Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 18 aprile 2010

una giornata tra le nuvole...alla Colmine di Crevola

Non sempre si può avere sole e cielo terso, ma chi ha la passione per la montagna come l'abbiamo io e Danilo qualche nuvola bassa non può far certamente paura, anzi camminando nel bosco o attraversando gli alpeggi si ha il tempo di vedere quei piccoli particolari che magari in una giornata di sole non si apprezzerebbero perché distolti dai panorami. Dall'autostrada A26 continuiamo con la S.S. 33 del Sempione fino all'uscita di Crevaladossola, svoltiamo a destra verso Oira, seguendo poi i cartelli per la palestra di arrampicata passiamo prima per Pinone e poi per Scezza, la strada sempre asfaltata si restringe e passa tra alcuni vigneti arrivando in breve all'ampia area attrezzata degli alpini in località La Valletta a 700 m circa, dove decidiamo di parcheggiare, volendo si può proseguire fino alla palestra di arrampicata a pochi minuti risparmiando qualche decina di metri di dislivello.
Qualche goccia di pioggia ci costringe a usare il coprizaino indispensabile se si vuole preservare la roba all'interno dello zaino, naturalmente manco a dirlo siamo soli, anzi noi e le nuvole, passato il divieto di transito ai mezzi non autorizzati continuiamo a salire, passiamo accanto alla Cappella di Pozoi 798 m e poco dopo sulla sinistra troviamo i segni bianco/rossi dell'antica mulattiera che collegava i vari alpeggi. Non piove ormai più da diversi minuti, arriviamo a un alpeggio dove troviamo una bella fonte scavata interamente nella roccia, ci soffermiamo a osservare il sottostante piano ossolano momentaneamente libero dalle nuvole. Il sentiero continua a salire tra il gradevole profumo del sottobosco arricchito dalle numerose piante di ginestre, ci inoltriamo nel bosco dove veniamo accompagnati dalla melodia degli uccelli che sembrano quasi volerci salutare al nostro passaggio. Dalla nebbia ecco comparire i ruderi dell'alpe Gorta 1060 m, dalla palina segnavia continuiamo verso la Colma, costeggiamo un muretto a secco e poi riprendiamo a salire ritornando di nuovo nel fitto bosco.
Arriviamo ad una piana dove rimaniamo per qualche secondo ad osservare le stupende baite perfettamente inserite nell'ambiente circostante, troviamo un cartello in legno che ci segnala che siamo a Gorta, ci domandiamo come è possibile che esistano due alpeggi con lo stesso nome a poca distanza uno dall'altro...boh!!! Non avendo nessun riscontro sulle carte ci fidiamo, mentre avanziamo troviamo sempre di più la neve che ricopre ancora abbondante questo versante della montagna, seguiamo le indicazioni del nuovo bivacco degli alpini indicate da un cartello posto su un albero, in breve arriviamo alle case dell'alpe La Prasca 1350 m circa, sprofondiamo quasi fino al ginocchio nella neve, dopo un tratto in piano ci troviamo a strapiombo su un precipizio, sopra di noi vediamo il canalone che dobbiamo risalire, dopo un'attenta valutazione decidiamo che è troppo pericoloso proseguire, ritorniamo alle baite dove ci fermiamo a riposare. Per il ritorno seguiamo il medesimo sentiero. Escursione che rifaremo magari con i colori caldi dell'autunno...
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

alpe Gorta 1060 m o....

alpe Gorta boh!!!

antiche mulattiera spesso abbandonate

tipiche baite

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