Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 15 dicembre 2024

Monte Sangiano e l'antica chiesa romanica di S. Clemente

Il Monte Sangiano, circondato da un territorio particolarmente urbanizzato, presenta diversi elementi di interesse naturalistico, tra i quali alcune praterie magre con una vegetazione rara e peculiare, pareti calcaree, cavità carsiche. Le praterie magre del Monte Sangiano rappresentano il solo ecosistema individuato in provincia come xerobrometo rupestre. Annovera entità floristiche peculiari, legate anche alla elevatissima percentuale di roccia affiorante che, in alcune zone, tocca picchi del 70%. Tra queste specie ricordiamo spino cervino (Rhamnus cathartica), festuca valesiaca, detta anche festuca del Vallese (Festuca valesiaca Schleich. ex Gaudin), Helianthemum apenninum.
Il piccolo santuario di S. Clemente, il cui primo nucleo è datato intorno ai secoli IX-X, è un meraviglioso balcone panoramico sul lago Maggiore. Per via della sua posizione strategica, il luogo è stato abitato sin da tempi remoti, come dimostra un'urna romana (I-II sec. d.C.) dissotterrata nel 1968 e ora custodita all'interno dell'oratorio.
Si percorrono sentieri e strade di montagna senza particolari difficoltà, qualche breve tratto su strada asfaltata scarsamente frequentata. La segnaletica è praticamente assente si consiglia di utilizzare una traccia gps. La cartina escursionistica utilizzata è la Geo4Map n. 304 - Lago di Varese.
il mitico PiGi e il viandante selvadego

si parte da Sangiano, paese natale di Dario Fo, Nobel per la letteratura nel 1997


il Monte Sangiano ci aspetta...


...sentiero pungitopo...


qualche breve tratto ripido...


si prosegue su strada sterrata...


con un minimo sforzo....


...va beh....


dove sta scritto che bisogna fare 1000 metri di dislivello per godere di grandi panorami...


Santuario di San Clemente


Campana del ricordo
Nata per la pace
Novella campana dal fuoco purificata,
fusa con rottami di cannone,
dalla Moldavia arrivata
per una nobile missione.
Gli alpini della zona 7 ti han voluta
al Santuario del Monte S. Clemente
a ricordo della guerra vissuta
dai soldati caduti eroicamente.
Fà che il tuo richiamo, o pia campana,
corra giù nella vallata,
messaggio di pace cristiana,
mònito alla guerra sciagurata.
Nel riconoscere tanto orrore,
i giovani della comunità
abbiano a capire quanto sacrificio e dolore
sia costata la pace e la libertà.
Francesco Biasoli



Campo dei Fiori


vista verso il Lago di Varese


si scende seguendo la Via Crucis



Borgo di San Clemente


dalla cresta del Monte Sangiano uno sguardo verso San Clemente...


sentiero...


...dal Picuz...




si torna a Sangiano...l'antico lavatoio...


chiesa parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo


mercoledì 11 dicembre 2024

Giornata internazionale della montagna

L'essere umano vive in città, mangia senza fame e beve senza sete, si stanca senza che il corpo fatichi, rincorre il proprio tempo senza raggiungerlo mai. È un essere imprigionato, una prigione senza confini da cui è quasi impossibile fuggire. Alcuni esseri umani, però, a volte hanno bisogno di riprendersi le proprie vite, di ritrovare una strada maestra. Non tutti ci provano, in pochi ci riescono.
Walter Bonatti

lunedì 9 dicembre 2024

Chi è più egoista?

Puntualmente, criticando la progressiva tendenza a seminare tra le montagne nuove e impattanti infrastrutture, si viene accusati di promuovere una montagna elitaria. Niente di più scorretto. Il rimprovero viene quasi sempre accompagnato da una formula che sa di slogan: "Non tutti hanno l'esperienza o le possibilità di giungere in vetta e di poter ammirare certi paesaggi". Attraverso questo ragionamento si giustifica acriticamente ogni iniziativa. Ma acquisire la consapevolezza di non avere delle capacità universali, in un presente culturale propenso ad abbattere indiscriminatamente qualsiasi tipologia di ostacolo (spesso con pesanti ritorsioni ambientali), penso sia un grande valore. Bisognerebbe imparare a essere coscienti delle proprie possibilità ed eventualmente, se il sentimento nei confronti di un determinato ambiente è davvero sincero, saper rinunciare all'ascesa. Guardare la terra, per una volta, dal basso verso l'alto, può infondere la consapevolezza che, anche a quote inferiori, si riesce a godere di paesaggi gradevolissimi e che, più in generale, si può dialogare con l'ambiente senza necessariamente sopraffarlo. In questo momento, ad esempio, non avrei la preparazione fisica per scalare il Cervino, oppure per affrontare gli itinerari più severi delle Dolomiti, ma non sono giustificato a pretendere la costruzione di una qualsivoglia seggiovia per riuscire a godere della prospettiva aerea offerta dalla vetta. Inoltre la suggestione offerta da molti panorami è amplificata dall'esperienza. Se essa viene puntualmente  ridotta, il mondo apparirà sempre più scialbo e il nostro vivere più incompleto e inappagato. Conseguenza diretta è l'intramontabile sentimento di delusione che contraddistingue la società contemporanea. Rigiro dunque la frittata: è più elitario (o egoista) chi, con uno sguardo rivolto verso le generazioni future, promuove un rapporto dialogico ed equilibrato tra l'uomo e i territori alpini, oppure chi impone a tutti la realizzazione di invadenti opere infrastrutturali per appagare (momentaneamente) le proprie velleità? 
di Pietro Lacasella