguire la strada poderale, all'inizio si può accorciare il percorso scendendo lungo il sentiero segnato da frecce gialle.
Arriviamo alla macchina stanchi ma contenti di aver trascorso una giornata davvero eccezzionale, certo il percorso richiede un discreto allenamento, il dislivello è di circa 1000 metri, mentre lo sviluppo è di poco inferiore ai 19 km.

Foto di gruppo

Il Lago Miserin con il Santuario della Madonna della Neve

Mulattiera Reale - a sinistra il Tour Ponton

La conca del Miserin