Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 22 novembre 2015

L'insolita salita da Rongio al rifugio Rosalba

Ogni montagna è un viaggio. Ciascuna a modo suo. 
Non importa la quota. Possono bastare mille metri a due passi 
dalla città per lasciarsi tutto alle spalle. 
E a volte, te lo lasci sul serio. Prendi le Grigne. Sono lì, 
affacciate sul Lario dal lungolago ti sembra quasi di poter toccare 
le asperità del calcare, mentre raggiungerle è tutt’altra faccenda. 
Perché come spiegava con perfetta sintesi il grande Riccardo Cassin 
«La Grigna non è una cima, la Grigna è un mondo».
Un mondo, diceva Cassin. Da esplorare, scoprire passo dopo passo. 
Quasi un richiamo primitivo. Al quale sottrarsi è difficile.



Un'insolita salita dal versante di Mandello al Rifugio Rosalba (sent. 13), con splendidi panorami sulla Val Mèria e sulle pareti sud del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, seguendo per un lungo tratto l'Alta Via delle Grigne. Per il ritorno si scende verso il Piano dei Resinelli, per poi proseguire seguendo il sentiero 12 verso Colonghei.

Dalla statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, si prosegue sulla provinciale 72 seguendo le indicazioni per Varenna/Mandello/Abbadia L. Alla prima rotonda di Mandello si svolta a destra in Via Parodi, passando sotto il ponte della ferrovia. Arrivati al termine della strada, si segue a destra Via Combattenti e dopo aver aggirato la chiesa di San Zenone, si raggiunge il cimitero. Si svolta a sinistra seguendo la Strada per Maggiana, fino a trovare la deviazione a sinistra per Rongio/Luzzeno. Risalendo Via Segantini per alcuni minuti si arriva nella piazzetta di S. Antonio a Rongio 398 m. È probabile che i pochi posti auto siano tutti occupati, si consiglia di lasciare l'auto negli ampi parcheggi che si trovano un centinaio di metri prima sulla destra.
Dalla piazzetta si prosegue verso Via Rossana, lasciando a sinistra un bar e subito dopo un'ulteriore piazzetta da qui partono i sentieri per il rifugio Elisa (14) e il rifugio Bietti (18). All'inizio della salita sulla sinistra un cartello giallo indica il sentiero 12 per Colonghei/Piani dei Resinelli e il sentiero 13 per il Rifugio Rosalba. Si sale ripidamente per alcuni minuti lungo la strada asfalta, per poi abbandonarla seguendo la strada selciata. Arrivati a un bivio si tralasciano le indicazioni a destra per Colonghei/Piani dei Resinelli (12), Zucco di Manavello (13b), da cui poi si farà ritorno e si prosegue diritti a mezza costa tra pascoli e castagni.
In breve si raggiungono le baite ristrutturare di Navrech e successivamente le baite di Valbiga 510 m, poste su un pendio erboso. La sterrata dopo alcuni minuti si riduce a una mulattiera che risale il pendio boscoso della Sciresa, fino a incontrare alcune teleferiche, usate probabilmente per il trasporto del legname. Arrivati a un bivio (palina segnavia), si incrocia il sentiero dell'Alta Via delle Grigne e tralasciata l'indicazione a sinistra per il rifugio Elisa si oltrepassa il costone settentrionale dello Zucco Manavello, entrando nell’impluvio della valle Portorella. Passato il costone di Mascaten si inizia ad attraversare la dietritica testata della Val d'Óa. Con l'aiuto di alcuni gradini scavati nella roccia si risale una breve rampa, uscendo poi per uno stretto intaglio al costone sul Gasc. Il sentiero prosegue attraversando totalmente il pendio boscoso di Versarico, fino ad arrivare alla Cappella del Signore 810 m, presso le Cascine del Strambin, da qui si ha un'ottima visione sulle pareti sud del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari.
Con un tratto in leggera salita ci si porta al roccioso canalino della Valle degli Spagnoli, da dove si inizia a risalire il ripido costolone erboso del Pescèe, tra rade betulle e faggi. Aggirati alcuni costoni si arriva alla base di uno stretto canalino, lo si risale con un lungo tratto su massi e giunti a un bivio (palina segnavia), si svolta a sinistra, salendo a mezza costa nel rado bosco.
