Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 26 maggio 2019

L'anello di Varzo

Quattro sentieri tematici che si sviluppano attorno al paese di Varzo, percorrendo vecchi sentieri e mulattiere, ancora in buono stato. I percorsi sono dedicati agli animali che vivono nel bosco: cervi, caprioli, tassi, volpi. Ogni percorso e corredato da cartelli segnavia e pannelli didattici. Anche se i percorsi non sono direttamente collegati fra di loro, si può comunque grazie anche alla segnaletica del CAI, compiere un interessante e piacevole anello escursionistico.

Da Milano si percorre l’autostrada A8 fino alla deviazione per la A26 (Genova/Gravellona Toce). Seguendo le indicazioni per Gravellona Toce si prosegue sulla Statale del Sempione (SS33) in direzione del Confine di Stato, fino a raggiungere Varzo. Si consiglia di non prendere la prima deviazione per Varzo Sud, ma di uscire alla seconda. Prima d’arrivare alla stazione ferroviaria, si sale a destra verso il centro del paese. Subito dopo il monumento ai caduti, si lascia l’auto nel comodo parcheggio sulla destra (580 m). Si attraversa il ponte e tra le strette viuzze si sale fino all'imponente chiesa parrocchiale dedicata a S. Giorgio. Dal parcheggio dietro alla chiesa si imbocca sulla sinistra la strada asfalta per la località Colla, all’inizio vengono riportate alcune indicazioni escursionistiche (F4/F6). In prossimità di una cappella si abbandona momentaneamente la strada e si sale tra le case, per poi riprendere a risalire la strada asfalta fino alle indicazioni sulla destra per P.sso Colmine/Alpe Solcio. La mulattiera sale passando accanto alle cappelle della Via Crucis fino a raggiungere la località Durogna. A monte del villaggio si raggiunge l'oratorio omonimo dove termina la Via Crucis (695 m). Seguendo le indicazioni sul lato destro dell'oratorio si riprende a salire. Tralasciata a sinistra l'indicazione per Solcio, si prosegue seguendo il "Sentiero dei Tassi". La mulattiera sempre ben scalinata sale nel bosco fino a uscire sui prati di Cimavalle (760 m). Svoltando a sinistra si incrocia poco dopo una stradina asfaltata (Casa Franchi), che si segue verso destra per pochi metri, per poi proseguire sulla destra su sentiero tra due muretti a secco. Si sale costeggiato alcune abitazioni in località Casa Gatti, fino a raggiungere un tratturo. Tralasciata la mulattiera che sale all'alpe Solcio, si scende leggermente verso sinistra incrociando nuovamente la stradina asfaltata. La si segue verso valle per pochi metri, per poi imboccare nuovamente sulla destra il "Sentiero dei Tassi". Si prosegue a mezza costa in leggera salita, nel bosco ricoperto da distese di profumato aglio orsino. Dopo aver attraversato su un ponte il rio Ri, si passa accanto ai resti di un mulino e una segheria, arrivando in breve alla frazione di Coggia (769 m). Seguendo alcuni cartelli che riportano il simbolo della bicicletta, si sale attraversando il paese. Tra le abitazioni non si può non notare lo stemma di famiglia della monumentale "Casa del Vescoso". Giunti in un piccolo parcheggio, si seguono le indicazioni sulla destra per il "Sentiero dei Cervi" e il "Sentiero dei Caprioli". Raggiunta una cappella, si tralascia il sentiero a destra per Balmella/Solcio (Sentiero dei Cervi), e si prosegue seguendo il "Sentiero dei Caprioli". Tralasciata a sinistra l'indicazione per Staggiolo, si riprende a salire seguendo l'indicazione del "Sentiero Naturalistico" in direzione di San Domenico. La mulattiera sale in maniera costante e dopo aver superato il Rio Blanca, in pochi minuti si arriva all'alpe Cornù (985 m). Si continua a seguire il segnavia F8 e dopo aver tralasciato la deviazione a sinistra per l'alpe Cornù di dentro, si raggiunge il rio Pontone, che si supera, arrivando in breve a Nava di Fuori (1080 m) e subito dopo all'alpe Nava, punto più alto dell'escursione (1100 m). Proseguendo lungo il tratturo si arriva a un bivio, abbandonato il "Sentiero Naturalistico", si scende a sinistra continuando a seguire il "Sentiero dei Caprioli". Raggiunte le baite sottostanti, si piega verso sinistra passando accanto a una vecchia baita isolata, per poi continuare su sentiero che si inoltra nel bosco. Dopo aver oltrepassata la Cappella dei Rovi (975 m), si tralascia la deviazione per Ciotto e in pochi minuti si raggiunge Turiggetta (885 m). Dalle ultime baite a valle, si continua a destra sul "Sentiero dei Caprioli", fino a raggiungere il rio Riosciollo. Dopo aver oltrepassato il torrente, si prosegue ancora per un breve tratto nel bosco, per poi uscire raggiungendo le baite sottostanti. Dalle prime baite, si svolta a sinistra e attraversati i prati sottostanti, in prossimità di un palo della corrente, si riprende a scendere arrivando poco dopo sulla strada asfalta in località Villetta (810 m). Si attraversa l'abitato verso sinistra, per poi riprendere a scendere fino a raggiungere la sottostante strada asfaltata. Attraversata la strada, si scende alla sottostante località Lincio. Dalle ultime case si svolta a sinistra e attraversato il prato verso destra, poco prima di un edificio adibito a magazzino, si imbocca il sentiero non segnalato che scende fino alla località Raguzzo (680 m), incrociando il "Sentiero delle Volpi". Per non avere difficoltà nell'individuare il sentiero, si consiglia di seguire per un breve tratto la strada asfalta verso destra in direzione di S. Domenico, fino a raggiungere l'Oratorio di S. Carlo, da qui alcune paline segnavia indicano il sentiero F10 verso Varzo e il "Sentiero delle Volpi". Da Raguzzo si scende fino a incrociare una strada sterrata, che si segue verso sinistra, tralasciando l'indicazione per Bertonio. Raggiunto il cartello didattico sulla volpe, si inizia a scendere seguendo dapprima la mulattiera e in seguito alcune vie pedonali, fino a raggiungere la caserma dei Carabinieri. Si prosegue per un breve tratto verso sinistra, per poi salire seguendo le indicazioni per il centro, in pochi minuti si ritorna al parcheggio da cui si è partiti, chiudendo l'anello. In alternativa si possono percorrere le vie interne.
Malati di Montagna: Renzo, PiGi, Silvio e il selvadego

