Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 30 novembre 2008

L'Artigianato nel Mondo

Ormai è diventato un appuntamento annuale, personalmente non mi piacciono i luoghi affollati, ma la Fiera dell'Artigianato che si svolge a Milano è una delle manifestazioni a cui partecipo con piacere. Quest'anno si svolge nel nuovo polo fieristico Rho-Pero, lasciamo l'auto nel parcheggio vicino alla porta Sud, entrati all'interno rimango affascinato dall'architettura che mi ricorda molto un film di fantascienza, davvero notevole... A mio avviso un giorno non è sufficiente per visitarla tutta, per cui consiglio di programmare dove andare e cosa vedere, noi ci siamo indirizzati da buoni italiani ai padiglioni dedicati alle regioni della nostra bella Italia, per poi fare una rapida visita ai paesi europei e ad alcuni del resto del mondo, è sempre meglio anche avere uno zainetto, di solito si tende a prendere gli innumerevoli dépliant sparsi nei vari stand... che altro dire, una domenica passata in città, ma non per questo lontano dalla montagna... basta guardare le foto per capire.


ingresso fiera dalla porta sud



davvero spaziale...



gli innumerevoli specchi d'acqua



artigiani al lavoro




pregevoli le innumerevoli sculture in legno

domenica 23 novembre 2008

Antichi Sentieri sul Monte Tracciora

Ritorniamo in Valsesia per visitare la Val Mastallone una delle tante valli laterali della Valsesia. Oggi insieme a Danilo e Silvio si è aggregato anche Aldo, percorriamo la A26 Genova Voltri Sempione, il cielo è terso ma il termometro in auto mi segnala che siamo sotto allo zero, usciamo a Romagnano Ghemme, quindi seguiamo le indicazioni per Varallo-Alagna. giunti alla seconda uscita della tangenziale di Varallo seguiamo a destra le indicazioni per Fobello. La valle è lunga oltre 20 km e segue l'omonimo torrente Mastallone, tralasciamo il bivio a destra per Rimella raggiungendo in breve il centro di Fobello, paese natio di Vincenzo Lancia fondatore della famosa casa automobilistica italiana. La mattina gelida ci consiglia un buon caffè caldo, entriamo al Bar Smeraldo dove incontriamo oltre al simpatico gestore anche un signore grande conoscitore della valle, che gentilmente ci consiglia un itinerario alternativo al nostro, dopo una veloce consultazione decidiamo di fare l'itinerario consigliatoci. Continuiamo verso la testata della valle, superata la deviazione a sinistra per Roj arriviamo in località "La Muntà", dove seguiamo le indicazioni sulla destra per Belvedere, da notare la bellissima villa della famiglia Lancia. Arrivati alla fine della strada lasciamo l'auto nell'ampio parcheggio 1208 m, l'aria è decisamente gelida, quindi è sicuramente meglio cominciare a camminare in modo tale da riscaldarci. Risaliamo all'interno del paese, dopo le ultime case incontriamo una palina segnaletica, seguiamo a destra il sentiero che diventa in breve una bellissima mulattiera. Dopo circa 25 minuti arriviamo all'alpe Res 1419 m, dove una sosta è d'obbligo, l'alpe è posta su una larga sella tra la Val Mastallone e il vallone del Landwasser, il paesaggio che si