Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 28 ottobre 2017

Tra gli alpeggi della Val Troncone

Escursione ad anello nel Parco Naturale della Valle Antrona, che permette di camminare per ore su sentieri ancora evidenti, ma in pessimo stato, in un ambiente naturale dal grande fascino. Dall'alpeggio di Larciero per raggiungere quello di Lareccio, si cammina su un tappetto di mirtilli e rododendri, in un suggestivo lariceto. Gli alpeggi su questo versante sono oramai abbandonati, Lareccio è un esempio tipico del grande alpeggio d'alta montagna. Sorge su un ampio terrazzo al sole, tra estesi pascoli delimitati rigorosamente da muretti a secco. Durante l'escursione si possono ammirare diversi larici monumentali, testimoni del tempo e della storia...

Dall'autostrada A26 si prosegue fino a Gravellona Toce e in seguito si continua sulla SS33 del Sempione. All'’uscita di Villadossola si seguono le indicazioni per la Valle Antrona fino a raggiungere Antronapiana. Si continua verso il lago di Antrona, per poi proseguire lungo una stretta e tortuosa stradina asfaltata fino alla diga di Campliccioli 1355 m. L'auto la si può lasciare nel piccolo parcheggio o nei pochi spazzi lungo la strada (1357 m).
Dalla bacheca si seguono le indicazioni verso sinistra per l'alpe Larciero/alpe Lareccio/Passo Antigine (C23). Dopo un breve tratto su strada asfaltata, si svolta a destra e si inizia a camminare lungo i binari della decauville. Attraversate un paio di galleria scavate nella roccia, si prosegue in piano fino al termine dei binari. Al bivio nei pressi del ponte di Granarioli, si continua verso sinistra ancora in piano per pochi metri, per poi salire rapidamente in un bel bosco di abeti rossi. Giunti a una palina segnavia, si tralascia a sinistra il sentiero che prosegue verso l'alpe Valaverta/Passo di Valaverta/San Martino (C21) e si continua a seguire l'indicazione per l'alpe Lareccio (C23). Il sentiero prosegue fra rododendri e grandi larici e dopo aver attraversato in diagonale una distesa detritica, si risale ripidamente un canalino umido. La parte più faticosa dell'itinerario termina e si inizia una dolce discesa fino all'alpe Larciero (1770 m). Il sentiero prosegue a sinistra in falsopiano, per poi scendere in un profondo canale solcato da un torrente. Si sale sulla sponda opposta, per poi continuare nel rado lariceto, fino a uscire sull'ampia distesa dei pascoli dell'alpe Lareccio (1853 m). Si scende costeggiando i lunghi muretti a secco che delimitano i pascoli fino a raggiungere un'evidente freccia, dalla quale si riprende a seguire il sentiero. Alternando ripidi tornanti, a lunghi tratti a mezza costa, si perde velocemente quota in un bel bosco di pino uncinato. Raggiunto un valloncello, si scende sul lato sinistro di un torrente, fino a raggiungere il fondovalle dove scorre il torrente Troncone, che si attraversa su alcuni ponti formati da tronchi. Dalla palina segnavia si tralascia a sinistra il sentiero che prosegue verso il lago del Cingino e il passo Saas (SFT-C0) e si continua seguendo l'indicazione verso il Lago Campliccioli/Antrona Lago/Antrona Piana. Si inizia a scendere seguendo l'ampio sentiero e oltrepassata l'alpe Casaravera (1499 m) in breve si arriva a un bivio. Si tralascia la variante a destra che scende verso il ponte già menzionato, e si prosegue diritti arrivando poco dopo in una piccola valletta con un ponte in legno, che preannuncia l'arrivo all'alpe Granaroli (1412 m). Dalle baite perfettamente ristrutturate, si risale in breve un dosso, per poi scendere all'alpe Vasoncino, con altre baite ristrutturate e un rudere usato dagli operai per la costruzione dell'invaso idrico. Attraversato un tratto nel bosco, si esce in prossimità di una bella cascata formata dalle acque del torrente Banella, che si attraversa grazie ad alcune passerelle in cemento. Dopo aver costeggiato la centrale elettrica, si attraversa una galleria scavata nella pietra e in breve si arriva al muraglione della diga che si attraversa, ritornando al parcheggio da dove si è partiti.
Malati di Montagna: Pg, Lorenzo, Danilo e l'homo selvadego

si inizia lungo i binari della decauville


cartoline dalla Val Troncone




alpe Larciero 1770 m


alpe Lareccio 1853 m





a malincuore abbandoniamo l'alpeggio...


