Ritorniamo in Valsesia per visitare la Val
Mastallone una delle tante valli laterali della Valsesia. Oggi insieme a
Danilo e Silvio si è aggregato anche Aldo, percorriamo la A26 Genova
Voltri Sempione, il cielo è terso ma il termometro in auto mi segnala che siamo sotto allo zero, usciamo a
Romagnano Ghemme, quindi seguiamo le indicazioni per
Varallo-
Alagna. giunti alla seconda uscita della tangenziale di
Varallo seguiamo a destra le indicazioni per
Fobello. La valle è lunga oltre 20 km e segue l'omonimo torrente
Mastallone, tralasciamo il bivio a destra per
Rimella raggiungendo in breve il centro di
Fobello, paese natio di Vincenzo Lancia fondatore della famosa casa automobilistica italiana. La mattina gelida ci consiglia un buon caffè caldo, entriamo al Bar Smeraldo dove incontriamo oltre al simpatico gestore anche un signore grande conoscitore della valle, che gentilmente ci consiglia un itinerario alternativo al nostro, dopo una veloce consultazione decidiamo di fare l'itinerario consigliatoci. Continuiamo verso la testata della valle, superata la deviazione a sinistra per
Roj arriviamo in località "La Muntà", dove seguiamo le indicazioni sulla destra per Belvedere, da notare la bellissima villa della famiglia Lancia. Arrivati alla fine della strada lasciamo l'auto nell'ampio parcheggio 1208 m, l'aria è decisamente gelida, quindi è sicuramente meglio cominciare a camminare in modo tale da riscaldarci. Risaliamo all'interno del paese, dopo le ultime case incontriamo una palina segnaletica, seguiamo a destra il sentiero che diventa in breve una bellissima mulattiera. Dopo circa 25 minuti arriviamo all'alpe
Res 1419 m, dove una sosta è d'obbligo, l'alpe è posta su una larga sella tra la Val
Mastallone e il vallone del
Landwasser, il paesaggio che si può ammirare è davvero notevole. Su un pannello è riportata la cartina della zona, consultiamo il percorso da intraprendere, nel frattempo ci raggiunge anche il gestore del B&B "La
Squara" che gentilmente ci da qualche dritta. Abbandoniamo il
GTA (Grande Traversata delle Alpi) e seguiamo a sinistra il sentiero n. 525, iniziamo ripidamente a salire, arrivati sulla sella rimaniamo estasiati dal panorama che si apre davanti ai nostri occhi, nell'azzurro intenso del cielo si stagliano le bianche cime, tra antichi alpeggi abbandonati dove ormai rimangono solo ricordi di una vita ormai trascorsa... Il sentiero prosegue quasi pianeggiante verso la
Carghetta 1521 m, davanti a noi leggermente sulla sinistra vediamo la nostra meta il Monte
Tracciora di cui notiamo la croce. Passiamo l'alpe Oro Giordano 1515 m e prima di arrivare all'alpe
Faut una traccia a sinistra si stacca dal sentiero principale, procediamo con cautela il sentiero oltre a essere ripido è anche parzialmente ricoperto dalla neve caduta nei giorni scorsi, saliamo sulla dorsale di sinistra passando accanto a un gigantesco omino, pochi metri sotto la cima il sentiero devia leggermente a destra per poi risalire gli ultimi metri arrivando in cima al Monte
Tracciora 1857 m, rimaniamo meravigliati per l'incredibile soddisfazione che può dare una salita su una montagna relativamente poco conosciuta... Dopo aver firmato il libro di vetta e aver scattato decine di foto, decidiamo che è più sicuro scendere non più per il sentiero dell'andata ma per il canale posto qualche metro sotto la cima. Sempre con la dovuta attenzione arriviamo all'alpe
Faut 1623 m, vista la giornata e l'ora decidiamo di continuare seguendo sempre il sentiero 525 verso il colle della
Dorchetta 1818 m. Il percorso è sempre ben evidente, ma data la stagione in alcuni tratti dove il sole non arriva i ruscelli si sono trasformati in piccole cascate di ghiaccio in cui bisogna stare attenti a dove posare lo scarpone per non scivolare, con alcuni saliscendi e con un ultimo strappo finale arriviamo all'alpe Rossa Inferiore 1717 m, il sentiero prosegue al di sopra delle baite, arrivati sopra a una sella a circa 1700 m decidiamo di fermarci, si vede il colle della
Dorchetta e sotto di noi la valle di
Rimella con i suoi innumerevoli alpeggi. Ritornati all'ape Rossa Inferiore ci fermiamo per un fugace pranzo riparandoci dall'aria gelida dietro a una baita diroccata, durante la via del ritorno la soddisfazione è scolpita sui nostri volti, arrivati all'alpe
Res incontriamo un pastore con il suo piccolo gregge di pecore e mentre scendiamo capiamo quanto sia dura ancora la vita dell'alpeggio, l'uomo con passo sicuro seguito dai suoi fedeli cani sta scendendo con due enormi sacche di fieno sulle spalle e dire che noi ogni tanto ci lamentiamo del peso dei nostri zaini!?! Mi riprometto di non lamentarmi mai più... Al ritorno ci fermiamo a bere una cioccolata al bar dove eravamo stati alla mattina, il gestore amichevolmente ci chiede come è andata l'escursione, gli rispondiamo che è stata una scelta davvero azzeccata.
Malati di Montagna
Panoramica
vecchi ricordi all'alpe Res
Aldo, Fabio e Silvio
Danilo, Aldo e Silvio sul Monte Tracciora