può ammirare è davvero notevole. Su un pannello è riportata la cartina della zona, consultiamo il percorso da intraprendere, nel frattempo ci raggiunge anche il gestore del B&B "La Squara" che gentilmente ci da qualche dritta. Abbandoniamo il GTA (Grande Traversata delle Alpi) e seguiamo a sinistra il sentiero n. 525, iniziamo ripidamente a salire, arrivati sulla sella rimaniamo estasiati dal panorama che si apre davanti ai nostri occhi, nell'azzurro intenso del cielo si stagliano le bianche cime, tra antichi alpeggi abbandonati dove ormai rimangono solo ricordi di una vita ormai trascorsa... Il sentiero prosegue quasi pianeggiante verso la Carghetta 1521 m, davanti a noi leggermente sulla sinistra vediamo la nostra meta il Monte Tracciora di cui notiamo la croce. Passiamo l'alpe Oro Giordano 1515 m e prima di arrivare all'alpe Faut una traccia a sinistra si stacca dal sentiero principale, procediamo con cautela il sentiero oltre a essere ripido è anche parzialmente ricoperto dalla neve caduta nei giorni scorsi, saliamo sulla dorsale di sinistra passando accanto a un gigantesco omino, pochi metri sotto la cima il sentiero devia leggermente a destra per poi risalire gli ultimi metri arrivando in cima al Monte Tracciora 1857 m, rimaniamo meravigliati per l'incredibile soddisfazione che può dare una salita su una montagna relativamente poco conosciuta... Dopo aver firmato il libro di vetta e aver scattato decine di foto, decidiamo che è più sicuro scendere non più per il sentiero dell'andata ma per il canale posto qualche metro sotto la cima. Sempre con la dovuta attenzione arriviamo all'alpe Faut 1623 m, vista la giornata e l'ora decidiamo di continuare seguendo sempre il sentiero 525 verso il colle della Dorchetta 1818 m. Il percorso è sempre ben evidente, ma data la stagione in alcuni tratti dove il sole non arriva i ruscelli si sono trasformati in piccole cascate di ghiaccio in cui bisogna stare attenti a dove posare lo scarpone per non scivolare, con alcuni saliscendi e con un ultimo strappo finale arriviamo all'alpe Rossa Inferiore 1717 m, il sentiero prosegue al di sopra delle baite, arrivati sopra a una sella a circa 1700 m decidiamo di fermarci, si vede il colle della Dorchetta e sotto di noi la valle di Rimella con i suoi innumerevoli alpeggi. Ritornati all'ape Rossa Inferiore ci fermiamo per un fugace pranzo riparandoci dall'aria gelida dietro a una baita diroccata, durante la via del ritorno la soddisfazione è scolpita sui nostri volti, arrivati all'alpe Res incontriamo un pastore con il suo piccolo gregge di pecore e mentre scendiamo capiamo quanto sia dura ancora la vita dell'alpeggio, l'uomo con passo sicuro seguito dai suoi fedeli cani sta scendendo con due enormi sacche di fieno sulle spalle e dire che noi ogni tanto ci lamentiamo del peso dei nostri zaini!?! Mi riprometto di non lamentarmi mai più... Al ritorno ci fermiamo a bere una cioccolata al bar dove eravamo stati alla mattina, il gestore amichevolmente ci chiede come è andata l'escursione, gli rispondiamo che è stata una scelta davvero azzeccata.
Malati di Montagna
Panoramica