alpe Casaravera 1499 m


un piccolo uomo...un grande albero...


alpe Granaroli 1412 m


dettagli e traccia gpx 

sabato 21 ottobre 2017

Nella bucolica Valle dei Principi

Esiste una valle sospesa, dove il tempo sembra essersi fermato e secolari larici la proteggono dalle inside del mondo esterno. Per raggiungerla bisogna risalire fitti boschi e attraversare alpeggi dai nomi inconsueti, Hobearg, Skearpia, Obrò Tschalvretzo. La Valle dei Principi è una perla incastonata alle pendici ovest del Corno Rosso, localmente noto come "Rot Horn", o Punta Carestia. Pochi sono i luoghi come questa valle dove ci si sente immersi completamente nella natura e si ritrova la montagna di una volta.

Dall'autostrada A5 si esce al casello di Pont-Saint-Martin, per poi proseguire a destra seguendo le indicazioni per Gressoney. Entrati nell'abitato di Pont-Saint-Martin si svolta a destra iniziando a risalire la strada regionale della Valle di Gressoney. Oltrepassato l'abitato di Lillianes, Fontainemore, Issime e Gaby si arriva a Ondrò Verdebio, a  circa 1 km prima di Gressoney-Saint-Jean. Seguendo a sinistra le indicazioni per il Castello Savoia, si può lasciare l'auto prima del ponte (pochi posti), o subito dopo sulla destra lungo il torrente Lys (1380 m).
Attraversata la strada dalla quale si è arrivati, si inizia a seguire le indicazioni sulla palina segnavia  (105 intervallivo colle Valdobbia - 11 Ospizio Sottile - 11B Rot Horn/alpe Hobeerg sup.). Si passa accanto ad alcune caratteristiche abitazioni di Ondrò Verdebio e oltrepassata una fontana con lavatoio, poco dopo si incrocia una stradina asfalta. Seguendo i segnavia sul lato opposto della strada, si imbocca l'ampio sentiero, che inizia a salire ripidamente con diversi tornanti in un bel bosco di larici ed abeti. Arrivati a un primo bivio si tralascia il sentiero a sinistra dal quale poi faremo ritorno (11) e si prosegue in direzione dell'alpe Skearpie sup. (11B). La pendenza si attenua leggermente e dopo aver attraversato un paio di pendii di sfasciumi, si svolta a sinistra riprendendo nuovamente a salire ripidamente fino a raggiungere il successivo bivio. Tralasciato a destra il sentiero per l'alpe Hobeerg sup.(11A), in pochi minuti si arriva alla radura boscosa dove sorge la baita dell'alpe Pozie (1867 m). Il sentiero prosegue a monte della baita verso sinistra rientrando nel bosco. Arrivati in prossimità di un costone, si sale verso destra costeggiando alcune reti di protezione e tra ginepro e mirtillo si esce nei pressi di un palina segnavia. Tralasciato a sinistra il collegamento con il sentiero 105 per il colle di Valdobbia, si continua a seguire il segnavia 11B, con bella veduta sul colle di Valdobbia e il rifugio Ospizio Sottile. Dopo aver oltrepassato un vecchio fienile, si prosegue in falsopiano e in pochi minuti si arriva ai pascoli dell'alpe Skearpia di sotto, dove si incrocia il sentiero 11A (2065 m). Continuando a seguire le indicazioni, si piega a sinistra e salendo accanto a un torrente si arriva a una modesta forcella. Proseguendo fra radi e maestosi larici, si attraversano alcune zone umide, fino a raggiungere l'alpeggio di Skearpie di sopra (2147 m), poco prima di arrivare alla baita sulla sinistra si può notare su una roccia uno sbiadito segnavia 11C, sentiero che poi si utilizzerà al ritorno. Oltrepassata la baita si risale il dosso fino alla termine del sentiero 11C (segnavia su una roccia a sinistra), da qui si può vedere l'incantevole e bucolica radura della Valle dei Principi (2180 m). Si scende nella valle attraversata da un placido torrentello, dove una sosta è d’obbligo. Ritornati all’alpeggio Skearpie di sopra, si tralascia il sentiero a sinistra dal quale si è arrivati e si inizia a scendere seguendo lo sbiadito segnavia giallo a terra (11C). Questo tratto di sentiero è scarsamente battuto, nel primo tratto si scende attraversando i prati dove la traccia scompare nell’erba alta, in seguito i segnavia diventano più visibili e si continua a perdere quota verso il sottostante alpeggio di Obrò Tschalvretzo. Giunti in prossimità dell’alpeggio di Obrò Tschalvretzo (Cialfrezzo di sopra), si guada il torrente e piegando a sinistra in breve si incrocia il marcato sentiero che sale verso il Colle Valdobbia e il rifugio Ospizio Sottile (11). Si inizia a scendere seguendo l'ampio sentiero e dopo aver attraversato il torrente su un ponticello in legno, si arriva alla palina segnavia nei pressi dell’alpe Ondrò Tschalvretzo (Cialfrezzo di sotto). Seguendo l’indicazione per Gressoney-Saint-Jean (105), dopo un lungo traverso nel bosco in leggera discesa, il sentiero inizia a perdere velocemente quota con una lunga serie di tornanti, fino al bivio incontrato durante la salita. Da qui si ripercorre il medesimo percorso fino Ondrò Verdebio, da dove siamo partiti.
Malati di Montagna: Patrizia, Giuseppe e l'homo selvadego

