Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 7 aprile 2013

Girovagando tra le frazioni di Masera

Dall'autostrada A26 proseguiamo fino a Gravellona Toce, per poi continuare sulla SS33 del Sempione. Dopo l'uscita per la Val Vigezzo, seguendo le indicazioni per Masera in pochi minuti arriviamo in paese, dove, proprio all'ingresso, troviamo l'antico Oratorio di Sant'Abbondio, ora sconsacrato, una costruzione tipicamente romanica risalente all'XI sec. Poco più avanti c’è la chiesa parrocchiale di S. Martino oltre la quale lasciamo l'auto nel parcheggio del cimitero (300 m circa). Ritorniamo verso il solitario campanile e attraversata la strada imbocchiamo Via Carale, passiamo sotto un portico in sasso e sulla destra troviamo la prima delle numerose fontanelle d'acqua fresca che si incontrano lungo il percorso. Scorgiamo su un cavo sopra la strada una rondine: farà primavera? Poco prima di attraversare un ponte, svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni bianco rosse del sentiero A0: noi abbiamo preferito fare il giro ad anello in senso orario, ma si può anche proseguire diritto facendo il giro in senso inverso. Saliamo lungo una bella mulattiera e dopo un tratto in piano incrociamo la strada asfaltata. Sul lato sinistro della strada ritroviamo i segnavia, proseguiamo per qualche minuto seguendo la mulattiera e quindi in piano costeggiando alcuni terrazzamenti. Tralasciato un sentiero a destra in breve giungiamo all'entrata di Villa Caselli. Dimora ottocentesca ricca di storia, posizionata sulle alture di Masera, all'interno di uno splendido parco di oltre 35.000 mq. Il suo nome non è dovuto alle famiglie che l'abitarono, ma, con molta probabilità, dalla località in cui essa sorge, chiamata ancora oggi dai maseresi "ai casei". Venne edificata nella seconda metà del XIX secolo da una famiglia vigezzina originaria di Craveggia, la famiglia Mellerio. Orafi di professione, i Mellerio erano emigrati in Francia e al loro ritorno decisero di costruire questa splendida residenza sulle colline maseresi.
Percorriamo il viale incrociando nuovamente la strada asfaltata, la seguiamo verso sinistra per circa una decina di metri per poi riprendere a salire dalla parte opposta tra alcune belle case.
Arrivati alla frazione Rivoria, passiamo accanto ad alcuni vigneti e, attraversato un piccolo spiazzo adibito a parcheggio, riprendiamo il sentiero a destra. Poco dopo su un muretto troviamo le indicazioni per le frazioni Rogna/Cresta e per l'Oratorio della Madonna delle Grazie, che seguiamo. Volendo dal parcheggio si può seguire lo stradello in salita a destra, in entrambi i casi si arriverà su una carrareccia.
Proseguendo in piano passiamo accanto ad alcuni terrazzamenti coltivati a vite, poco prima che la strada riprenda a salire l'abbandoniamo, per seguire il sentiero a sinistra indicato dalla palina segnavia e in breve arriviamo tra le case di Rogna. Seguendo le indicazioni continuiamo diritti passando tra le case e, usciti dal paese, in pochi minuti arriviamo alla vicina frazione Cresta 380 m.
Quì tra le case spicca l'oratorio di S.Bernardo già esistente nel secolo XVI. Dal parcheggio del "Ristorante Osteria Del Divin Porcello" proseguiamo per una decina di metri per poi svoltare a destra seguendo prima un'ampia mulattiera e poi un sentiero che entra nel bosco. Costeggiata una vecchia casa bianca raggiungiamo nuovamente la strada che avevamo abbandonato e continuando in salita arriviamo a un bivio. Proseguiamo diritti arrivando all'Oratorio della Madonna delle Grazie (460 m). L’oratorio risale al 1500 ed è meta di parecchi devoti, c’è anche lo spazio per una piacevole sosta. Seguendo il sentiero dietro all'oratorio ci ricongiungiamo con la stradina che avevamo precedentemente abbandonato, oltrepassata una baita recentemente ristrutturata la stradina lascia spazio a un ampio