Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

giovedì 17 gennaio 2013

Sant’Antonio Abate

Sant’Antòni dal porscèll 
l’ha sonaa al campanèll 
al campanèll al s’è rompuu 
Sant'Antòni al s’è sconduu 
al s’è sconduu da drèe a una pòrta 
gh’eva là una dònna mòrta 
dònna mòrta l’ha faa “Hi” 
Sant’Antòni al s’è strimii 
dònna mòrta l’ha faa “Ha” 
Sant’Antòni l’è scappaa'


Nato in Egitto nel 251 d.C. e morto nel deserto della Tebaide il 17 gennaio del 357, all'eta' di 106 anni, almeno secondo la tradizione, il santo e' noto anche come sant'Antonio il Grande, sant'Antonio d'Egitto, sant'Antonio del Fuoco, sant'Antonio del Deserto e sant'Antonio l'Anacoreta.


In vita fu anche reputato un potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili e per questo venivano posti sotto la sua protezione coloro che erano afflitti dal ''male degli ardenti'', da qui la definizione del ''Fuoco di Sant'Antonio'', che in realtà corrisponde a due diverse malattie che provocano forti eritemi.
Tra gli attributi iconografici del santo figurano quindi il fuoco e il maiale, il cui grasso poteva servire a lenire gli eritemi. Sant'Antonio abate viene perciò considerato il patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori e protettore degli animali domestici. Tanto che il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo.

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