Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 12 luglio 2009

Da Carcoforo alla bocchetta Badile passando per il rif. Massero

Dall'Autostrada A26 (Genova/Gravellona Toce) si esce al casello di Romagnano Sesia, alla rotonda si svolta a sinistra seguendo la S.S. 299 per Alagna, dopo Varallo Sesia arrivati a Balmuccia si gira a destra seguendo la strada per la Val Sermenza, arrivati a Rimasco prendiamo il bivio sulla destra, arrivando in breve a Carcoforo, premiato come villaggio ideale d'Italia da Airone nel 1994. Dall'ampio parcheggio di Carcoforo 1304 m ci dirigiamo verso il ponte sul torrente Egua, dove si possono osservare alcuni pannelli informativi. Il sentiero che si deve seguire per il rifugio Massero è il 113, il percorso è anche costellato da pannelli didattici sulla flora e fauna del parco. Dopo aver passato il nuovo villaggio di Selva Bruna arriviamo nei pressi di un ponte in cemento, tralasciamo il sentiero 117 sulla destra da cui scenderemo per il ritorno e superato il rio Massero proseguiamo sulla strada sterrata che in breve si trasformerà in un bel sentiero. Si inizia a salire gradatamente in un rado bosco di larici, arrivati all'alpe Chignolo 1530 m osserviamo come le valanghe quest'inverno siano state davvero disastrose per l'ambiente circostante. Usciti dal bosco zigzagando lungo il ripido pendio arriviamo sui vasti pascoli dell'alpe Fornetto 1926 m, la salita diventa più piacevole e dopo aver risalito un pianoro vediamo sventolare la bandiera del rifugio. Superato un torrente eccoci all'alpe Massero 2082 m, dove si trova in splendida posizione il rifugio del Parco Naturale Alta Valsesia, ristrutturato nel 1980 e successivamente ampliato nel 2004, dispone di 20 posti letto (Tel. 0163 95650-Cell. 347 0398237). Mangiamo e ci riposiamo sotto ai timidi raggi del sole, all'esterno ci sono parecchi persone che aspettano di entrare per mangiare e a sentire il profumino fanno certamente bene. Bevuto il caffè chiedo informazione al gestore sulle condizioni del sentiero che dobbiamo percorrere, usciti ci incaminiamo passando a monte del rifugio, in breve si arriva al bivio segnalato su un sasso e lasciato sulla sinistra il sentiero per il Colle della Bottiggia 2607 m, svoltiamo decisamente sulla destra seguendo il sentiero 116. Essendo il percorso particolarmente esposto non è consigliabile transitarlo quando il terreno è gelato o in caso di cattivo tempo, dopo l'ultimo traverso in cui bisogna porre attenzione dove mettere i piedi, arriviamo alla bocchetta del Badile 2300 m. Sotto di noi intravediamo il rifugio mentre dalla parte opposta osserviamo il selvaggio vallone di Giovanchera da cui dobbiamo scendere. Deborah e Danilo salgono per un breve tratto sulla cresta del Cengio del Badile, poi scattate le varie foto iniziamo a scendere sull'esile traccia, alcuni segni di vernice comunque ne danno sempre la giusta direzione. Arrivati alle baite abbandonate dell'alpe Badile 1998 m facciamo una breve sosta, poco prima dell'alpeggio su un grosso sasso sono indicate le varie deviazioni da seguire. Si piega decisamente a sinistra scendendo lungo un canalone dove scorre il rio Badile (Beil), si possono notare sulla sinistra tra le rocce rossastre alcune gallerie scavate nella roccia testimonianza di un'infruttuosa ricerca mineraria. Durante la discesa ci soffermiamo a parlare con un pastore che sta curando le sue mucche, nel frattempo Deborah fa amicizia con una mucca di nome Nelva, la quale contraccambia leccandogli la mano, sulla destra si vedono le baite dell'alpe Busacca del Badile 1867, costruite sulla soglia rocciosa. Continuiamo attraversando vasti pascoli e arrivando all'alpeggio Giovanchera Bella 1703 m in piena attività, con le baite ottimamente ristrutturate, poco più sotto sulla sinistra riprendiamo il sentiero che si inoltra nel bosco. Arrivati all'alpe Sulla Selva 1597 m con una serie di tornanti scendiamo velocemente arrivando ben presto alla baita dell'alpe Pasquè 1434 m con accanto alcuni grossi frassini, in breve ritorniamo sulla strada sterrata percorsa al mattino. Il dislivello fino alla bocchetta del Badile è di circa 1000 m, il sentiero fino al rifugio Massero è privo di difficoltà, mentre la salita e la prima parte della discesa dalla bocchetta vanno effettuati con la dovuta attenzione e soprattutto in condizioni meteorologiche buone, l'ambiente montano circostante è davvero notevole e ripaga senz'altro la fatica della salita. L'escursione si svolge nel territorio del Parco Naturale Alta Valsesia l’area protetta più alta d’Europa
Malati di montagna: Danilo, Deborah e Fabio

sulla sinistra la bocchetta Badile 2300 m

verso il rifugio Massero 2082 m

un luogo da malati di montagna...

dalla bocchetta verso la via del ritorno

Danilo e Deborah sul sentiero fiorito

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