ma se la giornata inizia cosi...come potrà essere il resto...?!?


vecchi muretti a secco...


la baita dell'alpe Pozie...











lo splendido vallone che sale al Colle Valdobbia



...fine sentiero...


by Patrizia e Giuseppe



un piccolo uomo si presenta all'entrata della Valle dei Principi



Rifugio Sottile al Colle Valdobbia




dettagli e traccia gpx 

sabato 14 ottobre 2017

Un giorno d'autunno al Monte Venturosa

L'autunno è il periodo ideale per camminare in montagna, i cieli tersi di un blu cobalto, le giornate assolate e le notti fresche, dipingono lentamente i boschi di mille sfumature di giallo, arancio e rosso. Tutto questo e molto altro lo offre il Monte Venturosa. La salita nella prima parte si sviluppa all'interno di suggestivi boschi, per poi uscire e affrontare l'ultimo tratto tra pinnacoli e spettacolari panorami, dal vicino Resegone, alle Grigne, per poi allungare la vista verso le cime dell'alta Valle Brembana.

Da Milano si segue l'autostrada A4 sino all'uscita di Dalmine, per poi continuare sulla statale 470 Dalmine/Villa D’Almè. Alla rotonda di Villa D’Almè si seguono le indicazioni per San Pellegrino Terme, risalendo la Valle Brembana fino a San Giovanni Bianco. Dopo la chiesa si svolta a sinistra per la Valle Taleggio e dopo circa 900 metri si svolta a destra seguendo le indicazioni per Pianca.
Raggiunto il piccolo borgo di Pianca, si prosegue seguendo la stradina a sinistra che aggira il piccolo borgo. Giunti alla località Brembella, si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Era. Dopo alcuni tornanti, si continua a seguire la stretta strada a mezza costa, fino a raggiungere una stradina cementata sulla sinistra con l'evidente indicazione per il Monte Venturosa, l'auto la si lascia nel piccolo parcheggio subito dopo, nei pressi di un pannello del Parco delle Orobie Bergamasche (1090 m). Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per il Passo Grialeggio/B.ta Casera Cancervo/Passo di Baciamorti (sent. 136), si inizia a risalire la strada cementata, raggiungendo in breve un roccolo rimodernato. Si continua a seguire l'ampia strada sterrata, a tratti cementata all'interno del bosco. Dopo un lungo tratto a mezza costa si arriva a uno slargo, oltre il quale si continua a seguire la sterrata che si restringe, protetta sul lato destro da una staccionata in legno. Al termine della sterrata, si inizia a seguire il sentiero a sinistra, fino a uscire nei pressi dei ruderi della Baita della Vecchia (1380 m). Oltrepassata una vecchia fontana, si rientra nel bosco e con una lunga serie di tornanti si guadagna quota rapidamente, fino a raggiungere il Crocifisso nei pressi del Passo di Graleggio, collocato tra il M. Cancreno a sinistra e il M. Venturosa a destra (1690 m). Si inizia a percorre il sentiero contrassegnato da segnavia giallo/azzurri, che risale il crinale fra affioramenti rocciosi, raggiungendo in poco tempo il pianoro dove sorge la Baita Venturosa, localmente denominata del “Giacom”, un locale sempre aperto è adibito a riparo di fortuna in caso di maltempo (1834 m). Il sentiero ben evidente prosegue in leggera salita, per poi riprendere in maniera più decisa su facili roccette fino alla croce di vetta (1999 m). Superbo il panorama su tutta l'alta Valle Brembana, sino al Pizzo del Diavolo di Tenda e sulla Val Taleggio, a nord sull’arco alpino e a sud oltre la pianura verso gli Appennini. Per il ritorno si segue il medesimo itinerario di salita.
Malato di Montagna: l'homo selvadego

foliage...





