Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 28 dicembre 2008

Sfidando il freddo pungente...

Oggi insieme a Kiran ci rechiamo a visitare uno dei luoghi di cui ho sentito tanto parlare ma che non ho mai visitato, la Valle dell'Isorno detta localmente "la valle dell'impossibile". Transitando sulla S.S. del Sempione all'altezza dell'uscita di Anzola assistiamo a uno spettacolo davvero unico, tutto attorno è completamente imbiancato dalla recente nevicata e dal gelo delle ultime ore, "forse è passata la dama dell'inverno e senza volerlo ha strisciato il suo mantello lungo la valle..." sembra di essere in qualche regione nordica!?! Usciti a Montecretese seguiamo le indicazioni per Altoggio, arriviamo nella piazzetta antistante il paese dove parcheggiamo l'auto (742 m). Il toponimo descrive senz'altro la sua natura dì poggio elevato, un tempo era la più alta e abitata delle frazioni di Montecrestese. Sono circa le 9.30 e la temperatura esterna è di circa -7° brrrrrrrr..., cerchiamo di cambiarci celermente e di iniziare a camminare in modo tale da riscaldarci un po', passiamo all'interno del paese tra strette viuzze, arrivati all'antica fontana adibita anche a lavatoio proseguiamo diritti arrivando davanti alla chiesetta, sulla sinistra dopo un breve tratto di strada asfaltata, sul lato destro di una casa inizia il sentiero. Iniziamo a salire nel bosco e dopo qualche minuto calziamo le ciaspole, incrociamo la strada agro-silvo-pastorale che è parzialmente innevata, arrivati a un bivio svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni Coipo-Alagua, grazie ai ramponcini sotto le ciaspole superiamo con facilità il tratto ghiacciato. La coltre nevosa aumenta e dove è possibile riusciamo a seguire il sentiero contrassegnato sugli alberi in bianco-rosso, in questo modo anche d'inverno si può facilmente seguire, arrivati alla Cappella dei Genovesi 980 m ci concediamo una piccola sosta per toglierci un primo strato di abbigliamento, il sole ormai sta alto in cielo e ci accompagna con i suoi caldi raggi...era ora!?! Saliamo attraverso un bellissimo bosco, passiamo accanto ad alcune cappelle, poi ecco apparire attraverso gli alberi il campanile del Santuario della Madonna di San Luca 1156 m (Sec. XVIII), il panorama verso la Val d'Ossola e superbo. Il sentiero prosegue dietro al santuario per poi arrivare di nuovo sulla strada battuta dal gatto delle nevi, dove ci è possibile tagliamo i lunghi tornanti abbreviando notevolmente il percorso. Mentre il Monte Leone con i suoi 3552 m ci osserva arriviamo a Corte Bertolini 1370 m, abbandoniamo la strada per svoltare a sinistra salendo verso le baite, alcune nuvole stanno avanzando velocemente ma sembrano che siano solo di passaggio... Arriviamo a Coipo 1407 m, davvero incredibile che esistano luoghi cosi belli sia dal punto di vista paesaggistico che panoramico, continuiamo la nostra salita invigoriti da un'energia scaturita dalla voglia di non fermarsi e di scoprire ancora qualcosa di nuovo... Arrivati alla palina segnaletica seguiamo le indicazioni Alpe Giovera-Piazzeno-Monte Larone, l'altezza della neve ormai supera abbondantemente il metro e mezzo, Kiran è entusiasto e non saprei davvero dire la quantità di foto scattate, siamo arrivati all'alpe Giovera di Sotto 1521, ci consultiamo e decidiamo di salire ancora per un po', siamo ora in un bel bosco di larici, fortunatamente alcune motoslitte hanno battuto la pista, incontriamo un'altra palina segnaletica e poco sopra alcune belle baite ristrutturate probabilmente siamo arrivati a Giovera di Sopra, il GPS mi indica che siamo a 1630 m e vista l'ora 12.45 decidiamo di mangiare qualcosa, purtroppo dobbiamo rimanere in piedi non c'è un angolo che non sia ricoperto dalla neve, si fa fatica a capire addirittura dove termina il tetto di alcune baite... Per la via del ritorno ci dirigiamo verso il bel nucleo di baite di Coipo, dove la cura e l'attenzione nel ristrutturare le baite sono da premio oscar, seguiamo una pista in discesa arrivando a un piccolo laghetto, ricoperto completamente dalla neve, ci dirigiamo verso una casa isolata poi naturalmente come da programma dove ci è possibile scendiamo sulla neve fresca, il divertimento di usare le ciaspole credetemi è proprio durante la discesa!!! Arrivati in paese ci fermiamo alla fontana per lavare le ciaspole e scattiamo le ultime foto a questo paese dove ogni angolo traspira storia di un mondo passato...
Ringrazio Claudio e Giorgio (http://www.escursionando.it/) per l'ottimo suggerimento...
Malati di Montagna

immagine surreale...


Panoramica



Alpe Giovera di Sopra 1630 m

...particolare...

...suggestiva...

la val d'Ossola

martedì 23 dicembre 2008

Camminare..........

Camminare e camminare
e camminare ancora
uno a fianco dell’altro
scambiandosi le scarpe
uno nelle scarpe dell’altro.
Camminare pensando al giorno
in cui siamo venuti al mondo
e a quello in cui ce ne andremo.
Camminare accanto nella fragilità
nella nudità, senza toghe
e indici levati.
Dobbiamo camminare
per costruire un mondo
la cui base non sia il giudizio o il pregiudizio
ma l’umiltà e la comprensione.
(S. Tamaro 97)

Roberto durante il trekking leggendo un libro "Storia del Cai di Bolzano" ha trovato questa grande verità, che seconda il mio modesto parere dovrebbe essere la filosofia di tutti quelli che amano CAMMINARE in montagna.
GRAZIE Roberto

domenica 21 dicembre 2008

nel candore dell'alpe Parpinasca...

