- La Madonna del Bisbino -
Sta, sulla vetta che il tramonto inviola,
eccelso, si, che dalla terra ria,
talora il ciel coi nembi suoi l'inviola
l'aereo santuario di Maria
Vigile scolta, che pietà degli avi
pose a tutela della patria terra:
i colli e la città guarda, e dei gravi
monti la cerchia che il lago rinserra.
Vergine Santa, di lassù vegliando
proteggi le mie genti, e la diletta
dimora benedici; e se un dì fia
che aria libera di pace respirando
a casa io torni al fine a la tua vetta
orante ascenderò, Santa Maria.
G.O.
dal diario di un Comasco prigioniero di guerra al Stammlager
Passo accanto per un paio di volte la carrozzabile e guadagnando ripidamente quota arrivando a Scarone, con le sue case tutte in pietra e ben conservate, oltrepassato il borgo al seguente bivio proseguo a sinistra verso Madrona, iniziando un lungo traverso rettilineo in salita con bella vista sul lago. Dopo le baite di Culzaga 660 m, ignoro i vari sentieri che si diramano a lato, rimanendo sull'ampia mulattiera fino a ritrovare la carrozzabile nel centro dell'abitato, una palina segnavia mi informa che mi trovo ai Monti di Madrona 840 m. Continuo a sinistra seguendo le indicazioni per il M. Bisbino, su una bacheca oltre a una cartina ben dettagliata viene anche illustrata la prima tappa della Via dei Monti Lariani che da Cernobbio arriva fino a San Fedele Intelvi e che in parte sto percorrendo. Uscito dall'abitato al primo tornante abbandono la carrozzabile per continuare sull'ampia mulattiera, dopo un primo tratto in leggera salita raggiungo alcune case in pietra, proseguo in un bel bosco che in questa stagione da sfoggio con infinite tonalità di colore. Riprendo a salire con più decisione giungendo alla chiesetta di San Carlo 1012 m, dopo una breve sosta affronto un altro tratto ripido fino a incrociare la strada asfaltata che attraverso, per riprendere la mulattiera sul lato opposto. Dalla palina segnavia continuo verso le soprastanti case dell'alpe Piella, ben presto la mulattiera diventa un ripido sentiero che si inoltra in un bosco. Incrocio nuovamente la carrozzabile e seguendo le indicazioni sulla palina segnavia imbocco il sentiero sulla sinistra, tralasciando momentaneamente le indicazioni a destra per il rifugio Bugone, in moderata salita mi inoltro nuovamente nel bosco di abeti e dopo un tratto in piano riprendo nuovamente a salire. Il sentiero ben presto passa accanto alla strada e proseguendo in salita sulla sinistra arrivo in breve al parcheggio sottostante alla cima del monte Bisbino. Su una bacheca dell'Associazione Nazionale Alpini della Sez. di Como viene riportata una cartina con le fortificazioni effettuate nell'ambito della cosiddetta Linea Cadorna.
"L'occupazione militare del Bisbino avvenne già nell'anno 1916 con la costruzione della strada congiungente Rovenna alla Vetta: progettata con un tracciato di 12 chilometri questa andava a sovrapporsi solo in brevi tratti alle antiche mulattiere. Per la realizzazione della strada e delle opere di fortificazione vene impiegata principalmente manodopera locale. Le opere di fortificazione si estendevano per più di 2 chilometri, creando in pratica una linea di confine che spezzava la montagna in due parti; attualmente quelle rilevabili hanno uno sviluppo di 1,5 chilometri e occupano il territorio da una quota di 1120 m fino alla vetta 1325 m".
Con una scalinata salgo alla cima del Monte Bisbino 1325 m dove sorge l'antico Santuario della Beata Vergine del Bisbino. Costruito nel XVII secolo e rimaneggiato all'inizio dell'Ottocento, è meta di numerosi pellegrinaggi sia dal versante italiano sia da quello svizzero. Testimonianza di questa devozione sono i numerosi ex voto, anche del XVIII secolo, conservati all'interno del Santuario.
Dalle tavole panoramiche poste attorno al piazzale il panorama dovrebbe essere grandioso, oggi però le nuvole me ne impediscono in parte la visuale.
Ritornato al bivio proseguo seguendo una stradina sterrata in discesa incamminandomi verso il cancello dell'Istituto dei Padri Somaschi. Dopo aver costeggiato il muro che fa da recinzione all'edificio raggiungo un bivio, proseguo a sinistra in discesa seguendo la sterrata che poco dopo diventa su fondo cementato. Tralasciando una stradina sulla sinistra chiusa da una sbarra proseguo in piano su sterrato arrivando dopo pochi minuti al rifugio Bugone 1119 m. Decido di entrare a pranzare, sono solo io e i gestori con la figlia e un'amica, Chiara mi serve un'abbondante piatto di deliziosi pizzoccheri e in seguito uno squisito budino di castagne con cioccolato caldo. Per la via del ritorno dal secolare faggio accanto al rifugio seguo la mulattiera in discesa, indicazioni per i Monti di Lenno. Il percorso è davvero molto suggestivo e si svolge all'interno di un bel bosco, in alcuni tratti ripidi bisogna fare attenzione a non scivolare sul fitto fogliame che ricopre la mulattiera. Oltrepassata una fontana sulla destra in pochi minuti arrivo ad un bivio, vado a destra e dopo una breve salita incrocio la strada asfaltata. Proseguo in discesa seguendo la strada fino a un tornante, dalla palina segnavia seguendo le indicazioni mi ritrovo sulla mulattiera fatta al mattino che seguo a ritroso fino a Rovenna dove ho lasciato l'auto.
Malati di Montagna: Fabio
dal Bisbino prima che le nuvole lo avvolgessero...
il faggio secolare nei pressi del rifugio Bugone
trincee al monte Bisbino
colori autunnali...
sulla via del ritorno...
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