Crocefisso del Passo di Grialeggio con con vista sul M. Venturosa


el Resegun....


...da quassù....


Baita del Giacom, con bivacco d'emergenza sempre aperto


sul sentiero....


Monte Venturosa 1999 m


che vista...!!!



....tornando verso valle...




dettagli e traccia gpx

giovedì 5 ottobre 2017

Bocchetta di Striengo o di Strienghi, tra la Val Mastallone e la Val d'Egua

Questo giro ad anello va a toccare, in ordine, la Bocchetta di Striengo o Strienghi (2347 m), il Colle d'Egua (2239 m), colle di Baranca (1818 m) e l'omonimo lago. È un giro di ampio respiro, splendido e gratificante per i panorami che offre sull’arco alpino circostante e, soprattutto, per la vista eccezionale sul Rosa. Il percorso non presenta difficoltà fino all'Alpe Addiaccio, poi diventa impegnativo fino alla bocchetta di Strienghi e dalla bocchetta al colle d'Egua. Da non effettuare in caso di scarsa visibilità.

Dall'autostrada A26 Gravellona Toce si esce a Romagnano/Ghemme e alla rotonda si svolta a sinistra seguendo la SS299 verso Alagna/Varallo. Alla seconda uscita per Varallo, si seguono a destra le indicazioni per Rimella/Fobello/Cervatto. Proseguendo sulla strada provinciale 9, dopo circa 15 km si raggiunge il bivio Fobello/Rimella. Si svolta a sinistra fino a raggiungere l'abitato di Fobello. Superato l'abitato, si continua seguendo la strada e oltrepassate le frazioni di Boco, Catognetto, La Piana e S. Maria, si raggiunge la frazione la Gazza, dove si può lasciare l'auto nel comodo parcheggio (1175 m) .
Dalla palina segnavia, tralasciata la mulattiera per i colli di Baranca e d'Egua, da cui poi faremo ritorno (sent. 517), si segue a sinistra il segnavia 515. La mulattiera scende leggermente fino a raggiungere la bella cappella nei pressi della frazione Campo. Si oltrepassano le belle case ristrutturate, raggiungendo l’antico ponte in pietra sul torrente Mastallone, oltre il quale si inizia a guadagnare quota con alcuni tornanti. Entrati nel vallone la pendenza si attenua e si continua sul lato idrografico sinistro, arrivando in breve al bivio nei pressi dell’alpe Quartia o Quartiere (1371 m). Tralasciato il sentiero a sinistra per l'alpe Oro del Cortese/Bocchetta del Cortese/alpe Sasso Rondo nel Vallone di Roi (sent. 512), si prosegue addentrandosi sempre più nel vallone. Oltrepassata l’alpe Oro del Cortese (1454 m) visibile sulla sponda opposta, si raggiunge l’alpe Piane Inferiore (1491 m) e dopo aver attraversato un grande pascolo invaso da grossi massi, si arriva alla baita ristruttura dell'Alpe Piane Superiore (1618 m). Qui la valle si divide, tralasciato il sentiero 514 che scende verso il torrente, per poi proseguire verso il Vallone del Laghetto, si sale dietro alla baita piegando leggermente verso sinistra. Si risale ripidamente il fianco della montagna, arrivando nei pressi del rio degli Strienghi che si guada, per poi continuare in direzione della cappella dell’alpe Addiaccio e successivamente con un ultimo sforzo alle baite (1971 m). Il sentiero fino a qui è stato recentemente ripristinato e non ci sono particolari difficoltà, il proseguimento fino alla bocchetta diventa più impegnativo, anche se ci sono diversi segnavia bianco/rossi e alcuni pali che indicano la giusta direzione, il sentiero è poco battuto e scompare nell'erba alta, si consiglia in caso di scarsa visibilità di non percorre questo tratto! Seguendo il sentiero a destra delle baite, dopo un lungo tratto a mezza costa in leggera salita, si raggiungono le baite dell’alpe Striengo, già visibile dall’alpe Addiaccio, possibilità di dissetarsi da una fresca fontanella (2018 m). Si continua a monte delle baite su labile traccia e dopo un primo tratto in decisa ascesa, si piega verso sinistra compiendo un ampio semicerchio, fare molto attenzione ai segnavia bianco/rossi e ad alcuni pali