Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 12 maggio 2019

L'anello di Saley

Saley in lingua walser, è stato definito da Renzo Mortarotti, autorevole studioso della cultura walser, 
“Un vero nido d’aquila raggiungibile solo a fatica”
La fatica nel salire è però ampiamente ripagata dalla bellezza e dal fascino del luogoSicuramente il villaggio di Saley è uno dei posti più interessanti e suggestivi dell’Ossola e permette di scoprire una pagina della storia alpina, rimasta fino ai nostri giorni inalterata nel tempo.


Interessante escursione ad anello che conduce al villaggio Walser di Salecchio, di cui si hanno notizie già  nel 1210. A causa del suo totale isolamento dalla valle e la mancanza di contatti con l'esterno, il suo dialetto rimanesse uno dei più arcaici. Tutto il percorso è ben indicato e si svolge su sentieri, mulattiere e strade Agro-Silvo pastorale. Un tuffo nel passato più profondo della storia delle Alpi.

Si percorrere l'autostrada A26 Gravellona Toce, per poi proseguire sulla SS33 del Sempione fino all'uscita di Crodo. Continuando sulla SS659 della Valle Antigorio, in direzione della Val Formazza, si raggiunge la frazione Passo di Premia. La macchina la si può lasciare nel comodo parcheggio sterrato sulla sinistra, poco dopo aver oltrepassato la frazione (800 m)
Dalla bacheca in legno, si inizia a risalire la stretta strada asfalta chiusa al traffico, in direzione di Salecchio Inferiore/Salecchio Superiore/Passo del Muretto (G21). Durante la salita non mancano alcuni scorci panoramici sulla valle, con i bastioni rocciosi ricchi di cave di serizzo, granito tipico della zona. Anche la strada che si sta percorrendo fu costruita per una cava, distruggendo in gran parte la storica mulattiera scalinata, che si percorre comunque per un buon tratto. Raggiunta l'entrata della galleria, priva di illuminazione, si può decidere se attraversarla utilizzando una torcia, o seguire il sentiero segnalato che si imbocca prima della galleria. Oltrepassata la galleria si prosegue ancora per un breve tratto su strada, per poi continuare seguendo il sentiero, fino a raggiungere un bivio. Tralasciata l'indicazione a destra per Salecchio Superiore, si prosegue verso Salecchio Inferiore, raggiungendo in pochi minuti le case di Tsu Insglu (1312 m). In breve si sale alla chiesa dedicata all’Assunta (XVII secolo), affiancata dalla cappella dei morti e da un piccolo cimitero. Attraversando Salecchio Inferiore/Ufem undru Barg, si arriva alla vecchia scuola elementare Virgilio del 1930, ora sede del Museo Walser, a  testimonianza che questo era una volta effettivamente un paese e non un alpeggio. Gli abitanti che provenivano dal Vallese, diedero vita a una comunità completamente autosufficiente, lontana dalla “civiltà” che li circondava, conservando tradizioni e costumi vecchi di secoli. Sicuramente uno degli angoli più belli di tutta l'Ossola. La mulattiera sale a gradoni raggiungendo una cappella con portico, al lato della quale su una pietra sono infisse delle croci metalliche. In breve si arriva alle prime case di Salecchio Superiore/Am obru Barg (1525 m). Nelle baite collocate poco più a valle, è situato il Rifugio Zum Gora, dove si può gustare la tipica cucina ossolana, seduti comodamente sulla terrazza, con bella vista sulle Valli Antigorio e Formazza. Prima di proseguire, si consiglia di passeggiare tra le tipiche case, fermandosi a osservare l'architettura in legno di larice, con cui sono state costruite. Dalla fontana a monte del paese, il sentiero passa accanto alla vecchia segheria, per poi proseguire a mezza costa. Dopo aver costeggiato la vecchia fornace per la calce, si raggiunge il nucleo di baite di Casa Francoli/Frankohus (1555 m), un vero gioiello paesaggistico. Il villaggio si raccoglie attorno alla grande cappella restaurata nel 1977, mentre sullo sfondo si erge maestoso il Monte Giove. Il sentiero prosegue poco più a valle rispetto al villaggio, e scende verso la bucolica valle dell'alpe Vova e Chioso. Attraversato il ponte, si prosegue lungo la gippabile, con una breve variante si può raggiungere la bianca chiesetta di S. Antonio all'alpe Vova (1442 m). Alternando tratti in cemento/asfalto e tratti sterrati, si inizia a perdere velocemente quota con una lunga serie di tornanti. Tralasciato sulla sinistra il bivio per Altillone, si prosegue lungo la strada ancora per alcuni minuti, per poi seguire sulla destra le indicazioni "Mulatera". Raggiunta la strada asfalta nei pressi di Chioso (900 m), si inizia a seguirla verso destra. Poco dopo aver oltrepassando la frazione, nei pressi di una palina segnavia si abbandona la strada e si scende verso sinistra, iniziando a seguire il sentiero G00 verso Cristo/Cagiogno/Premia. Attraversato il Toce su un ponte formato da grossi tubi in cemento, si prosegue senza particolari difficoltà sul versante sinistro idrografico della valle. Dopo aver osservato sul lato opposto del fiume l'impianto idroelettrico di Rivasco, una delle prime centrali costruite in Ossola, in funzione dal 1911 al 1928, si arriva a Case Cini (850 m). Lasciato alle spalle anche questo caratteristico villaggio, dove si possono osservare due tipiche abitazioni Walser, in pochi minuti si riattraversa il Toce, ritornando al parcheggio da cui si era partiti.
Malati di Montagna: Lorenzo, Danilo, PiGi e il Selvadego






Morchelle o Spugnole: i primi funghi primaverili




Tsu Insglu (1312 m)




   


Salecchio Inferiore/Ufem undru Barg


scuola elementare Virgilio del 1930







 

Salecchio Superiore/Am obru Barg (1525 m)
 






   

 

Casa Francoli/Frankohus (1555 m)





 

alpe Vova e Chioso



chiesetta di S. Antonio all'alpe Vova 





"Mulatera"


Case Cini (850 m)
 

video in 3D della traccia
la traccia gps si è interrotta in galleria, rendendo anomale le informazioni,
il dislivello è di circa 800 m


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