Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 8 febbraio 2009

che fatica salire sulla Cima 1810 - Val Loana

Dopo una settimana caratterizzata dal cattivo tempo, pioggia incessante in pianura e abbondanti nevicate in montagna, alzando il livello di pericolo valanghe in una scala da 1-5 a 4, decidiamo di andare a fare una salita su una montagna dal nome davvero singolare La Cima, dove il rischio è ridotto quasi al minimo, ma che in ogni caso l'attenzione deve essere sempre massima. Dall'autostrada A26 si prosegue per la superstrada del Sempione fino all'uscita di Masera/Val Vigezzo, continuiamo lungo la valle, man mano che ci addentriamo ci sembra di essere stati catapultati nei paesi nordici, sui fianchi della strada muri di neve e strade non perfettamente pulite ci inducono a procedere con cautela. Arrivati a Santa Maria Maggiore notiamo che la neve ormai supera abbondantemente il metro, la gente è costretta a camminare in mezzo alla strada, procediamo fino a Malesco (760 m) dove lasciamo la strada principale che gira a sinistra verso la Svizzera, entriamo in paese e seguiamo le indicazioni per Finero e la Val Cannobina, passati dietro alla chiesa raggiungiamo in breve il parcheggio del cimitero dove lasciamo l'auto. Usciti dal parcheggio svoltiamo a destra per via Laurasca fino a raggiungere le ultime case, sulla destra inizia la strada per la Val Loana che durante i mesi invernali viene completamente lasciata al suo destino... Calziamo le ciaspole e ci accorgiamo da subito che oggi sarà una giornata faticosa e che il nostro fisico sarà messo a dura prova, nessuna traccia nemmeno il passaggio di qualche animale...tranne noi che sprofondiamo con le ciaspole in una coltre nevosa immacolata...teniamo un buon ritmo dandoci il cambio ogni cento passi, i miei compagni ne fanno più del dovuto e questo mi rende enormemente orgoglioso di essere con loro oggi. Poco prima di arrivare alla Cappella del Sasso del Broglio 1100 m circa, veniamo raggiunti da Battista e Marilena che subito si aggregano a noi per darci man forte, superata la cappella dopo circa 150-200 metri sulla destra inizia la strada consortile per l'alpe Cortino. Veniamo raggiunti da un gruppo nutrito del CAI di Parapiago, una decina di loro si aggrega al gruppo degli apripista, la coltre nevosa aumenta e la fatica nell'avanzare si fa sentire, ci diamo il cambio con frequenza, sulla sinistra ci supera uno scialpinista il quale prende la testa del gruppo. Abbandoniamo la stradina tagliando per il bosco, la incrociamo di nuovo poco più in alto per poi abbandonarla definitivamente, risaliamo il versante della montagna baciati dai raggi del sole che attraverso gli alberi ci regalano fantastici giochi di luce, ed ecco apparire all'improvviso come se fosse uscita dal nulla la splendida radura dell'alpe Cortino 1477 m. Salutiamo i compagni di salita e ci avviamo verso le baite, ricoperte dalla neve, anzi direi sommerse quasi totalmente dalla neve, uno vero spettacolo!!! Ci fermiamo a mangiare, ma soprattutto a bere qualcosa di caldo, è il primo momento in cui ci fermiamo da quando stamattina abbiamo iniziato a ciaspolare..., la fatica si fa sentire ma la voglia di tentare a salire per conquistare la tanto sospirata vetta ci sprona a proseguire. Risaliamo a destra delle baite, la traccia ora è ben battuta dagli scialpinisti, e questo ci da ancor di più forza ad andare avanti. Pochi metri ancora sulla cresta ed ecco apparire la parte superiore della croce, la parte sottostante è ricoperta dalla neve, siamo finalmente arrivati su La Cima 1810 m, il panorama è di quelli da lasciare senza fiato, la gioia è chiaramente scolpita sui nostri volti. Un emozione forte mi pervade per tutto il corpo, sento l'aria fredda che mi accarezza il viso, la fatica che avevo fino a qualche secondo fa sembra svanita nel nulla... Dopo aver scattato decine di foto, cominciamo a scendere, ormai siamo rimasti soli, non c'è più nessuno si sono volatilizzati tutti...Il ritorno lo facciamo sul medesimo tracciato dell'andata, cosi almeno le nostre fatiche sono servite a qualche cosa!?!?! La frase che può riassume in poche parole questa giornata l'ha detta il mitico Danilo "...la solitudine e l'orgoglio di essere primi..." Hillary, Amundsen, Colombo ecc.
Malati di Montagna

Cappella del Sasso del Broglio

Alpe Cortino

Baite all'alpe Cortino

La Cima 1810 m

Kiran, Flavio e Danilo

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