Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 27 gennaio 2013

Sull'ardita mulattiera al Pian d'Erba

Dall'uscita Como Nord dell'autostrada A9, proseguiamo in direzione Cernobbio-Argegno-Menaggio, poco prima della galleria di Brienno abbandoniamo la Statale, svoltando a destra. Lasciamo la macchina nel primo parcheggio, per poi proseguire a piedi verso l'antico borgo medievale arroccato sulle pendici della montagna e intersecato da vicoli e scalette. Giunti alla Chiesa Parrocchiale dei SS. Nazaro e Celso, ci fermiamo qualche istante ammirando il panorama sul lago, notiamo sul sagrato della chiesa il Monumento ai Caduti, rappresentato da un alpino di bronzo nell'atto di scagliare una grossa pietra verso il basso, proseguendo in breve arriviamo al Municipio, davanti al quale accanto a un piccolo bar inizia il nostro itinerario 210 m circa.
Imbocchiamo la scala di pietra e poco dopo dalla palina segnavia pieghiamo verso destra seguendo l'indicazione per il "Sentiero Botanico", segnalato su tutto il percorso da bolli recanti al centro il n. 1.

Tra il lago ed i monti, tra passato e presente, tra natura e cultura popolare: il Sentiero Botanico di Brienno, l’unico del suo genere nella Comunità Montana Lario Intelvese, è un interessante tracciato che riprende l’antico percorso utilizzato dagli abitanti del paese per recarsi nei campi coltivati e nei pascoli che punteggiavano la montagna. Il ripido sentiero è stato attrezzato nel 1985 da un gruppo di volontari in occasione della mostra “La montagna nel territorio di Brienno” ed è corredato da 65 cartelli segnaletici che identificano 51 differenti essenze arboree ed arbustive con il loro nome scientifico, italiano e dialettale.

Ripidamente guadagniamo quota tra gli stretti vicoli giungendo ad un ulteriore palina segnavia, proseguiamo a sinistra e oltre le case di Castel e di Riscè gli scalini lasciano il posto alla mulattiera gradinata che giunge a Giumanello. Seguiamo ora un breve tratto a mezza costa e tralasciando le indicazioni a destra in pochi minuti arriviamo alla cascina Salmaju. Dopo un breve tratto pianeggiante, poco prima di un'edicola dedicata a S. Antonio svoltiamo a destra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia. Da qui in poi inizia la faticosa salita lungo l'implacabile mulattiera che, con splendido percorso, si attiene nel primo tratto sul versante destro idrografico della Val Carpino. Poco più in alto passiamo accanto ad alcune pareti rocciose per poi traversare un profondo canalone, oltre il quale inizia il lungo tratto noto come "Scala Santa", che si inerpica lambendo alcune cascine arrivando a un poggio dove riprendiamo fiato. Procediamo ora verso sinistra attraversando la piccola Valle della Torbola passando accanto ad alcuni ruderi, dopo un lungo tratto a mezza costa in leggera discesa, il sentiero sfila a monte dei misteriosi e antichi ruderi del Prà de la Curt 1025 m, con alcune colonne monolitiche di granito che sporgono dai detriti. Con un ampio tornante volgiamo verso destra e iniziamo un lungo tratto in leggera salita, il tracciato man mano che proseguiamo si allarga e attraverso un bel bosco di faggi e betulle ci avviciniamo all'evidente crinale spartiacque tra il bacino lariano e la Val d'Intelvi. Incrociato un largo sentiero continuiamo verso destra giungendo al margine del Pian d'Erba dove sorgono un paio di grandi cascinali, le cui dimensioni rivelano la loro originaria funzione di alpeggio per le transumanze estive. Seguendo una traccia di una motoslitta risaliamo l'evidente pendio a sinistra raggiungendo il punto più elevato della giornata a circa 1160 m, un vero e proprio balcone naturale, verticalmente affacciato sul lago e la sua cornice di montagne maestose, tra le quali primeggia il profilo deciso del Monte Legnone. Per il ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario fatto all'andata.
Malati di Montagna: Pg, Simeone, Danilo e Fabio

by Simeone






Si trova nel sagrato della chiesa, e rappresenta un alpino di bronzo nell'atto di scagliare una grossa pietra verso il basso. Questo monumento ricorda alla gente del luogo un fatto d'arme della guerra di Libia, al quale pare abbia partecipato anche un alpino di Brienno.
Il battaglione Morbegno, tutto composto da soldati residenti nei paesi del lago, si ritrovò accerchiato dal nemico e senza munizioni, le uniche armi che potevano in qualche modo risparmiare loro la vita erano le pietre, si difesero così fino all'arrivo dei rinforzi.


by Fabio
inizio "Scala Santa"


Danilo, Simeone e Pg al Pian d'Erba
sullo sfondo il San Primo


uno, due, tre...ma quanti gradini sono...


welcome to the paradise...!!!


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