Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 1 giugno 2019

L'anello del Monte Barro


Il Monte Barro è un rilievo calcareo dolomitico alto 922 metri situato al limite meridionale delle Prealpi lombarde e circondato dai laghi di Annone e Garlate e dal ramo lariano del lago di Como. Un monte isolato (Giuseppe Nangeroni lo defi nì il quarto montorfano lombardo) di modeste dimensioni, ma ricco di luoghi di notevole interesse naturalistico, storico e culturale.


Chi percorre i sentieri del Monte Barro può notare l’elevata biodiversità degli ambienti presenti, dal bosco submediterraneo alle faggete, dalle praterie magre alle rupi e alle sorgenti calcaree e sicuramente rimane incantato di fronte alle molteplici specie fl oristiche presenti. Il Monte Barro, infatti, è l’area protetta lombarda con maggior diversità fl oristica (in 665 ettari sono state censite circa 1200 piante).

Anche se circondato da strade e centri abitati, con i suoi 922 metri il Monte Barro ha tutte le carte in regola per essere definito una vera montagna. Con le sue creste aeree, i valloni solitari, ma soprattutto per la vista mozzafiato sui laghi e le cime che lo circondano, è sicuramente da considerarsi una montagna con la M maiuscola.

Da Milano percorrere la SS36 fino all’uscita di Malgrate, per poi proseguire seguendo le indicazioni per Valmadrera. Al bivio Bellagio/Valmadrera, si svolta a destra e attraversati i binari ferroviari, si prosegue a sinistra prima in Via Fornaci e in seguito in Via Gaggio. Alla rotonda si segue Via S. Grato e successivamente Via ai Colli. Al bivio si sale in Via Pian Sciresa,  al termine della strada si può lasciare l'auto in un piccolo parcheggio o eventualmente in quello poco prima sulla destra (290 m).
Si inizia a seguire il sentiero 306 indicato sulla palina segnavia, per Pian Sciresa, Bosco del Faé e Parco Archeologico. Si sale in maniera decisa, raggiungendo una panchina e successivamente un crocifisso. Salendo leggermente verso sinistra su raggiunge un pannello didattico, oltre il quale si arriva a Pian Sciresa (440 m). Si continua in falsopiano e dopo aver tralasciato a destra il sentiero 304 per il Sasso della Vecchia e il Cippo Alpini, dal quale poi si farà ritorno, si prosegue a mezzacosta sul sentiero 301, in direzione Due Case. Durante il percorso si può ammirare oltre all'originaria chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo, le cui origini antichissime probabilmente risalgono al periodo longobardo, anche alcuni suggestivi scorci sul Lago di Como e il Resegone. Dopo alcuni tratti di sentiero protetti da una staccionata in legno, si arriva al secondo bivio con una bacheca in legno. Tralasciato a destra il sentiero 305 per il Terzo Corno, si prosegue diritto arrivando poco dopo alla località Due Case. Proseguendo lungo la strada sterrata verso destra, in breve si arriva a un bivio. Abbandonato il sentiero 301a per Galbiate, si inizia a seguire il segnavia 307 in direzione delle Torri Gotte. Oltrepassato il rudere di una delle torri, si continua a guadagnare quota in maniera decisa fino a uscire dal bosco. Il panorama è davvero notevole e una sosta è consigliata per ammirare i Laghi di Annone, Pusiano e Alserio. Si continua a salire sulla destra, fino a raggiungere il caratteristico masso erratico denominato "Sasso della Pila", oltre il quale si raggiunge l'omonima sella. Tralasciata a destra l'indicazione per il Terzo Corso, si inizia a risalire la dorsale in direzione della cima. Questo tratto di sentiero, come da indicazione sulla palina segnavia, è riservato a escursionisti esperti (EE), poco prima della cima bisogna superare alcuni passaggi elementari su roccia, dove è utile l'uso delle mani. Raggiunta la croce sulla cima del M. Barro a 922 m, si rimane stupefatti dal panorama che questo montagna può offrire. Oltre ai laghi già nominati, verso Como si può vedere il M. Cornizzolo e il M. Rai, mentre sopra Lecco, l'inconfondibile sagoma del Resegone. Dopo una doverosa pausa, dalla cima si inizia a scendere lungo la parte opposta da cui si è saliti, verso i Prati della Corna e il Sasso della Vecchia. Tralasciato a destra il sentiero 304, si continua a perdere quota fino a raggiungere la Sella dei Trovanti, dove si incrocia il sentiero 302 proveniente da Galbiate. Raggiunta una panchina collocata in posizione panoramica, si inizia a seguire il Sentiero Botanico "Giovanni Fornaciari". Al termine del percorso, si prosegue su strada sterrata che scende raggiungendo una piccola radura, con una cappella e un pannello, su cui vengono descritte le principali cime delle montagne. La strada termina poco dopo nei  pressi della località "Eremo" (790 m), sede dell'Ostello Parco Monte Barro, del Centro Visitatori Parco “G. Panzeri”, del Museo Archeologico del Barro e dove sorge la chiesa tardo gotica di Santa Maria che dal 1912 è monumento di interesse nazionale. All'entrata del parcheggio, si inizia a scendere lungo la strada asfaltata fino al tornante in località Culcinera (686 m). Si imbocca sulla destra il sentiero 301 per il Sasso della Vecchia, Cippo Alpini e Pian Sciresa. Questo lungo tratto di sentiero è molto bello e si svolge in gran parte nel bosco. Oltrepassata una delle quattro sorgenti della Val Faé, in pochi minuti si esce dal bosco, arrivando in breve al Sasso della Vecchia, un masso calcareo di grosse dimensioni (670 m). Tralasciato il sentiero 304 che sale a destra, si continua a scendere verso Pian Sciresa fino a un bivio. Abbandonato il sentiero 304, si scende a destra raggiungendo subito dopo la radura dove sorge il Cippo degli Alpini, un'area attrezzata con un piccolo altare in memoria dei caduti. Il sentiero prosegue tra due staccionate in legno, per poi continuare fino a incrociare nuovamente il sentiero fatto all'andata, chiudendo l'anello. Non rimane che ripercorre il medesimo itinerario fino al parcheggio.
Malati di Montagna: PiGi e il selvadego


San Michele, una località che ebbe notevole importanza nei secoli medievali. Presso la chiesetta del Santo si seppellirono i morti delle zone circostanti, anche del territorio lecchese. Con l'imperversare delle pestilenze nel Cinquecento e nel Seicento il luogo fu meta di pellegrinaggi e processioni, diventando un crocevia importante nel territorio lecchese per il culto dei morti, a cui si associò stranamente anche il momento ricreativo della sagra paesana.



















Monte Barro 922 m
Il M.Barro è un rilievo calcareo-dolomitico la cui geologia ha attirato l'attenzione di studiosi illustri, quali Antonio Stoppani e Giuseppe Nageroni; lo Stoppani in particolare ne descrisse la ricca fauna fossile triassica in una celebre pubblicazione.











 

Fiordaliso


Dittamo (Frassinella)



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