Andare al rifugio Bietti Buzzi, nel cuore del Parco Regionale della Grigna Settentrionale, è sempre una bella esperienza di montagna. L'itinerario affrontato nella prima parte è una variante al classico sentiero che sale al rifugio, molto più panoramico, anche se più lungo con un tratto di sentiero in discesa ripido che necessita qualche attenzione in più. Si sale prima al Baitello dell'Amicizia del Gruppo ANA di Esino Lario e subito dopo al Monte Croce, per poi proseguire in cresta fino al Monte Pilastro. Scesi alla Bocchetta di Prada ci si ricongiunge col classico sentiero per il rifugio Bietti, tra archi in pietra e pinnacoli. Per concludere la giornata non può assolutamente mancare una visita a Parlasco "Il borgo affrescato".
Dalla statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, si prosegue sulla
provinciale 72 fino a Varenna. Al termine dell'abitato si svolta a
destra seguendo la tortuosa provinciale 65 del Passo di Agueglio.
Attraversato l'abitato di Esino Lario, si prosegue a destra verso il
Rifugio Cainallo. Al rifugio si aquista il ticket per il parcheggio al
costo di 4 euro giornalieri. Dopo circa 2 km, si continua su strada
sterrata fino all'ampio parcheggio di Vo di Moncodeno, in fondo alla Val
di Cino (1420 m). Si sale verso la vicina cresta, poco prima della
quale si imbocca il sentiero 23 a destra per il Monte Croce. Il sentiero
sale in un bosco di faggi, con alcuni tratti ripidi, fino a raggiungere
un bivio. Si sale a destra seguendo l'indicazione per il Baitello
dell'Amicizia (23a), arrivando il breve al bivacco del Gruppo A.N.A. di
Esino Lario (1740 m). Da qui in pochi minuti si raggiunge la cima del
Monte Croce (1780 m), dalla quale si può godere di un bel panorama. Con splendida vista sulla Grigna, seguendo il segnavia 17d si continua in cresta, arrivando in breve al
Monte Pilastro (1823 m). Si inizia ora a scendere, questo è il tratto di
tutta l'escursione in cui bisogna fare attenzione, oltre a essere
ripido, bisogna superare con attenzione alcuni passaggi su roccia.
Giunti alla Bocchetta di Prada (1653 m), oltrepassato il suggestivo arco in pietra, si prosegue su sentiero 24 fino al
Rifugio Bietti (1719 m), adagiato al centro dell'ampio anfiteatro del
Releccio, sul versante Occidentale della Grigna Settentrionale. Tornati
alla Bocchetta di Prada, si scende in direzione della bocchetta di Val d’Era, dove si incrocia il sentiero proveniente dal rifugio Bogani (sentiero 25). Continuando in discesa su facile sentiero si ritorna nuovamento al parcheggio.
Malati di Montagna: Lorenzo, Danilo e l'homo selvadego
Monte Croce 1779 m
dal Monte Pilastro 1826 m
dalla Bocchetta di Prada 1653 m
Arco di Prada
Dalla bocchetta di Prada, in pochi minuti si arriva alla Porta di Prada, ovvero un grandioso arco naturale a strapiombo sulla vallata sottostante. Si tratta di uno dei simboli del Parco della Grigna Settentrionale, oltre che della Valsassina. L'origine della Porta di Prada si può ricercare nel carsismo che caratterizza tutta la zona: l'arco che ci troviamo di fronte non è altro l'ultimo tratto esistente di un'antica grotta.
sentiero verso il rifugio
Baitello dell'Amicizia 1740 m
(Cai Grigne di Mandello del Lario)
Sorge al centro dell'ampio anfiteatro del Releccio, sul versante Occidentale della Grigna Settentrionale. Il rifugio viene ideato e costruito nel 1886, con il nome di Capanna Releccio. Il nome "Bietti" fu poi imposto il 12 giugno 1938, in ricordo di colui che resse la segreteria della Sezione proprietaria per oltre 30 anni. Nel 2005 grazie ad importanti donazioni fatte dalla Famiglia Buzzi, il rifugio viene rilevato dalla Sezione Grigne ed inaugurato l'anno successivo sotto il nome di "Bietti-Buzzi". Dopo profondi interventi di ristrutturazione, portati a termine sempre grazie ad importanti donazioni e generosi contributi di manodopera a costo zero, il rifugio assume nel 2009 le forme odierne.
Il piccolo borgo di Parlasco (680 m) si trova all'interno del Parco delle Grigne, uno dei più piccoli comuni d'Italia. Come tutti i paesi di montagna anche Parlasco narra le proprie leggende, che mischiano realtà e fantasia, come quella del Bandito Lasco; la cui vita viene descritta nel romanzo storico di A. Balbiani ambientato nel XVII secolo che narra la dura e difficile vita degli abitanti di questo piccolo paese e della Valsassina tutta, in balia degli eventi storici, dei signorotti locali e delle credenze popolari. A partire dalla storia narrata in questo romanzo sono tratti i soggetti degli affreschi che adornano il paese.
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