segnavia collocati di recente. Giunti all'imbocco dell'ultimo tratto della valle, si inizia a salire ripidamente, fino a raggiungere l’intaglio tra le rocce della bocchetta di Striengo o Strienghi, tra il Cimone a nord e le Piovatte d'Egua (2347 m). Una pausa per ammirare il Rosa è d’obbligo. Si inizia a scendere sul versante occidentale del Cimone (sent. 122b), il sentiero all'inizio è evidente, ma poi tende a diventare una labile traccia tra le pietraie, si consiglia di seguire la traccia più bassa, dove alcuni omini e segni di vernice sbiadita indicano la direzione giusta. Arrivati a poca distanza dal colle il sentiero diventa nuovamente visibile e in breve si arriva al bivacco Volpone-Sesone, a poca distanza dal sottostante colle d'Egua (2239 m), dal dove si può godere di una delle più belle viste sul massiccio del Monte Rosa. Dal colle si inizia a scendere in direzione del colle Baranca (sent. 517-gta-SI-GSW), il sentiero ampio perde velocemente quota fino a raggiungere un pianoro. Seguendo le indicazioni su una roccia si continua a scendere lunga una stretta valletta, per poi uscire nell'ampio vallone, dove sorgono le baite dell’alpe Selle, che si raggiungono compiendo un ampio semicerchio (1824 m). Poco prima d’arrivare alle baite con una breve deviazione si possono vedere i resti di quella che fu la superba Villa Aprilia, distrutta durante l'ultimo conflitto mondiale. Si passa in mezzo alle baite, tra le quali l’ex Albergo degli Alpini, di cui rimane solo la scritta e poco dopo si arriva alla piccola cappella nei pressi del Colle Baranca, comunicante con la Valle Olocchia, tributaria della Valle Anzasca (1818 m). La cappella è stata costruita a ricordo degli alpini caduti durante la prima guerra mondiale, al suo interno si trova un quaderno, su cui scrivere i propri pensieri o semplicemente il proprio nome, una sorta di libro di vetta. Dal colle si scende verso il lago Baranca, lasciando sulla sinistra il sentiero che conduce al rifugio "Alpe Selle" e in pochi minuti si arriva al lago, adagiato al margine inferiore di un bucolico pianoro, circondato irte cime (1775 m). Si inizia a seguire la bella e antica mulattiera, che costituiva il principale collegamento tra Fobello in Valsesia e Bannio Anzino in Valle Anzasca. Attraversato il lago nel punto in cui scende a valle formando una suggestiva cascata (da qui nasce il torrente Mastallone), la mulattiera con alcuni lunghi tornanti perde quota fino a raggiungere l'alpe Baranca, con l'omonimo rifugio, punto di sosta e pernottamento lungo il sentiero GTA e la Via Alpina (1566 m). Si continua a scendere con un lungo mezzacosta fino a raggiungere un ponte in cemento, con il quale si attraversa il torrente Mastallone. Proseguendo ora sul lato idrografico sinistro della valle, dopo aver oltrepassato le alpi Lungostretto (1291 m) e Catolino (1252 m), si ritorna alla frazione la Gazza.
Malati di Montagna: Danilo e l'homo selvadego

nel solitario Vallone del Rio delle Piane



all'Alpe Addiaccio 1971 m


Alpe Striengo 2018 m mimetizzata nella giavina


va che bel sentiero.... ma dove l'ha visto...!?!


godiamoci almeno i panorami...


Bocchetta di Striengo o Strienghi, 2347 m


che spettacolo....!!!


Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e rumoroso.
Walter Bonatti


panorama dalla bocchetta Strienghi verso il Colle d'Egua


In prossimita del colle d'Egua, nel 2013 è stato inaugurato il fabbricato in pietra che ospita il Bivacco Volpone-Sesone, dotato di 12 posti letto, fornello, stufa e servizi.


Colle d'Egua 2239 m


la discesa verso il colle Baranca


Alpe Selle e Villa Lancia 1824 m




Colle Baranca 1818 m


Lago Baranca 1775 m


Rifugio "Alpe Selle"


Rifugio "Alpe Baranca"


lungo la mulattiera che scende dal lago Baranca,
costruita tra il 1883 e il 1887


dettagli e traccia gpx