Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 1 novembre 2009

...camminando sopra le nuvole...

Colle Baranca 1818 m dall'alpe Soi Dint 999 m in Valle Anzasca
Oltre a essere purtroppo solo, era da tempo che non mi capitava anche di non incontrare anima viva in tutta la durata dell'escursione, una giornata che mi rimarrà a lungo impressa nelle pagine dei miei ricordi...
Dall'autostrada A26 si prosegue per la Statale del Sempione fino all'uscita di Piedimulera, alla rotonda seguendo le indicazioni per Macugnaga si arriva a Pontegrande da dove bisogna svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Fontane/Ristoro alpe Soi.
Decido di lasciare l'auto nel parcheggio all'alpe Soi Dint 999 m, adiacente alla bella chiesetta e di proseguire a piedi per circa 10 minuti su strada asfaltata fino a all'alpe Buchet 1022 m, chi lo desidera può arrivare fin qui anche in auto, ampie possibilità di parcheggio. Seguo la strada sterrata con le nuvole che svaniscono magicamente, mentre alla mia sinistra il torrente Olacchia scorre dolcemente verso valle, arrivo alle baite dell'alpe Turni 1115 m, ed ecco spuntare i raggi del sole a illuminare le cime. Dopo mezz'ora arrivo alla fine della strada sterrata nei pressi di un ponte, dove una palina segnavia indica la direzione da seguire (B15), attraversato il torrente inizio a salire ripidamente in un bel bosco, si sentono solo i miei passi e le foglie che lentamente cadono a terra, arrivato alle baite di La Rusa 1391 mi accorgo che ormai sono totalmente sopra alle nuvole, mi fermo per qualche minuto estasiato da tanta bellezza. Il sentiero prosegue sulla sinistra e dopo un tratto in falsopiano si riprende a salire con decisione, mi fermo a dissetarmi presso una fontana, riprendo il cammino e dopo qualche minuto intravedo sulla sinistra le baite dell''alpe Oreto 1724. Dalla palina segnavia si continua diritti lasciando l'alpeggio poco lontano sulla sinistra, risalita una valletta in pochi minuti arrivo al colle Baranca 1818 m, dove è stata costruita una cappella dedicata agli alpini caduti durante la prima guerra mondiale. Attorno è un vero spettacolo della natura, le cime ricoperte dalla neve si specchiano nel grazioso lago sottostante e una fredda aria gelida mi ricorda che ormai l'inverno è alle porte, attraverso sulla destra l'alpe Selle 1824 m e seguendo il sentiero arrivo alla villa di proprietà Lancia, chiamata Aprilia come la famosa automobile, ne restano le macerie che trasmettono ancora oggi il fascino dell’ardita architettura. Dopo lo spuntino scendo al lago per scattare qualche foto, purtroppo a malincuore devo rimettermi sulla via del ritorno, risalgo di nuovo verso la cappella da dove scendo lungo il percorso dell'andata. Arrivato all'auto, prima di partire mi fermo qualche istante davanti alla chiesetta dell'alpe Soi Dint, dove le lancette dell'orologio sembrano essersi fermate...
Malato di montagna: Fabio


e poi mi chiedono perché sono malato di montagna!?!

Villa Aprilia

Verso il colle Baranca

alpe Soi Dint 999 m

Ritorno alle Cime
Quassù dove la neve e il cielo
mi versano purezza,
ho ritrovato un cuore bianco e azzurro.
Quassù dove hanno nido i falchi
e l'acqua sa di ghiaccio,
dove in un verde abbraccio
mi riavvolge il silenzio,
dove sfioro le stelle,
ho ritrovato un cuore senza peso.
Anonimo

2 commenti:

  1. Un'escursione in solitaria ma non da solo. Lo spettacolo della natura era con te.

    Impossibile resistere al fascino del "mare di nuvole", belle foto.

    un saluto

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  2. Ciao Fabio

    ecco un vero racconto come piace a me, semplice, belle parole, belle foto. E' bello dedicarsi un pò di spazio e un pò di tempo in compagnia solo della voglia di montagna. Malati di montagna

    Mandi mandi

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