Dopo la graziosa chiesa di S. Bernardo 1628 m su un grosso pannello in legno è stata incisa questa frase "Benvenuti in Paradiso", poche parole che danno giusto merito a questo luogo. Lasciamo la macchina nell'ampio parcheggio superiore nei pressi del rifugio San Bernardo a 1630 m, alla destra del parcheggio inizia il sentiero, alcuni segni di vernice bianco/rossi sui larici ne indicano la direzione. Iniziamo a salire nel bosco e dopo un dosso erboso il sentiero sale ripidamente il fianco della montagna arrivando a un punto panoramico conosciuto come "il sasso dei corvi". Riprendiamo il cammino tra gli ultimi grandi larici, dopo un breve tratto pianeggiate iniziamo a salire con decisione, passiamo sotto il filo di cresta dove in alcuni tratti il terreno è friabile ed aereo. Arrivati su un promontorio ci concediamo una breve pausa ammirando la bellezza del luogo, scendiamo verso la palina segnavia e tralasciata la deviazione a sinistra per il lago d Oriaccia, seguiamo il sentiero a destra che sale ripido il versante della montagna. Si prosegue per un lungo tratto su pietraia, sotto di noi quasi a precipizio il lago di Ragozza, arrivati su un pianoro vediamo a sinistra la nostra meta che man mano si avvicina. Il sentiero prosegue quasi in falsopiano lungo un traverso in cui bisogna prestare attenzione a non scivolare, sotto di noi il vallone di Oriaccia con l'omonimo lago, l'ultima ripida salita ed eccoci in cima al Verosso 2443 m conosciuto anche come Rerosso o Riorosso. Purtroppo alcuni nuvoli ci impediscono di ammirare il panorama verso la Svizzera, ma poco importa grande è comunque la soddisfazione di essere arrivati, incontriamo anche tre escursionisti che arrivano dal rifugio Alpe il Laghetto 2039 m. Firmato il libro di vetta ci rimettiamo in cammino, scendiamo verso il passo di Oriaccia o Locciabella, dalla parte opposta da cui siamo arrivati, seguendo alcuni ometti e un esile traccia arriviamo al passo 2325 m. Proseguiamo a destra seguendo i segni di vernice bianco/rossi, dopo un breve tratto in piano iniziamo la ripida discesa su alcuni grossi blocchi di pietra, sotto di noi uno vediamo uno dei laghetti di Tschawinder ancora parzialmente ghiacciato, attorno la zona è ancora coperta da enormi nevai. Incontriamo un solitario escursionista svizzero con cui scambiamo alcune fugaci parole, attraversati alcuni nevai volgiamo decisamente a destra verso il lago che vedevamo dall'alto, mentre lo costeggiamo ci fermiamo a osservare come ancora sia alto il ghiaccio che lo ricopre. Atraversato un ulteriore nevaio riprendiamo il sentiero sul lato in cui è adagiato il lago, dopo un breve tratto su pietraia iniziamo a scendere gradatamente lungo il versante della montagna, incontriamo diversi nevai che ci costringono ad attraversali con cautela. Con grande sorpresa ecco un'altro laghetto ancora ricoperto in gran parte dal ghiaccio da cui scaturisce un ruscello dall'acqua decisamente ghiacciata, siamo a poca distanza dalla bocchetta di Gattascosa e vista l'ora ci fermiamo a pranzare. Riprese le forse in breve arriviamo alla bocchetta 2158 m, senza indugio risaliamo il versante sulla sinistra arrivando in breve a incontrare un sentiero contrassegnato in rosso, è un percorso davvero molto interessante che percorre l'intera cresta fino al passo di Monscera. Con alcuni saliscendi si arriva alla cima Mattaroni 2235 m e poi a quella del Tirone 2202 m tra coloratissime fioriture e angoli davvero suggestivi, purtroppo l'unica nota dolente scesi al passo di Monscera 2103 m sono i tralicci dell'alta tensione che deturpano il paesaggio. Costeggiamo sulla sinistra il piccolo ma grazioso lago di Monscera e in breve arriviamo sulla mulattiera che scende compiendo un ampio giro sul lato opposto della cresta percorsa al mattino verso la cima Verosso, attraversato un torrente e costeggiate alcune baite si continua su una strada sterrata che ben presto diventa asfaltata. Passiamo accanto al nuovo rifugio il Dosso 1740 m, per poi scendere velocemente verso il torrente che attraversiamo vicino a uno sbarramento che alimenta una centrale idroelettrica, con una breve risalita ritorniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. L'itinerario si svolge su sentieri recentemente marcati, consiglio comunque di avere nello zaino sempre una buona cartina escursionista del luogo in cui si sta andando, le abbondanti nevicate di quest'inverno coprono soprattuto sul versante svizzero gran parte del sentiero per cui bisogna sempre prestare attenzione agli omini e ai pochi segni di vernice che si vedono. In salita il dislivello è di circa 1100 metri compresi gli innumerevoli saliscendi, il tempo stimato per l'intero anello è di 6.30 ore comprese le soste, un'escursione che sicuramente deve rientrare nel curriculum di ogni malato di montagna... Mi permetto una piccola nota, arrivati all'auto e tolti gli scarponi è arrivato il temporale, questa volta la nostra determinazione è stata ampiamente premiata!!!
Fabio e Danilo malati di montagna
l'estate qui tarda ad arrivare
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