Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 10 dicembre 2016

Ai Pizzi di Parlasco, sulle tracce di Lasco, il bandito della Valsassina

Itinerario che richiede assenza di vertigini e passo sicuro. L'anello si svolge su sentieri ripidi, creste e roccette, il panorama spazia dalle Grigne, al lago di Como e alle cime della Valsassina. Durante la salita, poco sotto la Porta di Parlasco, sono osservabili le vecchie miniere di manganese. La partenza avviene da Parlasco, dove si possono ammirare sui muri delle case gli affreschi che rappresentano la storia di Lasco. Bandito della Valsassina, personaggio principale dell'omonimo romanzo storico di Antonio Balbiani, ambientato nel XVII secolo.


Da Lecco seguire la SS36dir verso Ballabio/Valsassina. Usciti dalla galleria, alla prima rotonda si segue la SS62 verso Taceno, fino a raggiungere Cortenova Valsassina, da qui si prosege verso sinistra seguendo le indicazioni per Parlasco/Esino Lario/Varenna. Arrivati a Parlasco (679 m), si lascia l'auto nell'ampio parcheggio vicino alla chiesa di Sant’Antonio Abate e proseguendo per un breve tratto verso il paese si raggiunge il cartello sentieristico (Sentiero n° 1 per Cavée/Pizzi di Parlasco). Si prosegue verso sinistra raggiungendo un'abitazione, oltre la quale attraversati i prati verso sinistra si arriva al limitare del bosco. Incrociata una pista tagliafuoco, la si percorre per un lungo tratto verso sinistra fino ad incontrare una strada che si stacca sulla destra con una sbarra. Si inizia a percorrerla per un breve tratto raggiungendo il sentiero a destra indicato dalla palina segnavia (Località Miniere/Bocchetta di Cavée). Si inizia a gudagnare quota ripidamente nel bosco, con stretti tornanti e qualche breve traverso, superando il fondo dell’ampia Valle dei Crotti. Dopo alcuni brevi passaggi su roccette, si risale una dorsale erbosa raggiungendo gli ingressi delle vecchie miniere di manganese. Dopo l'ultima galleria si riprende a salire verso destra, passando sopra alle miniere. Usciti dal bosco si prosegue lungo la dorsale, con suggestive vedute sulle rocciose pareti dei Pizzi di Parlasco, fino a raggiungere la Bocchetta di Cavée o Porta di Parlasco (1330 m). Tralasciato il sentiero per Cainallo, si riprende a salire verso destra seguendo il Sentiero delle Creste/Cima di Daas/Agueglio. Dopo un ulteriore tratto ripido, il sentiero prosegue a mezza costa sopra a ripidi pendii erbosi, alternando tratti in cresta con vedute impressionanti sulla sottostante parete rocciosa. Oltrepassata la Cima di Cavée (1501 m) si perde leggermente quota, per poi continuare sotto alla cima di Daas fino a raggiungere un bivio, abbandonato momentaneamente il sentiero principale, si svolta a destra arrivando in breve alla croce in ferro della Cima di Daas (1509 m), grandioso il panorama sulle Grigne e sulla Valsassina. Ridiscesi si riprende il sentiero e si continua a pochi metri sotto il filo di cresta, fino a raggiungere il Sasso di Mattolino (1508 m) che si sale aggirandolo sulla destra (dalla cima ci siamo accorti che è possibile salire in cima anche con un breve tratto attrezzato con catene). Si segue ora la cresta con vedute spettacolari che abbracciano tutto il lago di Como, fino a raggiungere una palina segnavia. Abbandonata la deviazione a destra che porta verso la via ferrata (EEA), si inizia a scendere seguendo l'indicazione per Agueglio. Dopo due brevi tratti attrezzati con fune d'acciaio, utile soprattutto in caso di ghiaccio, si scende raggiungendo il Passo di Agueglio (1142 m), con una graziosa chiesetta (possibilità di rifornirsi d'acqua alla fontana che si trova vicino alle case di Agueglio). Dalla chiesetta si attraversa la strada e in prossimità di un grosso faggio si inizia a seguire la mulattiera contrassegnata dai segnavia bianco/rossi. Arrivati a un bivio, si tralascia il sentiero a sinistra per Pegnino/Bellano e si prosegue seguendo l'indicazione per Parlasco. Si continua a scendere con un lungo tratto a mezza costa fino a incrociare la strada asfaltata. La si segue in discesa fino a una curva, per poi seguire un'ampio sentiero sulla destra. Dopo pochi minuti, poco prima di raggiungere un torrente in secca, si abbandona il sentiero principale e seguendo i segnavia bianco/rossi, si svolta a sinistra fino a incrociare nuovamente la strada asfaltata. La si segue ancora per un breve tratto, per poi salire verso destra seguendo una strada sterrata. Arrivati a un bivio con una palina segnavia, si scende verso sinistra, raggiungendo subito dopo le prime case di Parlasco. Nel ritornare verso la chiesa, si percorrono le strette vie del borgo, dove si possono ammirare sulle case i bellissimi dipinti che ne decorano le facciate.
Malati di montagna: Franco, Danilo e l'homo selvadego



Parlasco "Il borgo dipinto"
Chiesa di S. Antonio Abate /sec. XIII)




...vedo la luce...


ombre e luci...



Pizzi di Parlasco


ma quanto è bella l'ITALIA



homo selvadego, Franco e Danilo sulla Cima di Daas 1511 m




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