Una ciaspolata davvero con i fiocchi e controfiocchi!!! Dopo le copiose nevicate dei giorni scorsi, l'allerta su tutto l'arco alpino e salita al massimo, ma esistono dei luoghi in cui si può fare delle belle escursioni sulla neve anche a quote relativamente basse. Oggi ci rechiamo nel comune di Trontano 518 m, lasciamo l'auto nel parcheggio proprio davanti al comune, scesi dalla macchina ecco passare il treno della Ferrovia delle Centovalli che collega Domodossola con Locarno (CH). Dal municipio risaliamo la strada asfaltata che sale in mezzo al paese, al secondo tornante accanto a un parcheggio, svoltiamo a sinistra tralasciando le indicazioni per il sentiero natura, dopo circa 100 m sulla destra inizia la sterrata. Si inizia subito a pestare neve ma per ora le ciaspole rimangono attaccate allo zaino, non fa freddo anzi per essere il 21 di dicembre fa persino caldo, dopo circa 15 minuti decidiamo di calzare le ciaspole, seguiamo le tracce di una motoslitta e di alcuni scialpinisti, mentre saliamo si aprono davanti a noi panorami eccezionali, Kiran è in estasi e continua a scattare foto a raffica. Dove possiamo cerchiamo di tagliare passando attraverso il bosco, al primo cartello del "Sentiero Natura Trontano-Faievo" decidiamo di seguirlo parzialmente accorciando notevolmente il percorso, per avere notizie più dettagliate su questo percorso consiglio di leggere il blog del 13 luglio 2008. Arrivati all'alpe Faievo incominciamo a vedere le baite dell'alpe Parpinasca e il rifugio, arrivata di nuovo sulla sterrata incontriamo un giovane sciatore con cui ci fermiamo a scambiare qualche parola, l'altezza della neve è notevole siamo abbondantemente sopra al 1.50 m, finalmente arriviamo al rifugio Parpinasca 1210 m, il panorama da quassù è davvero eccezionale... Il rifugio è gestito dalla gentilissima Aurora e dal marito esperta guida alpina Giorgio, ci accomodiamo sotto alla tettoia probabilmente l'unica zona a non essere stata sommersa dalla neve, ci viene in mente l'amico Silvio che doveva essere oggi con noi, ma che purtroppo causa caduta in bici, ora è in ospedale....gli facciamo tanti auguri di una pronta guarigione!!! Finito di mangiare gironzoliamo sopra al rifugio arrivando fino a quota 1270 m, sopra il Monte Togano 2301 m e il Monte Tignolino 2246 m ci osservano, in cresta come dal nulla ecco apparire strane figure luccicanti, osservandoli meglio riusciamo a intravedere che non sono altro che dei larici che colpiti alle spalle dal sole sembrano quasi che stiano bruciando, per pochi istanti ecco uscire il sole, davvero una meraviglia ai nostri occhi. Iniziamo la discesa, scherzando e ridendo con Kiran che continua a litigare con la sue ciaspole che non vogliono proprio rimanere attaccate ai suoi scarponi, la neve non ha più la consistenza del mattino, per cui facciamo più fatica del solito, altro che palestra!?! Arrivati all'auto ci cambiamo e andiamo a farci una bevuta al bar vicino, oggi 21 dicembre è anche il solstizio d'inverno, popolarmente detto "il giorno più corto dell'anno", a mio parere l'inverno è arrivato con un po' di anticipo...
Qualche informazione tecnica: il percorso è quasi completamente all'ombra, il dislivello è di circa 700 m, con uno sviluppo di 12 km a/r, quanto tempo ci vuole a salire più o meno 2 ore, ma credetemi quando vi dico che oggi era davvero l'ultima cosa a cui pensavo...
Malati di Montagna

BUONE FESTE A TUTTI I LETTORI DEL BLOG
Rifugio Alpe Parpinasca


strane figure in cresta...
strane ombre sul muro...


un panorama sublime...

neve sui tetti...





domenica 7 dicembre 2008

Un'angolo di montagna isolato dal mondo

Magnifica ciaspolata, in un'ambiente naturale di grande fascino, il dislivello e lo sviluppo per arrivare al rif. Piero Crosta è notevole quasi 800 m, ma ci si può fermare negli innumerevoli alpeggi disseminati lungo il percorso. Per arrivare in Val Divedro bisogna percorrere la A26 seguendo le indicazioni per il passo del Sempione, arrivati a Varzo (il suo nome deriva dal celtico "vargo" che significa allargamento della valle) si prosegue verso la Val Cairasca una valle laterale della Val Divedro, per non sbagliare basta seguire le indicazioni per gli impianti sciistici di Ciamporino. Dopo circa 10-15 minuti si arriva in località Maulone di Sotto 963 m, dove lasciamo la macchina nei pochi spazi sgombri dalla neve, sono le ore 8.45 c'è un po' di vento ma non fa freddo, la temperatura non è nemmeno sotto allo zero, la strada ponderale inizia poche decine di metri verso valle nei pressi di una cappelletta. All'inizio ci sono alcuni cartelli, tra cui uno verde che indica l'agriturismo Alpe Cortiggio e altri pannelli con la descrizioni dei sentieri, la pista risulta battuta dalle motoslitte, per cui decidiamo che per il momento le ciaspole possono rimanere appese allo zaino. Oggi oltre agli immancabili Danilo e Silvio c'è anche Kiran il più giovane del gruppo e Franco grande compagno di trekking, entriamo subito in un bosco di conifere alternando brevi salite a tratti in falsopiano, arrivati a Maulone di Sopra 1056 m incominciamo a toglierci i vari strati di indumenti e calzate le ciaspole riprendiamo il cammino. Arrivati a un bivio si continua sulla destra, passiamo accanto a una bella cascata, si arriva in breve all'alpe Ple dove ci soffermiamo a fotografare una bella fontana ricoperta quasi completamente dalla neve, si scende leggermente per poi salire con più determinazione, all'improvviso ecco apparire l'alpe Salera 1203 m, in posizione davvero eccezzionale con vista sul trittico del Sempione "Weissmies-Fletschorn-Lagginhorn", da togliere il fiato... Abbandono la strada e seguendo alcune tracce risalgo l'erto pendio, si passa sopra ad alcune case e seguendo alcuni segnavia arrivo a incrociare di nuovo la strada mi accorgo di aver distanziato i miei amici per cui decido di fermarmi e aspettare il loro arrivo, sorseggiando una bella tazza di the caldo. Ricomposto il gruppo continuiamo la nostra fantastica escursione, arriviamo all'alpe Calantiggine 1439 m collocata in un'ampia radura, le baite diligentemente restaurate e l'ambiente attorno gli conferiscono un'aria quasi fiabesca..., arriviamo a un bivio dove è stata collocata una palina segnaletica, continuiamo a destra tralasciando le indicazioni per l'alpe Calandra luogo da me visitato qualche anno fa in compagnia di Piergiorgio e da cui si ha un panorama eccezionale sul Monte Leone 3553 m la più alta vetta delle alpi Lepontine. Ci inoltriamo nel bosco ricoperto totalmente dalla neve, superato il bivio per Coggia-Varzo arriviamo finalmente in vista delle prime baite dell'alpe Solcio, in dialetto "solch" e in breve ecco apparire poco sopra il rifugio, dietro a dominare il vallone di Solcio il Pizzo Boni 2588 m. Con Danilo e Franco decidiamo di abbandonare la strada e di seguire alcune tracce sulla sinistra, l'ultimo tratto è davvero ripido e la neve alta ci costringe a darci il cambio per battere la pista fino ad arrivare al rifugio Pietro Crosta 1751 m, pochi minuti dopo ecco arrivare Silvio e Kiran, grande è la soddisfazione lo si nota dai nostri volti raggianti di felicità, vista l'ora 11.45 decidiamo di mangiare e di rilassarci un po' sotto i raggi caldi del sole... Acquistato dalla Sezione del Cai di Gallarate nel 1947 il rifugio mantenne la denominazione "Domus Nostra" fino al 1957 essendo di proprietà di alcuni ex-allievi del Collegio Rosmini di Stresa, proprio Pietro Costa ex-allievo e promotore della casa "Domus Nostra" e primo presidente della sezione a proporre l'acquisizione. Il rifugio è una bella costruzione in muratura su 3 piani è dotato di 24 posti letto, acqua corrente calda e fredda, riscaldamento a legna e illuminazione elettrica, è posto tappa dell'Alta Via della Val Divedro. Il ritorno è un vero e proprio divertimento, corriamo giù dai pendii come dei ragazzini, anche se si fa più fatica che seguire la pista già battuta, ma avendo le ciaspole ai piedi è quasi d'obbligo!!! Kiran scatta foto a raffica ed è visibilmente euforico, mi sa che anche lui è stato contagiato dal mal di montagna....
Malati di Montagna