Varzo
Il nome “Varzo” ha un’etimologia di origine celtica e deriva dal termine “vargo”, ossia “varco”, allargamento nella valle, denominazione che è andata poi mutandosi nel latino “Vartio-Vartium”.



Parrocchiale di San Giorgio (Sec. XVI)
 

località Colla


Via Crucis



località Durogna


  



 





Aglio orsino (Allium ursinum)
Pianta bulbosa erbacea perenne che deve il suo nome al caratteristico odore pungente che ricorda quello dell’aglio.




frazione di Coggia


Sentiero dei Caprioli e dei Cervi








Paradisia (Paradisia liliastrum)


Cappella dei Rovi







domenica 12 maggio 2019

L'anello di Saley

Saley in lingua walser, è stato definito da Renzo Mortarotti, autorevole studioso della cultura walser, 
“Un vero nido d’aquila raggiungibile solo a fatica”
La fatica nel salire è però ampiamente ripagata dalla bellezza e dal fascino del luogoSicuramente il villaggio di Saley è uno dei posti più interessanti e suggestivi dell’Ossola e permette di scoprire una pagina della storia alpina, rimasta fino ai nostri giorni inalterata nel tempo.


Interessante escursione ad anello che conduce al villaggio Walser di Salecchio, di cui si hanno notizie già  nel 1210. A causa del suo totale isolamento dalla valle e la mancanza di contatti con l'esterno, il suo dialetto rimanesse uno dei più arcaici. Tutto il percorso è ben indicato e si svolge su sentieri, mulattiere e strade Agro-Silvo pastorale. Un tuffo nel passato più profondo della storia delle Alpi.

