Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

lunedì 26 novembre 2007

...incontro con il guardiaparco...

Prima uscita sulla neve, dove andare? Decidiamo di andare il val di Rhemes, una delle valli del Parco Nazionale Gran Paradiso. Lasciamo l'auto nella piazza della chiesa di Rhemes Nottre Dame, appena scesi dall'auto ci accorgiamo che il fondo è completamente ghiacciato. Ci dirigamo verso il ponte che attravesa il torrente, dove dei cartelli segnaletici ci indicano la direzione da tenere, indossiamo subito le ciaspole e cominciamo a silire verso l'Alpe di Chaussettes. Il percorso è abbastanza evidente e molto bello, Paola ci fa notare che ricorda molto i paesi della lapponia, ma senza le renne! Arriviamo nei pressi della pista da sci ma la traccia scompare, ne risalgo un pezzo ma non trovo ne segni ne cartelli, decido di ritornare indietro, per cercare un percorso alternativo. Dopo circa 15 minuti incontro una traccia di sentiero che prosegue in direzione nord-est (in seguito scopro che è un vecchio canale per l'irrigazione che non viene più utilizzato, ma che hanno deciso di inserirlo sistemarlo e inserirlo come sentiero). Dopo circa 30 minuti vedo le prime tracce di ciaspole che salgono il versante della montagna, seguendo l'evidente segno giallo sulle rocce. Consulto la cartina e mi accorgo che è il sentiero che sale al casotto de Sort e che avevo deciso di fare al rientro del mancato giro ad anello!?! Seguo le tracce nella neve che salgono ripidamente il versante della montagna, mantengo un passo veloce raggiungendo la persona che mi ha aperto la pista, è una simpatica signora. Mi porto subito avanti, ora tocca a me battere la pista, dopo circa 15 minuti raggiungo il casotto dove ci aspetta il marito della signora, un simpatico guardiaparco e il suo cane Orsetta che subito ci accoglie affettuosamente. Mi accorgo che dietro di me si è creato il vuoto, ma ecco che arriva PG, gli chiedo dove sono tutti gli altri e mi dice che stanno arrivando, tolgo lo zaino e scendo per vedere se va tutto bene, incontro Fabio che ormai è arrivato, più sotto vedo mia moglie Deborah che sta salendo, Danilo e Paola sono fermi, Paola aveva bisogno urgentemente di carburante, ecco che arrivano anche Patrizia e Giuseppe, Patrizia mi dice che è stanca, le dico che ormai manca veramente poco!!! Siamo tutti al casotto de Sort contenti del panorama e della stupenda salite nel bosco, il guardiaparco apre il casotto e ci porta fuori delle sedie, mangiamo e ci riposiamo sotto i raggi caldi del sole. Orsetta è davvero un simpatico cane, porta degli occhiali da sole, domandiamo il motivo e il guardiaparco ci spiega che ha un problema con gli occhi e che il veterinario gli ha consigliato questa soluzione, altrimenti potrebbe perdere la vista.
È ora di scendere, anche perchè il sole orami sta scomparendo, dopo la foto di gruppo, cominciamo a scendere, Orsetta sembra veramente entusiasta, corre su e giù, aspettando sempre il suo padrone senza mai perderlo di vista. Mentre scendiamo il sole fa dei strani giochi di luce attraverso il bosco, lasciandomi ancora una volta stupito. Dopo circa un'ora arriviamo all'inizio del sentiero dove eravamo partiti alla mattina ad accoglierci c'è il guardiaparco che evidentemente ha tagliato in mezzo al bosco, lo salutiamo e lo ringraziamo della compagnia e del lavoro che svolge (io da parte mia lo invidio tantissimo!!).
Che dire per essere la prima ciaspolata del 2007 è stata davvero fantastica, in un ambiente dove la natura è ancora selvaggia, in compagnia di amici di cui andare orgoglioso....speriamo che la cosa sia condivisa...alla prossima!!!!
Malati di Montagna

1 commento:

  1. Ciao Fabio. La ciaspolata in val di Rhemes è stata fantastica. Domenica mi sono comprata un po' di materiale tecnico per le nostre domeniche in montagna, tra cui i primi ramponi della mia vita (... speriamo non siano gli ultimi...). So che avrai già letto tutto, ma mi sento di segnalare a te e a tutti i visitatori l'articolo di R. Bezzi su La Rivista del CAI novembre-dicembre 2007. L'articolo inizia così: ..."chi dice che l'avventura non esiste più, che tutto è stato scoperto, che non ci siano più luoghi vergini da esplorare, forse si sbaglia di grosso. Sarebbe il caso di guardare dentro noi stessi, di ricercare quei sogni che stanno dentro di noi e che non riusciamo a far emergere per colpa di una società ormai impostata sull'apparire piuttosto che sull'essere. Quei sogni che fin da bambino ci hanno sempre accompagnato prima di addormentarci, che ci mettevano in condizione di scalare una montagna, di viaggiare su di una astronave, di guidare un bolide di formula 1. Tutto questo processo si era assopito in me, si era quasi addormentato. Con il frequentare la montagna, però, tutto pian piano ha ripreso forma, i contorni sono diventati nitidi, i sogni sono tornati a galla, sono in un certo senso ritornato presto un bambino."
    Le sensazioni che comunica l'autore sono le stesse che ho provato nel trekking che hai organizzato quest'estate. Ti ringrazio per tutto e ti segnalo anche l'articolo a pag.23 de "Lo Scarpone" dicembre 2007. Hai visto, c'è tutta la storia del Rifugio Bignami e si parla anche dei gestori che ci hanno cucinato quella fantastica polenta taragna. Ciao, Paola.

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