Bosco di conifere imbiancato



Baite alpe Solcio

Vallone del Solcio e Pizzo Boni 2588 m

Rifugio Pietro Crosta 1751 m

Kiran, Danilo, Silvio e Franco

lunedì 1 dicembre 2008

Il filmino e il diario del Trekking Puez-Odle


Il filmino è stato realizzato dal sottoscritto, le immagini sono fotografie digitali scattate durante il trekking, un grazie particolare va ha chi mi ha gentilmente concesso il permesso di usare anche le proprie foto. Il diario invece è stato scritto magistralmente dalle mani di Paola (una cara amica), va letto con attenzione cercando di immaginare chiudendo gli occhi per pochi istanti i luoghi che abbiamo percorso, ogni sera prima di recarci in camerata, Paola lo leggeva e ormai era diventato un appuntamento fisso, non ci si poteva addormentare senza prima aver ascoltato la lettura del DIARIO...

Legnano, 18.8.08 ore 6.00
Partiti. Ci siamo tutti, anche la Debo con i suoi orecchini a forma di cuore e io, con tutti i miei pacchetti di fazzoletti di carta. E soprattutto c’è Kiran, temevo un bidone dell’ultimo minuto. Si viaggia tranquilli, anche se c’è un bel traffico per essere le 6 e 15....
Per ingannare il tempo presento i protagonisti del trek sulle ODLE dell’agosto 2008, o almeno ci provo, l’operazione potrebbe risultare più difficile del previsto, chiederò la collaborazione dei compagni di auto:
PG: mi dicono che è il più anziano e quindi dopo il capogita solo lui potrà assumere decisioni. L’anno scorso aveva detto: “questo è l’ultimo anno”. Ed eccolo qui l’uomo roccia che affronta torrenti gelati, fa tutti gli sport del mondo (nuoto, sub, escursionismo, ginnastica), ci batte tutti in cucina e ci può avvelenare tutti se raccoglie qualche erba malefica.
SILVIO: l’anno scorso è stato soprannominato PISOLO e questa mattina appena l’ho visto ha sbadigliato. È un uomo dalle gentilezze infinite e quando sei in crisi ti solleva il morale con le sue mitiche gelatine alla frutta.
KIRAN: è il più giovane del gruppo, è una delle persone più speciali che abbia mai conosciuto. Alla sua età (24 anni) ha una saggezza profonda stranamente unita all’ingenuità di un bambino. Ha la testa tra le nuvole, si dimentica sempre le cose, fa delle foto stupende e ascolta sempre tutti (Kiran non ti gasare è solo pubblicità in caso che qualche ragazza legga il blog).
FIORENZO: è una delle New Entry di quest’anno, mi dicono che è un buon conoscitore delle dolomiti oltre che una delle colonne della nostra sezione del CAI. Sua moglie non sa che terribile errore ha commesso dandogli l’ok per partecipare al trek, quando torna non lo riconoscerà più.
FRANCO: anche lui ottimo conoscitore delle dolomiti,lo invidio per i suoi pantaloni in goretex antipioggia, volevo comprarli anch’io ma non c’era la mia misura, quando sparisce si sa che va a leggere (dove trova posto nello zaino per i libri non si sa), che altro dire... è un vero lord.
PAOLO: finora l’ho visto solo alle gite di una giornata ma so che è un uomo da temere poichè la cosa che tutti mi dicono ripetutamente di lui è: ”tu non hai mai sentito Paolo russare!!” Non sa quello che lo aspetta stanotte gli renderò il ben servito, russerò anch’io visto il raffreddore che mi è venuto ieri.
FLAVIO: è l’uomo che più volte ha chiesto di sposarmi nonostante abbia sempre detto di no. Grande tifoso interista, eccelle in tanti sport e ha il fisico di un atleta. Un consiglio: cercate di fare la doccia e lavare i denti prima di lui se c’è una sola postazione altrimenti potreste attendere a lungo.
ROBERTO: uomo con una profonda passione per la montagna, non dice molte parole ma si vede che quando sale di quota è felice e gli si illumina lo sguardo. Anche lui ottimo chef, ci ha incantato con le sue torte salate. Pare che anche lui dovrà avere un posto nel reparto russatori.
DEBORAH: la sua partecipazione è stata in forse fino all’ultimo minuto, meno male ce l’ha fatta: è l’unica che può dare qualche .....”consiglio” al capogita. È una ragazza dolcissima, sa fare ottime torte (Debo, per favore, fatti dare qualche ricetta di dolci locali!) ed è un’artista con ricamo, uncinetto e ferri. Ha i riflessi mille volte più sviluppati di me quindi attenti perchè ha già capito quello che state pensando prima che voi pensiate.
DANILO: dovrà gestire tutti i soldi che ci siamo portati appresso perciò occorre usare la massima deferenza poichè chi ha il denaro ha il potere. Si arrampica come un gatto su pareti di montagna, tetti di case, letti a castello ed eucalipti in giardino. Fa sempre precisissimi calcoli matematici, ma se beve il vino forse si confonde un !.
ANNA: la conosco dal lontano 1994 (come eravamo giovani, sigh!!!) a causa di una gita in montagna dove io aspettavo seduta su un sasso il mio ex marito. È una grande sportiva (ha fatto lo Stelvio in bicicletta, scia benissimo e nuota tantissimo) e conosce bene il tedesco perciò se c’è da mandare a quel paese qualcuno lo facciamo fare a lei, poichè in tedesco mi sembra più incisivo. ALESSANDRO: idem per il 1994. È un simpaticissimo bolognese che ci allieterà con le sue barzellette e punzecchianti battute. Grande maratoneta, potrebbe distaccarci tutti nel percorso tranne nel preciso istante in cui soffrirà di vertigini. Potrei dire che anche lui ha qualche libro nello zaino, ma non so se avrà il tempo di leggerlo poichè deve aiutarmi a scrivere il diario.
il Capogita,cioè FABIO: il mio incontro con lui è stato tra i più fortunati della mia vita, nonostante sia un gran brontolone è un mio grande amico, potrei dire un maestro di vita. Spero che in questo Trek ci siano belle giornate di sole perchè se lo merita visto che ha organizzato tutto per benino ed è riuscito a trascinarci in questa nuova avventura.
Poi ci sono io, PAOLA: incaricata ufficialmente dal capogita a scrivere il diario. Per capire chi sono basta riflettere sul fatto che ho passato tutto il viaggio a scrivere. So che state pensando: ”serve uno psicologo o uno psichiatra?” Come suggerisce Danilo citando Julius Kugy “IO SO CHI SONO QUASSU’”
Appare lo spettacolo delle Odle, la seconda manche a più tardi, buon Trek a tutti!!!

