Raggiungiamo gli amici Patrizia e Giuseppe a Ivrea, oggi siamo diretti nella Valle di Champorcher, la prima valle che si incontra sulla sinistra entrando in Valle d'Aosta, in macchina oltre a Deborah, ci sono anche Danilo, Silvio e Piergiorgio. La partenza dell'escursione e il villaggio di Outrelève 1230 m che si raggiunge tramite la carrozzabile Pontboset-Champorcher, deviando sulla sinistra all'altezza di un tornante. Lasciamo le auto nel parcheggio prima del paese, dopo poche decine di metri sulla destra inizia il sentiero, oltre alla classica segnaletica, ci sono anche due pannelli informativi sui sentieri della zona, sono le 9.15 ma il caldo si fa già sentire. L'inizio della salita è veramente piacevole, l'antica mulattiera è ancora in perfette condizioni, tanto da generare emozioni d'antan, alla cappella di Cret 1297 m, incontriamo alcune mucche impegnate a fare colazione... Arrivati all'alpe Porte 1344 m, facciamo una leggera deviazione andando a conoscere il vecchio frassino che con i suoi 250 anni è entrato a pieno diritto nell'elenco delle piante monumentali della Valle d'Aosta. Il sentiero prosegue tra muretti a secco e tratti lastricati, mentre in fondo al vallone scorre il torrente creando delle suggestive cascatelle che a loro volta formano delle pozze d'acqua, una gran voglia di andare a rinfrescarci ci assale, ma ligi al nostro dovere continuiamo... Arriviamo al bivio dove sulla sinistra si prosegue per la val de la Leigne, mentre sulla destra inizia il vallone di Vercoche, dopo pochi minuti arriviamo all'alpe Ourty 1525 m, dove all'ingresso c'è un grosso arco in legno con inciso sopra il nome dell'alpeggio. Qualche decina di metri prima si svolta decisamente a destra, risalendo il versante della montagna, dall'alto osserviamo come ancora l'alpeggio sia in piena attività. Il sentiero sale ripido nel bosco, mentre il torrente sprofonda in un orrido, all'altezza di un ponticello la valle si allarga in un idilliaco pianoro. Notiamo un gregge di pecore che a modo loro sembrano darci il benvenuto, camminiamo in direzione dell'alpe Vercoche a 1866 m, dove a salutarci c'è Floriano un simpatico pastore. Dopo i consueti saluti ricominciamo a salire proprio dietro all'alpeggio, il sentiero continua in falsopiano, attraversiamo il torrente su un ponte formato da grossi sassi, lentamente cominciamo a salire, arrivati quasi in fondo alla valle, il sentiero sale ora ripidamente sulla destra, ci chiedevamo quando cominciava la vera salita, ed ecco che la risposta è arrivata immediatamente...!!! Dopo una breve diagonale sulla sinistra giungiamo al crocevia con il sentiero proveniente dalla telecabina del Laris, ma il vero spettacolo e pochi metri più avanti, il lago Vercoche m 2216, adagiato in una conca selvaggia, dominato dal Becco Mollère e dalla Punta di Voréa. Oggi la fatica è stata largamente gratificata, sono le 12.30 e la fame si comincia a sentire, purtroppo il tempo sta cambiando e alcune nuvole cominciano a farsi minacciose, decido quindi di scendere fino alla casetta dei guardiani, dove una parte è stata adibita a ricovero per gli escursionisti. Attraversiamo la piccola diga che non arriva nemmeno ai 2 metri di altezza, in compenso il lago può raggiungere la portata di 1,1 milioni di metri cubi d'acqua (sommando anche la capacità del lago Piana), mentre la sua profondità è di ben 28 metri. Appena iniziamo a mangiare cominciano a cadere le prime gocce, decidiamo che è meglio rifugiarsi nel ricovero, all'interno oltre a noi sette arrivano anche altri quattro escursionisti, il locale è abbastanza grande, oltre al tavolo con le panche, ci sono anche quattro letti a castello, una stufa a legna e vari suppellettili. Rimaniamo all'interno circa una mezz'ora, nel frattempo Silvio riesce anche ha schiacciare un pisolino... Non piove quasi più, ne approfittiamo per iniziare a scendere, dopo la consueta foto di gruppo scattata gentilmente da una delle ragazze del gruppo che ci ha fatto compagnia nel ricovero. Il primo tratto di discesa lo affrontiamo con cautela, oltre alla notevole pendenza, ha ricominciato anche a piovere, per cui si rischia di scivolare, superato il tratto più rognoso ecco uscire il sole, ne approfittiamo subito per alleggerirci, durante la via del ritorno qualche goccia di pioggia cadrà ancora ma niente di veramente serio. Arriviamo all'alpe Vercoche dove Floriano con grande cortesia e simpatia ci invita a bere un caffè e non solo, ci offre anche dell'ottima grappa, noi naturalmente non possiamo fare altro che accettare e accomodarci. Ci racconta che lui proviene dalla provincia di Biella, gli è stato chiesto di sfruttare l'alpe gratuitamente, l'unica spesa da lui sostenuta è il trasporto delle pecore, naturalmente ha accettato, ma le sue montagne di casa gli mancano. Scopro anche che sua nonna e nata a Forni di Sopra, naturalmente mi fa molto piacere visto la mia discendenza friulana. Prima di salutarci ci mostra la struttura recentemente ristrutturata, con tanto di bagno con doccia, l'unica cosa che manca è l'allacciamento dell'acqua, gli chiedo se vuole fare una foto con noi e naturalmente Floriano accetta più che volentieri. Scendiamo euforici non so se per la grappa che abbiamo bevuto, o per aver trascorso una giornata davvero fantastica, la montagna come sostengo da sempre va vissuta in tutti i suoi aspetti, soprattuto quelli umani. Alcuni dati tecnici: 1000 metri di dislivello in salita in circa 3.00 ore, in discesa chi lo sa?!?...
Malati di Montagna
Insieme con Floriano
Lago Vercoche
Il pianoro dell'alpe Vercouche
...un momento di vero godimento...
Bel commento, fa venire voglia di andarci. Grazie.
RispondiEliminascoperta solo ora!
RispondiEliminaScendendo dopo un giro al Laago Miserin
Prossima settimana ci vado
Ciao