vecchi ricordi all'alpe Res

Aldo, Fabio e Silvio

Danilo, Aldo e Silvio sul Monte Tracciora

domenica 16 novembre 2008

...ospiti di un sogno...

Oggi decidiamo di far visita a un uomo che ha realizzato il suo sogno...
Si percorre tutta la Valsesia fino ad Alagna "Im Land", dopo aver oltrepassato l'abitato si svolta a destra seguendo le indicazioni per il rifugio Ferioli, l'alpe Sattal e l'alpe Campo. Attraversato su un ponte il Sesia si arriva alla frazione Pedemonte "Z'Kantmud" 1246 m. L'auto la si può lasciare in diversi parcheggi sia a valle che a monte del borgo. Al termine della strada asfalta si trovano le indicazioni dei sentieri che si possono percorrere, con indicate le varie destinazioni. Il sentiero che si dovrà seguire fino all'alpe Campo è il 209-9 per la Bocchetta della Moanda. Scendiamo lungo il torrente seguendo il segnavia n. 9, dopo poche decine di metri il percorso piega decisamente a destra, passiamo vicino alla frazione Ronco "Im Rong", e attraversiamo le case di Undre Wittwosma 1390 m (Wittwosma inferiore = Zolla di terra lontana). Continuiamo a salire estasiati dai panorami che si aprono a ogni angolo, il Rosa oggi si mostra in tutta la sua maestosità, tra le molte cime che si possono vedere notiamo tra tutte la punta Gnifetti con la Capanna Regina Margherita 4559 m e mi vengono in mente i momenti davvero indimenticabili durante la salita e l'arrivo davvero emozionante al rifugio non potrò mai scordarmelo... A circa 1800 m incontriamo la prima neve e anche le prime difficoltà, in alcuni tratti infatti il ghiaccio a ricoperto il terreno rendendolo infido e scivoloso, con molta prudenza superiamo il tratto entrando cosi nell'avvallamento dove sorge l'alpe Campo. La traccia è ben marcata e si procede molto bene, arrivati a un cartello lasciamo sulla sinistra l'alpe Campo inferiore per seguire sulla destra l'indicazione per l'alpe Sattal. Risaliamo il versante della montagna con qualche breve tratto in cui prestare attenzione, ci sono circa 50/60 cm di neve ce ne accorgiamo mentre saliamo, sembra di camminare in una bianca trincea, alle nostre spalle si erge imponente e serioso il Tagliaferro 2.964 m. All'improvviso ecco spuntare dalla neve un cartello "qui state dove le aquile imparano a volare col vento e i sogni a cavalcare stelle" credetemi ho provato nel leggere questa frase una forte sensazione di libertà interiore. Risaliamo gli ultimi metri ed ecco emerge come in un sogno la baita dell'alpe Sattal 2097 m, ci sono parecchie persone di qualsiasi età, sembra che ci unisca un forte legame, vedo Giuseppe non l'ho mai incontrato di persona, ma mi hanno parlato sempre come di un uomo fortemente motivato che ha inseguito per tutta la sua vita un sogno e che alla fine l'ha realizzato. Lo salutiamo con piacere rimanendo per qualche minuto con lui a parlare, scopra che abbiamo anche alcune conoscenze in comune e questo mi fa ulteriormente piacere, prima di mangiare ci invita a visitare il suo sogno, entriamo nella baita e da subito ci accorgiamo del lavoro magistralmente svolto, un Bed&Breakfast con tutti i confort (http://www.alpesattal.com/), addirittura la doccia calda! Giuseppe ci racconta delle mille difficoltà avute, ci togliamo gli scarponi e saliamo al piano superiore dove rimaniamo a bocca aperta, vorrei descrivevi quanto abbiamo visto e soprattutto provato, visto che mi ha addirittura dato il privilegio di provare il suo letto, vi dico solo che la vista dalla finestrella era davvero fantastica... Bisogna venire a trovare Giuseppe e sedersi con lui anche per pochi minuti per capire cosa vuol dire realizzare il sogno della propria vita, usciamo e ci sediamo davanti al Rosa a mangiare, il sole è caldo e la giornata è davvero meravigliosa. Salutiamo Giuseppe a malincuore, vorremmo rimanere con lui per passare almeno una notte, mi riprometto di farlo al più presto possibile. Scendiamo velocemente, arrivati all'altezza dell'alpe Campo Superiore "Oubre Kamp" 1923 m decidiamo di raggiungerla, in breve arriviamo davanti alla baita sociale della sottosezione del CAI di Alagna. Saliamo di pochi metri raggiungendo il laghetto completamente gelato, accanto da non credere c'è una barca ricoperta dalla neve?!? Kiran e Flavio coraggiosamente camminano fino al centro, mentre io lentamente proseguo verso la cappella sulla destra. Chi passa da qui deve assolutamente fermarsi, la porta della cappella è un pezzo di storia delle alpi, si tratta infatti della porta della prima Capanna Margherita inaugurata nel 1893, su un cartello sopra alla porta viene riportata questa frase Herrgotts Winkel "cantuccio delle orazioni". Scendiamo entusiasti da questa giornata trascorsa in montagna, arrivati all'auto decidiamo di andare a vedere Pedemonte, arrivati alla piazzetta notiamo subito la stupenda casa del 1628 dove è ospitato il Museo Walser, al centro la caratteristica fontana da dove zampilla un'acqua freschissima.
Malati di Montagna

Non è facile immaginare certe sensazioni. Meglio viverle...

Z'Kantmud 1246 m


Oubre Kamp 1923 m
alpe Sattal 2097 m

Fabio, Flavio, Danilo e Kiran

domenica 9 novembre 2008

una nevicata non prevista...

