Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 25 luglio 2020

Passo del Maccagno in solitaria

Classico collegamento tra l'alta Valsesia, la Valle d'Aosta e il Biellese, percorso in comune con la Grande Traversata delle Alpi (GTA) e il Sentiero Italia. Sentieri sempre ben segnalati, un minimo d'attenzione dal Lago Nero al Passo del Maccagno, dove bisogno risalire alcuni tratti su pietraia.

Dall'autostrada A26 (Genova/Gravellona Toce) si prende l'uscita di Romagnano Sesia-Ghemme, per poi proseguire lungo la SP299 fino a Riva Valdobbia, da dove si inizia a risalire la Val Vogna per alcuni chilometri, fino al parcheggio di Ca' di Janzo (1354 m). Attenzione da giugno nei fine settimana e tutti i giorni di agosto, il tratto di strada verso la frazione S. Antonio è limitato solo a chi ha il permesso. Dopo circa 20 minuti, attraversando alcune graziose frazioni, si raggiunge la piazzetta di S. Antonio, con l'omonima chiesa e il punto tappa GTA "Rifugio Val Vogna". Si inizia a percorrere la strada sterrata alle spalle della chiesa (segnavia 201 - GTA), costeggiando il torrente Vogna con alcuni saliscendi. Arrivati a uno spiazzo ci si può dissetare a una fresca fontana, per poi proseguire fino a raggiungere il suggestivo borgo walser di Peccia (1449 m), dove termina la strada sterrata. Si attraversa la frazione, e oltrepassata la fontana si arriva in breve alla graziosa chiesetta di San Grato che domina dall'alto l'abitato come a volerlo proteggere. Da qui inizia il sentiero che in falsopiano raggiunge il vecchio ponte di epoca napoleonica, con il quale si supera il Torrente Solivo. Tralasciato a destra il sentiero per il Colle Valdobbia (201), si scende verso il torrente Maccagno che si attraversa grazie a un ponte in legno, per poi iniziare a seguire il segnavia 205 verso il Passo del Maccagno. Dopo un lungo tratto in cui il sentiero costeggia in falsopiano il torrente, si inizia a guadagnare quota ripidamente risalendo un tratto gradinato, al termine del quale guadato il torrente Tillio, si raggiunge l'alpe Buzzo Inferiore (1698 m). Tralasciato a sinistra il sentiero 206, dal quale poi faremo ritorno, non indicato da nessun cartello, tranne che da un vecchio segnavia su una roccia, si arriva in breve all'Alpe Buzzo Superiore (1718 m). Continuando a salire si oltrepassa a sinistra l'alpe Pioda di Sotto (1830 m) e in breve si arriva all'alpe Pioda di Sopra (1877 m). Tralasciato a sinistra il sentiero 205A per il Lago Cortese, si prosegue continuando a seguire il segnavia 205 indicato su un sasso per il Passo Maccagno/Colle del Laghetto (5c)/Colle della Meia (5d). Oltrepassato l'alpeggio, si attraversa su un ponte il torrente Maccagno, per poi riprendere a salire fino a raggiungere il pianoro dell'Alpe Camino (2031 m). Si prosegue in falsopiano, attraversando quello che anticamente era un lago, per poi piegare a destra risalendo uno sperone, oltre il quale si arriva al secondo pianoro. Tralasciato a destra il segnavia 205b che conduce al Lago della Caudrola, e al Passo del Camino o della Casera Nuova, si prosegue perdendo leggermente quota. Guadato nuovamente un torrente, si arriva in breve all'alpe Maccagno (2188 m), le cui baite sono adagiate a poca distanza da un laghetto. Seguendo le indicazioni su un sasso si sale verso destra entrando in una valletta, cosparsa da alcuni piccoli stagni. Si guadagna quota costantemente fino a raggiungere un primo bivio, tralasciate le indicazioni per il Colle della Meia (205d), in pochi minuti si arriva nella conca del Lago Nero (2322 m). Tralasciato a sinistra il sentiero 205c per il Colle del Laghetto, non rimane che affrontare l'ultimo tratto di salita verso il Passo del Maccagno (2493 m), che si raggiungere in circa mezz'ora. Il valico è posto tra il Cornaccio e la Cima Morticci o Monte Cossarello, scendendo sul lato opposto si raggiungono i Piani di Loo, dai quali si può proseguire per l'omonimo vallone, fino a raggiungere la Valle del Lys. Per il ritorno si ripercorre il medesimo itinerario.
Malato di montagna il selvadego

S. Antonio





Peccia




si entra in zona solitudine...!!!


vecchio ponte di epoca napoleonica


la montagna in solitaria....






Buzzo Inferiore









Alpe Maccagno 2.188 m



L'alpe Maccagno e storico alpeggio adagiato su un ripiano erboso in una conca ampia, ingentilito da due laghetti.



prima solo mucche e marmotte....e adesso...nessuno....!!!







Lago Nero 2322 m


 

 Passo del Maccagno 2493 m
montagna non è solo la conquista di qualche cima rinomata, ma è anche un viaggio dentro se stessi....!!!


Piani di Loo nella Valle del Lys



la via del ritorno è lunga....come l'andata


ma con un ambiente così il tempo è relativo....