Si percorrere l'autostrada A26 Gravellona Toce, per poi proseguire sulla SS33 del Sempione fino all'uscita di Crodo. Continuando sulla SS659 della Valle Antigorio, in direzione della Val Formazza, si raggiunge la frazione Passo di Premia. La macchina la si può lasciare nel comodo parcheggio sterrato sulla sinistra, poco dopo aver oltrepassato la frazione (800 m)
Dalla bacheca in legno, si inizia a risalire la stretta strada asfalta chiusa al traffico, in direzione di Salecchio Inferiore/Salecchio Superiore/Passo del Muretto (G21). Durante la salita non mancano alcuni scorci panoramici sulla valle, con i bastioni rocciosi ricchi di cave di serizzo, granito tipico della zona. Anche la strada che si sta percorrendo fu costruita per una cava, distruggendo in gran parte la storica mulattiera scalinata, che si percorre comunque per un buon tratto. Raggiunta l'entrata della galleria, priva di illuminazione, si può decidere se attraversarla utilizzando una torcia, o seguire il sentiero segnalato che si imbocca prima della galleria. Oltrepassata la galleria si prosegue ancora per un breve tratto su strada, per poi continuare seguendo il sentiero, fino a raggiungere un bivio. Tralasciata l'indicazione a destra per Salecchio Superiore, si prosegue verso Salecchio Inferiore, raggiungendo in pochi minuti le case di Tsu Insglu (1312 m). In breve si sale alla chiesa dedicata all’Assunta (XVII secolo), affiancata dalla cappella dei morti e da un piccolo cimitero. Attraversando Salecchio Inferiore/Ufem undru Barg, si arriva alla vecchia scuola elementare Virgilio del 1930, ora sede del Museo Walser, a  testimonianza che questo era una volta effettivamente un paese e non un alpeggio. Gli abitanti che provenivano dal Vallese, diedero vita a una comunità completamente autosufficiente, lontana dalla “civiltà” che li circondava, conservando tradizioni e costumi vecchi di secoli. Sicuramente uno degli angoli più belli di tutta l'Ossola. La mulattiera sale a gradoni raggiungendo una cappella con portico, al lato della quale su una pietra sono infisse delle croci metalliche. In breve si arriva alle prime case di Salecchio Superiore/Am obru Barg (1525 m). Nelle baite collocate poco più a valle, è situato il Rifugio Zum Gora, dove si può gustare la tipica cucina ossolana, seduti comodamente sulla terrazza, con bella vista sulle Valli Antigorio e Formazza. Prima di proseguire, si consiglia di passeggiare tra le tipiche case, fermandosi a osservare l'architettura in legno di larice, con cui sono state costruite. Dalla fontana a monte del paese, il sentiero passa accanto alla vecchia segheria, per poi proseguire a mezza costa. Dopo aver costeggiato la vecchia fornace per la calce, si raggiunge il nucleo di baite di Casa Francoli/Frankohus (1555 m), un vero gioiello paesaggistico. Il villaggio si raccoglie attorno alla grande cappella restaurata nel 1977, mentre sullo sfondo si erge maestoso il Monte Giove. Il sentiero prosegue poco più a valle rispetto al villaggio, e scende verso la bucolica valle dell'alpe Vova e Chioso. Attraversato il ponte, si prosegue lungo la gippabile, con una breve variante si può raggiungere la bianca chiesetta di S. Antonio all'alpe Vova (1442 m). Alternando tratti in cemento/asfalto e tratti sterrati, si inizia a perdere velocemente quota con una lunga serie di tornanti. Tralasciato sulla sinistra il bivio per Altillone, si prosegue lungo la strada ancora per alcuni minuti, per poi seguire sulla destra le indicazioni "Mulatera". Raggiunta la strada asfalta nei pressi di Chioso (900 m), si inizia a seguirla verso destra. Poco dopo aver oltrepassando la frazione, nei pressi di una palina segnavia si abbandona la strada e si scende verso sinistra, iniziando a seguire il sentiero G00 verso Cristo/Cagiogno/Premia. Attraversato il Toce su un ponte formato da grossi tubi in cemento, si prosegue senza particolari difficoltà sul versante sinistro idrografico della valle. Dopo aver osservato sul lato opposto del fiume l'impianto idroelettrico di Rivasco, una delle prime centrali costruite in Ossola, in funzione dal 1911 al 1928, si arriva a Case Cini (850 m). Lasciato alle spalle anche questo caratteristico villaggio, dove si possono osservare due tipiche abitazioni Walser, in pochi minuti si riattraversa il Toce, ritornando al parcheggio da cui si era partiti.
Malati di Montagna: Lorenzo, Danilo, PiGi e il Selvadego






Morchelle o Spugnole: i primi funghi primaverili




Tsu Insglu (1312 m)




   


Salecchio Inferiore/Ufem undru Barg


scuola elementare Virgilio del 1930







 

Salecchio Superiore/Am obru Barg (1525 m)
 






   

 

Casa Francoli/Frankohus (1555 m)





 

alpe Vova e Chioso



chiesetta di S. Antonio all'alpe Vova 





"Mulatera"


Case Cini (850 m)
 

video in 3D della traccia
la traccia gps si è interrotta in galleria, rendendo anomale le informazioni,
il dislivello è di circa 800 m