Irregolarmente nuvoloso con precipitazioni assenti, con queste anticipazioni meteo ci rechiamo io e Danilo al Devero, ma purtroppo ci ritroviamo un cielo completamente coperto e da non credere nevica pure... qualcuno ha sicuramente sbagliato!?! Certamente noi non ci demoralizziamo come dico sempre la montagna non è fatta solo di belle giornate con il sole, ma bisogna viverla in ogni condizione in cui ci si propone. Lasciata la macchina nel parcheggio al coperto e caricate le ciaspole o racchette da neve, ognuno le chiami un po' come vuole, iniziamo la nostra escursione. Attraversiamo il ponte sul torrente Devero 1634 m, sulla destra seguiamo le indicazioni per Corte d'Ardui, il sentiero entra subito nel bosco, passando accanto ad alcune baite, notiamo che la neve caduta nei giorni precedenti è davvero molta, dopo circa 1/2 ora decidiamo di usare le ciaspole in modo da facilitare il nostro cammino, incomincia a nevicare, attorno il paesaggio è davvero incantevole, in questa atmosfera quasi irreale incontriamo Carlo accompagnato dal suo fedele pastore tedesco Chicca (http://www.nelcuoredellealpi.com/), sono davvero contento di averli incontrati, ci conoscevamo solo tramite email e averli incontrati in montagna mi rende enormemente felice, mi colpisce soprattutto Chicca, nei suoi occhi vedo il grande legame che la unisce a Carlo, certe volte gli animali sono molto meglio di noi esseri umani... Poco prima di arrivare a Corte d'Ardui 1760 m salutiamo i nostri due amici che proseguono per Crampiolo, con Danilo decidiamo di non salire per il canalino dietro alle baite ma di seguire la strada forestale sulla destra dell'alpeggio anche se leggermente più lunga. Arrivati alla palina segnaletica attraversiamo un piccolo ponticello completamente sommerso dalla neve, seguiamo per pochi metri a destra il corso del torrente, poi facendo molta attenzione risaliamo il ripido pendio a sinistra, rientrando sul sentiero che proviene dal canalino. Il percorso ora è più tranquillo e abbastanza evidente, arrivati a un secondo ponticello sulla destra lo attraversiamo, seguiamo le indicazioni della palina segnaletica rientrando sulla strada forestale. Con Danilo ci diamo il cambio nel battere la traccia, essendo i primi a salire procediamo con molta calma per non stancarci troppo, arriviamo sopra a uno dei laghi di Sangiatto, rimanendo a sinistra attraversiamo delle piccole slavine e in breve arriviamo all'alpe Sangiatto 2015 m. Ha nevicato talmente tanto che si vedono solo le indicazioni poste sopra alla palina segnaletica, sono talmente euforico che comincio a scattare foto a raffica, noto anche un pannello informativo dove viene descritto l'itinerario escursionistico “Alpeggi senza confini”, percorso che abbraccia il territorio alpino italiano e svizzero. Ci rifugiamo all'interno di una baita, probabilmente utilizzata per la mungitura delle mucche, dopo aver bevuta la meritata tazza di the decidiamo di ritornare per il percorso dell'andata, ha smesso di nevicare ma il sole oggi ce lo possiamo proprio scordare, incontriamo un gruppo di escursionisti che salutiamo e con cui scambiamo alcune battute. Per la discesa verso Corte d'Ardui scegliamo di fare il canalino, arrivati all'alpeggio dopo aver scattato alcune foto, decidiamo di andare verso Crampiolo, seguiamo il sentiero a destra del torrente arrivando proprio sul retro dell'agriturismo dell'amica Fiorella che vediamo indaffarata nel locale pieno di gente, a malincuore per questa volta dobbiamo rinunciare ai deliziosi manicaretti, ma giuriamo che alla prima occasione ci rifaremo. Prima di scendere verso l'alpe Devero andiamo a fare un giro verso il lago delle Streghe o lago Azzurro, ci soffermiamo per qualche minuto ammirando questo angolo di paradiso, ritornati sui nostri passi scendiamo seguendo la strada sterrata usata anche dal gatto delle nevi. Dopo aver mangiamo un boccone seduti accanto ad alcune baite, scendiamo verso la piana del Devero, dall'alto osserviamo quanto sia veramente bello questo luogo, dove la natura sembra ancora davvero incontaminata. Risaliamo in macchina, ma prima di ritornare a casa facciamo una fermata, direi quasi d'obbligo alla latteria sociale di Crodo. Il sole preannunciato non lo abbiamo trovato, ma credetemi abbiamo vissuto emozioni davvero uniche...
Malati di Montagna
un'opera d'arte della natura




lago delle streghe o lago azzurro



alpe Sangiatto



ponte di neve?

domenica 2 novembre 2008

un tempo davvero bizzarro...