 


alla prossima...!!!


chiesetta di Peccia



domenica 19 luglio 2020

Vallone delle Cime Bianche, l’ultimo vallone selvaggio della Val d’Ayas

"Lungo, ampio ed ancora incontaminato, il Vallone delle Cime Bianche si estende a NW di St. Jacques fino allo spartiacque tra la Valle d'Ayas e la Valtournanche. Questo magnifico ambiente naturale rischia di essere distrutto perché è il segmento mancante di un carosello di impianti sciistici che, se completato, collegherebbe Alagna Valsesia a Cervinia. Confidiamo che sia difesa la sua preziosa verginità con la creazione di un parco naturale: la sua salvaguardia è richiesta dai fenomeni geologici e naturalistici di straordinario interesse che contiene."
Giorgio Dal Piaz


Si percorre l’autostrada A5 fino al casello di Verres, per poi proseguire seguendo le indicazioni per Champoluc. Oltrepassato l'abitato di Champoluc si arriva in breve a St. Jacques (1700 m), dove si lascia l’auto nel piccolo parcheggio prima della chiesa (nel periodo in cui è stata effettuata l'escursione, si poteva lasciare l'auto per sole 3 ore, in alternativa bisogna usare l'ampio parcheggio degli impianti di Champoluc). Si inizia a seguire la strada asfalta che passa accanto alla graziosa chiesetta dedicata a S. Giacomo, oltre la quale si tralascia sulla destra il sentiero 9 per il colle Bettaforca e in breve si arriva a un primo bivio nei pressi di un ponte. Si iniziano a seguire i sentieri 6/7/8, tralasciando a sinistra l’indicazione per l’Alta Via n. 1, giungendo poco dopo alla frazione Blanchard, dove termina la carrozzabile. Dalla palina segnavia continuando a seguire i segnavia 6/7/8, si attraversa su di un ponte il torrente Evançon, per poi imboccare la bella mulattiera lastricata che inizia a salire ripidamente costeggiando il torrente. Questo tratto è in comune con il il Sentiero Pier Giorgio Frassati, inaugurato nel 2009 e dedicato al giovane, proclamato Beato nel maggio del 1990 da Papa Giovanni Paolo II. Terminato il primo tratto di salita si attraversa un ponticello sulla destra, per poi riprende a salire nel bosco, seguendo le innumerevoli tracce e scorciatoie. Giunti al successivo bivio, si abbandonano i sentieri 7/8 per i Pian di Verra inferiore e si svolta a sinistra seguendo i segnavia 6/6C, arrivando in breve al grazioso villaggio di Fiery (1875 m). Dopo aver costeggiato il vecchio Hotel-Pension Belle Vue, giunti nei pressi di una masso, con una targa dedicata a Pier Giorgio Frassati, si svolta a sinistra seguendo il segnavia 6 e l'indicazione per il "Forno della Calce". Arrivati nei pressi della bucolica valletta con le baite dell'alpe Vasé, si tralascia il sentiero che prosegue diritto verso l’alpeggio e attraversato il torrente Cortot su un ponte in legno, si riprende a salire nel bosco di larici, con splendidi scorci sul Castore. Terminata la parte più ripida, si piega a sinistra lungo una stretta valletta attraversata da un torrentello, al termine della quale si arriva a un bivio, nei pressi dell'alpe Ventina. Si prosegue a destra seguendo i segnavia 6 e 8E, risalendo il costolone che separa il Vallone Cortod dalla Valle di Tzère. Tralasciato a destra il sentiero 8E, si continua a salire fino a guadare un torrente, oltre il quale si apre lo spettacolare Vallone della Ventina. Il sentiero lentamente attraversa alcuni altipiani, in un tipico paesaggio alpino, dove frequentemente nella stagione estiva il cammino è accompagnato dal suono dei campanacci delle mucche. Arrivati alla palina segnavia nei pressi dei ruderi dell'alpe Varda (2325 m), si tralasciano sulla destra i sentieri per il TMR e il 6c per il Bivacco Città di Mariano e si prosegue diritti. La valle si allarga sempre più, regalando a ogni passo emozioni uniche. In falsopiano attraversando pianori dai mille colori e costeggiando il placido scorrere di alcuni torrentelli, si arriva all'alpe Mase (2407 m). Si sale in maniera decisa alla sinistra delle baite, per poi proseguire per alcuni minuti tra i dossi erbosi. Il panorama spazia a sinistra sulla bastionata rocciosa del Roisettaz, mentre davanti possiamo notare la Pointe Sud delle Cime Bianche, vetta più meridionale del gruppo (2973 m), il Bec Carrè (3003 m) e la Gran Sommetta (3166 m). Un altro strappo deciso ci conduce alla conca sommitale, si prosegue ora in dolce salita a breve distanza dal torrente, fino a raggiungere i due specchi d'acqua, il più grande dei quali il Gran Lago è racchiuso in una conca (2806 m). Guadato il torrente si inizia a risalire in maniera decisa con un serie di tornanti il pendio, con spettacolari vedute sui sottostanti laghi. Dopo un tratto a mezzacosta si arriva al Colle Superiore delle Cime Bianche (2981 m). Dalla palina segnavia si può proseguire seguendo il TMR verso il Colle del Teodulo o verso la stazione di Plan Maison. La vista mozzafiato spazia fino alle Grandes Murailles e al Cervino, talmente vicino che sembra quasi di toccarlo. Per il ritorno si ripercorre il medesimo itinerario.
Malati di Montagna: Franco e il selvadego

si parte da St.-Jacques

 

frazione di Fiery






 

 
 

 

da qui in poi non servono le parole, forse nemmeno le foto, per rendersi conto della bellezza di questo vallone, si è quasi intimoriti nel camminare in questo angolo di natura incontaminata....

 


 




 



alpe Mase



 
 




 


 
 
 
 



 
Gran Lago delle Cime Bianche 
 
  





 
 
Colle Superiore delle Cime Bianche



si ritorna sui propri passi....


   
 

 


 



ma siamo sicuri di tornare a casa....!!!