TAPPA N° 1 - Lunedi 18.8.08da MALGA ZANNES (m 1680) a RIFUGIO GENOVA (m 2297)
dislivello m 620 + i percorsi supplementari - Diff. E

Ecco la descrizione tecnica della tappa odierna.Siamo partiti alle 11 dal parcheggio della Malga Zannes (tesserino parcheggio 7 giorni 20euro), il percorso è risultato facile (adatto anche a famiglie con bambini), quasi pianeggiante, all’ombra di pini e abeti (PG precisa che la vegetazione era composta da larici, abete rosso e pino cembro) fino alla Malga Gampen (m.2062). Da lì il sentiero diventa più ripido (ripidissimo per Kiran che ha fatto la direttissima) in mezzo agli alpeggi. La giornata è ottima, leggermente ventilata ci stiamo abbronzando! Verso le 13 arriviamo al Rifugio GENOVA (m.2297) dove ci accoglie la famiglia Messner che gestisce il rifugio. Le stanze sono ordinatissime di legno chiaro (larice o abete). Dopo una breve sosta e svuotamento (quasi) degli zaini il gruppo si divide tra coloro che vogliono raggiungere la cima del SASS de PUTIA (m.2875) (i fantastici 4!) e gli altri, guidati da me con il passamontagna nero (si sono sprecati i commenti) ci dirigiamo verso un passo (di cui non riusciamo a identificare il nome, forse passo CANTON?) sulle ODLE di EORES a quota 2533m. Da qui percorrendo il sentiero GUNTER MESSNER raggiungiamo la FORCELLA di PUTIA (m.2357). Il panorama è fantastico, con vista fino ai ghiacciai dell’Austria. Sulla via del ritorno, non contenti, saliamo verso CIMA ZENDLESER KOFEL (m.2422). Roberto ci dice del percorso dei fantastici 4: ”lasciata la forcella del PUTIA Danilo ha guidato il gruppo con un passo molto sostenuto. Ci siamo inerpicati su un ripido sentiero fino a raggiungere il tratto roccioso attrezzato. Dopo un breve momento di esitazione abbiamo comunque deciso di affrontare il tratto terminale che è risultato facilmente percorribile fino a raggiungere la vetta”. E bravi! Ed eccoci qui dopo la cena di stasera stanchi ma felici dopo la prima giornata di Trek. Affamati come lupi abbiamo mangiato una porzione abbondante di sedanini al ragù, insalata mista, bistecca ai ferri con patatine fritte, tiramisù, caffè e tanti tanti liquori. Fabio, aiutato dagli altri sta già progettando la tappa per domani: si va verso la MALGA BROGLES... Stanotte non si cosa succederà. Il Capogita non sa se potrà dormire stanotte perchè teme per la salute dei fantastici 4: “KIRAN SE TI FANNO MALE LE GAMBE SEI FRITTO. ”Per concludere la serata Silvio chiede: non c’è la possibilità di bere una birretta? Meglio una radler! Fuori lo spettacolo è unico: sono sparite le nuvole, c’è una tranquillità assoluta, il tramonto sta per terminare. Prima di andare a dormire vedo Kiran di corsa scendere le scale... non vuole perdersi la luna... essendo un lupetto!

TAPPA N°2 - Martedì 19.8.08
dal RIFUGIO GENOVA (m.2297) alla MALGA BROGLES (m 2045)
attraverso la ADOLF MUNKEL=WEG
dislivello m 300 in salita e m 300 in discesa. Diff. E

