Da Asso si risale la lunga Cresta di Cranno, lungo il "Sentiero Spaccasassi", il cui nome è attribuito alla pianta del bagolaro. Grazie al suo forte apparato radicale, la sua coltivazione è stata introdotta in questa zona allo scopo di contenere il movimento a valle del terreno. Alcuni cartelli ne descrivono l’ambiente, il territorio, la flora e la fauna. Attraversando boschi di betulle, robinie, abeti rossi e castagni è facile notare la presenza di massi erratici, come il grande “Sass de la Prèa”. Lasciato dal ghiacciaio durante il suo inesorabile ritiro, adagiato su un piccolo pendio in posizione panoramica. Arrivati sul pianoro di Pianezzo ove sorge il rifugio SEV, possiamo godere di un panorama superbo sulle lontane Alpi, sul Lago di Como, sulle Grigne e sul Resegone. Costeggiati i bianchi pilastri e la strapiombante parete Fasana, si sale senza problemi al Corno Orientale per poi scendere verso la freschissima Fontana del Fò, all’ombra di un imponente faggio (in dialetto “Fò”). Per il ritorno si seguono due sentieri scarsamente frequentati il primo denominato il "Traverso" e il secondo il "Sentee dal Repussin"
Si segue l’autostrada A9 Como-Chiasso fino all’uscita di Como Est, per poi continuare sulla A59. Attraversato Como, si prosegue prima sulla Strada Provinciale Ex Strada 342 e poi sulla Strada Statale 639. Oltrepassato l'abitato di Erba si continua sulla SP40 fino ad Asso. La macchina si consiglia di lasciarla nel comodo parcheggio in Piazza Mercato in Via dei Pareli (420 m). Dall'inizio di Via dei Pareli si segue la circonvallazione per il Passo del Ghisallo per un breve tratto, per poi svoltare a destra verso Valbrona, raggiungendo in pochi minuti l'inizio del sentiero (Colletta dei Corni). Si segue la stradina sterrata arrivando nei pressi di una cascina, superato su un ponticello il torrente Foce si giunge a un bivio. Si svolta a destra e si prosegue in falsopiano fino a raggiungere la successiva palina segnavia (Sent. Spaccasassi Gajum - Colletta dei Corni - Rif. SEV ai Corni). Il sentiero inizia a salire raggiungendo in breve un rudere, tralasciato il sentiero a destra da cui poi si farà ritorno, si prosegue seguendo l'indicazione per la Cresta di Cranno. Si inizia a risalire la lunga cresta boscosa, alternando tratti in decisa salita, durante il percorso si può riprendere fiato consultando alcuni pannelli didattici del "Sentiero Naturalistico dello Spaccasassi". Raggiunto il grande masso erratico chiamato dai canzesi “Sass de la Prèa”, non può mancare una breve sosta ammirando il panorama sull'abitato di Canzo e sulle montagne circostanti. Continuando a salire si arriva a un primo bivio, abbandonato il sentiero naturalistico che scende a destra verso Prim'Alpe, si continua a seguire la cresta fino alla Colletta dei Corni (878 m). Tralasciata l'indicazione per Visino di Valbrona, si prosegue seguendo l'indicazione sulla palina segnavia verso il Rif. SEV ai Corni - Vetta dei Corni. Dopo un primo tratto in cui si sale abbastanza ripidamente, si piega verso sinistra sul versante nord della montagna, raggiungendo una freschissima sorgente. Il sentiero continua a salire fino a raggiungere alcune abitazioni, dalle quali svoltando a sinistra si incrocia poco dopo una stradina cementata. Seguendola in breve si arriva all'alpe di Pianezzo, dove si trova il rifugio SEV (Società Escursionisti Valmadreresi - 1239 m). Splendido il panorama sul sottostante Lago di Lecco e sulle Grigne. Dopo una doverosa visita alla cappelletta a ricordo dei caduti della montagna, si prosegue seguendo il sentiero n. 4 sotto al rifugio, indicato da una palina segnavia (Fo - S. Tommaso - Valmadrera). Si passa sotto alla strapiombante parete Fasana del Corno Centrale, in un paesaggio tipicamente dolomitico, per poi proseguire su ghiaie alla base dei pilastri dei Corni, fino alla Bocchetta di Luera (1209 m). Tralasciato momentaneamente il sentiero che scende verso la Colma Val Ravella, seguendo l'indicazione, con un piccolo sforzo, si sale alla croce posizionata sul Corno Orientale (1239 m), splendido il colpo d'occhio sul Moregallo. Ritornati alla Bocchetta di Luera, si inizia la ripida discesa, questo è l'unico tratto in tutto l'anello in cui bisogna fare un minimo d'attenzione (sconsigliato in caso di terreno bagnato). Raggiunta la fresca sorgente dell'Acqua del Fo (1000 m), si tralasciano i sentieri n. 4 e 2 e si prosegue in falsopiano verso destra in direzione di Terzo Alpe/Canzo. Arrivati a crocevia della Colma di Val Ravella (1000 m), si prosegue seguendo il sentiero sulla destra indicato da una palina segnavia Traverso - Ripianino dei Corni - I Alpe. Si inizia a percorrere un lungo tratto a mezza costa con alcuni saliscendi. Dopo aver incrociato il sentiero n. 1 che sale ai Corni, si prosegue ancora per alcuni minuti incrociando una strada sterrata. La si attraversa e si riprende il sentiero a destra che scende terminando sulla strada acciottolata "Via delle Alpi". Percorrendo la strada si arriva poco dopo alla Sorgente di San Gerolamo (728 m) e in breve a Prim'Alpe /718 m), dove ha sede il Centro di Educazione Ambientale (fontana). Continuando a seguire la strada acciottolata, poco dopo si tralascia il sentiero per la Cresta di Cranno e in breve si arriva all'Agriturismo in Valentina. Dall'agriturismo si scende al tornante successivo, oltre il quale si abbandona la strada acciottolata e si segue sulla destra il "Sentee dal Repussin", indicato da un cartello in legno. Oltrepassa la località denominata “Repussin” (Repossino), il sentiero si allarga diventando una mulattiera protetta da muri a secco, fino a raggiungere la zona del Castello. Si scende ora seguendo dapprima Via Castello e poi Via Alcide de Gasperi. Oltrepassata una cappella con due panchine, dopo pochi metri in prossimità di un pannello del "Sentiero Naturalistico dello Spaccasassi" si risale la via a destra, per poi riprende poco più avanti il sentiero Spaccasassi (palina segnavia a sinistra). Si prosegue in piano per alcuni minuti, per poi iniziare a salire per un breve tratto fino a raggiungere nuovamente il bivio nei pressi del rudere. Da qui si ripercorre il medesimo itinerario fatto all'andata.
Malati di Montagna: PiGi e il selvadego
si parte....ma senza correre....
Panorama sulla piana di Canzo, Valbrona e Castelmarte e le cime che circondano i laghi della Brianza
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