1 novembre 2008Sono le 7.30 quando partiamo da Legnano, le previsioni del tempo non sono delle migliori, piove da alcuni giorni e sulle montagne sta nevicando abbondantemente...era ora! Usciti al casello di Ivrea ci dirigiamo a Castellamonte, dove Stefania ci aspetta nel suo bar per offrirci il caffè, c'è anche Boris il suo fidanzato nonché mio cognato. Risaliti in macchina proseguiamo verso Ceresole Reale, arrivati in paese raggiungiamo l'albergo Lo Stambecco 1600 m circa, dove trascorreremo la notte. Preso possesso delle camere propongo la salita verso il lago Serrù, usciti dal paese ci dirigiamo con la macchina verso le borgate superiori della valle dell'Orco, passiamo accanto al camping Piccolo Paradiso, chiuso nel periodo invernale, gestito dall'amica Alessandra, qui ho trascorso molte delle mie vacanze estive, davvero un luogo speciale! Arriviamo alla frazione di Chiapili di Sopra 1779 m, dove lasciamo l'auto poco prima della sbarra che vieta il traffico durante il periodo invernale, per un breve tratto seguiamo la strada asfaltata fino a incontrare sulla destra l'inizio del sentiero n. 537 dedicato a Renato Chabod, tra il 1929 e 1935 fu il più importante alpinista valdostano del tempo, con numerose prime vie nel gruppo del Gran Paradiso e del Monte Bianco. Ripristinata nel giugno del 2000 la prima parte del tracciato segue la vecchia strada militare costruita dal Regio Esercito Italiano, mentre nella parte centrale e finale si seguono tratti di mulattiere e sentieri reali di caccia. Mentre saliamo le nuvole si fanno sempre più compatte, raggiunto il bivio con il sentiero n. 538 "Sentiero Tempo", decidiamo di mettere le ciaspole in modo tale da poter salire sul tracciato che viene battuto dagli operai che d'inverno salgono agli impianti idroelettrici del Serrù e dell'Agnel. Inizio a battere la traccia seguito da Flavio che mi da il cambio, seguendo i paletti e facendo molta attenzione risaliamo l'erto pendio, arriviamo nei pressi dell'alpe Pratorotondo che lasciamo sulla sinistra, saliamo di circa una decina di metri per poter attraversare il torrente, un'ultima diagonale ci permette di arrivare a pochi metri dalla chiesetta della Madonna della Neve. Attraversiamo il parcheggio sotto la diga, costeggiamo il GlacioMuseo, un'ex cabina elettrica dell’AEM restaurata, con al suo interno alcuni interessanti pannelli e plastici dedicati al clima e ai ghiacciai dell’alta valle dell’Orco e in pochi minuti arriviamo al lago Serrù a circa 2300 m. Attraversiamo il muraglione della diga e accanto all'edificio usato dai custodi consumiamo un fugace spuntino, per la via del ritorno seguiamo per un lungo tratto la strada, poi senza ciaspole scendiamo di nuovo lungo il sentiero Chabod fino alle macchine. Ritornati all'albergo dopo una salutare doccia calda, con Danilo e Silvio facciamo un giro verso il lago di Ceresole, un'atmosfera insolita ci avvolge, tutt'attorno regna un silenzio irreale e mentre le lunghe ombre della sera si avvicinano, ecco che come per magia si accendono le luci della diga, attraversato il muraglione seguiamo a sinistra i segnavia del GTA, passiamo accanto ai resti di un forno a manica, raggiungendo in breve il rifugio Tappa GTA "Le Fonti Minerali" 1494 m, attraversato il ponte e raggiunta la strada asfaltata risaliamo verso l'albergo. Durante la cena festeggiamo il compleanno di Silvio, che essendo all'oscuro di tutto rimane completamente frastornato, davvero una festa a sorpresa ben riuscita!!!

2 novembre 2008Dopo l'abbondante colazione, propongo come breve escursione prima del pranzo una bella camminata sul versante opposto del lago sotto alle Levanne. Partiamo a piedi direttamente dall'albergo, scendiamo verso il campo sportivo passiamo accanto all'hotel Ciarforon e risalite alcune rocce a picco sul lago arriviamo in breve sul muraglione della diga. Dalla parte opposta seguiamo la strada asfaltata a destra fino a Villa Poma 1584 m, sulla sinistra una palina segnaletica indica le varie destinazioni, iniziamo a salire su un'ampio sentiero, dopo circa una decina di minuti tralasciamo sulla sinistra il sentiero n. 520 per il Colle della Crocetta. Dopo aver attraversato il rio del Dres su un bel ponte in legno ci inoltriamo in uno dei più interessanti boschi di conifere del parco, larice, abete rosso, abete bianco e pino cembro. La salita è davvero molto piacevole, arrivati all'alpe Pian delle Rocce 1829 m siamo avvolti dalle nuvole e una leggera pioggerella ci obbliga ad aprire gli ombrelli, soddisfatti dell'escursione decidiamo che è ora di tornare in paese dove Deborah e Paola ci aspettano per i pranzo allo Chalet del Lago, tipica costruzione canavesana di fine 800'. Questa valle che ho frequentato molto durante la stagione estiva mi ha regalato anche in questo periodo dell'anno emozioni davvero uniche, in luoghi dove la natura è ancora padrona e l'escursionista può solo fare da spettatore, sperando che rimanga così per tantissimo tempo...
Malati di Montagna

nel bosco incantato...


il lago di Ceresole


sulla diga del lago Serrù


una finestra di sereno...