Sveglia “spontanea”alle 6.30. Gli occupanti della stanza da 6 (chiamiamola A) (Paola-Debo-Danilo-Fabio-Anna-Alessandro) si stiracchiano tranquilli dopo una notte di tranquillo riposo. Il paesaggio dalla finestra (lo vede solo Fabio, io devo guardare dalla finestra del bagno) è meraviglioso fuori c’è una stupenda giornata di sole. Si percepisce subito nei corridoi che gli occupanti della stanza B (tutti gli altri 8, che hanno dormito con altri 3 signori) hanno avuto una notte più movimentata. PG rivela che Franco (chi l’avrebbe mai detto!) ha qualcosa di strano nello zaino, un oggetto gonfiabile da usare durante la notte... ma di preciso nessuno ha visto di cosa si tratta. Ma l’agitazione principale è per un altro motivo,pare che qualcuno abbia russato un stanotte, PG dice che fosse quel signore veneto loro compagno di stanza. Durante la colazione (BUONA! C’erano fantastici formaggini, patè di prosciutto e di fegato, pane nero ecc.) Franco presenta una mozione da trascrivere ufficialmente sul diario del Trek. Senza commenti dichiara l’accaduto: stanotte diversi hanno russato,in particolare 4 persone all’unisono, a di orchestra più un solista. Nessuno osa dare conferme precise. Qualcuno dichiara di aver dormito. Ma da autrice del diario non posso esimermi dal riportare altri commenti sentiti nei corridoi o durante il percorso verso Malga Brogles. Qualcuno ha detto che fino a mezzanotte il concerto è stato ininterrotto. Poi una pausa di un’oretta. E poi via fin quasi al mattino. Altri riferiscono di aver sentito rumori pari a spostamenti di armadi, altri ancora di aver sentito vibrare il letto.Qualcuno temeva perfino l’arrivo delle forze dell’ordine. Che tipo quel veneto, chissà cosa aveva mangiato. Durante la camminata verso la Malga Brogles, si pone il problema di ottimizzare i posti letto per la futura notte,veneto o non veneto. Qualcuno chiede di poter cambiare stanza anche a metà notte, dormendo sul pavimento. Altri dicono per equità che chi ha dormito con i russatori la scorsa notte ha diritto a un riposo tranquillo nella prossima. Suggerisco la soluzione più rapida: isolare in un’unica stanza i russatori. Il capogita sembra d’accordo con me. MA CHI SONO DAVVERO I RUSSATORI? VANNO INDIVIDUATI ATTENTAMENTE. Proprio mentre stavo scrivendo questa frase la signorina della Malga Brogles ci chiama per assegnare la camera. Tutti cercano di stare nella stanza dei non russatori. Kiran si sacrifica per mancanza di posti. Ma Silvio e Paolo, russatori dichiarati, avvertono: attenzione qualche sorpresa ci sarà stanotte, qualcuno non si è dichiarato, preparatevi al peggio!!! Ho dei sospetti, ma solo stanotte si saprà la verità! La Malga Brogles è un luogo stupendo, quando siamo arrivati, alla una, sembrava di essere in P.za Duomo, ma adesso, qualche ora dopo, è sparita tutta la gente e si sta benissimo. L’imponente spettacolo delle Odle, i panni stesi in mezzo al pianoro verdissimo, il succo di mela: che si vuole di più? Dove dormiamo è un posto unico la vera malga! Sono arrivata a 43 anni ma non mi era mai capitato di dormire in una malga dove al piano di sopra ci sono le stanze e sotto la stalla delle mucche e il pollaio.Vicino al bagno (solo lavabo con acqua fredda e wc) c’è il gallo che becca qua e là. Domani ci darà la sveglia. La tappa di oggi è stata stupenda a tratti nel bosco a tratti al sole. Il sentiero era curatissimo, come tutti qui intorno e molto panoramico: LE ODLE SONO IMPONENTI E SPETTACOLARI. Sui cartelli numerosi,non vediamo segnalati i tempi di percorrenza,ma Fabio ci spiega che è giusto così perchè ognuno ha i suoi tempi. La descrizione della tappa di oggi: partenza dal rif.Genova (m 2297) alle ore 8.30, ci dirigiamo verso il PASSO di POMA. Poi voltando verso dx arriviamo al passo di BRONSOJOCR (m 2421). Proseguiamo verso la forcella di S.Zenon (m 2293). Ci guardiamo in giro ci sono galline, mucche e bellissimi cavalli. Kiran è entusiasta e sembra un distratto, rimane indietro, a qualcuno viene il dubbio che sia innamorato e resti indietro per messaggiare con il cellulare. Dalla forcella di S.Zenon, dopo una ripida discesa nel bosco si arriva al sentiero “ADOLF MUNKEL-WEG”. Il sentiero prosegue fino alla Malga Brogles con continui saliscendi e ci consente una vista completa sul SASS RIGAIS (m 3025) e sulle altre cime vicine (la Gran Odla m 2832, il Sass de Mezdi m 2762, la Gran Fermeda m 2873 e la Piccola Fermeda m 2640, il Seceda m 2518). Dalla Malga Brogles possiamo già vedere il sentiero che domani ci metterà a dura prova. Ci dirigeremo alla Forcella Pana tra la piccola Fermeda e il Seceda. Domani prevista tappa tosta, Alessandro dovrà sfoggiare una maglietta di una mega maratona (ieri ha indossato quella della maratona di Bologna, oggi quella della maratona di Firenze). Qui è veramente meraviglioso oggi abbiamo gozzovigliato, PG voleva cucinare un pollo che ha visto girare intorno alla malga e si è scolato qualche radler con Silvio e Paolo. Io e Debo fantastica torta ai mirtilli. Gli altri, instancabili ancora a camminare. I più tosti (Fabio, Roberto, Flavio e Danilo sono arrivati fino alla Forcella S.Pietro (m 2300) con panorama sulla Val di Funes e poi sulla Eur de Bredles (m 2254) sopra il Rifugio Brogles. Ora attendiamo la cena, speriamo in qualcosa di speciale,il menù alla carta enuncia una serie di invitanti piatti alto atesini (zuppa d’orzo,canederli,omelette con i mirtilli ecc.). Fiorenzo, che mi sembra una buona forchetta come me, ha già l’acquolina in bocca. Oggi è stato mitico ha guidato quasi tutta la tappa senza indecisioni con il passo di un ventenne. Qualche domandina ai partecipanti per chiarire meglio il profilo psicologico di ciascuno e per organizzare meglio la vita di gruppo.
Se c’è un’unica porzione di dessert che ti piace:
a) la ordini per primo e la mangi tutta
b) la ordini per primo e chiedi ad altri se ne vogliono un pezzetto
c) chiede se la vuol prendere qualcun altro
Quante paia di calze hai portato:
a) 6
b) da 4 a 5
c) da 1 a 3
Hai nello zaino qualcosa di gonfiabile?
a) no
b) si un cuscino
c) si un altro oggetto gonfiabile
Quante paia di mutande hai nello zaino?
a) 6
b) da 4 a 5
c) da 1 a 3
Hai delle mutande nello zaino con stampato o disegnato un animale?
a) no
b) si un paio
c) si più di un paio.
Per oggi basta così sarebbe opportuno rispondere sinceramente per una migliore organizzazione del gruppo. Stasera siamo completamente al buio meglio conoscere chi ci sta vicino. Quasi quasi una settimana me la faccio anche quì alla Malga Brogles: fuori lo spettacolo delle Odle con le nuvole e quì alla Malga solo noi. C’è una deliziosa cena tirolese annaffiata da ottimo vino Lagrein del 2007 e Sudtirolen Lagrein del 2006. Siamo soli nel rifugio e questi sono momenti magici che si ricordano per un bel ! A grande richiesta si aggiungono altre 2 domande:
Quanti passamontagna hai nello zaino?
a) nessuno
b) da 1 a 2
c) da 3 a 5.
Come ti vesti quando vai a dormire?
a) con guscio
b) con più gusci
c) con panta-kiway, guscio, guanti e passamontagna.
Arrivano anche 5 tedeschi un allegrotti che tentano persino di abbordarmi! Emozionante il tratto dal rifugio alla malga dove dormiamo, al buio nella notte, davvero emozionante!!

TAPPA N°3 - MERCOLEDÌ 20.8.08
dalla MALGA BROGLES (m 2045) al RIFUGIO FIRENZE (m 2040)
attraverso la FORCELLA PANA
dislivello m 600 in salita - Diff. EE sentiero attrezzato con catene.