sentiero che si inerpica tra silenziosi boschi e baite in sasso. Dopo Pozzone e Onzo Dentro arriviamo sulla stradina privata che porta all'alpe Pescia, dove il transito è consentito solo ai soci della cooperativa, vicino si erge su una roccia la cappelletta di S.Antonio 707 m. Iniziamo a scendere passando accanto ad alcune baite perfettamente ristrutturate di Onzo Fuori e Avonso e in breve giungiamo al lago artificiale di Onzo 642 m. Abbandonata la strada, dalla fontana scendiamo lungo il sentiero verso Case Filippini, attraversiamo nuovamente poco più a valle la strada e in prossimità di alcune case continuiamo a scendere entrando nel bosco. Il percorso a causa di alcuni ruscelletti è a volte scivoloso per cui bisogna prestare un po' di attenzione. Giunti a Ranco Sopra prima di proseguire facciamo un giretto all'interno del paese. Continuando sulla strada asfaltata arriviamo a un bivio, proseguiamo a sinistra su una strada chiusa da una sbarra e dopo pochi minuti sulla destra riprendiamo il sentiero. Questo a nostro giudizio è il tratto più suggestivo dell'itinerario. Dopo aver attraversato su un ponticello il rio Fasciol continuiamo in falsopiano all'interno di un bosco di castagni secolari, in un'atmosfera di pace irreale, attraversiamo Loraccio e arriviamo a Case Ariola dove su un edificio è affrescata un'immagine della Madonna di Re. Proseguiamo attraversando un ruscello che forma sotto di noi una bella cascata e, oltrepassate Case Bevilacqua, percorriamo un bel tratto pianeggiante che ci permette di ammirare sotto di noi un suggestivo scorcio di panorama su Masera e Trontano.
Giungiamo all'oratorio di Sant’Antonio (480 m), che risale al 1500, dove facciamo una piccola pausa. Prima di continuare gironzoliamo tra le sue vecchie case raggiungendo un bel poggio, da dove possiamo osservare il versante nord/ovest del Parco Nazionale della Val Grande con il Togano e il Tignolino ancora abbondantemente innevati. Continuiamo seguendo sempre gli evidenti bolli, arrivando alla frazione Merro, dove si può visitare l'antico torchio recentemente restaurato. Seguiamo la strada asfaltata e poco prima del ponte svoltiamo a sinistra seguendo una bella mulattiera acciottolata, oltrepassata una cappelletta, attraversiamo il torrente su un ponticello e in breve arriviamo all'oratorio S. Elisabetta in località Piazza (380 m), risalente alla prima metà del Quattrocento. Attraversato un ponticello in sasso continuiamo a scendere sulla mulattiera, attraversiamo un paio di volte la strada asfaltata e in breve arriviamo a una palina segnavia. Decidiamo di proseguire a destra, tralasciando le indicazioni per Masera (percorso più breve). Dopo aver attraversato il ponte sul torrente iniziamo a salire la mulattiera fino alla strada asfaltata, la seguiamo ritrovandoci nuovamente alla stessa cappella incontrata all'inizio del giro. Seguendo a ritroso le nostre orme lasciate di prima mattina ci ritroviamo al punto di partenza.
Un anello da fare nelle stagioni intermedie, magari quando ancora la neve ricopre abbondantemente le quote più elevate. I sentieri nel comune di Masera si prestano a molteplici combinazioni, anche se in effetti gli itinerari principali sono quattro, contraddistinti dai colori giallo, blu, rosso e verde. Noi abbiamo in gran parte seguito l'itinerario verde, che è in effetti quello più lungo, ma è anche a nostro parere quello più suggestivo, dal punto di vista panoramico, naturalistico e storico.
Utile e indispensabile per pianificare il proprio itinerario la Cartina dei sentieri del comune di Masera 
Malati di Montagna: Pg, Danilo e Fabio

vecchie case cariche di ricordi


Pg e Danilo


la primavera è alle porte...


ma in Val Grande c'è ancora molta neve...


Antico torchio della frazione Merro


Oratorio di Sant' Abbondio




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