Nella prima parte dell'anello si percorre l'antico e spettacolare Sentiero dello "Scagnol", realizzato dai contrabbandieri per passare un salto roccioso all’apparenza intransitabile. Si prosegue attraversando caratteristici villaggi e suggestivi boschi fino ad arrivare a Bugliaga, dove una pausa nei pressi della chiesetta e quasi d'obbligo, ammirando il panorama verso il trittico del Sempione, Weissmies-Fletschhorn-Lagginhorn. Dopo aver lasciato a malincuore il paesello, si scende percorrendo l'antica mulattiera verso il ponte del "Diavolino", dove si stanno ultimando i lavori di sistemazione e messa in sicurezza del percorso per la "Grand Bϋcc Race". Giunti a Trasquera non rimane che scendere lungo la bella mulattiera verso Iselle, alla scoperta dei luoghi dove veniva distillato e commercializzava il kirsch. Del pregiato liquore, oggi rimane solamente il ricordo, l'etichetta e le spettacolari fioriture primaverili dei ciliegi di Trasquera e Bugliaga. Il tracco del Sentiero dello "Scagnol" e la discesa verso il ponte del "Diavolino", sono riservati esclusivamente ad escursionisti esperti dal passo sicuro e che non soffrono di vertigini.
Si segue l’autostrada A26 fino a Domodossola, per poi proseguire sulla SS33 del Sempione. Raggiunto l'abitato di Iselle si oltrepassa la dogana italiana e attraversata una galleria, si parcheggia in un ampio spazio sterrato sulla destra, a pochi metri dall'inizio del sentiero. All'inizio del sentiero oltre alla palina segnavia con indicato il sentiero (F32 - Alta Via Valdivedro), si trova anche un pannello informativo che descrive il sentiero dello "Scagnol". Si inizia a salire moderatamente arrivando a Balmoreglio (714 m), per poi continuare a guadagnare quota ripidamente all'interno di un bosco. Giunti all'inizio del "Passaggio dello Scagnol" (920 m), si inizia a risalire la ripida scalinata in pietra, oltre alle catene in casa di fondo bagnato o ghiacciato, nei punti più esposti è stata predisposta una fune d'acciaio per protezione (EE). Al termine della scalinata si arriva a Revoriastagna (Vèrastagna - 1000 m), dalla palina segnavia si prosegue verso destra seguendo il sentiero F32 verso Valdo/Cima ai Campi/Alpe Pianezzoni. Si sale ancora per un breve tratto per poi proseguire quasi in piano fino a raggiungere un bivio, tralasciate a destra le indicazioni per Bugliaga/Caselle "Piajól", si prosegue verso Valdo/Cima ai Campi (indicazione anche su un grosso masso). Attraversati un paio di torrentelli, in breve si esce dal bosco nei pressi di una baita isolata. Seguendo alcuni paletti con i segnavia bianco/rossi, si sale verso destra raggiungendo l'alpe Valdo (Vaul - 1250 m). Si attraversa l'alpeggio piegando verso sinistra e dopo aver costeggiato alcune baite, con bella vista verso il Pizzo Garibaldi o Seehorn, si arriva a incrociare una strada sterrata. Dalla palina segnavia si continua su strada sterrata seguendo le indicazioni per Cima ai Campi/La Balma (F32). Dopo pochi minuti si arriva al bel nucleo di baite di Cima ai Campi (1386 m), dalle quali possiamo godere di un panorama notevole soprattutto verso il Trittico del Sempione. Dalla palina segnavia nei pressi di una cappella, si sale verso la parte alta dell'alpeggio, per poi continuare a salire in un fitto bosco seguendo i segnavia bianco/rossi fino all'alpe Balma (1570 m). Abbandonato il sentiero F32 che prosegue verso l'alpe Camoscella/alpe Pianezzoni, si prosegue a destra a mezzacosta per un breve tratto, per poi iniziare a scendere verso destra in direzione delle sottostanti baite, fare attenzione in questo tratto il sentiero è poco evidente. Si inizia a seguire la strada sterrata e alcune scorciatoie che abbreviamo il percorso. A un bivio si tralascia la strada sterrata che scende verso destra e si prosegue diritti seguendo i segnavia su una baita. Continuando a scendere si raggiungono in breve le baite superiori di Bugliaga e in breve la graziosa chiesetta al centro del paese (1314 m). Dopo una doverosa pausa si riprende il cammino verso