Oggi sveglia alle 6.30. Tutti sembrano tranquilli e riposati. Fiorenzo ha sentito più volte il gallo cantare ma la maggior parte delle persone dichiara di essersi svegliata per il trattore della mungitrice e i campanacci delle mucche. Fuori le odle sono coperte dalle nuvole, il capogita sembra un preoccupato, la colazione è divina: Burro di Malga (Roberto continua a ripetere ”voglio vedere come se la cavano sul ripido gli IMBURRATI”), marmellata di ciliegie, pane nero e prosciutto cotto. La giornata inizia bene alle 8.20 siamo già in marcia. La prima parte del percorso è in leggera salita nel bosco per un tratto di circa 20 minuti. Successivamente comincia una ripida serpentina su ghiaione che giunge rapidamente all’imbocco del canalone che porta alla Forcella Pana dove inizia la parte più impegnativa. Il canalone è attrezzato, molto ripido, con possibilità di scariche di sassi. Nonostante le nuvole e qualche goccia di pioggia il tempo è clemente,il gruppo si muove bene (il capogita ci fa i complimenti) e alle 9.40 siamo già tutti alla Forcella (m 2458). Sono soddisfatta temevo di rimanere in panne su questo sentiero attrezzato avevo perfino detto a Flavio:puoi toccare dove vuoi,basta che mi salvi se cado. Il capogita,temendo che anche Debo avesse fifa pronuncia la frase più significativa di tutto il Trek: ”Debo non avere paura, non vedi, ci sono quì 50 uomini!!!” Dopo qualche foto, decidiamo visto il tempo molto incerto di non recarci alla CIMA SECEDA e scendiamo verso la Malga Troier (m 2271). Alcuni tratti della discesa sono risultati molto scivolosi a causa di una pavimentazione in cemento (autobloccanti). Il sentiero diventa infido se non si fa attenzione! Alla Malga Troier il gruppo si scatena: strudel,torta,cioccolata con panna, Paolo vorrebbe la polenta con i finferli ma alle 10.30 non la fanno ancora. Il personaggio chiave della Malga Troier è il Signor Luigi che ha 82 anni (così ci ha detto) intaglia su un tavolino oggetti di legno come cuori, orologi e altro. Faccio una foto con lui,mi fa i complimenti per la mia giovinezza (rispetto a un 82enne!), in pochi minuti ci racconta la sua vita ha 11 figli e 18 nipoti!! Qualcuno di noi fa degli acquisti, ci stupisce Franco (l’avevo detto che è un lord) che regala a me, Anna e Debo un cuore di legno intagliato.Grazie Franco è un ricordo bellissimo di queste montagne e di queste giornate. Ripartiamo verso il Rif. Firenze ci guardiamo intorno sulle creste dell’Alpe Cisles. Vorremmo vedere il Sassolungo e il Gruppo del Sella ma le nuvole non ce lo permettono. Più vicine vediamo sopra il Rif. Firenze le cime del Mont de Stevia:la Pela de Vit (m 2493), il Muntijela (m 2644) e la Piza (m 2555). Arriviamo al Rif. Firenze alle 12.45. Le camere sono ariose. Quella dei “russatori” (Paolo, Silvio, Pg?? e Kiran????) è addirittura una suite d’albergo. Siamo in un Rifugio storico, costruito nel 1888 dalla sezione di Regensburg (Ratisbona) del DOAV, in consegna nel 1920 al CAI Firenze. Dopo un veloce spuntino (canederli, minestrone, pasta in brodo... tranne per i bolognesi: polenta e funghi per loro!) ripartiamo senza zaini verso l’attacco del Sass Rigais ma ecco comparire Andrea che è venuto a trovarci da Selva di Val Gardena. Lo salutiamo e gli diciamo di tornare a trovarci al Puez. Dietro al Rifugio pascolano stupendi cavalli. Flavio offre loro un panino. Deborah mi suggerisce una fantastica definizione del quadretto “L’UOMO CHE SUSSURRAVA AI CAVALLI”. Ma continuiamo, perchè Franco fa notare che oggi abbiamo fatto tanta fatica per fare solo 5 m. di dislivello! (da 2045 a 2040 m). Seguiamo il sentiero n° 13. Prima di arrivare alla base del Sass Rigais percorriamo un pianoro meraviglioso: il Plan Ciautier. Tutti scattano foto qua e là, le nuvole si sono diradate, vediamo anche la strada che faremo domani per il Puez attraverso la Forcella di Sieles. Ci fermiamo poco. Sopra il pianoro ammirando le stelle alpine, Alessandro con la sua maglietta “la marcia dei Forti” tenta di far parte dei fantastici 4 ma alla fine solo Danilo, Flavio e Roberto decidono di proseguire fino alla Forcella de Mezdi (m 2597). Danilo racconta che il sentiero era ripido e sdrucciorevole ma in alto era emozionante,si intravedeva la valle e dalle nuvole spuntavano pinnacoli che ricordavano le guglie del Duomo di Milano. Ed eccoci quì,pronti per “sbranare” la cena. Primo tradizionale, secondo stile alto-atesino; gulash, canederli, riso e polenta. Poi lo strudel. Ce la faremo a digerire? Stasera Flavio dorme tra Paola e Anna. Alessandro commenta: a Bologna si dice “l’uomo tra due dame fa la figura del salame”.

TAPPA N°4 - GIOVEDÌ 21.8.08
dal RIFUGIO FIRENZE (m 2040) al RIFUGIO PUEZ (m 2475)
attraverso la FORCES de SIELES (m 2505)
dislivello m 500 - Diff. EE (alcuni tratti attrezzato)