Ci si avvicina al fondo della valle Scarettone per poi riprendere a salire puntando verso le rocciose Colonne di Pescèe. Arrivati alla base delle prime si piega a sinistra attraversando il Canale Bertulla, per poi riprendere a salire ripidamente lungo una larga dorsale boscosa, tra il vicino fondo della Val Scaarettone e le Colonne. Arrivati all'altezza della loro cima si svolta nuovamente a destra raggiungendo la Costa di Piaeucc 1550 m, che si inizia a risalire tra faggi, betulle e cespugli di rododendri. Continuando lungo la cresta, dopo aver oltrepassato un cocuzzolo in breve si arriva alle spalle del rifugio Rosalba 1720 m.
Per il ritorno dal rifugio si scende seguendo il sentiero delle Foppe e al primo bivio tralasciato a sinistra il "Sentiero dei morti" si prosegue verso Colonghei/Mandello. Il sentiero prosegue a mezzacosta, per poi iniziare a perdere quota ripidamente, fare attenzione nel superare alcuni ripidi gradoni di roccia. Oltrepassato l'unico tratto attrezzato, con corde fisse e alcuni pioli in ferro, si scende attraversando il canalone di vai di Tesa (o canalone del
Diavolo) e dopo un breve tratto in salita si giunge a un bivio. Dalla palina segnavia si scende a destra seguendo le indicazioni per il rifugio Alippi e poco dopo si prosegue lungo una strada sterrata che passa a poca distanza da alcune abitazioni, fino a incrociare la strada asfaltata, a poca distanza dall'ex rifugio Alippi 1180 m. Dalla palina segnavia seguendo le indicazioni per Lemaggio/Colonghei/Abbadia L./Mandello, si inizia a scendere seguendo lo stradello, sulla destra tra i pini possiamo ammirare lo straordinario panorama verso le guglie e pinnacoli della Grignetta.
Dopo pochi minuti la stradina asfalta termina e si prosegue
alternando tratti con il fondo sterrato ad altri in cemento. Tralasciando le varie diramazioni che conducono verso alcune case, arrivati nei pressi di una curva a sinistra, si abbandonata temporaneamente la strada e si scende a destra seguendo una mulattiera a gradini. Ritornati sulla strada in breve si raggiunge un torrente che si deve guadare raggiungendo poi alcune abitazioni, da qui inizia l'evidente sentiero n. 12 che ci condurrà fino a Rongio. Arrivati alle prime case dei Colonghei 964 m, si tralascia il sentiero a destra per il rifugio Rosalba (eventuale scorciatoia se si vuole abbreviare il giro) e si prosegue passando accanto a una casa con una scritta quasi cancellata dal tempo "Colonghelli vendita vino" e i segnavia giallo/bianco/rosso dei sentieri 5 e 12. Il sentiero alterna tratti in discesa a lunghi tratti in falsopiano, raggiunta una prima palina segnavia si tralascia il sentiero n. 5 per Crebbio/Abbadia e si prosegue seguendo l'indicazione per Maggiana/Rongio/Mandello. Alla successiva palina segnavia si tralascia la deviazione a sinistra per lo Zucco della Rocca (cisterna d'orine romana) e proseguendo per alcuni minuti si arriva ad un'ulteriore bivio, da dove bisogna proseguire verso destra, seguendo l'indicazioni per Rongio/Mandello. Ignorato il sentiero che scende a sinistra verso Maggiana, si prosegue diritti uscendo dal bosco e raggiungendo le prime cascine. Dopo aver tralasciato la deviazione per lo Zucco di Manavello (13b) si inizia a scendere lungo la mulattiera fino ad arrivare al bivio incontrato al mattino, da qui in poi si ripercorre il medesimo itinerario fino al parcheggio.
Malati di Montagna: Aldo e l'Homo Selvadego

Rifugio Rosalba 1719 m

Nel 1905 Davide Valsecchi, Mario Tedeschi con la guida B. Sertoli , furono tra i primi alpinisti che percorsero interamente la cresta Segantini. Un bivacco presso il Colle del Pertusio dopo una discesa di 18 ore convinsero Valsecchi, benemerito socio e presidente del CAI Milano (1925), dell’utilità di un rifugio in quel luogo. Dispose quindi la costruzione di una piccola struttura interamente in legno che, montata dapprima a Milano nel giardino della sua villa, venne poi smontata e trasportata a spalle sul colle. Donata alla Sezione, fu da questa inaugurata nel 1906 dedicandola alla figlia di Valsecchi di nome Rosalba. Nel 1920 il rifugio venne ingrandito e nel 1923, in occasione del cinquantenario della Sezione, venne collegato al rifugio Porta dal sentiero della Direttissima. Nel 1955, infine, venne inauguraton l’attuale rifugio al quale il vecchio servì quale locale di servizio fino al suo smantellamento nel 1983.


Sasso Cavallo, Sasso dei Carbonari


il mondo delle Grigne







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