Ci sono vari itinerari per raggiungere il Gölem come viene chiamato in lingua lombarda ed erroneamente italianizzato in Guglielmo solo in epoche recenti, quindi, senza alcun riferimento al nome proprio di persona, quello che parte da Zone 650 m è forse uno degli itinerari più lunghi, con un dislivello di poco inferiore ai 1300 m, l'ho notato salendo e incontrando poche persone, anzi a dire la verità quasi nessuno. Lascio la macchina nel parcheggio accanto all'acquedotto dove volendo si può fare rifornimento d'acqua, a pochi metri sorge la bellissima chiesa di San Giovanni Battista del XVII sec., poco più avanti si arriva ad un incrocio, si prosegue diritti seguendo le indicazioni per il M. Guglielmo, dopo aver costeggiato il campo sportivo in breve la strada asfaltata termina in località Nembre. Da qui ha inizio il Sentiero degli Gnomi, corrispondente al segnavia 227, salendo all'interno di un bel bosco di abeti rossi, vengo accomagnato da una serie di gnomi e animali intagliati dall’artista locale Luigi Zatti, detto il “Rosso”, le sculture sono ricavate da tronchi d’albero tagliati, ma che conservano ancora le radici ancorate nel terreno, camminare nel bosco degli gnomi è un’esperienza che regala un po’ di magia a bambini e adulti e ogni scultura ha qualcosa da raccontare, l'importante è rimanere in silenzio!!! La mulattiera acciottolata finisce in corrispondenza della strada sterrata del Vandül-Sponde dei Veder, proseguo sulla destra seguendo le indicazioni per M. Guglielmo, ripidamente con vari tornanti la strada sterrata arriva alla baita Casentiga 1406 m dove mi fermo alla fonte per rinfrescarmi, riprendo ora il sentiero che si inoltra nel bosco, in breve mi ritrovo all'aperto, dalle creste delle montagne scivola come un manto leggero la nebbia, passo accanto a un abbeveratoio dove mi fermo a dissetarmi, proseguo fra balze erbose sotto la parete del Corno del Bene, arrivato sul crinale del Giogo della Palla 1727 m non si vede nulla tranne enormi tappeti di fiori. Il sentiero prosegue in piano e dopo aver costeggiato sulla sinistra una grossa pozza d'acqua riprendo di nuovo la salita su strada sterrata, ad un bivio svolto a sinistra e arrivo ad un grosso alpeggio, ora il sentiero contrassegnato da segni bianco/rossi piega decisamente a destra, costeggiando la montagna arrivo quasi alle spalle del rifugio Almici 1861 m. Alla destra del rifugio inizia il sentiero che porta verso la cima contrassegnato 3V (Alta Via delle Tre valli realizzata nel 1981), nei rari momenti in cui la nebbia si dirada intravedo il monumento al Redentore, eccomi finalmente in cima a Castel Bertino 1948 m, ci sono parecchie persone di ogni età, per la gente del posto è una meta ambita soprattutto per il panorama, che oggi purtroppo causa nebbia non si vede, mi siedo in disparte osservando l’imponente e aguzzo Monumento al Redentore, inaugurato il 24 agosto del 1902 dal vescovo di Brescia mons. Giacomo Corna Pellegrini, alla presenza di non meno di 10.000 persone salite da ogni parte, curiosamente a prestare servizio all’altare c'era un certo Giovanni Battista Montini, destinato poi a diventare papa col nome di Paolo VI. All'improvviso le nuvole si fanno in disparte, lasciando spazio all'azzurro del cielo, appoggio la testa alla zaino e mi faccio coccolare dai raggi caldi del sole, chiudo gli occhi e per qualche minuto mi appisolo... Riprendo la via del ritorno seguendo il medesimo itinerario dell'andata, mi fermo sovente ad osservare a respirare. colori e profumi, che fanno bene alla mente e al cuore, escursione davvero molto bella, peccato solo che le nuvole mi abbiamo impedito di vedere i panorami tanto decantati dalla cima, ma anche questo fa parte delle Terre Alte.
Malati di Montagna: Fabio
sul sentiero degli gnomi
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