Dopo una notte tranquilla al Firenze ( Flavio si è comportato come un angioletto) sveglia alle 6.30. Buona la colazione a buffet (formaggi, salumi, nutella ecc.). Partiamo ancora prima del solito,alle 8.05 siamo in cammino. Il sentiero attraversa il vallone de “i Champs“ ed è molto panoramico perchè vediamo le Odle illuminate dalla luce del mattino. In fondo al vallone il sentiero gira a destra ed entra nella Forces de Sieles, da quì ammiriamo il Sass Rigais. Il sentiero diventa gradualmente più ripido ma in poco tempo arriviamo alla Forces de Sieles (m.2505) dove si incrocia l’alta via delle Dolomiti n°2. Quì incontriamo una coppia di tedeschi che ci dicono che il sentiero attrezzato che ci aspetta è molto facile. Per sicurezza però Fabio aiuta Alessandro a mettersi l’imbrago e anch’io, presa dall’entusiasmo dico: ” Danilo, imbragami !!”. Da lassù ammiriamo le odle e dall’altro lato il Sassongher (m 2625). Dalla Forcella si prende la cresta a sinistra e il sentiero attrezzato per un breve tratto ci porta all’inizio dell’Alpe del Ries dove incontriamo due guardie forestali che gentilmente ci fanno osservare con il cannocchiale un gruppo di camosci nel vallone. Alessandro è entusiasto,almeno 5 delle 7 crocette che aveva visto sulla cartina facendolo tremare da marzo ad agosto se le è lasciate alle spalle! Dopo qualche foto proseguiamo. Il sentiero prosegue per un breve tratto a mezza costa e a destra ci appaiono il gruppo del Sella e del Cir. C’è ancora qualche catena,ma in scioltezza il gruppo si lascia alle spalle le ultime due “crocette”. Ammiriamo il paesaggio e fotografiamo entusiasti rocce a forma di gallina,di fungo e pinnacoli. Il sentiero prosegue con brevi ma ripide discese e continui saliscendi. Ci fermiamo in una stupenda conca per la sosta pranzo. Kiran fotografa una marmotta nella tana. Paolo trova un singolare sasso con una riga e lo soprannomina “SASS RIGAIS”. Proseguiamo per il sentiero giungendo al Rif. PUEZ (m 2505) alle 12.45. Situato in una splendida conca nell’altopiano del Puez il rifugio di proprietà del CAI può essere considerato un pò il centro del parco naturale PUEZ=ODLE, noto anche per le sue conformazioni geologiche e per la numerosa presenza di fossili come l’ammonite,la daonella o la claraia. Il rifugio fu costruito dalla sez. Ladina del DOAV e inaugurato nel 1889. Nel 1982 fu inaugurato il nuovo rifugio Puez,quello attuale. Ci viene assegnata una stanza da 14 posti. Questa sera non si scappa dai russatori. Alcuni letti sono disposti su tre piani. I più temerari Silvio,Paolo,Anna e Danilo scelgono spontaneamente di dormire al terzo piano per dominare tutta la situazione. Silvio ha addirittura un ripostiglio personale,con mensola. Danilo usa la corda da montagna per improvvisare uno stendibiancheria. Arriva Fabio e chiede le ordinazioni per la cena. Silvio,Pg e Paolo alzano le mani,là in alto sembrano dei rivoluzionari in gabbia. Scaricati gli zaini decidiamo di fare il giretto pomeridiano (lo “struscio” ) verso la forcella de Ciampac (m 2366). Il paesaggio è fantastico si vede il gruppo del Sella,il Col di Lana,il gruppo del Sette Sass (Sett Sass). Flavio, Roberto, Anna e Alessandro proseguono fino al passo Cresperia (m 2440). Aspettiamo con trepidazione la cena: pastasciutta al ragù o minestra d’orzo,polenta con salsiccia o formaggio. Buon Appetito! Come dolce il KAISERSMARREN (uova strapazzate/frittata con zucchero e latte con salsa di mirtilli). LA DEBO HA DETTO CHE ME LO FA!!! Questo è l’ultimo dei rifugi che tocchiamo. Ci sono piaciuti tutti,ma facendo una breve indagine quì al tavolo,al primo posto si colloca la MALGA BROGLES che stravince a larghissima maggioranza e starà per sempre nei nostri cuori. Fabio,ti ringraziamo tantissimo per questo trek che ci hai organizzato ma anche tu devi ammettere, a nostro favore, che hai portato con te dei montanari-doc.

TAPPA N°5 - VENERDÌ 22.8.08
dal RIFUGIO PUEZ (m.2475) a PIZ de PUEZ (m 2913)
da PIZ de PUEZ (m.2913) a COL de PUEZ (m 2725)
da COL de PUEZ (m.2725) a CIMA CIAMPANI (m 2668)
dislivello m 450 + m 100 + m.250 = tot. m 800 - Diff. E

Sveglia alle 6.30. Ho dormito tranquillamente fino ad almeno le 5.30, e mi sono chiesta appena sveglia: ma dove sono questi russatori?? Paolo e Silvio erano silenziosissimi , piuttosto si sentiva qualche altro rumoretto qua e la. Io li assolvo completamente,anzi non vedo l’ora di passare la prossima notte con loro. La colazione è stata un po “traumatica” probabilmente i gestori mi temevano e hanno preparato delle piccole razioncine già pronte con 2 fette di pane, 1 marmellata, 1 burro, 1 nutella. SIGH!!! Partiamo sempre più presto. Stamane alle 7.45, la giornata è stupenda. Ci dirigiamo al Piz de Puez. Il sentiero ,in salita,attraversa un alpeggio fino ad arrivare a una piccola cresta e prosegue lungo un costone.Stiamo attenti nel percorrerlo poichè il pendio è molto ripido. Giungiamo in una piccola conca dove il sentiero si dirama,proseguiamo verso il Piz de Puez e poi torneremo a fare il colle. Il sentiero sale con ripidi zig zag tra rocce,sassi e terra e dopo circa un’ora e mezzo di cammino (dal rifugio) giungiamo in vetta al Piz de Puez. Da lì la vista spazia ovunque,vediamo anche il ghiacciaio della Marmolada, siamo davvero fortunati ad essere qui!!! Scattiamo qualche foto poi decidiamo di scendere perchè arrivano un pò di nuvole. Scendiamo velocemente al bivio e saliamo con un sentiero ripido ma comodo al Col de Puez. Per stamane siamo soddisfatti e qualcuno di noi comincia a sentire un languorino. Anna e Alessandro spariscono subito e li ritroviamo al rifugio con davanti un tagliere di formaggi, uno di speck e 2 fette di strudel. Anch’io ordino subito i formaggi + birretta piccola, qualcun altro lo speck, altri ancora cioccolata e strudel. GOLOSONI! Silvio si accontenta della sua barretta + sorso di cognac. Anche oggi passa a trovarci Andrea.Dopo una breve pennica,alle 13 riprendiamo gli zaini e ci dirigiamo verso la Cima Ciampani. Il sentiero raggiunge subito un vasto pianoro con molte rocce piatte di colore bianco (dolomia). L’atmosfera è fantastica, il verde dell’erba, le rocce bianche, le pecore che pascolano qua e la (ce ne sono anche alcune nere),i colori scuri delle nubi ci ricordano l’Irlanda o la Scozia del Nord.Kiran è straordinariamente ispirato, dimentica perfino di fotografare e scopre una nuova passione:costruire “omini” lungo il sentiero usando sassi di ogni forma e dimensione: è un artista! Arriviamo alla Cima Ciampani e ancora una volta ci stupiamo per la bellezza del panorama che ci circonda: vediamo il Sass de Putia, le Odle, il Piz de Puez, il Sassolungo, il Gruppo del Sella e il Sasso Croce.Possiamo restare poco perchè il tempo sembra volgere al brutto,durante il ritorno Kiran termina la sua opera con gli omini, Fabio, Roberto e PG trovano bellissimi sassi colorati e stratificati, uno sembra una fetta di torta ripiena al cioccolato,deve essere la fame! Meno male ora siamo al rifugio, c’è un vento forte,anche i conigli qui fuori hanno la tremarella. Flavio durante la discesa mi ha detto che questa per lui è stata una settimana bellissima. Ed eccoci a cena: spaghetti, minestrone, uova “spiattellate” con patate e speck, strudel di mele e liquorini vari. Siamo pronti per la seconda notte nella stanza con i letti a tre piani.

