Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 10 settembre 2016

Dal nido d'aquila del biv. Belloni al Sentiero Nauralistico del M. Rosa

Il bivacco è posto sulla cresta rocciosa che scende dal Gran Fillar, come tanti bivacchi sparsi fra le Alpi è fuori dalle grandi salite raramente frequentate e difficilmente segna il "tutto esaurito". Un ricovero che ci riporta alla fase eroica dell'alpinismo, quando i bivacchi erano solo punti di appoggio alle salite e usati solo in caso di emergenza. Di proprietà del CAI di Gallarate, fu inaugurato nel 1950 e dedicato a Valentino Belloni, scomparso nell'ultima conflitto mondiale (9 posti letto). Il "Sentiero Naturalistico del Monte Rosa" permette di conoscere l'eccezionale ricchezza della montagna, dal ghiacciaio agli alpeggi. L'itinerario si sviluppa dapprima ai piedi del Monte Rosa, poi sul versante sinistro orografico della testata della valle Anzasca, alcuni tratti esposti sono stati attrezzati con cavo di sicurezza e protezioni laterali.

Si segue l'autostrada A26 fino a Gravellona Toce, per poi proseguire seguendo la Statale del Sempione. Dall’uscita di Piedimulera si risale tutta la Valle Anzasca seguendo la SS549, oltrepassato il paese di Macugnaga, in breve si arriva all'ultima frazione di Pecetto. L'auto la si può lasciare nel primo parcheggio gratuito a sinistra, oppure nell'ampio parcheggio a pagamento davanti alla partenza della seggiovia. Con l'impianto si raggiungono i 1932 m del Belvedere (solo andata 8 euro). Dall'arrivo della seggiovia si raggiunge la vicina palina segnavia e seguendo le indicazioni per l'Alpe Fillar/Bivacco Belloni (B40) si sale a destra arrivando in breve sull'orlo della morena. Scesi sul ghiacciaio ricoperto da detriti, lo si attraversa seguendo alcuni paletti, giungendo in pochi minuti sull'altro lato della morena, nei pressi di un grande e profondo imbuto. Ripreso il sentiero si sale per un breve tratto fino a raggiungere una palina segnavia, tralasciato momentaneamente il "Sentiero Naturalistico", da cui poi si farà ritorno, si prosegue in falsopiano verso sinistra tra gli arbusti. Raggiunta la successiva palina segnavia, nel luogo dove un tempo erano adagiate le baite dell'alpe Fillar (1974 m) cancellate da una valanga nel ’52, si tralascia l'indicazione per la Cap. E. Sella e piegando a sinistra in breve si guada il torrente che scende dai canaloni sotto la Torre di Castelfranco. Si prosegue risalendo il conoide morenico in direzione dello sperone roccioso fino a raggiungerlo, il sentiero svolta a sinistra e inizia a risalire il ripido canalone a lato di un impetuoso torrente, proveniente dal ghiacciaio del Piccolo Fillar. Al termine del canale, dopo aver ammirato lo straordinario panorama verso i ghiacciai che scendono dalle cime del Rosa, il sentiero piega a destra verso il bivacco che già si intravede vicino a un caratteristico dente. Dopo aver superato l'ultimo tratto su grossi blocchi di pietra, si arriva sulla cresta dove è adagiato come un nido d'aquila il bivacco Valentino Belloni (2509 m). Per il ritorno si segue il medesimo sentiero fino alla palina segnavia sopra alla morena del ghiacciaio, per poi continuare seguendo il "Sentiero Naturalistico del Monte Rosa". Si scende lungo una fresca valletta tra gli ontani, per poi risalire ad attraversare alcune conoidi detritiche formate da valanghe che in primavera spazzano questi versanti. Attraversato un torrente su un ponticello, in breve si raggiunge l'alpe Roffelstaffel, dove è stato operato un restauro conservativo di una vecchia baita datata 1831, possibilità di rinfrescarsi da una curiosa fontana. Tralasciato poco dopo il sentiero a sinistra per la Cap. E. Sella (B38), si inizia a scendere ripidamente verso il ponte che permette di attraversare in sicurezza l'impetuoso torrente, le cui acque scendono dal ghiacciaio di Roffel, formando negli anni un suggestiva forra. Il tratto prima del ponte e il successivo, sono stati attrezzati con delle protezioni e una fune di sicurezza. Dopo un tratto aereo scavato nella roccia, poco prima d'arrivare alla sella prativa conosciuta in loco come Barboûloûbode, si incontra il sentiero che scende dal bivacco Hinderbalmo e il Pizzo Croce. Da qui il sentiero inizia a scendere lungo le vecchie mulattiere scalinate, costruite dagli alpigiani che sfruttavano gli alpeggi oggi abbandonati, anche in quest'ultimo tratto sono state posizionate delle protezioni laterali. Oltrepassata la suggestiva cascata del Bitzbach, si prosegue lungo una stradina sterrata fino a incrociare la pista da sci, che si inizia a seguire a lato del torrente fino a raggiungere il parcheggio.
Malati di Montagna: Pg, Silvio, Danilo e l'Homo Selvadego

Se vuoi fare un passo avanti,
devi perdere l'equilibrio per un attimo.
Massimo Gramellini


l'immensa parete del Monte Rosa, la più alta d'Europa
e l'unica di tipo Himalayano sulle Alpi



attraversando il ghiacciaio



salendo al bivacco



Bivacco V. Belloni


by Danilo


SENTIERO NATURALISTICO DI MACUGNAGA-MONTE ROSA
Le quattro cime più alte del Rosa (Gnifetti, Zumstein, Dufour e Nordend), e una ventina di "tremila" fanno da corona al sentiero naturalistico di Macugnaga. Un panorama grandioso e imponente che permette di conoscere l'eccezionale ricchezza della montagna, dal ghiacciaio agli alpeggi.







dettagli e traccia gpx


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