Trasquera, percorrendo per alcuni minuti la strada asfaltata. Arrivati in prossimità di alcune baite in basso sulla destra, si abbandona la strada per seguire le frecce rosse sull'asfalto della "Grand Bϋcc Race". Dopo un breve tratto si abbandona il sentiero che scende verso le baite e si svolta a sinistra scendendo verso un torrentello, che si attraversa per poi proseguire sulla vecchia mulattiera che scende ripidamente verso il "Ponte del Diavolino". Lungo questo tratto si stanno ultimando i lavori di sistemazione e messa in sicurezza con funi d'acciaio i punti più esposti. Attraversato l'antico ponte in pietra, impressionate la vista verso il sovrastante "Ponte del Diavolo", si prosegue in leggera salita fino a raggiungere una strada sterrata. Indifferentemente svoltando a sinistra o a destra si arriva sulla strada asfalta che si inizia a seguire raggiungendo in pochi minuti Trasquera. Poco prima del "Bar/ristorante Alpino", sulla destra in corrispondenza di un pannello didattico, si imbocca la mulattiera per Iselle o anche “Sentiero del Kirsch”, famoso liquore un tempo commercializzato dai Trasqueresi (F34). Si passa accanto alle abitazioni e oltrepassata una cappella, si continua a scendere attraversando i pascoli fino a incrociare la strada asfaltata. La si attraversa per poi continuare a perdere quota all'interno del bosco, il percorso è sempre ben segnalato e dopo aver attraversato alcuni torrenti si arriva al nucleo di baite di Pianezza (815 m). Attraversata la strada si prosegue fino a un bivio, tralasciato a sinistra il sentiero per Iselle Stazione si prosegue a destra fino a raggiungere la chiesa parrocchiale di Iselle. Non rimane che seguire la strada asfalta verso il confine raggiungendo il parcheggio dove si è lasciata l'auto (circa 15 minuti).
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Silvio, Lorenzo, Pg e l'homo selvadego
Il sentiero, detto dello “Scagnol“, in quanto per il superamento della parte centrale, ci sono più di 250 scalini intagliata nella viva roccia, è stato per secoli, il collegamento tra l'altipiano di Bugliaga e il fondovalle, altrimenti divisi da imponenti pareti rocciosi. Il suggestivo percorso escursionistico, era l'antica via utilizzata per il trasporto della pece. Da incisione praticate nei tronchi di larice, presente in estesissime formazioni lungo i pendii di Bugliaga, si estraeva la resina che dopo un primo processo di cottura e di distillazione, in apposite pecerie (estese piazze, dotate di fornetti) permetteva di ottenere la pece. La sostanza era usata dai calzolai o come combustibile per lanterne o per calafatare (con la pece nera bollente si chiudevano le fessure delle barche per renderle impermeabile all'acqua) o per le corde degli strumenti ad arco, ed era trasportato a valle nei gerli dalle donne, in barilotti, di circa 40/50 kg l'uno. Nell'ottocento l'applicazione di una severa normativa per l'estrazione della resina che eseguito in modo arbitrario portava alla distruzione degli alberi, incentivò il contrabbando e la produzione clandestina. Per la vicinanza del confine svizzero, il sentiero era frequentato anche dai contrabbandieri.
....cartoline dalla Val Divedro...
by Bugliaga
verso il Ponte del Diavolino
(lavori di ripristino e messa in sicurezza del tracciato)
Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum)
Il giglio di San Giovanni compare, con un’inattesa fiammata di colore, fra i prati di montagna, nei pascoli abbandonati e sui versanti dirupati dove si accumula terreno di risulta, sassoso e ben drenato, reso caldo dal sole estivo. È un fiore protetto e non deve essere raccolto in alcun modo, come fiore o come bulbo. Pianta longeva si ripresenta con puntualità nei soliti luoghi e, in condizioni ottimali, tende a formare piccole colonie dove le piante distano generalmente da uno a pochi metri una dall’altra. Noto anche come giglio rosso, anche se rosso non è, ma è piuttosto arancione, qualche volta diventa così chiaro da sembrare giallo.
Giglio del Paradiso