TAPPA N°6 - SABATO 23.8.08
dal RIFUGIO PUEZ (m 2475) al RIFUGIO GENOVA (m 2297)
dislivello m 800 salita + m 1000 discesa - Diff. E

La notte passa più tranquilla del solito. Nonostante le terribili previsioni del tempo,il cielo è pieno di stelle.Tutti si addormentano con pensieri felici,pensando a tane di marmotte o all’ultima moda in tema di abbigliamento intimo. I russatori hanno persino smesso di russare o io sono sorda? La sveglia arriva implacabile alle 6.30. Ci aspetta il Tappone dolomitico! Partiamo alle 8.00 in punto. Il tempo è incerto. Raggiungiamo quasi subito il Passo Puez (m 2517). Il sentiero entra immediatamente in una gola molto ripida. Qui comincia una discesa dove il passaggio viene agevolato inizialmente da corde fisse e poi da gradini.
PG, illuminato dal cielo, vede tra le rocce, in una nicchia, la statua bianca di una madonnina, di cui nessuno di noi si era accorto. Scendiamo rapidamente e arriviamo alla Malga Antersasc (m.2085), avvistiamo qualche marmotta, poi proseguiamo nel bosco attraverso la valle zwischenkafeltal. A circa metà valle prendiamo il sentiero di sinistra che ci conduce al Misci (m 1261) nel frattempo indossiamo le mantelle e apriamo gli ombrelli perchè comincia a piovere. Niente paura, siamo arrivati. Misci è un bellissimo borgo. Ci troviamo nella valle del rio Seres, nota come “valle dei mulini”. Nel tratto tra le due viles di Seres e Misci, poste rispettivamente sulla sx e sulla dx orografica del rio, sono concentrati 8 mulini, 2 dei quali dotati di doppia ruota, ed una teleferica ad acqua. L’insieme della Valle dei Mulini e delle due viles, insediamenti rurali tra i più caratteristici ed interessanti della Val Badia, si inserisce nella cornice altamente suggestiva del Putia. Visto il maltempo decidiamo all’unanimità di fare una sosta gastronomica alla “Speck Stube Tlisora”, la casa dello Speck. Sono felice, finalmente l’occasione di assaggiare le specialità alto atesine ben cucinate. Da segnalare anche l’ottima accoglienza dei proprietari. Siamo estremamente indecisi su cosa ordinare, bisognerebbe poter restare una settimana per assaggiare tutto. Cito qualche specialità: Pansotti con ricotta e erbe aromatiche, Canci (ravioli tirolesi), Spazlan al gorgonzola, Canederli con speck in brodo e un fantastico Kaisersmarren. Eccezzionale lo Speck. Il locale è molto carino. Consiglio a chiunque capiti da queste parti, una visitina lì. Purtroppo viene l’ora di ripartire. Percorriamo la Valle dei Mulini, sotto la pioggia incessante, il capogita rassicura e senza un attimo di sosta a passo costante, sfidiamo tuoni e fulmini e arriviamo al Rif. Genova (attraverso il Passo di Poma m 2340) percorrendo un sentiero reso fangoso dal temporale, alle ore 15.30 circa. Mentre ceniamo (minestrone, cotoletta alla milanese con patate e insalata, mousse au chocolat) il sole fa capolino tra le nuvole. È fantastico. Uno spettacolo. Stasera chi viene a vedere il tramonto con mè? Una nota di colore: tutti quelli che hanno risposto di aver un paio di mutande con stampato un animale alla domanda a scelta multipla formulata il 19.8.08, stasera l’hanno indossato, anche questo è uno spettacolo.

TAPPA N°7 - DOMENICA 24.8.08
dal RIFUGIO GENOVA (m.2297) alla MALGA ZANNES (m 1680)
dislivello m 600. - Diff. E e visita della città di Bressanone

Ed eccoci quì pronti per il ritorno. Alcuni si svegliano felici,alcuni un pò tristi per il ritorno a casa. Alcuni un pò tristi e un pò felici. SI PARTE !!! Dopo la colazione e un saluto a Martin si parte alla volta della Malga Zannes. Kiran è già li fuori da ore a fotografare lo spettacolo che le Odle ci regalano per salutarci. La giornata è limpidissima il sole splende, la brina luccica sui prati e le cime sono coperte di neve. Percorriamo il sentiero fino alla Malga Grampen e poi nel bosco seguendo il sentiero n° 32-33 che poi diventa 33. Ogni tanto ci fermiamo a fotografare, emozionati. Facciamo una sosta per ammirare un modellino delle Odle con indicate le vie dei primi scalatori e più avanti un cartello ci invita ad assaporare la quiete della montagna. Kiran non vuol partire!!! Arrivati alla Malga Zannes, Anna e Alessandro ci salutano (perchè domani se ne vanno al mare !!!) e ci offrono fantastici dolci e caffè. Sono soddisfatti, ci hanno corrotti, ci hanno fatto mangiare dolci alle 10.30 del mattino! Saliamo in auto (brr che freddo!) e percorriamo la Val di Funes ammirando le belle case con i balconi pieni di gerani. Come da programma ci dirigiamo verso Bressanone per la visita della cittadina e il pranzo dei saluti. L’antica cittadina vescovile è molto carina, situata nella Valle Isarco e circondata da colline dove sorgono i vigneti più settentrionali d’Italia. Entriamo nella parte vecchia di Bressanone e ammiriamo la piazza Vescovile e il Palazzo Vescovile con i suoi giardini. Proseguiamo verso la Piazza del Duomo e nella Chiesa Parrocchiale,dove sentiamo le note finali di un concerto eseguito da musicisti in costume locale. Alcuni di noi si soffermano sotto la Torre Bianca per acquistare presso le bancarelle prodotti locali (speck, dolci, pane, grappe...). Proseguiamo ammirando le antiche vie,le belle case e i portici. Concludiamo degnamente la visita pranzando in una osteria del centro, accanto al palazzo vescovile, assaggiamo la pasta della casa, i canederli e soprattutto delle fantastiche patatine fritte. È giunta l’ora dei saluti. Un grazie gigantesco ancora a Fabio per aver organizzato questo treck, alla fine del sentiero per la M. Zannes avevo il magone! E un grazie sentitissimo a tutti i partecipanti per aver sopportato ogni sera la lettura del racconto delle nostre giornate, in realtà molto più belle di quanto si può percepire da queste righe, tutti vorremmo avere l’età di Kiran, ma in questi giorni un pò l’abbiamo avuta.
Paola